I canadesi Harem Scarem, con questo ultimo “Overload” hanno decisamente portato una ventata fresca nel mondo dell’hard rock melodico, facendo coesistere la potenza, l’aggressività, e la melodia. Questa formula si è rivelata vincente, in quanto i pezzi scorrono in modo brillante, colpendo nel segno. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato col chitarrista della band, Pete Lesperance…
CIAO PETE. PARLIAMO SUBITO DEL VOSTRO NUOVO ALBUM, “OVERLOAD”, CHE SI E’ RIVELATO L’ALBUM PIU’ HEAVY DELLA VOSTRA CARRIERA. COSA VI E’ SUCCESSO?
“Niente di particolare, in realtà. Dopo aver creato un album melodico come ‘Higher’, volevamo dimostrare a noi stessi ed ai nostri fan che eravamo in grado di cambiare. Con questo non voglio dire che ‘Higher’ non mi sia piaciuto, anzi (e vorrei vedere! ndR), ma solo che a noi piace sempre cambiare. Usiamo una chitarra baritono, ed altri accorgimenti per rendere il nostro sound sempre più pesante”.
CON “OVERLOAD” AVEVATE LA RESPONSABILITA’ DI BISSARE IL SUCCESSO DEL PRECEDENTE CAPOLAVORO “HIGHER”. E QUESTA SITUAZIONE SI ERA VERIFICATA ANCHE DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL VOSTRO “MOOD SWINGS” NEL LONTANO 1993…
“Noi facciamo sempre il meglio di noi stessi, e non sentiamo mai pressioni dall’esterno. Ti dirò anche che ovviamente noi non consideriamo nessuno dei nostri album un capolavoro. C’è molta gente che li considera dei masterpiece, ma non è a noi che spetta dare giudizi in questo senso. Quando iniziamo a lavorare su una canzone, non sappiamo mai se diventerà un pezzo heavy, o melodico, o se si trasformerà in una ballad”.
COME AVETE GESTITO IL SONGWRITING?
“Come Harem Scarem va sempre pressapoco così: io gestisco la maggior parte della musica, ed Herry si prende cura dei testi. Ognuno di noi lavora alle sue idee, e poi ci troviamo insieme e vediamo cosa può andare bene insieme. Considera però che ognuno di noi è molto occupato anche su altri fronti…”.
DI COSA SI TRATTA?
“Be’, io personalmente sto lavorando ad un progetto chiamato ‘Fairground’, ed ho appena finito di registrare l’album di debutto. Poi ci sono i nostri album solisti, ed il lavoro come produttori”.
I TESTI DELLE VOSTRE CANZONI SEMBRANO SEMPRE MOLTO SENTITI. SONO AUTOBIOGRAFICI O INVENTATI?
“Come sai è Herry che scrive i tesi delle song degli Harem Scarem. In generale direi che la maggior parte dei testi sono più delle ‘storie’ che delle esperienze personali. Comunque si riferiscono a sentimenti e relazioni”.
IN CANADA APPARITE COME ‘RUBBER’, MENTRE NEL RESTO DEL MONDO IL VOSTRO NOME E’ HAREM SCAREM. INOLTRE PUBBLICATE ALBUM CON TRACKLIST DIVERSE A SECONDA DEL PAESE. QUAL E’ LA RAGIONE DI TUTTE QUESTE STRANEZZE? NON CORRETE IL RISCHIO DI DISORIENTARE I FAN?
“La ragione è che qui in canada il nome Harem Scarem era collegato allo stile anni ’80, capelli lunghi ed hard rock. Noi abbiamo cambiato molto lo stile di musica, quindi il cambio di nome ci ha permesso di venire considerati come una nuova band qui in Canada. Per quanto riguarda le tracklist differenti, e roba di questo genere, dipende tutto dalla casa discografica”.
AVETE SEMPRE AVUTO, FIN DALL’INIZIO, UNA GRANDE POPOLARITA’ IN GIAPPONE. VOME SPIEGHERESTI QUESTO FENOMENO?
“E’ difficile a dirsi. Fino da ‘Mood Swings’ il responso in Giappone è sempre stato enorme, ma non siamo ancora riusciti a spiegarci il perché. Forse il tutto è dovuto al fatto che all’epoca la nostra casa discografica giapponese si è data molto da fare per costruire un seguito nutrito di fan. In Europa invece era addirittura difficile trovare i nostri album. Forse il motivo sta tutto qui”.
ED INVECE PER QUANTO RIGUARDA LA VOSTRA SITUAZIONE ATTUALE QUI IN EUROPA, COSA MI DICI?
“Mah, ho sentito molti addetti ai lavori spendere parole molto entusiastiche sull’album, quindi speriamo che lì le cose vadano sempre meglio. Certo, è un album molto heavy per i nostri standard, e ci sarà sempre qualche fan che vorrà sentire sempre la solita formula. C’è un sacco di gente che vuole sentire ancora un ‘Mood Swings Part 2’. Ma sono passati tredici anni da quell’album, e non siamo il tipo di band che ama ripetersi. Non suoniamo perché amiamo la musica, e ora i nostri gusti sono altrove. Ora ci piace mischiare il rock moderno ed il rock melodico. Non avrebbe senso suonare retrò per noi”.
PERSONALMENTE TROVO CHE IL VOSTRO CAPOLAVORO ASSOLUTO SIA LA SONG “WAITED”, PRESENTE SUL VOSRO PENULTIMO ALBUM “HIGHER”. LA TROVO MOLTO MATURA, ED ASSOLUTAMENTE RICCA DI MELODIE VINCENTI. HAI QUALCHE ANEDDOTO DA RACCONTARCI RELATIVO A QUESTA CANZONE?
“Ti posso dire che la maggior parte di quella canzone era stata scritta per il mio disco solista. Poi l’ho fatta sentire ad Herry ed agli altri compagni, ed hanno premuto affinché la realizzassimo come Harem Scarem. Ed è successo”.
NEL TUO MODO DI SUONARE, HO POTUTO SCORGERE INFLUENZE DEL GRANDE STEVE VAI, IN FASE SOLISTA. CONDIVIDI QUANTO STO DICENDO?
“Certo, hai azzeccato in pieno! Ero, e sono, un grande fan di Steve Vai. Ed è sempre stato una grande influenza per me”.
CI SARA’ LA POSSIBILITA’ PER I VOSTRI FAN ITALIANI DI VEDERVI QUI DA NOI IN CONCERTO?
“Ci piacerebbe molto. Magari non proprio in Italia, ma probabilmente dovremmo venire in Europa. Tutto dipende dalle vendite dell’album. Non avrebbe senso spostarsi dal Canada in stati dove l’album non ha venduto bene. Sarebbe una perdita di denaro troppo pericolosa”.