Metalitalia.com guarda sempre con attenzione alle varie realtà che compongono la scena metal: ultimamente, poi, abbiamo avuto un gran da fare con quella che è la scena estrema nazionale. Oggi vi presentiamo gli Hateful, gruppo death metal modenese, cercando di scendere un po’ più nel dettaglio di quanto non si possa in sede di recensione: non solo musica, su cui abbiamo avuto più che una conferma nei confronti delle considerazioni fatte in sede di recensione, ma anche storia e attitudine personale. Non vi resta che leggere e, subito dopo, passare all’ascolto del loro ultimo lavoro.
IL VOSTRO GRUPPO HA UNA STORIA PIU’ CHE DECENNALE: VI ANDREBBE DI RACCONTARCELA?
“Certamente! La band si è formata nel 1997 ma devo ammettere che solo intorno al 2002 abbiamo cominciato a proporre il sound che ci contraddistingue adesso. Dopo innumerevoli cambi di formazione e un lungo periodo in cui il gruppo era composto solo da me e da Marcello (batteria), abbiamo finalmente inserito Massimo alla chitarra e dal 2009 abbiamo ricominciato ad esibirci live. Dopo un interessante split cd con Impureza ed Hellspawn abbiamo fatto uscire il nostro primo full-length album, ‘Coils of a consumed Paradise’ (2010), per poi finalmente approdare a questo nuovo ‘Epilogue of Masquerade’, che considero un lavoro estremamente rappresentativo della band.”
IL VOSTRO DISCO CONFERMA UN BEL BAGAGLIO D’ESPERIENZA: AVETE AVUTO ESPERIENZE SIGNIFICATIVE IN BAND PRECEDENTI?
“Per quanto mi riguarda direi che gran parte dell’esperienza sia stata fatta con questa band. Quando formai il gruppo sapevo a malapena tenere in mano uno strumento e le esperienze precedenti erano state brevi, oltre che poco assimilabili al Death Metal. Stesso discorso vale per Marcello, che si è unito alla band dopo circa un anno dalla sua formazione. Massimo invece ha precedentemente ricoperto il ruolo di chitarrista/cantante in una band Black-Death chiamata Shadowfost.”
“EPILOGUE OF MASQUERADE” CI E’ PIACIUTO MOLTO E INFATTI L’ABBIAMO MESSO TRA GLI HOT ALBUM: VOI COME LO PRESENTERESTE AI NOSTRI LETTORI?
“Siamo contentissimi del fatto che il disco vi sia piaciuto, ovviamente! Diciamo che si tratta di un’evoluzione di quanto già presentato con il primo album, la formula base non è cambiata. Detto questo, siamo cresciuti moltissimo come musicisti e songwriters, credo che sia palese ascoltando ‘Epilogue of Masquerade’. I nostri brani tendono quasi sempre ad essere di breve durata ma infarciti di moltissimi riff e pattern che si snodano attraverso strutture imprevedibili: credo che questa sia la nostra caratteristica principale. Su questo album abbiamo inserito anche molte armonizzazioni e assoli di chitarra. Tutto ciò ci ha aiutato a rendere i brani più dinamici ed interessanti. La produzione, poi, è migliorata moltissimo, siamo soddisfatti di come abbiamo gestito la cosa in prima persona, insieme ad Andrea di Soundbusters Studios e al mitico Dan Swano per quanto riguarda il mastering!”
SAREMMO CURIOSI DI SAPERE COME IL VOSTRO ALBUM SI RELAZIONA ALLA PERCEZIONE CHE AVETE DELLA REALTA’: CI SPIEGHERESTE COSA, E COME, VI HA ISPIRATO?
“Difficile dirlo, quando scrivo musica sono in uno stato mentale che mi isola da tutto il resto e cerco soltanto di far fluire l’ispirazione per poi trasformarla in riff, melodie e tutto il resto. Per quanto riguarda i testi invece devo dire che le tematiche sono le più svariate: alcuni riguardano esperienze personali, talvolta psicologicamente destabilizzanti; altri (la maggior parte) sono riflessioni un po’ allucinate intorno a temi o concetti su cui mi soffermo in maniera maniacale. Su ‘Epilogue of Masquerade’ si passa da brutali spunti di riflessione sulla società a cataclismi stellari, spaziando fra altre tematiche inquietanti.”
COME AVVIENE E COME SI SVILUPPA IL VOSTRO PROCESSO COMPOSITIVO?
“Solitamente compongo il materiale da solo, spendendo molto tempo sulla struttura del brano per creare la giusta dinamica, mentre in un secondo momento stendiamo la linea di batteria in sala prove cercando insieme gli arrangiamenti più fluidi possibili. Marcello è un batterista capace di un tocco molto aggressivo, che valorizza allo stesso tempo i riff e le parti più malate delle canzoni. Massimo, successivamente, inserisce assoli e leads ed io le linee vocali, che divido con Marcello. Il tutto si svolge in modo molto naturale, non ci serviamo di drum machine o di altri sistemi che ora vanno per la maggiore. Ci piace provare tutto in sala prove, l’alchimia e l’interplay per noi sono fondamentali.”
QUAL E’ L’ASPETTO CHE VI COINVOLGE MAGGIORMENTE NELLO SCRIVERE MUSICA?
