“Certo. Nel 2007 io e Manni stavamo pensando a qualcosa di differente per il prossimo album e avvertivamo un senso di staticità all’interno della band. Per questo decidemmo di cercare un secondo chitarrista che portasse anche nuova linfa vitale nel gruppo. Conoscevamo già Thilo e la scelta ovviamente cadde su di lui, che subito accettò la nostra proposta”.
CREDEVAMO CHE THILO FOSSE FUORI DALLE SCENE ANCHE PER I SUOI IMPEGNI FAMIGLIARI…
“Sì, lui si è costruito una famiglia e ha avuto ben tre figli, quindi diciamo che ha avuto parecchio da fare. Ha però dato vita anche ad un piccolo studio sotto casa sua, quindi non è proprio uscito di scena. Per lui è stato in ogni caso molto bello ritornare a tutti gli effetti nel mondo della musica”.
GRAVE DIGGER, RUNNING WILD E RAGE SI SONO SCAMBIATI DIVERSI MEMBRI NEL CORSO DEGLI ANNI. E’ DOVUTO AL CASO O C’E’ QUALCHE MOTIVO PARTICOLARE SOTTO A QUESTA ‘MIGRAZIONE’?
“No, io credo solo che tutti i ragazzi che hanno suonato nei Grave Digger siano anche degli ottimi musicisti che hanno suonato in diverse band tedesche come appunto Rage e Running Wild. Semplicemente il loro stile si adattava alla musica dei Grave Digger, quindi nel corso degli anni è capitato che chiedessi loro di entrare nella band, come è successo ora con Thilo, tutto qui”.
ANCHE THILO E’ STATO COINNVOLTO NEL SONGWRITING DI ‘BALLADS OF A HANGMAN’?
“Certo, assolutamente! Tutti i brani sono stati scritti da me, Manni e Thilo. Devo dire che abbiamo lavorato molto bene insieme”.
VENIAMO DUNQUE AL NUOVO ALBUM. IN COSA DIFFERISCE RISPETTO AL PRECEDENTE ‘LIBERTY OR DEATH’?
“Credo che ‘Ballads Of A Hangman’ contenga tutti gli elementi tipici dei Grave Digger e ci riporti inoltre verso le nostre origini, con riff più diretti e melodie più di presa. E’ molto più Eighties. ‘Liberty Or Death’ aveva invece un taglio più progressive, con canzoni più complesse e meno immediate che richiedevano più ascolti per essere apprezzate”.
QUALE DEI DUE TIPI DI APPROCCIO PREFERISCI?
“Ovviamente mi piacciono entrambi, sul serio! ‘Ballads Of A Hangman’ ha il vantaggio di essere un album che funziona molto bene anche dal vivo, mentre ‘Liberty Or Death’ è un po’ più impegnato e quindi adatto ad essere ascoltato con calma. Se volete qualcosa che picchia, ascoltatevi quindi ‘Ballads Of A Hangman’, se volete invece qualcosa di più articolato, andate su ‘Liberty Or Death’”.
QUINDI NON ESCLUDI UN ALTRO ALBUM COME ‘LIBERTY OR DEATH’ IN FUTURO?
“Non lo so proprio… è troppo presto per parlare di un nuovo album. Ne abbiamo appena fatto uno e ora siamo impegnati con questo tour. Se ne riparlerà tra un po’”.
RIGUARDO AL TUO MODO DI CANTARE, PERCHE’ SU DISCO NON UTILIZZI PIU’ LE TONALITA’ PIU’ ALTE, COSA CHE INVECE ANCORA FAI DAL VIVO?
“Perchè mi piace molto il mio stile più basso e gutturale. Non ho problemi con il cantato più alto e scream, ma semplicemente preferisco l’impostazione più bassa. E’ il modo in cui riesco ad esprimermi al meglio”.
PERO’ NOTO CHE ANCHE IL CANTATO PULITO E’ PRATICAMENTE SCOMPARSO…
“Sì, diciamo che a volte metto ancora qualche parte di cantato pulito nei pezzi ma non per una canzone intera. Ora preferisco utilizzare così la mia voce pulita, fa parte del mio trademark”.
