Quando si parla di metal italiano è impossibile non citare gli Heimdall tra le realtà più importanti della nostra amata scena. La band, giunta alla terza fatica discografica, ha confermato le caratteristiche vincenti che l’hanno fatta conoscere ed apprezzare in passato, ma soprattutto è riuscita ancora a migliorare dal lato della produzione. Il cambio di cantante non sembra aver danneggiato in nessun modo gli Heimdall, che anzi sembrano rinvigoriti da una nuova linfa vitale che ha permesso loro di dare alle stampe la release, almeno per chi scrive, più riuscita dei custodi del Ponte D’Arcobaleno. A parlarci di questo “The Almighty” sono proprio i fratelli Fabio e Nicola Calluori, rispettivamente chitarrista e batterista della band…PRIMA DI TUTTO, SIETE SODDISFATTI DAI RISULTATI DI “THE TEMPLE OF THEIL”?
Fabio: “Il disco è andato bene, nonostante una promozione quasi inesistente soprattutto all’estero. Certo la Elevate poteva fare molto di più per promuovere l’album e questa è una delle ragioni per cui non abbiamo continuato a collaborare con loro! Comunque in Giappone ‘The Temple of Theil’ ci ha dato anche l’opportunità di apparire su riviste non metal come ad esempio alcuni magazine per chitarra. Per quanto riguarda la resa sonora, invece, non mi soddisfa del tutto. Secondo me quel disco è pieno di ottime idee e di canzoni bellissime, peccato per un missaggio fatto in fretta e non proprio all’altezza.”
“THE ALMIGHTY” VEDE UN CAMBIO DI CANTANTE NELLA BAND: QUALI SONO STATI I MOTIVI DI QUESTO DIVORZIO?
Fabio: “Dopo pochi mesi dall’uscita di ‘The Temple of Theil’, ci sono stati alcuni problemi all’interno della band che hanno spinto Claudio ad andarsene. Comunque mi preme sottolineare come sono rimasto in ottimi rapporti con lui ed infatti abbiamo registrato delle cose insieme con un’altra band di nome The-Others. Lo stile è abbastanza diverso dagli Heimdall, si tratta di heavy metal classico in stile Judas Priest. Comunque il cantante degli Heimdall è ora Giacomo Mercaldo che, oltre ad essere tecnicamente molto preparato, è dotato di una voce calda e potente. Ha arrangiato e registrato da solo tutti i cori, svolgendo davvero un ottimo lavoro!”
MI PARLI DEL MAKING DI “THE ALMIGHTY”?
Fabio: “Le sessioni di registrazione e di missaggio sono durate circa 40 giorni tra Gennaio e l’inizio di Marzo. Questa volta abbiamo deciso di lavorare in uno studio di Salerno e ci siamo affidati così agli Zappingsound Studio – che conosciamo da diversi anni – mentre i primi due dischi erano stati registrati a Roma. Questo ci ha permesso di lavorare con più calma ed infatti l’atmosfera, durante le sessioni di registrazione, è stata più rilassante rispetto a ‘Lord of The Sky’ e ‘The Temple of Theil’. Inoltre ora abbiamo molta più esperienza rispetto a qualche anno fa e penso che questo si può sentire attraverso le nuove canzoni, la cui resa sonora è sicuramente superiore rispetto a quelle dei nostri due precedenti album.”
COME NASCE UNA CANZONE DEGLI HEIMDALL?
Fabio: “Negli Heimdall un pezzo può nascere in modi diversi, per esempio, da una linea vocale, come nel caso di ‘Beyond’ o ‘The Search’, da un riff di chitarra come in ‘Eternal Race’ o da una melodia di tastiera o di chitarra come ‘The Calling’. In genere sono io che porto le idee di base e le linee vocali dei nostri pezzi. Ma vorrei sottolineare che soprattutto durante la fase degli arrangiamenti, gli altri ragazzi della band giocano un ruolo fondamentale. Ad esempio, Giacomo si è curato di tutti gli arrangiamenti relativi ai cori e della loro registrazione e Carmelo con i suoi solo ha contribuito notevolmente all’arricchimento dei pezzi.”
