“Ehi, grazie per il benvenuto! Sì, siamo ancora soddisfatti di ‘Deaf To Our Prayers’. Ancora oggi, a risentirlo, è proprio l’album che volevamo comporre e pubblicare due anni fa. Nel 2006 decidemmo di indirizzare il sound verso una maggior cattiveria ed è esattamente ciò che facemmo, quindi non c’è motivo di aver voglia di cambiare qualcosa ora. Siamo del tutto felici anche del grandioso feedback ottenuto, nonché dei tour a cui abbiamo partecipato, molto divertenti. Abbiamo conosciuto nuova gente, nuovi amici e ampliato la base di fan. Davvero non possiamo lamentarci di nulla! Così come possiamo solo essere felici per quello che abbiamo creato con ‘Iconoclast’: volevamo fare un disco un po’ diverso da ‘DTOP’, ma che mantenesse la stessa feroce brutalità. Ci piace il compromesso trovato e credo che sia un ottimo lavoro”.
HO LETTO SULLE NOTE PROMOZIONALI CHE SUBITO DOPO I TOUR AVETE SENTITO UN’ENORME ENERGIA COMPOSITIVA PERVADERVI E CHE CIO’ VI HA PORTATO A PREPARARE IL NUOVO DISCO PRIMA POSSIBILE. COM’E’ ANDATA LA QUESTIONE?
“In realtà non è stato esattamente dopo un tour preciso, ma a cavallo tra i festival estivi a cui abbiamo preso parte nel 2007. Eravamo talmente esaltati da tutto il consenso che stavamo ricevendo da voler mettere su pentagramma tutta questa energia positiva. Avevamo già qualche idea sviluppata in sala prove, ma nessuna canzone era ancora pronta. Dopo aver deciso di fermarci per comporre il nuovo disco, tutto è venuto giù di botto, molto rapidamente. Non abbiamo neanche pensato che forse poteva essere troppo presto per far uscire un nuovo lavoro: volevamo scrivere della roba nuova e non c’era ragione di aspettare a farlo!”.
INIZIANDO A PARLARE DI “ICONOCLAST”, MI PARE DI AVER COLTO UN LEGGERO INCREMENTO DI MELODIA RISPETTO A “DEAF TO OUR PRAYERS”, QUASI A DELINEARE APPUNTO UN MIX TRA QUEST’ULTIMO E “ANTIGONE”. QUALI ERANO I VOSTRI PROPOSITI IN FASE DI COMPOSIZIONE?
“Come detto prima, siamo tuttora contenti di ‘Deaf To Our Prayers’, ma siamo anche stati sempre consapevoli che il nuovo disco avrebbe dovuto offrire un briciolo di diversità. Parlo in termini di songwriting ma anche di sonorità. Mentre ‘DTOP’ è costantemente in-your-face, ‘Iconoclast’ presenta più variazioni. Puoi star certo che si tratta di 100% HSB-style, ma il suono è più organico e le canzoni risultano sia brutali, sia con momenti più melodici e addirittura malinconici. Ed è esattamente quello che intendevamo fare”.
COSA MI PUOI DIRE DELLA SCELTA DI TORNARE AGLI ANTFARM STUDIOS PER IL MIXING? QUALE VALORE AGGIUNTO HANNO QUEGLI OTTIMI STUDI?
“In verità noi avremmo voluto lavorare con Tue Madsen (proprietario degli Antfarm e producer di fama, ndR) anche per ‘Deaf To Our Prayers’, ma al tempo in cui ci serviva era impegnato con altri gruppi. Quindi la scelta ricadde su Jacob Hansen e i suoi Hansen Studios – e dobbiamo dire che Jacob ha fatto un gran lavoro! – però è stato per noi naturale tornare agli Antfarm per ‘Iconoclast’. Per questo lavoro volevamo un suono più organico e dinamico, non troppo spinto al limite del parossismo. Per le registrazioni ci siamo ancora una volta affidati ai Rape Of Harmonies Studios di Triptis, in Germania: penso che non ci sia ragione di cambiare, in quanto lì ci troviamo benissimo e a nostro agio e davvero non riusciamo a trovare una singola cosa che un altro studio potrebbe offrirci, dato che ai Rape c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno”.
IL VOSTRO STILE, DOPO ORMAI TANTI ANNI DI MILITANZA, E’ BEN DEFINITO, COSI’ COME LA VOSTRA ATTITUDINE, MATURA E CONSAPEVOLE. PENSI CI SIA ANCORA SPAZIO PER EVOLVERVI?
