Gli Hell In The Club sono oramai diventati una piacevole certezza per tutti coloro che apprezzano il lato più moderno, poliedrico e frizzante dell’hard rock. Reduci dalla recente pubblicazione dell’ottimo “Shadow Of The Monster”, opera in cui ha esordito il nuovo batterista Marco Lanciotti, i quattro protagonisti sembrano avviati verso una carriera brillante su e giù dal palco. Di conseguenza, non ci siamo fatti scappare la ghiotta opportunità per fare il punto della situazione con il bassista e compositore Andrea Buratto, il quale, grazie al suo eloquio schietto e genuino, ci ha permesso di comprendere al meglio il messaggio trasmesso da quattro ragazzi perdutamente innamorati del rock e di tutto ciò che ruota intorno ad esso.
INIZIAMO SUBITO CON UNA DOMANDA SPINOSA, ANDREA. QUALI SONO I MOTIVI PRINCIPALI CHE HANNO DETERMINATO LA SEPARAZIONE CON IL BATTERISTA FEDERICO PENNAZZATO?
“Il motivo principale della separazione con Fede è stato che lui ha deciso di appendere le bacchette al chiodo. Ha perso l’entusiasmo e la passione in questo ambito artistico, così ha deciso di dedicarsi solamente alla sua carriera di ingegnere del suono. Preferisce seguire i concerti dalla regia e non più da musicista sul palco. Siamo rimasti comunque ancora ottimi amici, infatti ha partecipato alla realizzazione di ‘Shadow Of The Monster’, incidendo su nastro gli assoli di chitarra di Andrea Piccardi nel suo studio ad Arona, i Music Ink”.
COME SIETE GIUNTI ALLA DECISIONE FINALE DI RECLUTARE IL SUO ATTUALE SOSTITUTO, MARCO LANCIOTTI?
“Simone Mularoni (il produttore, ndR) ci ha presentato Marco. Inizialmente lo abbiamo ingaggiato come session man esecutivo per i nuovi brani, invece si è sentito subito particolarmente coinvolto dalla nostra proposta e, una volta che ci siamo poi incontrati in studio, è nato un bellissimo rapporto anche a livello umano. Così, sia da parte nostra che da parte sua, è stata una scelta naturale quella di entrare in pianta stabile nel gruppo. Sono convinto infatti che abbia svolto un lavoro davvero grandioso alla batteria, soprattutto perché ha avuto solo due settimane per prepararsi!”.
QUALI RITIENI CHE SIANO LE PRINCIPALI DIFFERENZE UMANE E PROFESSIONALI TRA I DUE MUSICISTI?
“Conosco Marco da poco, Fede invece da tantissimo tempo, quindi al momento mi è impossibile percepire le differenze sostanziali fra di loro. L’unica cosa certa è che sono entrambi grandi musicisti! Sicuramente sono molto diversi dal punto di vista caratteriale, ma hanno molti punti in comune, a partire dal fatto che con loro due sul palco puoi tranquillamente dimenticarti di avere un batterista, perché sono di una precisione devastante. Non sbagliano praticamente mai”.
NELLA PRECEDENTE INTERVISTA AVETE DICHIARATO CHE IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE VIENE EQUAMENTE SUDDIVISO TRA TUTTI I MEMBRI DEL GRUPPO. E’ ACCADUTA LA STESSA COSA PER “SHADOW OF THE MONSTER” O IN QUESTA OCCASIONE AVETE CAMBIATO IL VOSTRO APPROCCIO ALLA SCRITTURA DEI BRANI?
“In questa occasione le idee di base sono state fornite principalmente da me e da Davide Moras, invece sui precedenti dischi tutti e quattro i componenti avevano contribuito a donare alcuni spunti su cui lavorare in seguito. Per quanto riguarda lo sviluppo e l’arrangiamento dei brani, anche Andrea e Marco hanno contribuito a fornire la loro impronta sulle rispettive parti di chitarra e batteria”.
