Tuttora stupefatti dalla qualità intrinseca nel concepire degli ottimi album di hard rock melodico, senza mai peraltro scadere nel banale o nel già sentito, non potevamo esimerci di scambiare quattro chiacchiere con gli Harem Scarem, da oltre venticinque anni autentici portabandiera di un hard rock melodico elegante, ma di enorme impatto. Sopravvissuti eroicamente ai numerosi trend che hanno caratterizzato i turbolenti anni Novanta, nonché la prima decade del XXI Secolo, il collettivo canadese rappresenta un autorevole punto di riferimento per chiunque sia in grado di cogliere ed apprezzare le impressionanti melodie vocali incastonate in un solido e multiforme telaio strumentale. Durante l’intervista, il cantante e produttore Harry Hess non la tira tanto per le lunghe, denotando altresì una sincera ed invidiabile sicurezza nelle sue risposte, talvolta caratterizzate da una lieve e pungente ironia che contribuisce a rendere la nostra conversazione ancora più piacevole del previsto…
QUALI PENSI CHE SIANO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA IL VOSTRO ULTIMO ALBUM “UNITED” ED IL PRECEDENTE, COMUNQUE OTTIMO, “THIRTEEN”?
“In fase compositiva ci siamo focalizzati principalmente sulla qualità dei ritornelli e ti assicuro che una scelta del genere ha richiesto un enorme mole di lavoro da parte nostra! La maggior parte delle canzoni contenute in ‘Thirteen’ sono state concepite dai chorus e solo successivamente abbiamo curato tutte le parti strumentali. A giudicare dalle prime reazioni dei fans, direi che i nostri sforzi sono stati ampiamente ripagati dal risultato finale ottenuto”.
QUALI SONO GLI ARGOMENTI PRINCIPALI CHE HANNO ISPIRATO LE LIRICHE DELL’OPERA?
“Gran parte dei nostri testi vertono sulla speranza di vivere in un mondo migliore, anche se ammetto che le atmosfere del nostro ultimo disco possono apparire un filo più oscure del previsto. Sono una persona ottimista e mi piace scrivere un sacco di anthem che possano essere cantati dal pubblico durante i nostri concerti”.
COSA MI PUOI DIRE A RIGUARDO DEL SIGNIFICATO DELL’IMMAGINE DI COPERTINA?
“In questi ultimi anni sembra proprio che il mondo stia andando a rotoli, per sopravvivere è indispensabile rimboccarci le maniche e rimanere tutti uniti. La musica assume un ruolo fondamentale in tal senso, in quanto è in grado di unire le persone di tutto il globo. Anche sotto il punto di vista tematico ‘United’ potrebbe essere inteso come un concept album”.
PUOI ILLUSTRARCI QUALE BRANO RAPPRESENTA DAVVERO QUALCOSA DI SPECIALE PER TE?
“Mi sento molto legato sia a ‘Here Today Gone Tomorrow’ che a ‘One Of Life’s Mysteries’. Il risultato finale di entrambe le composizioni mi ha davvero lasciato a bocca aperta. Sono rimasto ancora più soddisfatto quando ho scoperto che la maggior parte del nostro pubblico abbia apprezzato molto questi due brani”.
NON E’ UN CASO DUNQUE CHE ABBIATE GIRATO UN VIDEO PROMOZIONALE PROPRIO PER ‘HERE TODAY GONE TOMORROW’…
“Ci siamo divertiti tantissimo a realizzare quel video, nonostante non giravamo più nulla da circa quindici anni! Sono molto contento che abbia ottenuto un ottimo feedback dal ‘popolo di internet’, soprattutto perché sono consapevole che siamo diventati vecchi e grassi (ride, ndR)”.
A PARTE LA SPERIMENTAZIONE COMPOSITIVA ATTUATA SUL VOSTRO ULTIMO DISCO, COME NASCE SOLITAMENTE UNA VOSTRA CANZONE?
“Di solito io mi occupo dei testi e delle melodie vocali portanti, mentre il chitarrista Pete Lesperance si occupa di modellare e rifinire lo scheletro strumentale. Non appena viene definita la prima fase, ci ritroviamo poi tutti quanti in studio per concepire il brano vero e proprio”.
