Dopo due anni dalla pubblicazione del fortunato “Keeper Of The Seven Keys – The Legacy” tornano le zucche di Amburgo con il nuovo “Gambling With The Devil”, un album aggressivo e melodico, una sorta di rivalutazione del bistrattato “The Dark Ride”. Un successo annunciato che consacra definitivamente il nuovo batterista Daniel Loeble come membro ufficiale della band. E’ proprio il simpatico Daniel a rispondere alle nostre domande, comodamente adagiato nella zona relax di un lussuosissimo hotel milanese…
CIAO DANIEL! SEI GIUNTO AL TUO SECONDO ALBUM CON GLI HELLOWEEN. COME CI SI SENTE AD ESSERE RICONFERMATI? CONSIDERATO QUANTO AVVENUTO NEL RECENTE PASSATO DELLA BAND SEMBREREBBE UN PRIVILEGIO…
“Sono felicissimo di essere ancora in gioco con la band. Sono ancora il batterista degli Helloween, e credo proprio che lo sarò per molto tempo. Credo di essere ciò di cui la band ha bisogno. Il nuovo album è una bomba, ed io sono soddisfatto delle mie parti di batteria. Questo anche grazie a Charlie, il nostro produttore. Non c’è proprio nulla di cui io mi possa lamentare, davvero”.
“Sono felicissimo di essere ancora in gioco con la band. Sono ancora il batterista degli Helloween, e credo proprio che lo sarò per molto tempo. Credo di essere ciò di cui la band ha bisogno. Il nuovo album è una bomba, ed io sono soddisfatto delle mie parti di batteria. Questo anche grazie a Charlie, il nostro produttore. Non c’è proprio nulla di cui io mi possa lamentare, davvero”.
QUANTA LIBERTA’ HAI AVUTO NELLA REALIZZAZIONE DELLE TUE PARTI DI BATTERIA PER “GAMBLING WITH THE DEVIL”?
“Libertà totale. Nessuno si è mai permesso di dirmi cosa e come dovessi suonare. Quello che senti sull’album è il mio stile, ed anche se ovviamente ho dovuto arrangiare il mio modo di suonare sull’album nello stile Helloween, credo che si possa chiaramente sentire il mio tocco”.
“Libertà totale. Nessuno si è mai permesso di dirmi cosa e come dovessi suonare. Quello che senti sull’album è il mio stile, ed anche se ovviamente ho dovuto arrangiare il mio modo di suonare sull’album nello stile Helloween, credo che si possa chiaramente sentire il mio tocco”.
SEI ENTRATO NELLA BAND APPENA DOPO L’ORRENDO “RABBITS DON’T COME EASY”. DIREI NON UNO DEI PERIODI MIGLIORI DELLA BAND…
“Credo che il mio apporto positivo alla band fosse fondamentalmente uno: la velocità. Era quello di cui avevano bisogno, e che non avevano forse trovato nei batteristi che mi hanno preceduto. Il mio lavoro è quello di pestare come un maledetto e di tenere tutto insieme, musicalmente parlando. Specialmente dal vivo, devo essere in grado di suonare qualsiasi cosa. Pezzi speed o cadenzati devono essere fattibili allo stesso modo”.
“Credo che il mio apporto positivo alla band fosse fondamentalmente uno: la velocità. Era quello di cui avevano bisogno, e che non avevano forse trovato nei batteristi che mi hanno preceduto. Il mio lavoro è quello di pestare come un maledetto e di tenere tutto insieme, musicalmente parlando. Specialmente dal vivo, devo essere in grado di suonare qualsiasi cosa. Pezzi speed o cadenzati devono essere fattibili allo stesso modo”.
L’ALBUM E’ FORSE IL PIU’ HEAVY CHE ABBIATE MAI PUBBLICATO, E SEMBRA NASCONDERE AL SUO INTERNO UNA RABBIA FRUSTRATA…
“Non saprei come risponderti. So per certo che non c’è nessun tipo di odio nell’ispirazione dell’album, in fondo siamo sempre una ‘happy happy metal band’. Ma è anche vero che traspare qualcosa di negativo. Dopo ‘Keeper Of The Seven Keys III – The Legacy’ ci siamo fermati a riflettere, perché non sapevamo bene che direzione intraprendere. Abbiamo quindi deciso di metterci d’impegno, registrare ogni singola idea e scegliere cosa potesse andare bene per un nuovo album. Niente è stato pianificato, quindi. Tornando al discorso di prima, credo che la nostra volontà di concentrarci su tematiche meno frivole abbia donato all’album questo mood, così heavy e in your face”.
