La band si chiama Hate & Merda, il loro disco di esordio si chiama “L’Anno Dell’Odio”, i due membri della band si fanno chiamare Unnecessary 1 e Unnecessary 2, e suonano lo sludge metal più vile e misantropo mai visto in Italia da una bella fetta di mesi a questa parte. Sono stati davvero una bellissima scoperta i nostri Hate & Merda, un vero vomito di odio su un 2014 a dire il vero un po’ carente sul lato delle sonorità luride, e un duo fatto un po’ come pare a loro e che sembra non seguire alcuna regola o logica, anzi, abbracciando in tutto e per tutto l’anarchia e il chaos più totali. Gli Hate & Merda insomma sono una bella boccata d’aria fresca per il metal italiano, un progetto che desta tantissima curiosità e sembra fottersene altamente dei vari trend del momento o delle tante scene di riferimento. A loro sembra interessare una cosa sola: lo schifo più totale e l’odio più becero e insolente che si possa immaginare. Li abbiamo raggiunti nella loro natia Firenze e ci hanno svelato qualche altro dettaglio della loro lercissima estetica musicale; e il tutto, ovviamente, non è stato altro che un immenso piacere.
CIAO RAGAZZI CI PARLATE DELLA GENESI DELLA BAND, COME VI SIETE CONOSCIUTI E COSI’ VIA?
Unnecessary 1: “Siamo due amici, ci conosciamo da tempo ed eravamo abbastanza carichi di rancore, odio e tristezza da doverla esternare. Ma suonare è partito quasi da uno scherzo, da un’occasione che ci ha messi in gioco sul palco”.
Unnecessary 2: “Ci siamo girati intorno per parecchi anni conoscendoci di vista e rispettandoci reciprocamente per i gruppi in cui militavamo, poi le nostre strade si sono incrociate in modo più decisivo e vista la sinergia delle idee un legame era inevitabile. anche se è passato diverso tempo prima che decidessimo di suonare concretamente insieme. Non-necessario1 musicalmente mi fa il culo. Io suono la chitarra praticamente da quando esistono Hate&Merda”.
COME MAI QUESTO NOME DELLA BAND COSI’ “CARICO”?
Unnecessary 1: “Eravamo sotto la famosa catena di abbigliamento e ho detto all’altro: ‘H&M, Hate & Meda, se facciamo una cosa insieme mi piacerebbe chiamarla così’. Credo che sia un nome che arriva diretto alla mente e al corpo. Non puoi sbagliare sul capire le nostre intenzioni”.
Unnecessary 2: “Quando abbiamo iniziato a muoverci insieme nell’ambiente underground fiorentino collaborando a progetti, festival e situazioni varie, ci siamo presi inaspettate critiche e infamate da conoscenti e presunti amici. Qui, come forse un po’ ovunque, vige l’attitudine che chi cerca di darsi da fare sia una sorta di egomaniaco. Quindi, parafrasando, ci siamo presi quintalate di odio e merda. Quella mattina, dopo aver fatto incetta di mutande e calzini, abbiamo deciso che se mai avessimo suonato insieme il nome sarebbe stato questo senza condizioni. Un po’ come per rendere il favore”.
DELLA VOSTRA LABEL DIO DRONE INVECE CHE CI DITE?
Unnecessary 1: “Dio Drone è un collettivo di musicanti che non trovavano spazio a Firenze, vuoi per l’estremità delle proposte musicali (elettronica noise, ambient, drone, sperimentazioni elettroacustiche e comunque sound pesanti e disturbanti), vuoi per la difficoltà umana di sapere mostrare le proprie cose a un pubblico. Da quando esiste Dio Drone almeno a Firenze abbiamo avuto delle esperienze appaganti e alcune possibilità in più, in primis quelle di collaborare tra noi. In seguito è diventata anche label”.
