Heidevolk, i guerrieri olandesi. Il loro demo nel 2004 aveva destato immediatamente un grande interesse nell’undergound pagan metal europeo. Poi i ragazzoni di Arnhem un po’ alla volta si sono fatti un nome grazie anche ad un paio di buoni album, ma stavolta hanno davvero fatto un salto di qualità notevole con il nuovo e suggestivo album chiamato “Batavi”, come il loro popolo antenato. Il boom dei gruppi pagan metal che cercano in tutti modi di far rivivere i tempi di un passato spesso mitizzato e corrispondente, storicamente, allo scontro tra il mondo germanico e l’Impero Romano in espansione nel Nord Europa ormai da anni non fa più notizia. Ma gli Heidevolk sono tra i gruppi migliori che sanno riavvolgere il tempo e dare alla propria musica una dimensione realistica di quel periodo così carico di pathos. Il nuovo album “Batavi” riassume tutte le qualità che la band ha dimostrato di possedere in questi anni. Abbiamo chiacchierato con il chitarrista Reamon Bomenbreker, ex membro dei Cerberus e Thronar. Reamon è gentilissimo, come tutti i membri degli Heidevolk, e ha svelato per voi i segreti che hanno reso grande l’album “Batavi”.
BENTORNATI HEIDEVOLK! COMPLIMENTI PER IL VOSTRO NUOVO ALBUM, A MIO AVVISO IL MIGLIORE DELLA VOSTRA CARRIERA, SIETE D’ACCORDO?
“Assolutamente. Stavolta siamo davvero soddisfatti di come sono state fatte le canzoni e di come è avvenuta la loro produzione”.
PER IL NUOVO ALBUM AVETE TROVATO UNA GRANDE ISPIRAZIONE, COME ERA SUCCESSO PER IL DEBUTTO “DE STRIJDLUST IS GEBOREN”. IL VOSTRO SOUND E’ OVVIAMENTE SEMPRE EPICO, MA PIU’ PESANTE RISPETTO AL PASSATO…
“Sin da quando avevamo iniziato a lavorare sul nuovo materiale ci eravamo resi conto che i riff erano più aggressivi rispetto al passato. Abbiamo quindi deciso che l’intero album doveva suonare assai più audace e devastante. Amiamo tutti i sottogeneri della musica metal: death, black e power metal. Penso proprio che ‘Batavi’ sia diventato il nostro album più ‘metal’ più pesante”.
“BATAVI” SEMBRA PROPRIO ESSERE UN CONCEPT ALBUM BASATO SULL’ANTICA TRIBU’ GERMANICA CHE VIVEVA IN PASSATO NEL VOSTRO TERRITORIO. QUALI SONO I TEMI CONTENUTI IN QUESTO LAVORO?
“’Batavi’ è un concept album che parla, appunto, dei Batavi. I Batavi erano, come dici, tu un’antica tribù dei Germani che vivevano nella nostra regione. Avevamo già scritto una canzone su questo popolo nel nostro album precedente ‘Walhalla Wacht’. Ma il racconto non era terminato, il discorso sui nostri antenati meritava una spazio ben maggiore. Per questo motivo la logica conseguenza è stata quella di scrivere l’intero concept album su questo argomento. I brani contenuti sul nuovo CD raccontano delle origini della tribù, la migrazione attraverso i territori della nostra regione, la loro collaborazione con i Romani, ma anche la loro famosa rivolta contro l’Impero di Roma”.
SECONDO ME NON AVETE SCELTO UN ARGOMENTO SEMPLICE: SE IL VOSTRO INTENTO ERA QUELLO DI RAPPRESENTARE I BATAVI COME UNA TRIBU’ ORGOGLIOSA PER AVER COMBATTUTO VALOROSAMENTE CONTRO I ROMANI, E’ ANCHE VERO CHE SONO STATI DEI FIDI ALLEATI DELL’IMPERO DI ROMA PER DIVERSO TEMPO. COMBATTERONO PERSINO CONTRO ALTRI GERMANI. COME RAPPRESENTATE, QUINDI, I BATAVI SUL VOSTRO ALBUM?
“Abbiamo cercato semplicemente di raccontare la loro storia. La loro marcia in cerca di un territorio in cui stanziarsi permanentemente, le battaglie contro le altre tribù e la ribellione a Roma. Il loro scontro con l’Impero Romano è solo una parte della storia di questo popolo”.
LA PRODUZIONE DEL NUOVO ALBUM E’ SEMPLICEMENTE PERFETTA. C’E’ QUALCUNO CHE VI HA DATO UNA MANO DURANTE LE REGISTRAZIONI E LA MASTERIZZAZIONE DEL CD?