“Non saprei come risponderti. So per certo che non c’è nessun tipo di odio nell’ispirazione dell’album, in fondo siamo sempre una ‘happy happy metal band’. Ma è anche vero che traspare qualcosa di negativo. Dopo ‘Keeper Of The Seven Keys III – The Legacy’ ci siamo fermati a riflettere, perché non sapevamo bene che direzione intraprendere. Abbiamo quindi deciso di metterci d’impegno, registrare ogni singola idea e scegliere cosa potesse andare bene per un nuovo album. Niente è stato pianificato, quindi. Tornando al discorso di prima, credo che la nostra volontà di concentrarci su tematiche meno frivole abbia donato all’album questo mood, così heavy e in your face”.
DANDO UN’OCCHIATA AI TITOLI, SEMBRA CHE QUESTA VOLTA ABBIATE VOLUTO AFFRONTARE TEMATICHE RELIGIOSE, INSOLITE PER UN GRUPPO COME IL VOSTRO. ABBIAMO INFATTI IL PARADISO (“HEAVEN TELLS NO LIES”), I SANTI (“THE SAINTS”) E L’INFERNO (“THE BELLS OF THE 7 HELLS”)…
“Non ti so dare una risposta precisa perché Andi si è occupato dei testi. Ti posso dire che per esempio ‘The Bells Of The 7 Hells’ parla di un uomo che riscuote consensi dalla folla solo perché grida più forte degli altri, proprio come succede nella realtà. Nessuno si interessa di cosa questo qualcuno dica, in realtà, né si interroga sul fatto che ciò sia giusto e sbagliato. Succede e basta. Per il resto davvero credo che sia opportuno che ognuno tragga le proprie conclusioni una volta letto il testo”.
“Non ti so dare una risposta precisa perché Andi si è occupato dei testi. Ti posso dire che per esempio ‘The Bells Of The 7 Hells’ parla di un uomo che riscuote consensi dalla folla solo perché grida più forte degli altri, proprio come succede nella realtà. Nessuno si interessa di cosa questo qualcuno dica, in realtà, né si interroga sul fatto che ciò sia giusto e sbagliato. Succede e basta. Per il resto davvero credo che sia opportuno che ognuno tragga le proprie conclusioni una volta letto il testo”.
IL SOUND DI PEZZI COME “THE SAINTS”, “FINAL FORTUNE” E “KILL IT” MOSTRA UNA GRANDE COESIONE MUSICALE TRA DI VOI, COME SE FOSTE INSIEME CON QUESTA LINE-UP DA VENT’ANNI…
“E ti dirò di più: non abbiamo fatto neanche una prova insieme prima di entrare in studio a registrare l’album. Dopo un anno e mezzo di tour insieme, io credo che non sia necessario trovarsi in sala prove per preparare un album. Ognuno sa quello che deve fare, in termini di arrangiamenti ed esecuzione. Ognuno ha lavorato sulla sua parte per conto suo, e poi ci siamo trovati in studio già con le idee chiare. Conta anche abitiamo abbastanza distanti tra di noi: Andi e Weiki vivono a Tenerife, io vicino al confine tra Germania e Svizzera, Markus e Sasha ad Amburgo”.
“E ti dirò di più: non abbiamo fatto neanche una prova insieme prima di entrare in studio a registrare l’album. Dopo un anno e mezzo di tour insieme, io credo che non sia necessario trovarsi in sala prove per preparare un album. Ognuno sa quello che deve fare, in termini di arrangiamenti ed esecuzione. Ognuno ha lavorato sulla sua parte per conto suo, e poi ci siamo trovati in studio già con le idee chiare. Conta anche abitiamo abbastanza distanti tra di noi: Andi e Weiki vivono a Tenerife, io vicino al confine tra Germania e Svizzera, Markus e Sasha ad Amburgo”.
HAI FATTO UN GRANDE LAVORO DI BATTERIA SU QUESTO ALBUM, E VORREI CHE INDICASSI AI BATTERISTI CHE STANNO LEGGENDO QUESTA INTERVISTA IL PEZZO DELL’ALBUM PIU’ TECNICAMENTE VALIDO, SECONDO IL TUO PUNTO DI VISTA.
“Ovviamente potrei dirti che tutti i pezzi presentano grandi difficoltà a livello tecnico, ma se dovessi scegliere un paio di pezzi in particolare, ti direi ‘The Bells Of The 7 Hells’ per la velocità della doppia cassa, ma soprattutto ‘The Saints’. Se ascolti bene in cuffia noterai come per me sia stato complicato: ho infatti dovuto accentare ogni nota del riff con ride, charleston e piatti. Tutto questo con la doppia cassa impazzita! Ho letteralmente perso la testa su quel pezzo. Anche il ritornello di ‘Kill It’ ha richiesto un grande sforzo da parte mia per trovare il giusto feeling. Io sono un batterista tedesco in tutti i sensi, e come sai bene noi siamo conosciuti per la precisione ma poco per la varietà. Per me cercare di unire le due cose è stato decisamente complicato, ma credo di esserci riuscito più che bene”.
