Gli Hatebreed celebrano quest’anno 25 anni di musica: un traguardo importante per la più grande hardcore band del pianeta, che si appresta a grandi celebrazioni con un tour in Nord America in compagnia di Obituary, Cro-Mags e Terror. Discutiamo dell’anniversario con il chitarrista Frankie Novinec, veterano della scena da sempre vicino alla band, che dietro le quinte dell’Alcatraz di Milano (la band è in tour con Kreator e Dimmu Borgir) ci racconta del passato, del prossimo futuro e del periodo particolarmente roseo per la formazione del Connecticut.
HA DELL’INCREDIBILE PENSARE CHE IL 2019 SARA’ L’ANNO DEL 25ESIMO ANNIVERSARIO DEGLI HATEBREED. COS’AVETE IN PROGRAMMA PER L’OCCASIONE?
– Abbiamo in mente di festeggiare, questo è certo! Il tour celebrativo in Nord America è solo il primo appuntamento. Tutto quello che faremo il prossimo anno sarà per celebrare il venticinquesimo, che sia negli States o qui in Europa, probabilmente nella stagione dei festival. Non esistono molte band, nell’hardcore o in generale, che hanno la fortuna di arrivare a 25 candeline. E’ qualcosa di cui andare molto fieri. Di sicuro studieremo un set che coprirà tutta la nostra carriera… cosa che già facciamo, a dire il vero, ma cercheremo comunque di inventarci qualcosa di speciale. Spero poi di continuare ancora per molti anni, non abbiamo in programma nessuno stop.
QUAL E’ STATO IL CAMBIAMENTO PIU’ GRANDE NELL’HARDCORE NEGLI ULTIMI 25 ANNI?
– Non ti so dire, onestamente suoniamo spessissimo con band metal, ci esibiamo nei festival metal tanto quanto in quelli hardcore, non ho più di tanto la testa in quella scena. Oggi siamo in tour coi Kreator… In ogni caso mi sembra tutto molto diverso. Vedo gente fare hardcore dancing davanti a gruppi molto mainstream. Il modo di vestire, il modo in cui le band esprimono i loro valori e quello per cui si espongono è trasceso nel mainstream in maniera che non avrei mai potuto immaginare. Quando ero un ragazzino portare dei pantaloni camo con una felpa Champion voleva dire appartenere alla scena, oggi invece tutti si vestono così. Ci sono anche un milione di sottogeneri, c’è il metalcore… Ai miei tempi era tutto molto underground, al posto di internet c’erano le fanzine cartacee, c’erano le lettere e le cassette spedite via posta. Oggi è tutto più istantaneo, tutto più accessibile, non so se sia un bene o un male.
QUALE RITIENI SIA LA CHIAVE DELLA VOSTRA LONGEVITA’, ANCHE RIGUARDO IL LATO PURAMENTE ECONOMICO?
– La chiave della nostra longevità è una, e si chiama Jamey Jasta. Jamie è il capitano della nave, prende quasi tutte le decisioni, è immerso nella scena da quando era presentatore di Headbangers Ball su MTV, possiede un’etichetta discografica, ha una linea di vestiti, fa da manager, produce, ha un podcast di successo. Per quanto riguarda gli Hatebreed cerchiamo di stare sui nostri binari, di non allontanarci mai troppo dal nostro marchio di fabbrica. Penso a band come i Motorhead e gli AC/DC, gruppi che restano fedeli alla propria formula per tutto il corso della propria carriera rimanendo sulla cresta dell’onda. Se si prova a far qualcosa di completamente diverso si allontanano quasi inevitabilmente gli ascoltatori coinvolti dagli inizi. Prendere decisioni intelligenti vuol dire anche imparare dagli sbagli propri ed altrui: osservare altri gruppi, anche di nostri amici, schiantarsi ai lati della strada ti insegna molto. Per fortuna abbiamo raggiunto un punto in cui il nostro nome è riconosciuto, è difficile perdere terreno continuando ad essere gli Hatebreed.
SO CHE DI QUESTI TEMPI IL MERCHANDISE E’ UNA BUONA FETTA DEGLI INTROITI DI UNA BAND. AVENDO UN BUON NUMERO DI FAN AFFEZIONATI PENSI CHE GLI HATEBREED POSSANO FARE DI PIU’ DA QUEL PUNTO DI VISTA?
– Intendi diversificare il merchandise, fare collaborazioni con marchi famosi, edizioni limitate e quel genere di iniziative? Non saprei, non ci ha mai esaltato più di tanto quella strada. Tentiamo sempre di creare design appetibili, ma dopo tutti questi anni diventa sempre più difficile tirar fuori qualcosa di innovativo. Non vorrei nemmeno esagerare, a volte vedo alcuni banchi del merch che sembra di essere al centro commerciale.
CHE RICORDI TI PORTI DIETRO DEI TUOI ANNI DA MUSICISTA PRIMA DI ENTRARE NEGLI HATEBREED?
– Prima degli Hatebreed ho suonato negli Integrity e ancora prima, quando frequentavo l’high school, ho suonato coi Ringworm. Sono gruppi popolari ancora oggi, ancora attivi, con cui suoniamo regolarmente e con cui sono ancora in rapporti di amicizia. E’ grazie ai Ringworm che ho incontrato Jamie, Shawn e i ragazzi, loro erano fan del gruppo quando hanno fondato gli Hatebreed, infatti una delle prime pubblicazioni è stato uno split 7 pollici con gli Integrity. Se guardi sul retro della copertina c’è una foto di me che salto con la chitarra in mano, ma non suonavo negli Hatebreed, ero negli Integrity. Assieme alla mia c’è una foto di Jamey. Il legame esiste da davvero molto molto tempo. Suono negli Hatebreed da 13 anni ma ne ho passati altrettanti con altre band, tra cui anche un paio nei Terror. Sono molto fiero del mio passato da musicista.
