HEAVEN SHALL BURN – Distanze e prospettive

Pubblicato il 29/11/2016 da

Gli Heaven Shall Burn sono tornati. Nella diffusa e prevedibile moria di moltissime band uscite allo scoperto e aventi ‘preso peso’ durante il periodo d’oro del metal-core, sono poche le formazioni che posseggono tutti i crismi per portare avanti una carriera di tutto rispetto. Fra queste, sicuramente, ci sono gli ex-tedeschi orientali che, forti di una line-up solida (nonostante l’addio definitivo del drummer Matthias Voigt) e di un’attitudine indefessa, anche con il nuovissimo “Wanderer” sono riusciti a staccare il biglietto del ‘tutto ok, si può continuare!’. Ormai votati ad un death metal melodico brutale e roccioso, sempre meno hardcore-oriented, i Nostri hanno proseguito sulla via aperta con “VETO”, presentando un disco formalmente impeccabile e sicuro di sè. Certo, il riffing di Maik Weichert è ormai noto e piuttosto ripetitivo, ma certamente efficace e soddisfacente. E’ proprio con il principale compositore – di musiche e testi – del gruppo che andiamo a scambiare quattro chiacchiere sull’album quest’anno pubblicato…

Heaven Shall Burn - band - 2016

CIAO MAIK, BENTORNATO SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! PRIMA DI PARLARE DEL NUOVO ALBUM “WANDERER”, FACCIAMO UN PICCOLO PASSO INDIETRO VERSO IL CICLO PROMOZIONALE DI “VETO”. CI PUOI FARE UN BREVE RIASSUNTO DI COME E’ ANDATA IN QUESTI ULTIMI TRE ANNI?
“Be’, abbiamo tenuto una cospicua manciata di show, come al solito. Abbiamo prodotto qualche video e compiuto in definitiva tutti i passi promozionali che una band un po’ affermata cerca di fare. Però poi ci sono state anche alcune cose più non convenzionali che hanno mantenuto gli Heaven Shall Burn in vista, come ad esempio la nostra sponsorizzazione del Carl Zeiss Jena, una squadra di calcio piuttosto rinomata qui in Germania (più che altro, assieme alla Dinamo Dresda e alla Lokomotiv Lipsia, è una delle ‘nobili decadute’ del campionato dell’allora Germania Est, ndR)”.

“WANDERER” E’ IL PRIMO DISCO CHE NON PRESENTA UFFICIALMENTE IN LINE-UP IL VOSTRO STORICO BATTERISTA MATTHIAS VOIGT, CHE PERO’ NEGLI ULTIMI ANNI SI E’ VISTO SOSTITUITO IN TANTISSIME OCCASIONI PER LE PERFORMANCE LIVE. QUAL E’ LA SENSAZIONE DELLA BAND NEI RIGUARDI DI QUESTA NUOVA SITUAZIONE? SO CHE PRIMA DI TUTTO SIETE UNA FORMAZIONE COMPOSTA DA AMICI, NON SOLO DA MUSICISTI…
“E ti posso assicurare che è proprio così, oggi come ieri. Matthias è ancora una parte molto vitale all’interno della gestione del gruppo. Non suona più la batteria, ma si occupa di molte cose dietro le quinte. D’altra parte, lavorare con Christian Bass per la prima volta in studio non è stato esattamente come avere a che fare con un completo sconosciuto. Negli ultimi dieci anni, Christian ha svolto un ruolo molto importante negli HSB ed il fatto che si approcci al drumming con il massimo rispetto nei confronti di quello che Matthias ha contribuito a creare negli anni lo rende ancora più apprezzato dal resto di noi. Chiaro, ora Christian ha più voce in capitolo sulle sue parti, avendo partecipato alle registrazioni, e può inserire qualcosa di più presente del proprio stile. Ma, a carte in tavola, i compositori sono rimasti gli stessi, quindi non credo si riesca ad affermare che ‘Wanderer’ si riconosca perché abbiamo un nuovo batterista. Almeno questa è la mia impressione dall’interno”.

