HEAVEN SHALL BURN – Le amare verità

Pubblicato il 12/04/2020 da

Gli Heaven Shall Burn, seppur non abbiano mai attecchito in Italia con costanza e reale successo di numeri e fan, se non per il decennio di ‘Big Babol explosion’ del metalcore, sono ormai una garanzia sotto tutti i punti di vista. Paladini indefessi di un death metal melodico che è, in contemporanea, ustionante, apocalittico e dai tratti melanconici, i tedeschi, anche in occasione del nuovo, doppio album “Of Truth And Sacrifice”, stanno dimostrando tutto il loro valore, che esso si esplichi in termini di capacità compositive, messaggi lanciati, idee visive innovative e modelli di gestione della band. Degno successore di “Wanderer”, e molto meno arduo da digerire di quanto un doppio disco avrebbe potuto far pensare, il platter di recente pubblicato ci presenta una formazione quantomai consapevole delle proprie possibilità e del proprio status, che almeno in Germania è davvero importante. Il chitarrista e leader Maik Weichert si è prestato molto gentilmente, anche se con un po’ di freno a mano tirato, al nostro risicato fuoco di fila di domande…

 

28.10.19: Metalcore-Band Heaven Shall Burn in Saalfeld. Foto: Candy Welz

 

CIAO MAIK, BENTORNATO SU METALITALIA.COM! PRIMA DI ENTRARE NEL REAME DI “OF TRUTH AND SACRIFICE”, TORNIAMO UN ATTIMO AL PRECEDENTE “WANDERER”: QUALI SONO LE SENSAZIONI E I FEEDBACK CHE AVETE OGGI RIPENSANDO AL VOSTRO PENULTIMO LAVORO? COSA VI HA LASCIATO A LIVELLO DI BAND?
Maik – Siamo ancora del tutto orgogliosi di quanto fatto con “Wanderer” e il feedback è stato davvero molto positivo. Si trattava del nostro disco più atipico, almeno fino a quel punto della carriera, e alcuni brani sono diventati degli instant classic dal vivo. Ad esempio, “Bring The War Home” viene letteralmente idolatrata ogni volta che la suoniamo.

QUATTRO ANNI E’ IL PIU’ LUNGO PERIODO DI TEMPO INTERCORSO TRA LA PUBBLICAZIONE DI UN VOSTRO ALBUM E QUELLA DEL DISCO SEGUENTE. COSA CI PUOI DIRE IN MERITO A QUESTA SORTA DI ‘PAUSA’? PER UNA FORMAZIONE COME LA VOSTRA, CHE HA MOLTO DA COMUNICARE, DIFFONDERE E COMBATTERE PER SU VARI PIANI, SEMBRA UN’ETERNITA’. SE SEI D’ACCORDO, IN QUESTI QUATTRO ANNI IL MONDO E’ ANDATO VIA VIA PEGGIORANDO…
Maik – Sì, però alcune cose sono anche andate migliorando. Ma hai ragione, è chiaro, c’è ancora tantissima merda in giro che ci fa imbestialire, e che per noi funge da ispirazione e motivazione per proporre la nostra musica. Per quanto riguarda la ‘pausa’, abbiamo pensato che sarebbe stato meglio fare un passo indietro e ricominciare la battaglia con il pieno delle forze, invece che restare in trincea, al fronte, per la maggior parte del tempo e sprecare la propria forza in una schermaglia inutile giorno dopo giorno. La tua voce si sente più forte quando non strilli tutto il tempo.

INIZIANDO DUNQUE A PARLARE DI “OF TRUTH AND SACRIFICE”, IL TITOLO DELL’ALBUM E’ MOLTO POTENTE E SIMBOLICO. DUE CONCETTI – QUELLI DI VERITA’ E SACRIFICIO – CHE SEMBRANO PROPRIO ESSERE STATI ABBANDONATI DAGLI ESSERI UMANI, OGGIGIORNO. COME SI DEVE INTERPRETARE, QUINDI? E’ PIU’ INDICATO PER UN’INTERPRETAZIONE PERSONALE OPPURE HA UN SENSO BEN PRECISO CHE VOLETE TRASMETTERE?
Maik – Noi pensiamo che la verità sia uno dei principi fondamentali esistenti ai nostri tempi. Voglio dire, ci vogliono pochissimi secondi per ‘googlare’ qualsiasi cosa e trovare moltissime verità diverse riguardanti lo stesso argomento. Questo è completamente folle. D’altro canto, molte persone, molti popoli sacrificano tantissimo di loro per ottenere la verità. Pensiamo soltanto ai giornalisti che vengono uccisi per aver scritto a proposito di corruzione, per esempio. Oggi la domanda che dobbiamo porci è: ti sacrificheresti per la verità oppure sacrificheresti la verità per mantenere il tuo felice status quo?

