A fronte delle decine di gruppi-clone che oggigiorno infestano il mercato, gli Haemophagus rappresentano un’ancora di salvezza per tutti coloro che vivono o sono cresciuti ascoltando i grandi classici death metal e grindcore di fine anni ’80/inizio anni ’90. “Atrocious” – loro ultima fatica discografica e già Hot Album sulle pagine di Metalitalia.com – ci ha consegnato una band dallo stile e dalle capacità ormai completamente affinate, pronta a balzare ai vertici dello scenario old-school europeo in compagnia di Undergang, Necrovation e pochi altri; potevamo non contattare i Nostri per un’intervista di rito? A voi le parole di Giorgio, cantante e chitarrista del four-piece palermitano!
CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! COME PRIMA COSA VI ANDREBBE DI PRESENTARE LA BAND AI NOSTRI LETTORI? CREDO NON SIANO IN MOLTISSIMI A CONOSCERE IL NOME DEGLI HAEMOPHAGUS…
“Ciao a voi dalla nostra fetida tomba piena di liquami merdosi! Noi siamo gli Haemophagus, gruppo fondato a Palermo più o meno dieci anni fa, ci occupiamo di suonare death/grind con influenze molto diverse fra loro. Abbiamo registrato due album, un bel po’ di split in CD e 7″, suonato in giro per l’Italia e l’Europa in festival come l’Obscene Extreme, il Blutsvente, il Bloodshed, il September To Dismember e diviso i palchi con Brutal Truth, Brujeria, Entombed, Doom, Machetazo, Tragedy, Ghoul e molti altri. È una storia lunga, quindi rimando i lettori alle varie biografie reperibili su internet”.
SIETE ATTIVI DA CIRCA UN DECENNIO, EPPURE IN TUTTO QUESTO LASSO DI TEMPO AVETE PUBBLICATO SOLTANTO DUE FULL-LENGTH: PER QUALE MOTIVO? DANDO UN’OCCHIATA ALLA VOSTRA DISCOGRAFIA SEMBRA CHE PREFERIATE LE USCITE SULLA BREVISSIMA DISTANZA, COME DEMO E SPLIT…
“Se tu sommassi il materiale pubblicato da noi fra demo, split 7″, split CD, ecc. otterresti probabilmente un altro full-length e mezzo (ride, ndR)! Oltre a ciò, nonostante il nostro ultimo album sia appena uscito, abbiamo già pronti abbastanza pezzi inediti per un terzo disco. Non ci piace riposare troppo lungo, inoltre i 7″ sono l’essenza stessa del death, del grind e dell’hardcore underground, da sempre. Nei 7″ e negli split i gruppi maturano, si mettono in discussione, a volte osano ancor più che negli album, e riteniamo dunque che siano una parte fondamentale della discografia di un gruppo. Abbiamo anche in cantiere l’idea di raccoglierli tutti in un’unica uscita ad hoc…”.
‘ATROCIOUS’ E’ STATO DA POCO PUBBLICATO DALLA STATUNITENSE RAZORBACK RECORDS, COSA POTETE DIRCI RIGUARDO IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE E REGISTRAZIONE? SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
“Siamo abbastanza soddisfatti, ma è stato un casino e con troppi scambi di mail! Il disco è stato registrato per metà a Padova con Umberto Furlan e per metà a Palermo con Pietro Pitingaro; le guest vocals (di Dopi dei Machetazo, Uchino dei Coffins e Dave dei P.L.F.) sono pervenute a turno dalle loro città di provenienza, quindi La Coruña, Tokyo e Houston; infine l’album è stato masterizzato da Dan Randall a Santa Cruz, California. A Palermo useremmo il termine ‘buiddiello’ per descrivere questo processo. Comunque sul disco è finito il fedele rispecchiamento di quello che avevamo composto, con dei suoni più organici rispetto a quelli di ‘Slaves To The Necromancer’. Ti posso dire per certo che la prossima volta cercheremo di registrare tutti pezzi live in studio!”.
IL VOSTRO STILE AFFONDA LE RADICI NELLA SCUOLA DEATH METAL E GRINDCORE DI FINE ANNI ’80/INIZIO ANNI ’90: AUTOPSY, IMPETIGO, REPULSION… COSA VI AFFASCINA DI QUESTO GENERE E COME NE SIETE ENTRATI IN CONTATTO?
“Palermo è sempre stata una città dotata di un forte senso di autonomia musicale. E non dimenticare che – allargando leggermente il campo – in Sicilia sono nati alcuni dei gruppi a mio avviso più bestiali della storia del metal italiano, ovvero Schizo, Nuclear Symphony, Incinerator, Urto, Sinoath… la musica estrema è parte del nostro DNA, in un certo senso. Detto ciò, tramite riviste/mailorder prima e tramite internet poi, non è stato difficile impazzire per Autopsy, Revenant, Xysma, Impetigo, Carcass, Pungent Stench, Bulldozer o Winter. Questi gruppi, insieme a molti altri di matrice punk, sperimentale, horror e psichedelia, costituiscono il terreno comune fra di noi. Tutto ciò perchè amiamo il suono del nostro cervello in decomposizione…”.