IL VOSTRO STILE SI E’ BEN DEFINITO, A PARER MIO, FIN DAI PRIMISSIMI INIZI DELLA VOSTRA CARRIERA. “WHATEVER IT MAY TAKE”, IL VOSTRO SECONDO FULL-LENGTH, OLTRE A CONTENERE QUASI TUTTE LE VOSTRE PECULIARITA’, E’ CONSIDERATO UNO DEI VOSTRI LAVORI MIGLIORI E UNO DEI PIONIERI DELLA COSIDDETTA SCENA METAL-CORE. DOPO QUASI QUINDICI ANNI, STATE VOLGENDO PIAN PIANO VERSO SONORITA’ PIU’ MELODICHE. SEMPRE BRUTALI MA CON TANTA MELODIA. POSSIAMO CHIAMARLA EVOLUZIONE O E’ INVECE LO SPUNTO ISPIRAZIONALE DEL MOMENTO A FARVI COMPORRE DETERMINATE COSE?
“No, decisamente non è lo spunto ispirazionale del momento. Ho sempre ascoltato tutti i generi e sottogeneri metallici e adoro tantissimi album e band classici. Direi quindi che il nostro songwriting si ispira all’enorme quantità di musica che risiede nel mio cuore dal giorno in cui ho cominciato ad approcciarmi al’heavy metal, ormai più di venticinque anni fa. Per cui non è che mi capita di comprare un disco oggi e – wow! – mi dico ‘voglio che suoniamo così, dobbiamo essere moderni e somigliare a questi o quelli’. No, non funziona così. Il risultato sarebbe semplicemente che non saresti per nulla originale e il tuo stile inesistente”.

QUALI SONO STATI I PASSAGGI CRUCIALI NEL CORSO DELLA COMPOSIZIONE DI “WANDERER”? “VETO” E’ VECCHIO DI TRE ANNI, PER CUI QUANDO AVETE INIZIATO A SCRIVERE IL NUOVO MATERIALE? QUALI I VOSTRI OBIETTIVI E PROPOSITI?
“Be’, l’obiettivo primario è sempre quello di uscire dallo studio di registrazione con il sorriso e vedere poi i nostri fan sorridere quando ascoltano l’album. Non siamo il tipo di band che pensa ‘non ci importa cosa vuole da noi la gente, scriviamo musica solo per noi stessi’: l’opinione dei nostri supporter è tanto importante quanto lo stesso nostro punto di vista. E’ altrettanto vero che non cerchiamo/pensiamo mai di condurre la composizione verso un punto prestabilito. Di solito ci si lavora su e basta. Io scrivo continuamente riff e butto giù sempre tutte le idee che ho, ma ora come ora il processo di scrittura di un disco degli Heaven Shall Burn dura all’incirca un anno. Ci incontriamo in studio e cominciamo poi con la pre-produzione: registriamo qualche demo, qualche traccia vocale e capita spesso di usare già questi nastri sul prodotto finito, se ad esempio mantengono uno spirito ‘verace’ che poi non riusciamo più ad ottenere”.

LE COVER, NEL SENSO DI CANZONI COVERIZZATE, NON DI COPERTINE, SONO ORMAI DIVENTATE MOLTO IMPORTANTI NELL’AIUTARVI AD ACCRESCERE LA VOSTRA POPOLARITA’. BRANI COME “BLACK TEARS” DEGLI EDGE OF SANITY E “VALHALLA” DEI BLIND GUARDIAN SONO DUE MONOLITI DELLE ESIBIZIONI LIVE DEGLI HSB E SONO STATI APPREZZATISSIMI. QUINDI TI CHIEDO: QUANDO COVERIZZATE UN BRANO, CERCATE DI RIPRODURRE IL FEELING ORIGINALE DEL PEZZO OPPURE AMATE METTERCI LE VOSTRE SENSAZIONI?
“Una miscela di questi aspetti che citi sarebbe perfetta. E’ chiaro che dobbiamo avere un certo rispetto della versione originale, noi coverizziamo solo brani di gruppi che amiamo, quindi il mantenerci fedeli più possibile all’originale è la prima cosa a cui tendiamo. D’altro canto, il nostro spirito per forza deve venire fuori nell’esecuzione della song. Capita a volte che queste due ‘regole’ non riusciamo a rispettarle, perciò accantoniamo il pezzo e lasciamo perdere la cover”.