PUBBLICARE UN DOPPIO ALBUM E’ SEMPRE UNA SCELTA CRUCIALE E DIFFICILE NELLA CARRIERA DI UN GRUPPO. IL RISCHIO DI SOPRAVVALUTARE L’AUDIENCE, AD ESEMPIO, E’ GIUSTO DIETRO L’ANGOLO, ASSIEME A QUELLO DI ESAGERARE CON LA QUANTITA’ DI MUSICA NUOVA. SUPPONGO QUINDI SIA STATA, PER VOI, UNA DECISIONE BEN PONDERATA. COME AVETE GESTITO QUESTA SCELTA E COME HA REAGITO LA CENTURY MEDIA AD ESSA?
Maik – L’etichetta ne è stata felice, è ovvio. Nel senso che abbiamo pubblicato il doppio della musica che dovevamo pubblicare per contratto. Non abbiamo per nulla paura di annoiare il nostro pubblico. Questo non è un disco che è semplicemente due volte la durata di un singolo platter, ma l’abbiamo pensato come doppio album fin dall’inizio; per cui è stato concepito e sviluppato con un preciso piano in testa. Ciò sta a significare che ci sono molti più esperimenti ed excursus stilistici lungo il suo minutaggio. C’è tanta varietà, tanti momenti più tranquilli. Penso sia un gran bel viaggio da compiere, molto più divertente ed affascinante da svolgere in cento minuti rispetto ad altri dischi che magari, in soli quaranta minuti, riescono ad annoiare.

IL SECONDO CD E’ UN POCHETTO PIU’ DIVERSO E VARIO RISPETTO AL PRIMO, MA LE DIFFERENZE NON SONO COSI’ DRASTICHE. COME MAI NON AVETE OPTATO PER UNA DIVISIONE PIU’ NETTA TRA I DUE DISCHI IN FASE DI COMPOSIZIONE? AD ESEMPIO, IL MAGNIFICO VIDEO PER “PROTECTOR” E “WEAKNESS LEAVING MY HEART” E’ CONCEPITO IN MODO MAGISTRALE E BEN EVIDENZIA IL DOPPIO CONTENUTO DI “OF TRUTH AND SACRIFICE”…
Maik – La decisione su quali canzoni avrebbero dovuto essere su di un CD o sull’altro non è dipesa dalla musica, bensì dal contenuto lirico, dal messaggio. Il lato ‘Truth’ è molto più combattivo ed epico, considerando il versante lyrics, mentre il lato ‘Sacrifice’ guarda più in direzione delle cose che si sono già perse nella battaglia.

I CONCETTI VISUALI DEI VOSTRI VIDEO, E DELLA VOSTRA VISIONE ARTISTICA GLOBALE IN QUANTO BAND, SONO SOLITAMENTE MOLTO FORTI E MOLTO ORIGINALI; AVETE SPESSO OTTIME IDEE SULLE QUALI LAVORARE. E QUESTA VOLTA AVETE CREATO UN FILM-DOCUMENTARIO SPECIALE, CHE VERRA’ PROIETTATO IN ALCUNE SALE CINEMATOGRAFICHE IN GERMANIA. CI SPIEGHI MEGLIO DI COSA SI TRATTA?
Maik – L’idea alla base di questo film è stata quella di catturare il processo di realizzazione del disco come fosse una sorta di cornice narrativa. In questa cornice lo spettatore, mentre segue la storia, viene a conoscenza di chi noi siamo, a livello sia di gruppo, sia individuale: da dove veniamo, cosa facciamo, cosa pensiamo su varie cose, dove stiamo andando, e così via. Così, alla fine della proiezione, dovrebbe essere chiaro a tutti che tipo di creatura siano gli Heaven Shall Burn.