“Be’, credo che qualunque band smetta di evolversi o sviluppare nuove idee, possa considerarsi morta. Noi non abbiamo ancora finito di farlo!!”.
MI RICOLLEGO A QUANTO HAI DETTO PRIMA, CIRCA IL FATTO CHE GLI HEAVEN SHALL BURN LAVORANO DA ANNI NEGLI STESSI POSTI E CON LE STESSE PERSONE. NON SENTITE MAI IL BISOGNO DI SPERIMENTARE QUALCOSA DI NUOVO?
“E perché mai? Ci troviamo a meraviglia con tutto e tutti ed inoltre non ci consideriamo minimamente come quegli pseudo-artisti che sono sempre in cerca di nuove esperienze. Noi vogliamo solo suonare e registrare la musica che ci piace, punto e basta. E’ tutto quello che sono gli Heaven Shall Burn”.
“ICONOCLAST” E’ UN DOPPIO CONCEPT-ALBUM DAL FORTE IMPATTO E SIGNIFICATO; QUESTA E’ LA PRIMA PARTE, INTITOLATA ‘THE FINAL RESISTANCE’. TI VA DI PRESENTARCI LA CASTA DI GUERRIERI CHIAMATA APPUNTO ‘GLI ICONOCLASTI’?
“Dunque, innanzitutto non è per forza un doppio concept-album, in quanto in realtà non sappiamo quante parti ci vorranno per concludere tutto il progetto. E’ detta iconoclasta qualsiasi persona che distrugge immagini sacre e/o altri simboli religiosi, di qualunque credo siano. Gli iconoclasti credono nell’idea che sia impossibile raffigurare la Divinità. Da qui, il nostro personale significato di Iconoclasti e la creazione della stirpe di guerrieri: individui che mettono in discussione le autorità in generale. Quindi il nostro concept non riguarda solo Dio e la religione, bensì abbraccia anche il seguire falsi idoli o ideali creati dalla società e dall’industria al fine di comandare e manipolare la gente”.
NELL’INTRODUZIONE AL CONCEPT, VOI AFFERMATE CHE DIO E’ MORTO. PERCHE’ ALLORA QUESTI GUERRIERI ANTI-CONFORMISTI HANNO COME SCOPO IL VENDICARLO, QUANDO DA MILLENNI LE RELIGIONI E I LORO DEI SONO LA CAUSA PRINCIPALE DI MOLTISSIME GUERRE?
“Non è questo il punto. Prima di tutto, non sono d’accordo con te quando dici che le religioni sono la causa principale delle guerre. Non è colpa di Dio se l’Uomo decide di ammazzare i suoi simili in nome della religione. Noi siamo responsabili, l’Essere Umano. Non Dio. Se tu mi avessi detto che le religioni organizzate sono la causa di alcune guerre, allora sarei stato d’accordo. Non trovo ci sia nulla di male nel credere in Dio: molta gente credente compie tantissime belle azioni per aiutare il prossimo ed io non riesco a vederci negatività in questo. Il credere è qualcosa che spesso aiuta l’individuo, specie nei momenti più duri della vita. Come si fa a dire che si tratta di qualcosa di sbagliato? E’ solo la religione organizzata che crea problemi, in quanto abusa della fede della gente. Il problema va focalizzato sull’oppressione di pochi verso tanti per una mera questione di potere. Questi pochi sono ben strutturati, con le idee chiare e traggono più benefici possibili. Dicono alla gente quello che è giusto o sbagliato e quello che deve fare e pensare. E’ assurdo che esistano persone che pretendono di poter parlare in nome di Dio e predicare dogmi, non trovi?
Tornando al concept: la maggior parte di noi considera Dio come un qualcosa di positivo, quindi quell’iniziale ‘assassinio di Dio’ dovrebbe essere visto come un’azione fortemente simbolica: a causa dei loro comportamenti, delle loro guerre, del modo in cui trattano la Natura, i popoli della Terra stanno distruggendo tutte le buone cose che questo pianeta ha/aveva da offrire. In primis Madre Natura, sempre più sofferente, e poi noi stessi in guerre fratricide…e neanche riusciamo a realizzare che ci stiamo ammazzando fra di noi! Il nostro modo di vivere sta cancellando pian piano tutto il bene del mondo e quindi tutti noi possiamo considerarci assassini di Dio. La mancanza di rispetto dell’Uomo verso ciò che è stato creato è atavica. Da questa premessa si può ripartire dal sottotitolo dell’album, ‘The Final Resistance’, la Resistenza Finale. Parliamo della nostra generazione! Siamo noi l’ultima resistenza a difesa di un mondo pronto a collassare da un momento all’altro; gli ultimi, probabilmente, che ancora possono invertire il flusso del Tempo e scongiurare la Distruzione”.