“Durante la composizione entrano in gioco parecchi fattori emotivi, talvolta pure ansiogeni, dato che siamo una band molto analitica e critica nei confronti della nostra stessa musica. Sono convinto che questo, però, ci abbia sempre portato a migliorare e penso che la cosa sia evidente confrontando il nostro primo album ‘Coils of a Consumed Paradise’ (del quale siamo ancora molto soddisfatti) con il nuovo disco. Sicuramente essere un trio aiuta molto a snellire certe dinamiche di gruppo, ma è evidente che il lavoro a carico di ogni singolo membro è molto impegnativo. Sono comunque contento di come stanno andando le cose, questa è la band che ho sempre voluto e non potrei essere più soddisfatto di come le cose si stanno evolvendo!”
CI DITE, INVECE, QUALI GRUPPI VI HANNO SPINTO AD IMBRACCIARE GLI STRUMENTI? QUALI SONO, INVECE, I PIU’ SIGNIFICATIVI PER VOI AL GIORNO D’OGGI?
“L’heavy metal e il thrash metal anni ’80 ci hanno sicuramente fatto venire voglia di buttarci nella mischia quando eravamo dei teenagers. Dopo pochi anni band come Carcass, Morbid Angel e Napalm Death (insieme, ovviamente, a tutta la scena dei primi anni ’90) ci hanno fatto prendere la strada della musica estrema. Nonostante ormai abbiamo un nostro suono piuttosto marcato, credo che inconsciamente siano sempre quelle band ad essere la maggiore fonte d’ispirazione, oltre ad altri come Suffocation, Montrosity e qualche gruppo più recente, tipo Spawn of Possession o Ulcerate. In fin dei conti, però, ascoltiamo anche molto materiale degli anni ’70 ed ’80 e spesso le influenze di queste band classic metal o progressive rock si ritrovano nel nostro sound, anche se non in maniera esplicita!”
IL DEATH METAL REGALA GRANDI SODDISFAZIONI, MA DI CERTO NON ECONOMICHE: COME SBARCATE IL LUNARIO?
“Per fortuna non ci è mai saltato in mente di mantenerci con la musica: sarebbe un disastro, sia economico che artistico. Ci piace suonare a modo nostro e non vogliamo interferenze di alcun tipo nelle nostre scelte artistiche. Abbiamo tutti un lavoro con il quale tiriamo avanti (o almeno tentiamo), mentre la musica rimane una passione, anche se l’approccio è di tipo professionale, visti gli enormi sforzi profusi per portare avanti la band sia in termini di tempo investito, sia in termini economici.”
VISTO CHE CI SIAMO: STATE GIA’ PENSANDO AL VOSTRO PROSSIMO ALBUM?
“Potrei sorprenderti dicendoti che in effetti abbiamo già qualcosa di scritto per il terzo album! Ad ogni modo, adesso, vogliamo concentraci sulla promozione live di ‘Epilogue of Masquerade’, questa è la nostra priorità: aggiungete pure che i brani di questo album sono molto complessi e necessitano di prove costanti per essere suonati al meglio, e capirete il volume del nostro impegno. Io tendo a comporre musica continuamente, quindi è normale che ci sia già qualcosa di nuovo in cantiere: è una necessità quotidiana per me. Non mi siedo mai a tavolino dicendo ‘Ok, adesso dobbiamo comporre il disco nuovo’, il tutto avviene in modo molto naturale.”
SAREMMO PARTICOLARMENTE CURIOSI DI VEDERE COME FUNZIONERANNO DAL VIVO LE VOSTRE CANZONI: AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE PARTICOLARE TOUR?
“Sicuramente quello delle date all’estero è il nostro prossimo obbiettivo principale. Abbiamo accumulato una certa esperienza live grazie ad un buon numero di concerti, ma non siamo stati ancora in grado di portare la nostra musica all’estero, cosa che invece alcuni di noi hanno fatto con altri progetti. Adesso che il disco è finalmente uscito, possiamo concentrarci sull’aspetto live e vedrete che, nei prossimi mesi, ci saranno sicuramente interessanti notizie a riguardo! Abbiamo già sperimentato l’efficacia dei brani nuovi on stage e la risposta del pubblico è stata ottima.”
UN PENSIERO SULLA SCENA ESTREMA ITALIANA: COME LA TROVATE? COME VI TROVATE?
“A livello qualitativo penso sia veramente ottima, ci sono moltissimi gruppi che hanno un suono molto personale e un’ottima preparazione tecnica. Come Hateful siamo sulla scena da tanti anni e abbiamo buonissimi rapporti con le più svariate realtà. Ultimamente, poi, gli eventi sono veramente tantissimi… Di concerti interessanti ce ne sono praticamente tutte le settimane e forse anche per questo non è semplicissimo raggiungere una buona affluenza di pubblico, ma credo comunque che non ci si possa lamentare troppo. Trovo anche che l’immagine della scena italiana all’estero sia cambiata molto, ovviamente in meglio!”
SIAMO IN CHIUSURA: PRENDETEVI PURE QUESTO SPAZIO E OCCUPATELO COME PREFERITE.
“Ringraziamo anzitutto te e Metalitalia per l’intervista e per l’ottima recensione del nostro nuovo album. Colgo l’occasione per salutare chi ci ha supportato nel corso degli anni, così come quelli che si stanno avvicinando alla nostra musica ora. Keep supporting death metal!”