SUL NUOVO ALBUM CANTA ANCHE VERONICA FREEMAN DEI BENEDICTUM IN VESTE DI OSPITE. DA DOVE NASCE QUESTA COLLABORAZIONE?
“Siamo in ottimi rapporti da quando lavoravo per la Locomotive Records. Mentre stavo componendo ‘Lonely The Innocent Dies’, le domandai se fosse interessata ad una collaborazione su questo pezzo e lei accettò”.
HAI DETTO CHE LAVORAVI PER LA LOCOMOTIVE RECORDS… COSA E’ SUCCESSO?
“Il 15 gennaio 2009 tutto lo staff tedesco è stato licenziato. Non sappiamo il motivo. Forse nemmeno ce n’è uno ben preciso, ma in ogni caso finora non ci hanno spiegato il motivo di tale decisione”.
TU FAI HEAVY METAL ORMAI DA TRENT’ANNI. COS’E’ CHE TI SPINGE AD ANDARE AVANTI ANCORA, COSA TI TIENE LEGATO A QUESTO GENERE?
“Il divertimento e la passione per la musica. Io, come gli altri nella band, amo suonare, fare tour, comporre nuova musica e registrare in studio con i Grave Digger. Questa è la cosa più importante per noi. Finchè la gente acquisterà i nostri album, verrà ai nostri concerti e apprezzerà la nostra musica, noi saremo molto contenti di andare avanti”.
RICORDO UNA TUA DICHIARAZIONE CON LA QUALE DICESTI CHE AMAVI QUESTO GENERE AL PUNTO CHE SARESTI DIVENTATO IL CANTANTE HEAVY METAL PIU’ VECCHIO DEL MONDO. SEI ANCORA DELLA STESSA IDEA?
“Lo spero! Ma, vedi… a un certo punto non sai mai che sorprese ti può riservare il futuro. E’ necessario che la mia voce rimanga quella che è, che io continui ad avere delle belle idee sulla base delle quali comporre, che gli altri membri del gruppo stiano bene e un sacco di altri fattori che col passare degli anni potrebbero influenzare la mia carriera. Per il momento la mia risposta è ‘Certo!’, ma nessuno di noi è Dio quindi non resta che sperare che le cose vadano avanti così”.
SE GUARDI ALLA TUA CARRIERA, QUAL E’ SECONDO TE IL MOMENTO IN CUI HAI RAGGIUNTO IL TOP?
“Credo sia stato lo show per il nostro venticinquesimo anniversario che tenemmo in Brasile (che venne registrato e pubblicato nel live ’25 To Live’ del 2005, ndR) o quello del ventesimo anniversario che celebrammo a Bochum. Ci sono parecchi momenti che considero come top della mia carriera e questo è sicuramente un bene”.
E INVECE IL MOMENTO PEGGIORE?
“Direi proprio quando Uwe Lulis uscì dalla band e iniziò una spiacevole disputa per i diritti sul nome e buttò merda sul gruppo per cercare di prendere più soldi possibile. Non me lo sarei veramente aspettato da lui ma anche queste purtroppo sono cose che capitano. Alla fine abbiamo trovato la soluzione migliore per tutti e due…”.
IMMAGINO TU NON LO ABBIA PIU’ SENTITO…
“No, no, assolutamente”.
HAI MAI SENTITO QUANTO HA PUBBLICATO CON I REBELLION DOPO LO SPLIT CON I GRAVE DIGGER?
“Sì, ho ascoltato qualcosa su MySpace. La musica è buona, non mi piace il cantante ma la musica è ok”.
UN’ULTIMA DOMANDA: TOGLIMI UNA CURIOSITA’, COSA TI SPINSE A REGISTRARE IL DISCO PIU’ CRITICATO DELLA TUA CARRIERA, ‘STRONGER THAN EVER’?
“Per fare soldi, questa è la realtà. La casa discografica ci disse: ‘Dovete fare questo, questo e quest’altro, dovete avere un sound più commerciale!’, ma alla fine fu uno sbaglio e condizionò qualche anno della nostra carriera”.