L’ARTWORK DI “ICONOCLAST” E’ DAVVERO IMPRESSIONANTE E PARTICOLARMENTE CRUDELE, NONCHE’ MOLTO DIVERSO DAI SUOI PREDECESSORI. COME MAI QUESTO CAMBIO RADICALE?
“Guarda, a tutti noi è piaciuto molto il lavoro che Basti (Bastian Sobtzick, ndR) ha fatto per la sua band, i Callejon, e per i War From A Harlots Mouth, per cui abbiamo subito deciso che avremmo lavorato con lui per la prima parte della nostra storia. Crediamo che il suo stile ben si sposi con i testi di ‘Iconoclast’ e con l’interezza del concetto alla base degli Iconoclasti. Ci doveva essere per forza qualcosa di crudo e violento nel disegno che cercavamo. Però non riusciamo a considerare questo nuovo artwork come un cambio radicale; in fondo nei nostri lavori abbiamo sempre variato abbastanza i booklet e stavolta ci andava di fare qualcosa con il fumetto ed il disegno, tutto qua”.
UNA CURIOSITA’: PERCHE’ AVETE DECISO DI CHIUDERE L’ALBUM CON UNA TRACCIA STRUMENTALE DOPO L’OUTRO? E’ UNA SOLUZIONE UN PO’ STRAMBA, CHE SIA UNA SORTA DI LINK ALLA SECONDA PARTE DELLA STORIA?
“No, non è un link. ‘Atonement’ è stato proprio cronologicamente l’ultimo brano ad essere stato scritto per il disco e praticamente è stato ultimato in studio di registrazione. Non avevamo ovviamente nessun testo, ma è normale per noi ultimare qualche lyrics già in fase di recording. Ebbene, stavamo provando ad inserire qualche linea vocale nella traccia, ma qualcosa non quadrava troppo bene…ed infatti abbiamo semplicemente convenuto che il pezzo ci piaceva di più senza voce. Pensiamo sia ottima così e l’abbiamo lasciata in quella posizione perché per noi è naturale trovarla lì. Dà più continuità al tutto e, sebbene ammetto sia un po’ strano sentire ancora musica dopo l’outro, a noi va bene lo stesso”.
VENENDO ALLA PROSSIMA PARTE DELLA STORIA, PUOI GIA’ ANTICIPARCI QUALCOSA SUL DISCO CHE SARA’?
“In effetti abbiamo già preparato tutto per la struttura del concept, ma finché non saremo in sala di registrazione ci potranno sempre essere piccoli aggiustamenti qua e là. Per ora, com’è giusto che sia, ci vogliamo concentrare sulla prima parte di tutto il lavoro, quindi non posso svelarti niente del futuro. Vogliamo restare liberi il più possibile da condizionamenti esterni, così non avremo problemi di sorta se ci andrà di cambiare qualcosa. Inoltre ora vogliamo tastare il polso della gente, per vedere qual è il feedback che riceverà ‘Iconoclast’. La prossima volta sarò più esaustivo, prometto!”.
RIGUARDO LA VOSTRA PRESSANTE ATTIVITA’ DAL VIVO, QUALI SONO I PROGRAMMI PER QUEST’ANNO?
“Be’, fra pochi giorni (l’intervista si è svolta ad inizio mese, ndR) ci imbarcheremo in un tour europeo che coinvolgerà molti Paesi e che sarà compreso tra fine marzo e la prima metà di aprile (il 5 aprile in Italia, al Rockplanet di Cervia, ndR). Poi partiremo, sempre il mese prossimo, per il nostro primissimo tour nord-americano, tra Stati Uniti e Canada. Non ti sto neanche a dire che siamo davvero entusiasti di andare a suonare laggiù, finalmente! Comunque, per conoscere tutte le nostre date vi conviene visitare il nostro MySpace su www.myspace.com/officialheavenshallburn “.
PERFETTO, MATTHIAS…TI RINGRAZIO MOLTO! ALLA PROSSIMA E A TE LE PAROLE DI CONGEDO…
“Grazie mille per l’intervista. Ci si vede presto con voi metalfan italiani! Fino ad allora, continuate ad ascoltare ‘Iconoclast’! Mi raccomando!”.