“Grazie per le tue parole! Abbiamo registrato la batteria nello studio di Peter Tägtgren, in Svezia. Tutto il resto è stato registrato a Nimega dal nostro tecnico del suono che ci segue ai concerti, Nico van Montfort. Nimega è una città olandese che i Romani chiamarono ‘Ulpia Noviomagus Batavorum’, che pressapoco significa ‘la città dei Batavi’. In realtà è la città più antica d’Olanda. Abbiamo inviato tutto il materiale a Peter che ci ha mixato l’album. La cooperazione con lui è stata ottima, è davvero professionale e pensa alle cose da musicista. E’ anche un buon compagno con cui bere la birra!”.
LA FORTUNA VOSTRA E’ QUELLA DI AVERE DUE CANTANTI NELLA LINE UP. AD OGNI MODO TROVO CHE SUL NUOVO ALBUM I DUE CANTINO UN PO’ TROPPO SPESSO CONTEMPORANEAMENTE; MAGARI SI POTREBBERO ALTERNARE MAGGIORMENTE, POTREBBE ESSERE UNA CARATTERISTICA NUOVA DEL VOSTRO SOUND, COSA NE PENSI?
“E’ una possibilità, ad ogni modo grazie per le tue parole (si mette a ridere, ndR)! I due cantanti sono un tratto caratteristico del nostro gruppo e credo proprio che li sentirai ancora sul prossimo album”.
AVETE SCELTO DI FARE IL VIDEO PER IL MIGLIOR BRANO DELL’ALBUM. COSA MI PUOI RACCONTARE DI QUESTA ESPERIENZA? TROVI CHE I VIDEOCLIP SIANO UN BUON MEZZO PER PROMUOVERE LA BAND?
“Abbiamo discusso a lungo tra di noi su questo punto. Credo si tratti di un buon mezzo promozionale dei giorni nostri. Ma ad ogni modo trovo molto affascinante aggiungere delle immagini alla musica, è un qualcosa in più che si aggiunge a quanto fatto in studio e si presta particolarmente bene ad un lavoro come il concept album ‘Batavi’”.
SE NON ERRO CI SONO ALCUNE PARTI DI VIOLINO SUL NUOVO ALBUM. SONO SUONATE DA IRMA VOS? LA CONSIDERATE UN MEMBRO EFFETTIVO DEL GRUPPO O SOLO UNA SESSION?
“Sì, tutte le parti di violino sono suonate da Irma Vos. Lei è molto professionale ed è anche una fantastica musicista. Le avevamo inviato le parti di violino soltanto un giorno prima di entrare in studio a registrarle, lei le ha suonate in modo assolutamente perfetto! Irma è una session, abbiamo già i nostri problemi quando dobbiamo decidere una cosa dato che siamo già in sei, figurati cosa succede se nel gruppo entra ancora qualche elemento!”.
CI SONO DELLE BAND IN OLANDA CHE DICONO DI ESSERSI ISPIRATE A VOI PER COMINCIARE A SUONARE PAGAN METAL?
“Ad essere sincero, sì. Ho incontrato alcuni gruppi che dicono di ispirarsi a noi, devo ammettere che fa tanto piacere sentire queste parole”.
REAMON, SE TI RICORDI CI SIAMO VISTI ALCUNI ANNI FA IN ITALIA DURANTE IL TOUR ASSIEME AI KAMPFAR. TORNERETE ANCORA IN ITALIA IN FUTURO?
“Certo che mi ricordo, Paolo. Quello era stato il nostro primo tour. Nei giorni successivi ricordo che avevamo suonato in Ungheria. Avevamo passato un’ottima serata assieme a tutti i ragazzi italiani e ricordo che era stata davvero dura guidare da ubriachi fino a Budapest senza poter chiudere un occhio! Ma di quel tour abbiamo davvero ottimi ricordi! In tanti mi chiedono quale sia il miglior paese in cui suonare e io rispondo sempre l’Italia. L’altro anno abbiamo suonato assieme ai Folkstone ed è stato bello, ci divertiamo sempre tanto con voi italiani dopo i concerti. Siete molto amichevoli e dei grandi casinisti!”.
GRAZIE PER L’INTERVISTA. ANCHE LA STORIA DEI FRISONI E’ MOLTO INTERESSANTE, PENSI CHE DEDICHERETE ANCHE A QUESTI ANTICHI GUERRIERI GERMANICI UN ALBUM?
“Chi può dirlo, tutto può succedere in futuro. Sul nostro ‘Walhalla Wacht’ in verità avevamo scritto un pezzo su un re frisone: Radbodo. Al momento non abbiamo ancora scritto del nuovo materiale, ma i Frisoni potrebbero benissimo essere una delle nostre opzioni”.