PUOI DIRCI QUALCOSA RIGUARDO I NUMEROSI OSPITI PRESENTI SU “WANDERER”? OVVIAMENTE PARLO DI GEORGE ‘CORPSEGRINDER’ FISHER (VOCE, CANNIBAL CORPSE), NICK HIPA (CHITARRA, WOVENWAR ED EX-AS I LAY DYING) E ADALBJORN TRYGGVASON (VOCE, SOLSTAFIR). COME SONO NATE LE COLLABORAZIONI E COSA PENSI DEL LORO RISULTATO FINALE?
“Dunque, invitare il signor Corpsegrinder sul disco è stata una trovata proprio da fanboy, nulla da dire! La prima volta che Marcus (Bischoff, vocalist, ndR) ha sentito la versione strumentale di ‘Prey To God’ ha immediatamente chiesto di cantare il brano in duetto con George. Siamo tutti grandissimi fan dei Cannibal Corpse. Per Adalbjorn dei Solstafir è stato diverso: è un nostro caro vecchio amico ed è da tempo che desideriamo fare qualcosa con lui…ma per varie ragioni non si è mai arrivati a niente. Con la cover di ‘The Cry Of Mankind’ dei My Dying Bride, però, gli siamo venuti incontro, perché anche lui adora la band inglese. Penso abbia davvero aggiunto degli ottimi interventi al feeling generale già drammatico del brano (Nick Hipa non pervenuto, ndR)”.

PER QUANTO RIGUARDA GLI HEAVEN SHALL BURN, PARLARE DELL’ARGOMENTO TESTI VUOL DIRE SCOPRIRE UNA LARGA FETTA DELL’ATTITUDINE DELLA VOSTRA BAND. TU PERSONALMENTE, MAIK, RIESCI SEMPRE A SCOVARE STORIE INTERESSANTI E PROFONDE DA RACCONTARE E TEMATICHE DA APPROFONDIRE. QUESTA VOLTA UNA SORTA DI BREVE POEMA PARE RIASSUMERE BENE IL SIGNIFICATO DI UN TITOLO COME “WANDERER” E, CREDO ANCHE, DI UN BRANO COME “DOWNSHIFTER”. CI VUOI SPIEGARE QUALCOSA IN MERITO?
“Sì, quel breve poemetto è riferibile proprio all’idea di base che sottointende il titolo ‘Wanderer’. Bisogna abbandonare e lasciar perdere i conflitti e le ribellioni di questo mondo, rifugiarsi nel silenzio e prendere tempo per ponderare bene le idee, i pensieri, trovare un personale punto di vista, osservare i problemi da lontano e solo poi ricomparire in scena al momento giusto, ricaricati con nuova forza, per poter davvero cambiare qualcosa”.

I VOSTRI VIDEO, DA QUALCHE TEMPO A QUESTA PARTE, HANNO INIZIATO AD ESSERE SEMPRE PIU’ PROFESSIONALI E A STACCARSI DALLA CLASSICA ICONOGRAFIA DEI VIDEO METAL. HO FINITO POCO FA DI VEDERE QUELLO PREPARATO PER “PASSAGE OF THE CRANE” E SONO DAVVERO ENTUSIASTA, SIA DELLA QUALITA’ TECNICA CHE DI QUELLA ARTISTICA E DI COME AVETE UTILIZZATO LE IMMAGINI PER INTERPRETARE IL TESTO. CHI HA AVUTO L’IDEA PER QUESTO FILMATO?
“Il making-of per il video di ‘Passage Of The Crane’ è stato piuttosto semplice e veloce, a dire il vero. Il regista Michael Winkler di Iconographic e io abbiamo pensato a come trasporre la storia di Sadako Sasaki in immagini, qualcosa che ben mostrasse la rilevanza e l’importanza dell’eredità lasciata da Sadako. Quindi abbiamo scritto questo racconto riguardante un padre e una figlia alla vigilia del Giorno del Giudizio. Sono molto contento di come sia venuto fuori. Le scene sono perfette una volta abbinate alle lyrics e al vibe della canzone”.