COSA NON DEVE MAI MANCARE IN UN BRANO DEGLI HAEMOPHAGUS?
“La formula è sempre stata estrema, ma il nostro suono è cambiato nel tempo. Cerchiamo di comporre ciò che vorremmo ascoltare, divertendoci nel farlo. Mi viene in mente che nella versione home-demo di ‘Ice Cold Prey’ sbucava una citazione del riff portante di ‘Tell Me You Love Me’ di Frank Zappa… insomma, cerchiamo di variare il più possibile, non c’è un paradigma prestabilito. Se c’è, è abbastanza flessibile. In particolare, stiamo cercando di sviluppare la componente horror-music gobliniana del nostro suono. Di tutto questo sentirete parlare di nuovo, prima o poi!”.
HO PARTICOLARMENTE APPREZZATO ‘NAKED IN SNOW’, VERO E PROPRIO OMAGGIO AI BLACK SABBATH DI TONY IOMMI… QUALI SONO, SECONDO VOI, GLI EPISODI PIU’ RAPPRESENTATIVI DEL DISCO?
“Lo spirito e i baffi di Tony aleggiano giorno e notte sopra di noi, senza sosta. I Sabbath sono il mio gruppo preferito, continuano a consumarmi l’anima da quando ho tredici anni, e in ‘Naked in the Snow’, nell’intro di ‘Atrocious’, in parte in ‘From the Sunken Citadel…’ e in tanta altra roba fatta in passato, potete sentire chiaramente la loro influenza. Le mie preferite del nuovo album – per ragioni soprattutto esecutive – sono ‘Surgeon Of Immortality’ (detta anche ‘Salafia’) e ‘Siege Of The Murderous Beasts’. Credo siano molto rappresentative del disco”.
UN ALTRO PUNTO A FAVORE DI ‘ATROCIOUS’ E’ SENZA DUBBIO L’ARTWORK: NON SI PUO’ CERTO DIRE CHE SIA LA CLASSICA COPERTINA DEATH METAL! DA DOVE PRENDE SPUNTO E CHI LO HA REALIZZATO?
“Marco Failla, nostro amico, disegnatore eccezionale e chitarrista nei Balatonizer se ne è occupato, come per altre uscite in passato. Pensiamo che sia l’interprete perfetto delle nostre idee. Marco ha un’impronta stilistica unica, immediatamente riconoscibile, ed è dotato di quello humour iconoclasta che un tempo faceva la fortuna di gruppi come Pungent Stench o Exit-13. Con grande intuito, Marco partì da alcuni nostri spunti deliranti e da linee guida come ‘atrocità’, ‘acido lisergico’, ‘uomo urlante’, ‘te li ricordi i demoni di ‘Altars Of Madness’?’ e così via. Nel giro di pochi tratti abbozzati e dopo qualche tentativo, venne fuori quello che vedete adesso. Sono contento che non ti sembri la classica copertina death metal, era esattamente quello che volevamo”.
LA COMPONENTE HORROR E’ DA SEMPRE PREROGATIVA DELLA VOSTRA MUSICA, VI ANDREBBE DI PARLARCENE? IMMAGINO SIATE GRANDI FAN DEL GENERE: QUALI SONO I VOSTRI REGISTI E LE VOSTRE PELLICOLE PREFERITE?
“Siamo grandi fan dell’horror, ovviamente. Fu David a spingere per primo su questi temi, proponendoci nel tempo visioni di film letali della Hammer (abbondantemente campionati su ‘Slaves To The Necromancer’), di Fulci, Cronenberg, Jess Franco, De Ossorio, Ken Russell e via dicendo. Anche la fantascienza ha giocato un ruolo importante nel nostro immaginario deviato. È sempre difficile tirare le somme, ma penso che i tre film che più mi hanno segnato siano stati ‘L’esperimento del dottor K’ (altrimenti detto ‘La Mosca’) del ’58, ‘Paura Nella Città Dei Morti Viventi’ e ‘I Tre Volti Della Paura’. Ricordo di essermi letteralmente cacato addosso durante l’ultimo episodio del film di Bava. Effetti fisiologici che solo la grande arte suscita, stile Piero Manzoni”.
UNA CURIOSITA’: CHI E’ L’ALFREDO SALAFIA DI CUI SI PARLA NEL BRANO “SURGEON OF IMMORTALITY”?
“Alfredo Salafia fu il geniale imbalsamatore capace di consegnare all’immortalità materiale il corpo della piccola Rosalia Lombardo, la famosa bambina morta negli anni ’20 a Palermo e perfettamente conservata fino ad oggi nelle Catacombe dei Cappuccini. Gli ingredienti del composto utilizzato da Salafia, mistero assoluto per molto tempo, vennero individuati solo nel 2009. Non molto tempo dopo scrissi il testo del pezzo, in cui viene essenzialmente distorta la figura di Salafia: da professionista dell’imbalsamazione (attività di per sè ‘weird’) a cultore malefico e morboso della conservazione post-mortem della carne umana. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo!”.