MAIK, PER CORTESIA, ELENCAMI I CINQUE DISCHI CHE HANNO DEFINITO, E CHE DEFINISCONO TUTTORA, IL SUONO E LA VISIONE ARTISTICA DEGLI HEAVEN SHALL BURN FIN DAGLI ALBORI DELLA VOSTRA CARRIERA…
Maik – Eccoli:
Bolt Thrower – “…For Victory”
Earth Crisis – “Destroy The Machines”
Dismember – “Like An Everflowing Stream”
Carcass – “Heartwork”
In Flames – “Clayman”.

IL VOSTRO DEBUTTO UFFICIALE, “ASUNDER”, NEL 2020 COMPIRA’ VENT’ANNI. IN QUESTO VENTENNIO, COME ACCENNATO SOPRA, IL MONDO MODERNO SI E’ INDIRIZZATO VERSO UNA TERRIFICANTE SPIRALE DI DECADENZA. VOI SIETE SEMPRE STATI, NELLA VOSTRA CARRIERA, UN FORTE GRIDO DI PROTESTA, UNA VOCE DI MEMORIA E RICORDO, UNO SLOGAN DI DENUNCIA E RESISTENZA. MA COME SONO CAMBIATI, ED IN CHE MODO, I BERSAGLI DEI VOSTRI MESSAGGI E DELLE VOSTRE CONDANNE?
Maik – Siamo orgogliosi che quello che tu dici di noi, a differenza del mondo che ci circonda, non sia cambiato affatto. Le nostre voci, oggi, sono ascoltate da un sacco di gente in più, eppure nulla è cambiato nelle nostre visioni o nel modo in cui riflettiamo su certi argomenti. Non ci siamo mai abbassati a compromessi ideologici solo per poter aumentare l’appeal economico della band. Certo, adesso siamo songwriter migliori e siamo migliorati sotto tantissimi punti di vista della gestione di un gruppo musicale, ma ciò non è necessariamente un bene. Noi ci ricordiamo sempre dei vecchi giorni, di come eravamo, e cerchiamo ad ogni album di ricatturare un po’ di quello spirito ingenuo del tempo, anche nella composizione dei pezzi, ad esempio.

GIUSTO PER FINIRE L’INTERVISTA CON UNA STORIA A LIETO FINE, IN QUESTI GIORNI (L’INTERVISTA E’ STATA CONDOTTA VERSO META’ FEBBRAIO) LA VOSTRA COMPATRIOTA CAROLA RACKETE E’ STATA ASSOLTA DAI SUOI CAPI D’ACCUSA DALLA CORTE DI CASSAZIONE ITALIANA. QUALCHE MESE FA, LA VOSTRA DICHIARAZIONE PUBBLICA SULLA DIATRIBA RACKETE/SALVINI SUL CASO DELLA NAVE ONG SEA WATCH 3 FECE PIUTTOSTO DISCUTERE LA COMUNITA’ METAL ITALIANA. VUOI DIRCI QUALCOSA DI PIU’ IN MERITO A QUESTA TRISTE PAGINA DELLA STORIA DELL’UNIONE EUROPEA?
Maik – Non ero a conoscenza del fatto che la nostra dichiarazione su quella situazione abbia generato un polverone nella scena metal italiana. Ma se così è stato, allora benissimo. Discutere le cose non è mai sbagliato. Restare in silenzio e vivacchiare nella propria bolla di indifferenza senza mai cambiare punto di vista è da miserabili e succede troppo spesso al giorno d’oggi. Noi pensiamo semplicemente che salvare gente da un pericolo mortale non sia un crimine. In quanto gente comune, normale, pensiamo sia così, e personalmente, in quanto studente di legge, penso la stessa cosa. Sono contento che la Corte di Cassazione in Italia abbia recepito in modo simile, ma come ho appena scritto, non c’era altra strada attraverso la quale dirimere la causa. Carola Rackete ha solo risolto una situazione che è stata creata da politici e da organizzazioni come l’Unione Europea. Criminalizzare coloro i quali cercano di salvare gente da condizioni impietose che sono state create dalla stessa Unione è orrendo. Anche i paesi come la Germania hanno un grosso ruolo in questo dramma umanitario e penso che sia totalmente inaccettabile e corrotto il fatto di lasciare nazioni come Italia e Grecia da sole a fronteggiare i problemi generati da tutte le nazioni dell’Europa unita. Quindi, se mediocrità come Salvini arrivano al potere, è anche colpa nostra.

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