DA QUANDO SEI UN MUSICISTA FULL-TIME?
– Sono musicista a tempo pieno da quando ho iniziato a suonare nei Terror, dopo le esperienze con Integrity e Ringworm. Era il 2004. E’ stata una transizione davvero molto dura: tentare di vivere di musica con un figlio ancora piccolo è stato traumatico, soprattutto quando gli introiti della band bastano a malapena per i componenti della band stessa e quando non si ha un lavoro fisso nei periodi di fermo. Solo in quel momento ho cominciato a prendere la cosa veramente sul serio: avere la musica come unica fonte di sostentamento mi ha aperto gli occhi su quel che c’è da fare, sulla necessità di essere professionali e sulle mie responsabilità. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto crescere molto e mi ha insegnato molto, anche se spesso non sono stati giorni felici.
OZZY, SLAYER E KISS STANNO FACENDO IL LORO TOUR D’ADDIO. CREDI LORO? TI PIACEREBBE CHIUDERE LA TUA CARRIERA CON UN TOUR D’ADDIO?
– Penso che i Kiss siano davvero arrivati al capolinea. Hanno 70 anni, fisicamente non è facile continuare a suonare con quel trucco e quegli abiti di scena. Forse faranno ancora qualcosa, una crociera o qualche data singola, ma per quanto realisticamente possono andare avanti? Quando sei intorno ai 50 hai ancora energia, sono sicuro che Kerry King andrà avanti con qualche nuovo progetto, ma i Kiss… li ho seguiti tutta la vita, da quando ero un ragazzino, sono un grandissimo fan ma quanto possono resistere fisicamente? Ci sono i Rolling Stones, ok, ma chi altro? Per quanto mi riguarda, mi sento di avere 10-20 anni davanti a me, l’importante è continuare ad avere l’energia per la quale la band è conosciuta. Per far questo dovremo andare in palestra, mangiar bene ed essere motivati. Con l’impegno e un pizzico di buona sorte potremo andare avanti ancora un bel po’.
COME VIVETE TU E LA BAND LA SOVRAESPOSIZIONE DI JAMEY?
– Jamey è Jamey… è un personaggio. E’ coinvolto in moltissime cose là fuori, ma prima di tutto è noto per essere il cantante degli Hatebreed. Può fare il podcast, può presentare la serata, può fare il manager, ma in primis è il nostro cantante. C’è gente come me che quando stacca vuole godersi la famiglia, vuole andare a pesca o in spiaggia… vivo in Florida mi piace vivere il mio tempo libero… Jamey non si ferma mai invece, lavora giorno e notte, è sempre occupato a fare qualcosa. E’ fatto così. E’ anche sobrio da parecchio tempo. Ha successo in quello che fa perché non si ferma mai. Il suo nome è ovunque ma non mi da assolutamente fastidio perchè grazie a lui faccio una vita meravigliosa, le sue attività non mi danneggiano, non danneggiano la band nemmeno in minima parte, anzi il contrario semmai. Gli sono grato.
STATE GIA’ LAVORANDO AL NUOVO ALBUM? POSSIAMO ASPETTARCI NUOVA MUSICA PROSSIMAMENTE DAGLI HATEBREED?
– Per noi, come per i Kreator e tutte le band che sono in giro da un po’ di anni, non è necessario pubblicare un disco all’anno, come accadeva negli anni ’70. Di questi tempi alla gente servono 3 anni per imparare tutte le canzoni. Quando pubblichi un disco devi girare tutto il mondo, Australia e Giappone compreso. America ed Europa? 5 o 6 volte. Di solito passano 2 o 3 anni tra un disco e l’altro degli Hatebreed, il 2019 potrebbe essere l’anno buono. Siamo molto felici dell’ultimo album. “Looking Down The Barrel Of Today” è stato un successone, è la canzone degli Hatebreed con più streaming di sempre, più di “Destroy Everything” e “I Will Be Heard”. Sai cosa vuol dire avere una canzone del genere a questo punto della nostra carriera? E’ incredibile, è aria fresca.
SO CHE SEI UN GRANDE FAN DEI TURBONEGRO. COSA NE PENSI DEL RITORNO DI HANK VON HELL?
– Sono della Turbojugend, guarda qua (mostra il tatuaggio del cappello, ndR)! Ho la fortuna di essere amico dei ragazzi dei Turbo, li adoro. L’album di Hank è davvero buono, me l’ha fatto sentire Jamie. Ho adorato anche l’ultimo album dei Turbo. “Sexual Harassment” è ok, ma “Rock N Roll Machine” è davvero ottimo. Una volta che accetti che questi sono i Turbonegro di oggi e che il nuovo cantante è Tony, uno che suona più come Lemmy che come Hank alle mie orecchie, puoi godertelo appieno. Adoro il feeling ’80s, i sintetizzatori, tutto. Sono contento che Hank sia tornato comunque, noi fan dei Turbonegro ci meritiamo entrambi.
SO ANCHE CHE TI DEFINISCI UN ‘DISNEY FREAK’: DA DOVE ARRIVA LA TUA PASSIONE?
– Sono ancora un bambino, non voglio crescere, ecco perché mi piace suonare in una hardcore band! Non devo vestirmi come un adulto! Tra l’altro ci divertiamo tantissimo a Disneyworld, viviamo vicino al parco, ho un pass annuale e ci vado spessissimo a far festa. Che tu ci creda o meno, ci sono anche dei ‘drinking team’ e si fa festa sul serio… E’ più grande della maggior parte delle città e c’è davvero tanto da fare. In aprile sarà anche il luogo delle mie nozze.