Unnecessary 2: “Negli ultimi anni a Firenze gli spazi per suonare sono diminuiti in maniera impressionante, specie per i progetti più particolari ed estremi. Il sottobosco però non ha mai smesso di fremere in modo attivo, serviva probabilmente solo un detonatore. Dio Drone è nato proprio per questa esigenza, portare allo scoperto quello che rischiava di restare troppo nascosto, mettere insieme interessanti musicisti disparati che militavano in solitaria e stimolare la collaborazione dando vita a nuovi progetti e rassegne di vario tipo”.
CI SPIEGATE LA GENESI DE “L’ANNO DELL’ODIO, DALLA SCRITTURA ALLA REGISTRAZIONE, AGLI INTENTI CON CUI E’ STATO REALIZZATO AI TESTI E ALLE TEMATICHE ESPLORATE?
Unnecessary 1: “Come ho scritto prima, il duo è nato per scherzo. Qualcuno doveva aprire il concerto di Fe Lo abbiamo registrato con Niccolò Gallio portando tutta l’attrezzature e gli strumenti nel foyer del teatro Fabbrichino a Prato. In poche ore la registrazione era pronta. Un pomeriggio di mixaggio e il risultato è stato quello che hai potuto sentire”.
Unnecessary 2: “E’ nato davvero tutto per scherzo e per caso, anche se come ho detto era inevitabile che prima o poi avremmo suonato insieme vista l’attitudine e le idee comuni. E’ strano come i pezzi del tutto improvvisati al primo live siano rimasti praticamente identici sul disco. Pochissime prove e abbiamo deciso di incidere subito, per non perdere quella vena spontanea e rabbiosa che poi abbiamo capito che non sarebbe mai del tutto scomparsa. Il nome esisteva da prima che il gruppo nascesse e così il titolo del disco da prima che pensassimo seriamente di realizzarlo. L’album suona come una vera e propria parabola discendente, comincia energico e pian piano è come se perdesse volontà e voglia di vivere, finendo in modo estremamente funereo. I testi, pochi e piuttosto minimali, prima sono urlati, poi parlati e alla fine si riducono soltanto a lamenti. In italiano perché tutti dovevano capire. Le registrazioni sono state fatte di getto, tutto dal vivo con pochissime sovraincisioni. Nessun effetto artefatto. Persino i riverberi che si sentono sono naturali, ripresi con microfoni posizionati sull’altissimo soffitto del teatro. Non ci piace la finzione”.
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE PRIMARIE O LE BAND CHE PIU’ VI HANNO ISPIRATI NEL DARE VITA AL PROGETTO?
Unnecessary 1: In verità non mi ha ispirato nessuna band, anche se nel subconscio qualcuna ci sarà. Mi vengono in mente, più che i gruppi storici sludge, i Ministry, gli Swans, i Godflesh. Mi sono semplicemente lasciato andare ai suoni di chitarra e al mondo di suonare dell’altro Innecessario, probabilmente siamo compatibili musicalmente, oltre che amici”.
Unnecessary 2: “Ci hanno ispirato più certi pensieri che altri gruppi, ma credo che alcuni retaggi musicali si sentano chiaramente nel nostro sound. Breach, Old Man Gloom, Black Flag, Cursed, i primi Motorpsycho e i nostrani Concrete. Anche se ognuno ci sente dentro cose diverse”.
LA RELEASE CON TUTTE LE LABEL COINVOLTE E’ STATA UNA COSA SEMPLICE DA METTERE INSIEME O COMPLESSA?
Unnecessary 1: “Semplicissima. Marco della Toten Schwan ha creduto al gruppo ancora prima di noi. Era al nostro primo live, quello completamente improvvisato, non ci conosceva e ci ha detto che dovevamo assolutamente registrare e che eravamo un gruppo bestialmente valido. Con Dio Drone e UTU Conspiracy siamo praticamente uniti, diciamo che ci conosciamo benissimo”.