IN MERITO AL NUOVO CANTANTE, È CAMBIATO QUALCOSA NEL VOSTRO APPROCCIO VERSO LA COMPOSIZIONE DEI PEZZI?
Fabio: “No, come ti ho già anticipato, sono stato io che mi sono occupato principalmente della stesura dei brani e delle linee vocali. Giacomo naturalmente le ha riadattate secondo il suo timbro ed anche se non ha partecipato al processo compositivo dell’album, è stato fondamentale per gli arrangiamenti delle parti vocali e dei cori. Naturalmente la sua presenza ha portato alcuni aspetti nuovi al nostro suono vista le differenze tra lui e Claudio. Ogni qualvolta che una band vede l’ingresso di un nuovo membro è inevitabile che ci siano dei cambiamenti; ogni persona contribuisce, con le sue idee e con la sua personalità, a dare ai pezzi qualcosa di proprio e di speciale.”
DI COSA PARLANO I TESTI DEL NUOVO ALBUM?
Fabio: “Le liriche di ‘The Almighty’ non creano un’unica storia come accadeva nei nostri album precedenti, anche se sono collegate da alcuni elementi in comune. Esse parlano della ricerca, del viaggio, visti però sotto varie forme come, ad esempio, la morte, il sogno, l’amore, l’arte, la guerra. I protagonisti delle liriche sentono un vuoto dentro di loro che li spinge ad agire e ad affrontare determinate esperienze. Essi tendono spesso verso qualcosa che risulta essere spesso irraggiungibile, qualcosa di cui avvertono la mancanza. Tale ‘elemento mancante’ assume nei testi varie forme anche se ogni persona può vedere nelle differenti mete che hanno i nostri protagonisti qualcosa di proprio e di personale. In ‘Godhall’, esso è rappresentato da una mitica terra di nome Godhall che un vecchio pellegrino cerca inutilmente per tutta la vita. Solo quando è in punto di morte, quando le sue forze, i suoi sogni e le sue speranze lo hanno abbandonato, egli sente vicino il mitico luogo. In ‘Beyond’, un semi-dio ha il potere divino di rendere le sue creazioni vive ma nello stesso tempo è mortale. Egli è animato dal desiderio di diventare immortale e di superare quelli che sono i nostri limiti ma l’impossibilità di raggiungere lo stato divino lo costringe a vivere in una sorta di limbo, in una condizione di immobilismo. In ‘Symit’, il protagonista sente la mancanza di una donna e crea questa canzone per poter rivivere dei momenti molto importanti per lui, anche se si rende conto come le parole purtroppo non possono restituirgli ciò che in precedenza ha vissuto. In ‘Return to the Fatherland’, il protagonista è animato dal desiderio di tornare a casa, dopo aver vagato per altre terre ed aver combattuto numerose battaglie. In ‘The Search’ – ispirata al mito del sacro Graal – un cavaliere dedica tutta la sua esistenza alla ricerca del sacro oggetto e del suo mistero e solo dopo averlo trovato muore. In ‘Last Journey’ – inspirata dal mito nordico – il viaggio assume la dimensione del sogno e della morte: il dio Baldr vede attraverso i suoi sogni il giorno della sua morte. In ‘The Calling’ ciò che anima i protagonisti è il desiderio di raggiungere la libertà e la gloria in battaglia.”
C’È UNA CANZONE CHE CONSIDERATE PIÙ RAPPRESENTATIVA?