COSA NE PENSATE DEL REVIVAL OLD-SCHOOL DEATH METAL TANTO IN VOGA NEGLI ULTIMI ANNI?
“Tutto ciò che è vecchio di venti o trent’anni è destinato al rispolvero. Io e David abbiamo anche fatto parte degli Undead Creep, gruppo con il quale abbiamo cercato di rivitalizzare, a modo nostro, lo spettro dello swedish death metal dei primi anni ’90. Non posso quindi far altro che risponderti da un punto di vista abbastanza ‘di parte’: non vedo nulla di male nel copiare quanto fatto in passato. Penso però che, almeno nel caso del death scandinavo, molti si siano fatti un’idea un po’ superficiale su suoni e possibilità stilistiche, accontentandosi di riascoltare ed emulare i principali nomi come Dismember, Entombed, Grave o Unleashed. Credo infatti che grupponi come Liers In Wait, i già citati Xysma, i Carbonized di “Disharmonization”, i Disgrace, i Pakeni o i Grotesque avessero da dire ben più di quanto non venga detto su di loro oggi. Insomma: rubare è bello, ma rubare bene sarebbe ancora meglio, almeno per l’ascoltatore!”.
LA SICILIA NON E’ CERTO NOTA PER LA SUA TRADIZIONE EXTREME METAL, QUANTO E’ DIFFICILE PROPORRE MUSICA SIMILE DA QUELLE PARTI? ESISTE UNA SCENA UNDERGROUND?
“Da qualche anno a questa parte la nostra ‘base operativa’ è diventata Bologna, dove vivono David e Gioele. Da lì alcune cose sono indubbiamente più semplici, ma non sempre. In Sicilia le cose si muovono a scatti e abbiamo avuto periodi più o meno rosei. Ovviamente esiste una scena underground estrema, e i gruppi sono tanti: Cadaver Mutilator, Psycopath Witch, The Krushers, i succitati Balatonizer, gli eccellenti Daemonokrat… e credimi, sto tralasciando un bel po’ di roba. Senza limitarci al metal, l’intera Sicilia (se posso permettermi) ha offerto e offre quotidianamente un contributo notevole alla musica underground”.
DAL MIO PUNTO DI VISTA, “ATROCIOUS” E’ ANCHE MEGLIO DELLE RECENTI PROVE DEGLI AUTOPSY… AVETE GIA’ ASCOLTATO IL LORO ULTIMO ALBUM? COSA GIRA IN QUESTI GIORNI NEL VOSTRO STEREO?
“La tua opinione mi lascia completamente spiazzato e ti ringrazio di cuore, ma non credo che gli Autopsy, anche al loro minimo, possano essere facilmente superati. Ho ordinato solo da poco il loro ultimo LP e lo attendo in questi giorni, ho ascoltato pochi secondi della nuova roba per evitare l’effetto di self-spoiler. Rispondo alla tua pericolosissima domanda sugli ascolti con una mia top ten aggravata”.
1. Gong – ‘Angel’s Egg’
2. Zeus! – ‘S/T’
3. P.L.F. – ‘Devious Persecution And Wholesale Slaughter’
4. Gary Burton – ‘Good Vibes’
5. Looking For An Answer – ‘Eterno Treblinka’
6. Henry Mancini – ‘The Blues And The Beat’
7. Inner City Beat! – ‘Detective Themes, Spy Music And Imaginary Thrillers’ (compilation)
8. Penance – ‘The Road Less Travelled’
9. The Skatalites – ‘Guns Of Navarone’
10. Wha-ha-ha – ‘Shinutokiwa Betsu’
QUAL E’ LA SODDISFAZIONE PIU’ GRANDE CHE VI SIETE TOLTI FINORA CON QUESTA BAND?
“Probabilmente suonare o scambiare mutui apprezzamenti con alcuni dei nostri idoli di sempre. E in tour abbiamo vissuto momenti epici, sia in senso degradante che in senso esilarante. Vogliamo fare ancora molto, e in questo senso una bella tournée negli States non guasterebbe!”.
PENSATE DI PROMUOVERE ‘ATROCIOUS’ IN TOUR? QUALI SONO I PROGRAMMI DEGLI HAEMOPHAGUS PER I PROSSIMI MESI?
“Cercheremo di portarlo in giro nelle giuste cornici. A settembre dovremmo avere un paio di date in Italia, di cui una al September To Dismember di Padova. A novembre probabilmente suoneremo in un gran bel fest in Germania, con alcuni gruppi death storici (è di pochi giorni fa la conferma della loro partecipazione al Cassel Moshfest Vol.2, con Master, Convulse e Undergang, ndR), e speriamo anche di utilizzare al meglio il 2015 per promuovere il nuovo album. Per ulteriori informazioni potete controllare la nostra pagina Facebook. Vedrete che fra un pezzo dei Deceased e uno dei Trouble beccherete le news che volete!”.
MOLTO BENE, L’INTERVISTA E’ FINITA. A VOI L’ULTIMA PAROLA!
“Grazie mille a te per il supporto, per le domande stimolanti e grazie anche a chi ha letto questo schifo fino all’ultima parola. ‘If there’s grass on the wicket, let’s play cricket!’ ”.