Unnecessary 2: “Marco ci ha contattati il giorno dopo il primo concerto, è stato il primo a pensare che quello che avevamo suonato sarebbe stato bene su un disco. Potevamo già contare sull’appoggio di Dio Drone e UTU Conspiracy, ed è sembrato naturale optare per il vinile. Perché doveva essere un evento”.
IL RAGAZZO RAFFIGURATO IN COPERTINA DEL DISCO CHI E’ E COME MAI AVETE SCELTO UNA COVER COSI’ BIZZARRA PER IL DISCO?
Unnecessary 1: “Il volto nella copertina è una gentile donazione di un nostro amico, l’espressione del suo odio e disagio di quando aveva 17 anni e viveva in un paesino pieno di personaggi alla Gummo, e il Black Metal nello stereo o in cuffia. E’ lo stesso che vedi nell’inserto, molti anni dopo”.
Unnecessary 2: “Ricordo ancora perfettamente la prima volta che ho visto quel foto ed ho pensato che avesse un potenziale malefico incredibile. Il proprietario non mi prese subito sul serio, ma alla fine si è prestato a farci da ragazzo immagine dato che noi facciamo di tutto per annullare la nostra. In quello sguardo c’è tutto quello che volevamo esprimere con i nostri pezzi”.
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SUONARE QUESTO GENERE DI METAL IN ITALIA NEL 2015: MISSIONE IMPOSSIBILE OPPURE RISCONTRI POSITIVI SIN ORA?
Unnecessary 1: Riscontri ultra positivi e inaspettati. Sia io che l’altro Innecessario abbiamo o abbiamo avuto altri gruppi con i quali non siamo mai arrivati a
questa visibilità in tanti anni di attività. Siamo allibiti, anche se piacevolmente”.
Unnecessary 2: “Non ci aspettavamo minimamente la risposta che abbiamo ricevuto una volta pubblicato l’album. Hate&Merda sono indubbiamente figli del degrado odierno del nostro paese, forse in questo senso il disco è arrivato in un momento propizio. Stiamo suonando in giro il più possibile e non sembra una missione impossibile nonostante ogni settimana da qualche parte chiuda un locale. Ovunque dilaga terra bruciata, inevitabile che la colonna sonora generale sia ultraviolenta”.
C’E’ CHI DICE CHE IN ITALIA LA “SCENA” DI BAND ESTREME SIA RIDOTTA E POCO VALIDA, CHI INVECE LA REPUTA VITALE E PIENA DI BAND VALIDE. VOI DA CHE PARTE STATE?
Unnecessary 1: “A mio parere ci sono delle band validissime. Tante altre devo dire che purtroppo mi pare che ‘facciano il verso alle band più famose o di riferimento, e questo mi mette una gran tristezza e un senso di pochezza culturale. Bisognerebbe lasciarsi andare a qualcosa di veramente tuo, o provare a farlo, senza troppi esempi da seguire”.
Unnecessary 2: “Di solito a lamentarsi sono quelli che tendenzialmente preferiscono passare le serate al solito localetto a spendere il proprio stipendio in alcool, che non si accorgono neppure se al portone a fianco c’è gente spaccaculo che organizza l’impossibile. In Italia c’è un denso fermento sonoro di generi disparati, che anche se mancano gli spazi cercano di inventarsi soluzioni alternative organizzando eventi in teatri, cinema, negozi, scuole o stanzoni qualsiasi. La controcultura in generale c’è sempre stata e c’è tuttora, come sempre basta aprire un po’ gli occhi e andarsela a cercare”.
COME MAI LA FORMAZIONE DELLA BAND E’ RIDOTTA AD UN DUO? MAI PENSATO DI AGGIUNGERE UN BASSISTA O ALLARGARLA?
