Gli Hammerfall si ripresentano, dopo poco più di un anno dal precedente “Chapter V: Unbent, Unbowed, Unbroken”, con “Threshold”, un album che conferma il buono stato di salute di una formazione ormai più che rodata. I cinque svedesi, incuranti delle critiche di chi li accusa di mancata evoluzione artistica, proseguono lungo il loro cammino e, sportivamente parlando, si concedono anche qualche “fuori pista”. Il simpatico Joacim Cans, cantante del gruppo, ci parla del nuovo album e della sua realizzazione, delle varie collaborazioni con il mondo dello sport, dei diversi video girati nell’ultimo periodo e d’altro ancora… buona lettura!
“Sì, ma penso che questo sia accaduto naturalmente e non in maniera programmata. E’ normale che tu senta somiglianze tra ‘Threshold’, ‘Legacy Of Kings’ e ‘Glory To The Brave’. L’energia dei primi due album la puoi trovare in tutti i nostri dischi, anche nelle produzioni più recenti come ‘Chapter V’ e quindi anche nel nuovo album”.
COME AVETE LAVORATO PER LA STESURA DEI PEZZI? RACCONTACI QUALCOSA RIGUARDO AL SONGWRITING…
“Vedi, io e Oscar (Dronjak, il chitarrista, ndR) lavoriamo insieme ormai da circa dieci anni e procediamo all’incirca sempre nella stessa maniera. Lui prima compone le parti strumentali e poi le spedisce a me che provvedo quindi a scrivere le linee vocali. Sul nuovo album anche Stefan Elmgren ha partecipato alla stesura di un paio di pezzi e della canzone strumentale. Come ho già detto è da molto tempo che procediamo in questo modo, un metodo ormai più che collaudato”.
IL LAVORO SVOLTO DAL PRODUTTORE CHARLYE BAUERFEIND È, COME AL SOLITO PERFETTO, VUOI DESCRIVERCI COME SI È SVOLTO IN GENERALE IL PROCESSO DI REGISTRAZIONE DI “THRESHOLD”?
“E’ il terzo album che realizziamo con Charlye e devo dire che anche da questo punto di vista abbiamo usato lo stesso metodo già utilizzato per ‘Chapter V’, stesso studio e stesso produttore. Questa volta però non è andato tutto liscio, c’è stato qualche piccolo inconveniente tecnico e anche qualche problema con l’aria condizionata. Questo ha reso il tutto meno produttivo rispetto alla registrazione dell’album precedente. D’altra parte posso anche dire che ci siamo divertiti molto in studio e l’energia che senti scorrere nel nuovo album è frutto anche di questo”.
L’ARTWORK È STATO REALIZZATO ANCORA UNA VOLTA DA SAMWISE DIDIER, NOTO ANCHE PER LA REALIZZAZIONE GRAFICA DI VARI FAMOSISSIMI VIDEOGAMES. IL SUO OTTIMO LAVORO È BASATO ANCORA UNA VOLTA SU UNA VOSTRA IDEA, COME GIÀ ACCADDE PER “CRIMSON THUNDER” E “CHAPTER V”?
“Le copertine sono sempre il frutto di nostre idee, a volte nascono da una singola parola o da uno schizzo, come è accaduto per ‘Legacy Of Kings’, ‘Renegade’ e ‘Crimson Thunder’. Per il nuovo album l’ispirazione è nata solo dai titoli di alcune tracce e del disco, ci siamo basati quindi su meno elementi rispetto al passato”.
PARLACI ORA DEL TOUR DI SUPPORTO A “THRESHOLD”, VUOI ANTICIPARE QUALCOSA AI VOSTRI FAN SU COME SARÀ ALLESTITO LO STAGE? AVETE IN MENTE QUALCOSA DI SPECIALE?
“E’ troppo presto per parlarne. Posso dirti che sicuramente avremo un grande palco e qualche sorpresa. Abbiamo già pianificato la data del 13 febbraio, in Italia all’Alcatraz di Milano ma non sappiamo ancora quali saranno i gruppi di supporto. Comunque credo che sarà un classico concerto in pieno stile Hammerfall!”.
A QUASI DIECI ANNI DALLA PRIMA PUBBLICAZIONE C’È CHI VI ACCUSA DI IMMOBILISMO STILISTICO E DI RIPROPORRE SEMPRE LE STESSE COSE, RIPESCANDO SPESSO DAL PERIODO DEGLI ANNI OTTANTA. A QUESTE CRITICHE VOI COSA RISPONDETE?
“Certo che non abbiamo mai cambiato stile! Provate a fare la stessa domanda a Iron Maiden, Helloween o Manowar! Io credo che ogni gruppo debba avere il proprio stile e i fan sono i primi a volere che questo stile venga mantenuto nel tempo. Potrebbero essere proprio loro a non accettare eventuali cambiamenti e ci chiederebbero ‘Come mai avete cambiato stile? Non vi piaceva quello che suonavate?’. Credo che ognuno debba suonare quello che più gli piace e noi suoniamo heavy metal proprio perché amiamo l’heavy metal.”
A QUASI DIECI ANNI DALLA PRIMA PUBBLICAZIONE SIETE ANCORA IN CONTATTO CON I VECCHI MEMBRI DELLA BAND?
“Sì, anche se Jesper Stromblad è spesso impegnato con gli In Flames e Fredrik Larsson è il nuovo bassista degli Evergrey. Patrick Rafling l’ho rivisto qualche anno fa ed è l’unico con il quale non sono molto in contatto”.