Nicola: “No, credo che una delle caratteristiche dell’album sia la sua varietà. È un cd caratterizzato da momenti e stati d’animo differenti, si passa da canzoni epic-speed come l’opener ‘The Calling’ e ‘The Search’ a brani molto epici ed orchestrali come ‘Godhall’, da potenti mid-tempo come ‘Eternal Race’ o ‘Last Journey’ ad episodi più malinconici come ‘Symit’, una ballata acustica dalle atmosfere medievali. Scegliere un unico brano per rappresentare l’intero album è sicuramente molto riduttivo e significherebbe presentare solo alcuni aspetti della nostra musica.’
PARLANDO DEL SOUND, COME HO ACCENNATO IN AMBITO DI RECENSIONE, NON MI HANNO PARTICOLARMENTE CONVINTO I SUONI DI BATTERIA, A MIO AVVISTO TROPPO FREDDI E ‘PLASTICOSI’. CHE NE PENSATE?
Nicola: ‘Per registrare abbiamo utilizzato una batteria acustica con cassa Pearl MMX, rullante Ludwig, Tom DW da 10,12,14,16” con set di piatti Paiste alternati a pad elettronici. Alla batteria acustica sono stati sovraincisi suoni triggerati per dare più chiarezza e più incisività al suono come fa la maggior parte dei gruppi. Abbiamo preferito tenere il volume dei trigger più alto per far sì che la batteria risultasse più presente in tutti i suoi componenti e logicamente ciò ha portato a questo tipo di suono che però ha reso il lavoro efficace e pulito. “
Fabio: “Io li trovo chiari e potenti! In passato abbiamo avuto cattive esperienze con i suoni di batteria. In precedenza ci era capitato di avere dei suoni buoni dopo le riprese che però in seguito non risultavano particolarmente incisivi. Questa volta abbiamo fatto un largo uso di suoni triggerati e se il suono di batteria forse ne ha perduto un po’ in ‘calore’, ne ha guadagnato sicuramente in chiarezza ed in presenza.”
STATE GIÀ ORGANIZZANDO UNA SORTA DI TOUR?
Fabio: “Stiamo organizzando una serie di date in Italia per quest’inverno. C’è veramente tanta voglia di suonare in giro visto che in questi ultimi anni abbiamo fatto pochi concerti a causa dei vari cambiamenti di line-up. Sicuramente suoneremo a Vicenza e a Brescia rispettivamente il 20 ed il 21 dicembre anche se non abbiamo ancora stabilito le altre date. Comunque oltre l’Agglutination abbiamo tenuto già un paio di concerti prima della pubblicazione di ‘The Almighty’…ci siamo divertiti veramente molto e devo dire che i pezzi nuovi sono stati accolti molto bene, nonostante le persone accorse ai concerti ancora non li conoscevano.”
COME VI TROVATE ACCASATI PRESSO LA SCARLET?
Fabio: “Fino ad ora bene. C’è un ottimo rapporto con i ragazzi dell’etichetta e stanno facendo un buon lavoro promozionale per ‘The Almighty’, siamo sicuramente tra le loro priorità. Vista l’esperienza passata, però, preferisco tirare le somme alla fine! Con la Elevate all’inizio le cose andavano molto bene ma poi quando si è cominciato a parlare di pagare le royalties qualcosa si è spezzato (siamo alle solite… Labyrinth docet, ndJR)!”
UN TUO GIUDIZIO SULLA SCENA METAL TRICOLORE?
Fabio: “Oggi sono molte le band che suonano questo tipo di musica rispetto a quando abbiamo iniziato noi nel 1994. Il livello tecnico è sicuramente migliorato ed anche le produzioni sono decisamente superiori. Sono convinto, comunque, che c’è ancora molto da lavorare se si vuole raggiungere il livello che c’è, per esempio, in Germania o in paesi come la Svezia o la Finlandia. Non parlo delle band e delle loro idee ma soprattutto dell’organizzazione che ruota attorno a loro. In Germania, ad esempio, le etichette sono molto attrezzate per promuovere le band…del resto lì il metal ha un’audience più numerosa rispetto a quella italiana. Secondo me il problema di molte delle nostre label è quello di accontentarsi di vendere un determinato numero di copie. Si rifanno delle spese, guadagnano qualcosa in più e passano avanti ad un’altra band, magari investendo pochissimo nella produzione dei cd, nella realizzazione delle cover, ecc. Sono dell’idea che le singole band dovrebbero essere seguite con più attenzione.”
