HEIR APPARENT – Visioni di passato e futuro

Pubblicato il 12/01/2019 da

Nonostante i trent’anni trascorsi dal secondo riuscitissimo full-length “One Small Voice”, gli statunitensi Heir Apparent sono riusciti, pochi mesi fa, ad incantare nuovamente la critica e il pubblico grazie a un terzo album in grado di far letteralmente illuminare gli occhi a qualunque estimatore delle sonorità metal progressive più classiche. Il bellissimo “A View From Below” ha infatti ottenuto un punteggio stellare anche sulle nostre pagine, e considerando che non è da tutti tornare sul mercato con una dose così abbondante di ispirazione, non potevamo assolutamente lasciarci sfuggire l’opportunità di scambiare due parole con uno dei membri fondatori di una delle formazioni più sottovalutate della storia, e che ci auguriamo possano giungere all’attenzione di un numero più nutrito di ascoltatori anche grazie alle nostre parole in merito. Scritto questo, lasciamo la parola al buon Terry Gorle e vi auguriamo una piacevole lettura!

CIAO TERRY! PRIMA DI PARLARE DEL VOSTRO NUOVO ALBUM, C’È UNA DOMANDA QUASI OBBLIGATORIA CHE VORREMMO PORTI: COM’È SOPRAGGIUNTA LA VOLONTÀ TORNARE SUL MERCATO DOPO COSÌ TANTI ANNI?
– Dopo esserci finalmente imbattuti in un cantante dotato del talento necessario per fornire uno spettacolo completo e suggestivo in occasione del trentesimo anniversario del nostro esordio “Graceful Inheritance”, abbiamo ritenuto opportuno applicarci nella registrazione di un nuovo album con questa formazione rinnovata, che magari consentisse anche a Will di mettere in mostra tutto il proprio talento su del materiale inedito. Questo processo basato in parte anche sulla condivisione di alcune idee su Internet, con tanto di registrazione in separata sede, è stata un’esperienza relativamente nuova per alcuni di noi, ma si può dire che tutto abbia funzionato bene e, anche per questo, siamo molto soddisfatti del risultato.

CONSIDERANDO CHE QUESTO È IL VOSTRO PRIMO ALBUM IN STUDIO DOPO QUASI TRENT’ANNI, QUAL ERA IL PIANO E LO SCOPO PRINCIPALE DI “THE VIEW FROM BELOW”? CHE COSA AVEVATE IN ​​MENTE QUANDO AVETE INIZIATO A LAVORARCI?
– Tutto ciò che ci è sempre interessato consiste principalmente nella stesura di buone canzoni, dotate della giusta dose di ispirazione compositiva. Abbiamo deciso unanimemente di non preoccuparci troppo della velocità o della riproposizione di alcuni determinati stilemi già utilizzati in passato, per quanto comunque la componente old school non manchi. La cosa più importante, almeno a mio avviso, risiedeva nella necessità di fornire delle buone e solide basi per le numerose melodie vocali, cui abbinare numerose soluzioni musicali interessanti e potenzialmente differenti rispetto a quanto già fatto nei lavori precedenti molti anni addietro.

RITIENI CHE L’EVOLUZIONE CHE IL METAL HA INTRAPRESO IN TUTTI QUESTI ANNI ABBIA INFLUENZATO IN QUALCHE MODO IL VOSTRO SONGWRITING?
– Sinceramente, non per me… dal momento che non ascolto molta musica metal risalente a tempi più recenti rispetto agli anni ’80, a parte qualche nuova uscita dei Black Sabbath e poco altro. Fate conto che le mie influenze musicali sono principalmente le stesse di sempre, ispirate dalle leggende classiche risalenti agli anni ’70 e ai primi anni ’80. Anche per questo, quando sento qualcuno accostare la nostra musica a quella proposta da vari artisti affini, mi viene un pochino da ridere; non ho mai avuto modo di ascoltare in maniera approfondita il 99% delle band del genere dal 1985 in avanti. Perciò, posso affermare tranquillamente che qualsiasi rapporto/somiglianza con altre eventuali realtà è puramente casuale, e probabilmente in quei casi è un riflesso delle potenziali influenze comuni. Tuttavia, è anche vero che gli altri ragazzi della band ascoltano vari stili musicali appartenenti a tempi più recenti, il che potrebbe sicuramente aver contribuito ad un eventuale apporto di influenze più o meno moderne all’interno del nuovo prodotto.