COSA CERCATE DI REALIZZARE ATTRAVERSO LA VOSTRA ARTE? QUAL È IL MESSAGGIO PORTANTE CHE VOLETE INDIRIZZARE AI VOSTRI ASCOLTATORI?
“Cerchiamo di divertirci sempre e comunque realizzando composizioni mai banali e di qualità. Spero che dopo aver ascoltato i nostri album possiate sentirvi ispirati per realizzarvi e vivere al meglio la vostra vita”.
AVVERTITE UNA SORTA DI PRESSIONE O UNA DETERMINATA ASPETTATIVA, PERALTRO BASATA SULLO STILE COMPOSITIVO CHE AVETE CONIATO NEL TEMPO, DA PARTE DEL VOSTRO PUBBLICO PRIMA DI REALIZZARE UN NUOVO LAVORO TARGATO HAREM SCAREM?
“Certamente, sarei proprio un bugiardo ad ammettere il contrario! Nel corso della nostra avventura abbiamo imparato che il nostro marchio di fabbrica deve sempre progredire in qualcosa di meglio, mantenendo altresì intatto il nostro stile. Verso la fine degli anni Novanta abbiamo sicuramente azzardato qualche sperimentazione al di fuori dei nostri standard e quell’esperienza ci ha permesso di realizzare che gli Harem Scarem sono e devono rimanere una rock band al cento per cento. Punto e basta (ride, ndR)”.
HARRY, A GIUDICARE DAI TUOI NUMEROSI IMPEGNI CHE TI VEDONO COINVOLTO COME ARTISTA E PRODUTTORE, SEMBRA PROPRIO CHE TU SIA SEMPRE AL LAVORO E NON DORMI PRATICAMENTE MAI. QUESTO TUO MODO DI AGIRE FA PARTE DI UN’ETICA BASATA SUL DURO LAVORO, MAGARI COLTIVATA SIN DALLA PIÙ GIOVANE ETÀ?
“Confermo e sottoscrivo tutto, Gennaro! Amo follemente produrre dischi di qualità ed avverto sempre la profonda urgenza di migliorarmi come professionista giorno dopo giorno. O almeno ci provo (ride, ndR)”.
COME TI SENTI CAMBIATO COME COMPOSITORE DAI TUOI PRIMISSIMI GIORNI CON GLI HAREM SCAREM?
“Dopo aver realizzato quattordici dischi con questa meravigliosa band sono oramai consapevole che, più mi impegno a lavorare, più mi rendo conto di quanto mi senta migliorato come artista. È una sensazione meravigliosa, credimi”.
CHI ERANO I TUOI EROI DI GIOVENTÙ QUANDO HAI INIZIATO LA TUA CARRIERA DA PROFESSIONISTA NEL 1987?
“Queen, Def Leppard e Boston al di sopra di qualsiasi altra cosa! Queste band hanno in comune la capacità di scrivere grandi canzoni, caratterizzate da linee vocali stupefacenti. Saranno sempre la mia principale fonte di ispirazione”.
HAI ANCORA QUALCHE DESIDERIO DA REALIZZARE?
“Direi di no. Sono veramente felice della strada che ho intrapreso e voglio soltanto continuare a fare del mio meglio in ambito umano e professionale”.
SO CHE NON DIPENDE DA TE, HARRY, MA MI CHIEDO SE ESISTE ANCORA UNA POSSIBILITÀ DI VEDERVI IN AZIONE DAL VIVO IN ITALIA. LA VOSTRA PERFORMANCE AL FRONTIERS ROCK FESTIVAL DEL 2015 È STATA FENOMENALE.
“Ti ringrazio, sono davvero felice di averti lasciato un bel ricordo. Attualmente stiamo valutando con i nostri promoter per capire se è possibile venire a trovarvi nel mese di Ottobre e soprattutto non vedo l’ora di assaggiare ancora una volta quel dolce strepitoso che voi chiamate tiramisù (risate, ndR)”.