Unnecessary 1: “Siamo in due e siamo contenti di esserlo. Ci capiamo al volo, il sound è aggressivo, è molto più pratico spostarsi per suonare e per prendere decisioni, sia organizzative che musicali. Scorre bene così. Credo che sia importante capire che si può suonare non necessariamente con una formazione “rock” classica, e che dovremmo liberarci da questa matrice culturale che incasella e a volte blocca un gruppo in dinamiche inutili”.
Unnecessary 2: “Il progetto è nato a due e resterà a due, anche se non disdegnamo saltuarie incursioni esterne. Non abbiamo mai sentito l’esigenza si aggiungere un basso, ci bastano pelli allentate, corde scordate e un ampli potente”.
CI SONO PARTI BASSO REGISTRATE SUL DISCO?
Unnecessary 1: “No, solo batteria, chitarra, amplificatore Sunn e voce, con overdub vari ma esclusivamente di questi strumenti”.
Unnecessary 2: “No”.
DEI DUE MEMBRI DEGLI HATE & MERDA POTETE DIRCI QUALCOSA O C’E’ RISERBO ATTORNO ALLE IDENTITA’?
Unnecessary 1: “Siamo entrambi persone che si muovono molto nell’ambiente musicale fiorentino e ci sbattiamo per cambiare la situazione, qui drammatica, per migliorarla”.
Unnecessary 2: “Non ci nascondiamo per tirarcela o per una questione di mistero. Semplicemente non ha importanza chi siamo”.
L’IMMAGINARIO DELLA BAND CON I PASSAMONTAGNA ECCETERA DA DOVE NASCE?
Unnecessary 1: “Oltre alla motivazione del concerto di apertura a Fe Unn2: La calza, più che per nasconderci, simboleggia l’annullamento della persona e dell’ego. Con il volto coperto siamo tutti uguali, torniamo tutti a zero senza distinzione”.
SUONATE SPESSO? COME VEDETE L’ATTIVITA’ LIVE?
Unnecessary 1: “Abbiamo suonato abbastanza in questo anno, e inaspettatamente. Siamo ben vogliosi di suonare live, che è la nostra dimensione ottimale”.
Unnecessary 2: “Hate&Merda nascono live e il disco è stato inciso in presa diretta, quindi questa è la dimensione in cui ci sentiamo più a nostro agio. Abbiamo avuto la fortuna di riuscire a suonare subito tanto anche quando l’album non era ancora disponibile. Ogni concerto ha una sua dimensione a sé, ci lasciamo sempre molto andare secondo i momenti e c’è poco di prevedibile. L’ultimo concerto è finito quando si è improvvisamente distrutta la chitarra (true story)”.
CHE PIANI AVETE PER L’IMMEDIATO FUTURO?
Unnecessary 1: “Ci piacerebbe fare uno split o un 7””.
Unnecessary 2: “Non siamo abituati a stare molto fermi. A inizio gennaio faremo una manciata di date in giro, pubblicheremo probabilmente uno split e stiamo già lavorando su nuovo materiale”.
LE VOSTRE BAND ITALIANE PREFERITE DEL MOMENTO?
Unnecessary 1: “Si Non Sedes Is, Marnero, Ovo, ?Alos, Lili Refrain, e ovviamente tutto il nostro giro Dio Dronico: La Cuenta, Bad Girl, F.ormal L.ogic D.ecay, Valerio Orlandini, Wh†p Me. Come potrei non stimarli?!”.
Unnecessary 2: “Per non ripetere la stessa identica risposta del mio collega (cui aggiungerei i locals Nudist e Umanzuki) citerò le band italiane che più detesto: Unepassante, Go!Zilla e King Of The Opera”.
E QUELLE STRANIERE INVECE?
Unnecessary 1: “Ti scrivo qualche nome di band che sto ascoltando in questo periodo: Chelsea Wolfe, King Dude, Earth, Swans, Coil”.
Unnecessary 2: “Ultimamente ascolto molto King Dude, Pharmakon e Code Orange, più i Converge nei momenti di nostalgia”.