LA STAGIONE DEI FESTIVAL ESTIVI SI E’ DA POCO CONCLUSA (LE DOMANDE SONO STATE SPEDITE ALLA BAND A META’ SETTEMBRE). COM’E’ ANDATA PER GLI HEAVEN SHALL BURN, SIETE RIMASTI SODDISFATTI? E QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI INVERNALI A SUPPORTO DI “WANDERER”?
“Sì, la stagione dei festival di quest’anno è stata molto positiva ed aggiungerei che siamo stati anche particolarmente fortunati. Alcuni dei festival a cui abbiamo partecipato se la sono vista brutta con tempeste e tempo infame, ma nessuno dei nostri show è stato cancellato a causa di ciò. Abbiamo ancora negli occhi un paio di spettacoli davvero riusciti, come ad esempio al tedesco Rock im Park. Oppure posso dirti che un altro highlight-show è stato all’Highfield Festival, vicino a casa nostra, dove abbiamo suonato con i Rammstein. Da poco, poi, abbiamo terminato un tour speciale in piccoli club nei paesi europei in cui si parla tedesco: questo tour è andato sold out in 24 ore, una cosa incredibile! Per ora non abbiamo ancora programmi per la fine del 2016, forse andremo in Asia o in Sudamerica. L’Europa ci vedrà invece in giro ancora nel 2017 (assieme ai Korn, in marzo anche in Italia, ndR)”.

IL 2017 SARA’ IL VOSTRO VENTESIMO COMPLEANNO, SE NON ERRO. STATE PENSANDO A QUALCOSA DI SPECIALE PER CELEBRARE QUESTA RICORRENZA COSI’ IMPORTANTE?
“No, anzi…abbiamo deciso di non celebrare in nessun modo questo anniversario. Ci farebbe solo sentire più vecchi (ride, ndR)! Vogliamo solo andare avanti senza pensare a quanto vecchia sia la band, perché alla fine non importa nulla. Siamo un gruppo che ha sempre guardato in avanti, una formazione che non ha bisogno di celebrare il proprio passato, che preferisce andare dritta incontro a tutte le cose eccitanti che ci aspettano sul cammino”.

VORREI FINIRE L’INTERVISTA CON UNA DOMANDA SU UNA BAND CHE E’ UNA DELLE VOSTRE MAGGIORI INFLUENZE: I BOLT THROWER HANNO DA POCO ANNUNCIATO CHE LA LORO CARRIERA SI E’ CONCLUSA, CIRCA UN ANNO FA, CON LA MORTE DEL BATTERISTA MARTIN ‘KIDDIE’ KEARNS. COSA NE PENSI DI QUESTA AMMIREVOLE E INCOMPROMISSORIA ATTITUDINE, RARISSIMA DA VEDERE OGGIGIORNO?
“I Bolt Thrower hanno sempre lavorato e agito in questo modo, guidati dall’amicizia fra membri, sentimenti veri e un’attitudine assolutamente rispettabile. Ho un enorme stima per questa loro decisione, ma non riesco a vederci fra le righe una fine definitiva. Interpreto la loro dichiarazione più come un ‘non lo sappiamo, non sappiamo cosa faremo, niente più sarà come prima e per ora non c’è futuro’. I Bolt Thrower per me non sono solo una band che pubblica dischi e fa concerti…i Bolt Thrower sono proprio uno stile di vita e una forza della Natura”.

 

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