SONO CONVINTO CHE ABBIATE SUPERATO BRILLANTEMENTE LA FATIDICA PROVA DEL TERZO DISCO, I BRANI RISULTANO PIU’ VARI ED ELABORATI, COME MAI PRIMA D’ORA. PENSI CHE SIA IL FRUTTO DI UNA COESIONE UMANA ED ARTISTICA MATURATA NEL TEMPO O AVETE PRESO LE DISTANZE DAI CLICHE’ DEL PARTY ROCK PER CREARE QUALCOSA DI PIU’ MATURO E PERSONALE?
“Credo sia dovuto al fatto che, ovviamente, più passa il tempo e più come band stiamo maturando verso una nostra direzione. Non mancano alcuni momenti di puro ‘party rock’ anche su questo disco, come nel caso specifico del primo singolo ‘Enjoy The Ride’. Al tempo stesso, abbiamo elaborato del materiale più pesante e più riflessivo, ma nella sostanza rimane comunque un disco rock al 100% senza tanti fronzoli. Non scegliamo mai quale direzione devono prendere le canzoni, ci lasciamo andare e vediamo cosa accade”.
SONO RIMASTO MOLTO COLPITO DALLA VOSTRA PERSONALE RILETTURA DI “MONEY CHANGES EVERYTHING”. COME SIETE GIUNTI ALLA DECISIONE DI CHIUDERE IL VOSTRO ALBUM CON UNA COVER EREDITATA DAL MONDO DEL POP?
“Questa canzone è stata completamente riarrangiata da Andrea in chiave musicale, mentre Dave si è occupato di rifinire al meglio le melodie vocali. Al nostro chitarrista piace molto stravolgere completamente canzoni famose, creando come in questo caso una ballata da un pezzo basilarmente molto allegro. Quando ci ha fatto sentire il suo demo ci è piaciuto molto e abbiamo così deciso di inserire il brano nel disco”.
POSSIAMO DEFINIRE “SHADOW OF THE MONSTER” UNA SORTA DI CONCEPT ALBUM OPPURE OGNI EPISODIO NARRA UNA STORIA A SÉ?
“Ogni canzone possiede una propria identità a livello lirico. Di solito, ci guardiamo intorno e prendiamo spunto da alcuni eventi che ci colpiscono più o meno direttamente, in alcuni casi invece cerchiamo di toccare alcuni argomenti che ci stanno particolarmente a cuore. Per farti qualche esempio, nello specifico, ti illustro i testi scritti che ho scritto: ‘Appetite’ è una canzone dedicata a noi musicisti, a tutti quanti, davvero. Abbiamo perennemente fame di musica e di palcoscenico, per saziarci facciamo centinaia di chilometri da una città all’altra oppure trascorriamo tantissime ore nello studio di registrazione. E’ una sorta di tributo a noi stessi e per questo vogliamo ringraziare tutti i nostri colleghi che vivono la nostra stessa passione. ‘Naked’ invece è una canzone che narra la bellezza del sesso e dell’amore, in tutte le sue forme. E’ un invito a non porsi dei limiti e a godersi fino in fondo una delle virtù più belle del nostro pianeta. ‘Hell Sweet Hell’ è dedicata invece a tutti coloro che frequentano i concerti e che comprano i dischi, supportando così il nostro lavoro. ‘Try Me, Hate Me’ trabocca di sarcasmo per tutti gli ‘hater’ del web: hanno veramente stancato tutti quei post dedicati a ciò che fa loro schifo. Ragazzi, non perdete il vostro tempo a parlare male di chiunque proponga una cosa che non vi piace, piuttosto usatelo in maniera costruttiva per qualunque cosa vi appaghi e diffondete il messaggio a più persone possibili… condividete ciò che amate, non ciò che odiate! Se tutti noi parlassimo solo delle cose che amiamo, il mondo attuale andrebbe decisamente meglio. Adoro scrivere i testi e desidero che chiunque impieghi il proprio tempo prezioso per leggerli, comprenderli e che possa immedesimarsi nei concetti che voglio esprimere”.