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE MUSICALI PIÙ MARCATE?
Fabio: “Personalmente sono molto legato alle heavy metal band storiche come i Judas Priest, i Savatage, i Manowar, i Virgin Steele, gli Helloween, i Black Sabbath, ecc. Comunque negli Heimdall, ognuno ascolta band anche al di fuori del metal. Sergio va pazzo per Pink Floyd, Doors e Led Zeppelin Io ascolto molto gothic, musica celtica e rock sia quello progressivo – Genesis e Marillion – sia quello più moderno. Carmelo adora anche molti artisti jazz ed, assieme a Giovanni, è appassionato di chitarristi virtuosi come Malmsteen o Vinnie Moore.”
Nicola: “Oltre band come Stayer, Vicious Rumors, Armoured Saint ecc. apprezzo moltissimo Gianfranco Marziano band, Match Box 20, Creed, Nude, oppure artisti – batteristi in particolare – come Terry Bozzio, Simon Philips, Akira Jimbo, Rod Morgenstein – ed i progetti solisti e le band dove militano. Ed ancora band fusion come Vital Information e Big Band Jazz ed tutti i progetti estemporanei che vedono coinvolto Dave Lombardo.”
Fabio: “Ok…per darti un’idea precisa dei nostri ascolti ti dico quello che abbiamo acquistato ultimamente io e mio fratello: le ultime uscite di 69 Eyes, Riot, Disturbed, Korn, Dokken ed il live di Ozzy! (risate, nda)”
LA VOSTRA BAND PRENDE IL NOME DAL CUSTODE DEL PONTE D’ARCOBALENO DELLA MITOLOGIA NORDICA: COSA VI HA INTRIGATO DI HEIMDALL?
Fabio: “Sì, esatto, Heimdall è il guardiano di Bifrost, il ponte che lega il mondo dei mortali con quello degli Dei, Asgard. Quando abbiamo iniziato nel ’94 volevamo un nome che suonasse epico e potente come la musica che componiamo. Inoltre ho sempre apprezzato tantissimo i racconti, le leggende antiche, la mitologia e la storia. Heimdall è un dio nobile che protegge la terra degli dei; egli rappresenta molti dei valori in cui noi crediamo. Inoltre trovo che il suono del suo nome – così potente e maestoso – sia perfetto per la nostra musica.”
INTERNET ED MP3 A “SCROCCO”: CHE NE PENSATE?
Fabio: “Gli mp3 usati per un fine promozionale sono degli ottimi mezzi per far conoscere la band. Con pochi clic puoi ascoltare realtà musicali nuove e trovare materiale raro, anche se sinceramente non sono il tipo che passa ore ed ore a scaricarsi musica da internet…cerco di comprarmi sempre quello che mi interessa. Il vero problema è che oggi i cd costano tanto – purtroppo sembra che i prezzi siano destinati a crescere – e che ci sono tantissime uscite. A farne le spese sono sicuramente le band che non vendono milioni di dischi anche se per fortuna nel metal c’è ancora una forte passione per il cd/booklet originale.”
SIAMO ALLA FINE: QUALCOSA DA AGGIUNGERE?
Fabio: “Grazie per l’intervista e per il supporto di metalitalia.com! Inoltre vorrei ringraziare tutte quelle persone che ci hanno sempre sostenuto anche in questi anni di assenza dalle scene…bè continuate a farlo e ascoltate ‘The Almighty’, un album in cui crediamo molto pieno di ottime metal songs, potenti e coinvolgenti! Glory and Honor to you ALL”