HO VISTO IL VIDEO DI “HEARTS ON FIRE” GIRATO CON LA NAZIONALE DI CURLING SVEDESE. PARLACI DI QUESTA SINGOLARE E SIMPATICA COLLABORAZIONE…
“E’ stata una grande opportunità per fare qualcosa di completamente diverso dal solito ed anche un’occasione per promuovere il curling. Il video è stato un grosso successo, con più di due milioni di download da internet. E’ stato inoltre trasmesso in TV in vari paesi come Germania, Svezia, Italia, Canada ecc. ‘Hearts On Fire’ potrebbe anche diventare la canzone ufficiale della nazionale di curling svedese e per noi questo sarebbe un traguardo fantastico”.
SUL NUOVO DISCO È PRESENTE “THE FIRE BURNS FOREVER” UNA TRACCIA CHE AVETE SCRITTO PER IL DICIANNOVESIMO CAMPIONATO EUROPEO DI ATLETICA, SVOLTOSI A GOTEBORG LO SCORSO AGOSTO. ANCHE PER QUESTA CANZONE AVETE GIRATO UN VIDEO IN COMPAGNIA DI VARI ATLETI, VUOI PARLARCENE?
“Si è trattato all’incirca della stessa cosa accaduta con la nazionale di curling e più o meno le stesse persone che hanno collaborato alla realizzazione del video di ‘Hearts On Fire’ hanno poi lavorato su quello di ‘The Fire Burns Forever’. Abbiamo scritto questa canzone appositamente per questa edizione dei giochi atletici, si è trattato quindi di un brano nuovo e unico. Il pezzo è uscito talmente bene che abbiamo poi deciso di includerlo nel nuovo album ed è stato fantastico suonarlo dal vivo alla cerimonia d’apertura dei giochi di fronte a 100000 persone. E’ stato incredibile perché questo evento è stato anche trasmesso in più di 54 paesi! Era la prima volta che un gruppo metal si esibiva ad una cerimonia d’apertura al pari di cantanti pop, show girl, cantanti di musical e altri personaggi simili. Se avessero detto alla gente che si sarebbe esibita una band metal avrebbero sicuramente detto ‘Noooo, è troppo duro, troppo pesante! Vogliamo qualcosa tipo Ronan Keating o i Take That!’. Per fortuna non è ndata così (ride, ndR)…”.
AVETE GIRATO ANCHE UN VIDEO DI “NATURAL HIGH”, VERO?
“Sì, abbiamo realizzato anche un video per ‘Natural High’ ma in questo caso non sono stati coinvolti atleti. Si tratta di un video alla Hammerfall, una storia di vampiri, con tanto di combattimenti e la band che suona”.
OK, PARLIAMO ORA DELLA SCENA METAL SCANDINAVA SEMPRE PIÙ PROLIFICA E RICCA DI BAND EMERGENTI. QUAL È SECONDO TE IL MOTIVO DI TUTTO QUESTO FERMENTO ARTISTICO?
“Innanzitutto abbiamo un forte sostegno da parte delle istituzioni. Già a scuola i bambini possono imparare a suonare uno strumento, sia esso chitarra, pianoforte o altro. Ci sono inoltre dei finanziamenti statali per i gruppi musicali, aiuti di cui anche noi abbiamo usufruito fino a ‘Renegade’. Da quel disco in poi abbiamo deciso di non utilizzare più i fondi statali e di lasciare che fossero le band più giovani e bisognose a trarne beneficio. Un altro stimolo nasce proprio dal nostro clima. Come saprai qui in inverno fa un freddo tremendo ed è quasi impossibile stare all’aperto. Questo, aggiunto all’oscurità e alla tranquillità tipiche del periodo invernale, non fa altro che incentivare la creatività artistica. Infine un ulteriore aiuto deriva dal fatto che impariamo l’inglese già a 8-9 anni, a scuola ed attraverso i programmi TV, che da noi non sono doppiati”.
D’ALTRO CANTO NON CREDI CHE QUESTO PROLIFERARE DI GIOVANI GRUPPI PORTI ALLA PRODUZIONE DI TROPPI DISCHI, CON IL RISCHIO DI SATURARE IL MERCATO E DI FAR PASSARE INOSSERVATI I GRUPPI REALMENTE MERITEVOLI?
“Vedi, attorno al 2000 c’è stata un’esplosione di band power e classic metal, molte delle quali non erano ancora pronte per essere messe sul mercato e mancavano totalmente di personalità. Questi gruppi, nell’arco di poco tempo, sono spariti e sono invece sopravvissute a questo sovraffollamento del mercato proprio quelle band che davvero meritavano, come Edguy, Rhapsody o Hammerfall. La situazione ora è decisamente migliore rispetto a quegli anni”.
E IN TUTTO CIÒ QUALE RUOLO CREDI CHE POSSA AVERE IL PEER TO PEER VIA INTERNET?
“Il brutto è che certa gente non rispetta il lavoro dei musicisti. Produrre un disco richiede passione, tempo e soldi e non è giusto che un album sia scaricabile gratis già 5 o 6 settimane prima della sua pubblicazione. Purtroppo le copie promozionali a volte finiscono nelle mani sbagliate e a volte vengono addirittura vendute su Ebay. Comunque credo che i veri metal fan non si accontentino solo di musica in formato Mp3 e sono convinto che, se a loro piace un disco, preferiscano averlo in copia originale”.
OK, SIAMO ALLA FINE DEL TEMPO DA TE GENTILMENTE CONCESSOCI… VUOI AGGIUNGERE UN MESSAGGIO PER TUTTI I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Oh, sì! Innanzitutto vorrei dire che è stato molto bello venire nel vostro paese in occasione dell’ultimo tour. E’ stato fantastico suonare sia all’Alcatraz di Milano che al Gods Of Metal. Non avevamo mai visto così tanti fan italiani ad un nostro concerto! Siamo molto contenti di tornare da voi in febbraio e cercheremo in tutti i modi di non deludervi”.