IMMAGINO CHE SIATE VOI LE QUATTRO MARIONETTE RAPPRESENTATE IN COPERTINA. CHI E’ IL MOSTRO CHE VI MANIPOLA?
“Il mostro rappresenta tutto ciò che ci pesa nella vita, ad esempio i debiti, se li abbiamo, una fidanzata/o se è un vero e proprio rompiballe (ride, ndR) o dei genitori troppo severi. Anche un impiego che non ci gratifica è un bel rospo da mandare giù oppure, cosa ancora più grave, il fatto che molti miei coetanei non riescano a trovare uno straccio di lavoro”.
ANCHE IN QUESTA OCCASIONE AVETE DECISO DI RINNOVARE LA COLLABORAZIONE CON IL PRODUTTORE SIMONE MULARONI. QUALI SONO I MOTIVI PRINCIPALI CHE VI HANNO SPINTO A NON CONSIDERARE UN’ALTRA OPZIONE?
“Sarò brevissimo nel darti questa risposta: semplicemente, per noi, Simone è il numero uno!”.
GIRERETE IL CONSUETO VIDEO PROMOZIONALE PER UN NUOVO SINGOLO? IN CASO AFFERMATIVO, AVETE GIA’ SCELTO IL BRANO IDEALE DA TRASMETTERE VIA ETERE?
“Sì, il video di ‘Shadow Of The Monster’ è già pronto e dovrebbe uscire proprio in questi giorni! E’ completamente dedicato ad una famosa serie TV, nonché ad un vecchio film cult. A buon intenditor poche parole”.
I VOSTRI PIANI FUTURI PREVEDONO ANCHE UN TOUR DI SUPPORTO ALL’ALBUM?
“Sì, come ti dicevo vogliamo suonare in giro il più possibile. E’ proprio quella la nostra dimensione preferita, alla fine dei conti. Non fraintendermi, adoriamo anche passare il tempo nello studio di registrazione, perché è proprio quello il luogo sacro da cui nascono i nostri album”.
VISTO CHE AVETE DIMOSTRATO DI ESSERE COSI’ PROLIFICI DI RECENTE, SIETE GIA’ AL LAVORO SU NUOVE COMPOSIZIONI?
“Non ci fermiamo mai da quel punto di vista. Appena ci viene un’idea, la registriamo e la archiviamo, in attesa che venga il momento giusto per lavorarci e svilupparla al meglio. In questo modo lasciamo che la nostra creatività fuoriesca nel modo più naturale possibile”.
ANDREA, COME IMPIEGHI IL TUO TEMPO AL DI FUORI DEL TUO IMPEGNO CON GLI HELL IN THE CLUB?
“Mi arrampico sugli specchi e cerco di portare la pagnotta a casa. In parole povere faccio la fame (ride, ndR). Cerco di dedicare il mio tempo esclusivamente alla musica, perché questo, in fin dei conti, è ciò che amo davvero”.
QUEST’ANNO I MÖTLEY CRÜE HANNO DECISO DI CONCLUDERE UFFICIALMENTE UFFICIALMENTE LA PROPRIA CARRIERA, COSI’ COME TANTE ALTRE LEGGENDE DEL ROCK CI STANNO LASCIANDO PER UN MOTIVO O PER L’ALTRO. PENSI CHE CI SIANO DELLE NUOVE LEVE PRONTE A EREDITARE I TRONI VACANTI O, COME HA DICHIARATO DI RECENTE GENE SIMMONS, IL ROCK E’ MORTO?
“E’ un argomento molto, ma molto, complesso da affrontare in poche parole. Di natura sono una persona ottimista, non credo che il rock sia morto, anzi, sono convinto che non morirà mai! Semplicemente, ci saranno nuovi talenti internazionali a cui toccherà portare avanti un discorso artistico di incredibile bellezza. Io ci credo!”.