IL BRANO “SAVIOR” SI DISTINGUE ALL’INTERNO DELL’ALBUM IN QUANTO È UNA CANZONE BREVE, PESANTE E ADRENALINICA IN MEZZO A UNA SCALETTA COMPOSTA PRINCIPALMENTE DA ESTRATTI RELATIVAMENTE LUNGHI ED EVOCATIVI. COSA PUOI RACCONTARCI IN MERITO?
– Il suddetto brano è stato originariamente scritto e ideato nell’ormai lontano 2003. Mike Blair stava tenendo delle audizioni per diventare il nostro nuovo cantante; nello stesso periodo ci siamo seduti un pomeriggio e abbiamo iniziato a lavorare a una sorta di album concettuale basato su sei differenti idee per altrettanti brani, e Savior era uno di quelli. Ai ragazzi è sempre piaciuta moltissimo, quindi alla fine abbiamo deciso di registrarlo correttamente con la batteria reale. La cosa divertente è che alcune delle critiche che abbiamo ricevuto negli ultimi mesi, in merito ovviamente al nuovo lavoro, riguardano proprio la carenza di brani veloci e immediati all’interno della tracklist; ciò dimostra che non tutti hanno idea delle circostanze in cui ci siamo ritrovati al momento di dedicarci alla stesura dell’album. Abbiamo avuto persino alcune limitazioni fisiche dovute alla lesione alla schiena del nostro batterista Ray, che chiaramente hanno in parte penalizzato ciò che eravamo potenzialmente in grado di fare. Abbiamo dovuto annullare due festival nel 2018 per consentire a Ray di recuperare in tempo per dedicarci all’album, ed è quasi un piccolo miracolo che sia stato in grado di combattere il dolore e completare la registrazione nelle sue condizioni. Inoltre, ricordiamo che suoniamo sempre svariate canzoni veloci dagli album precedenti durante i nostri concerti. Queste nuove proposte si rivolgono a una vasta gamma di ascoltatori, ognuno con i suoi gusti, nella speranza anche di poterci in parte espandere verso un pubblico al di là dell’underground. Obbiettivo in cui vogliamo investire tempo e risorse al meglio delle nostre possibilità.

SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI E DEL FEEDBACK OTTENUTI FINORA? C’ERA QUALCHE ASPETTATIVA PARTICOLARE?
– Sì, siamo molto contenti dei risultati e il feedback in verità è stato eccezionale. Ci saranno sempre alcuni ascoltatori bloccati mentalmente e musicalmente nel 1985, ma non possiamo preoccuparci di renderli felici a tutti i costi, rischiando che a farne le spese possano essere tutti gli altri, insieme alla nostra creatività. Il nostro unico vero obiettivo era quello di rendere felici noi stessi, producendo un album che potessimo amare sin dall’inizio. Non siamo in alcun modo in grado di prevedere in che modo potrebbe reagire qualcun altro; possiamo solo sperare che più persone possibile si dedichino all’ascolto con una mente sufficientemente aperta e, soprattutto, riconoscendo il cuore che abbiamo voluto mettere in ogni composizione. Indipendentemente dallo stile o dalla velocità, questa è obbiettivamente una raccolta di brani che fluiscono bene insieme e che, si spera, potranno anche far riflettere coloro che decideranno di approfondirli. Non siamo mai stati una band semplice o poco profonda e non vogliamo in alcun modo diventarlo, anche perché il mercato offre già molto a chi cerca ascolti più immediati.

CHE CI DICI DELLA VOSTRA NUOVA COLLABORAZIONE CON LA LABEL GRECA NO REMORSE RECORDS? PENSI CHE SIA STATA UNA BUONA SCELTA?
– Siamo molto contenti del lavoro svolto da No Remorse, così come del loro personale approccio nei confronti della musica e delle band con cui decidono di collaborare. Sono stati piuttosto generosi e pazienti sin dall’inizio, e siamo estremamente impressionati dalla mole di prodotti validi divenuti realtà anche grazie a loro.

AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE TOUR AL MOMENTO? O PIUTTOSTO DELLE DATE SINGOLE IN ALCUNE OCCASIONI SELEZIONATE? NATURALMENTE SPERIAMO DI VEDERVI PRESTO IN ITALIA.
– La nostra tappa in Italia nel 2015 è stata per noi un’esperienza fantastica, e vogliamo approfittare dell’occasione per esprimere tutto il nostro più profondo apprezzamento per Giuliano Mazzardi, promoter del festival Play It Loud. Se sarà possibile, torneremo molto volentieri dalle vostre parti per altre date. Per quanto riguarda i tour, ci piacerebbe molto intraprenderne nuovamente uno su vasta scala, ma bisogna tener presente che ognuno di noi ha una famiglia e un posto di lavoro di cui occuparsi, quindi bisogna fare in modo che il tempo investito e i guadagni di un impegno così lungo possano compensare e/o giustificare l’assenza dal lavoro o, eventualmente, un cambiamento sul fronte professionale. Questa è purtroppo una realtà economica di base con cui bisogna fare i conti ogni qualvolta ci sono delle decisioni da prendere; e anche per questo motivo, è spesso più facile per gli organizzatori e per le band tenere dei concerti speciali in cui tutte le spese sono pagate e soppesate, con un investimento di tempo non superiore alla settimana, se non addirittura anche meno. A volte abbiamo la possibilità di esibirci in due o tre spettacoli durante un viaggio di sei o sette giorni, a seconda naturalmente della disponibilità dei promoter locali e approfittando del fatto che un volo transoceanico, in caso di date fuori dagli U.S., viene di solito pagato dal festival che decide di ospitarci; ciò rende relativamente semplice piazzare altre due o tre date in luoghi non distanti, con una spesa minima e vantaggiosa per tutti.

PENSATE DI CONTINUARE LA VOSTRA AVVENTURA MUSICALE DOPO QUESTO “A VIEW FROM BELOW”? MAGARI CON UN NUOVO ALBUM NEI PROSSIMI ANNI.
– Se decidiamo di applicarci al meglio delle nostre possibilità potremmo avere un nuovo album pronto già per la fine del 2019. Però, come detto in precedenza, anche i nostri fan devono capire che per noi ciò rappresenta uno sforzo in termini di tempo, denaro, creatività e cooperazione. In compenso, già solo il fatto che siamo riusciti a concentrarci su un lavoro di questo tipo, senza intaccare in alcun modo le nostre vite famigliari e professionali, dimostra pienamente la ineccepibile professionalità di cui faremmo sfoggio nel caso in cui potessimo diventare tutti dei musicisti di professione a tempo pieno. Se conoscete qualche milionario/miliardaro là fuori che ha voglia di finanziare una talentuosa band metal per girare il mondo e scrivere nuova musica, chiamateci. (ridiamo, ndr)

COME SICURAMENTE SAPRAI ANCHE TU, IL MERCATO E LA SCENA SONO CAMBIATI RADICALMENTE NEL CORSO DEGLI ANNI, SOPRATTUTTO RISPETTO AI TEMPI IN CUI GLI HEIR APPARENT ERANO PARTE INTEGRANTE DI UN AMBIENTE ANCORA IN PIENO SVILUPPO. COME STATE AFFRONTANDO I NUOVI SISTEMI DI MUSIC BUSINESS E PROMOZIONE/DISTRIBUZIONE? QUALI SONO I PRO E I CONTRO PER TE, IN BASE ALL’ESPERIENZA?
– Senza dubbio è quasi tutto diverso rispetto ai tempi che furono, e come in tutte le cose ci sono degli alti e dei bassi. Bisogna dire che la resurrezione stessa degli Heir Apparent trova le sue fondamenta proprio su Facebook, e per l’esattezza dal momento in cui abbiamo realizzato la prima pagina ufficiale ormai quasi otto anni fa. Da lì, abbiamo provato ad utilizzare tutte le possibili opzioni di marketing digitale a nostra disposizione, anche perché dei buoni professionisti riescono immediatamente a creare delle opportunità sfruttando i mezzi di cui possono disporre. Volendo invece vedere i contro, non è di certo un segreto la problematica riguardo il furto e la diffusione illegale della musica su internet. Stranamente, l’unica cosa che assolutamente non è cambiata sta nel fatto che tutti coloro che forniscono un servizio pretendono di venire pagati prima che la band veda anche solo un centesimo…bello, vero? (ridiamo, ndr)

RITIENI CHE L’HEAVY METAL POSSA AVERE POTENZIALMENTE UN FUTURO BRILLANTE DAVANTI A SÉ?
– Non ne ho idea, in tutta sincerità. Alla fine della fiera, saranno soprattutto i fan a determinare il nostro destino; se vogliono di più, ci sosterranno in modo da permetterci di fornire di più. Per il momento, ci limitiamo a dire di aver portato a termine il lavoro con tanto di investimento, e il supporto dei fan finora è stato assolutamente degno di nota! Ora, se non avete ancora comprato l’album, è il vostro turno! Ci si vede nel corso del 2019!

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