“Ovviamente potrei dirti che tutti i pezzi presentano grandi difficoltà a livello tecnico, ma se dovessi scegliere un paio di pezzi in particolare, ti direi ‘The Bells Of The 7 Hells’ per la velocità della doppia cassa, ma soprattutto ‘The Saints’. Se ascolti bene in cuffia noterai come per me sia stato complicato: ho infatti dovuto accentare ogni nota del riff con ride, charleston e piatti. Tutto questo con la doppia cassa impazzita! Ho letteralmente perso la testa su quel pezzo. Anche il ritornello di ‘Kill It’ ha richiesto un grande sforzo da parte mia per trovare il giusto feeling. Io sono un batterista tedesco in tutti i sensi, e come sai bene noi siamo conosciuti per la precisione ma poco per la varietà. Per me cercare di unire le due cose è stato decisamente complicato, ma credo di esserci riuscito più che bene”.
IL VOSTRO SOUND ATTUALE E’ QUASI COMPLETAMENTE SLEGATO DA QUELLO DEI PRIMI “KEEPER OF THE SEVEN KEYS”, GLI ALBUM CHE VI HANNO DATO LA FAMA MONDIALE. COME CREDI CHE SI EVOLVERA’ IL VOSTRO SOUND NEI PROSSIMI DIECI ANNI?
“E’ un processo normale quello dell’evoluzione in una band. Non saremmo qui oggi se avessimo continuato a riproporre pedissequamente pezzi in stile ‘Keepers’. E’ il normale corso delle cose. Seguiamo l’evoluzione, anche per quanto riguarda la strumentazione da studio, la tecnologia, la tecnica. Cerchiamo quindi di sfruttare tutto al meglio per dare il massimo a chi paga per la nostra musica. Una produzione sempre al passo coi tempi è la prima cosa a cui badare quando si confeziona un album”.
“E’ un processo normale quello dell’evoluzione in una band. Non saremmo qui oggi se avessimo continuato a riproporre pedissequamente pezzi in stile ‘Keepers’. E’ il normale corso delle cose. Seguiamo l’evoluzione, anche per quanto riguarda la strumentazione da studio, la tecnologia, la tecnica. Cerchiamo quindi di sfruttare tutto al meglio per dare il massimo a chi paga per la nostra musica. Una produzione sempre al passo coi tempi è la prima cosa a cui badare quando si confeziona un album”.
COSA MI DICI DEL VERSANTE VIDEOCLIP? IO TI CONFESSO CHE DOPO AVER VISTO “JUST A LITTLE TIME” HO PREFERITO EVITARE ALTRI TRAUMI…
“Hai ragione (risate, ndR)! Quel video era davvero penoso. Per fortuna ci siamo rifatti con i due video successivi, e con il DVD live. Il nostro budget è aumentato notevolmente, tanto da permetterci di realizzare qualcosa di decisamente buono. Soprattutto il video di ‘Light The Universe’, ambientato in un castello medievale, è stato mandato in un sacco di emittenti, grazie anche alla partecipazione straordinaria di Candice Night (Blackmore’s Night). Ora è in fase di realizzazione il video di ‘As Long As I Fall’ e speriamo di presentarlo al più presto”.
“Hai ragione (risate, ndR)! Quel video era davvero penoso. Per fortuna ci siamo rifatti con i due video successivi, e con il DVD live. Il nostro budget è aumentato notevolmente, tanto da permetterci di realizzare qualcosa di decisamente buono. Soprattutto il video di ‘Light The Universe’, ambientato in un castello medievale, è stato mandato in un sacco di emittenti, grazie anche alla partecipazione straordinaria di Candice Night (Blackmore’s Night). Ora è in fase di realizzazione il video di ‘As Long As I Fall’ e speriamo di presentarlo al più presto”.
NON POSSIAMO EVITARE DI PARLARE DEL TOUR CHE TOCCHERA’ L’ITALIA IL 27 E 28 NOVEMBRE, CHE VI VEDRA’ INSIEME AGLI EX-ACERRIMI NEMICI GAMMA RAY…
“Non nego che in passato ci siano stati degli attriti tra Weiki e Kai Hansen, ma ormai si è tutto appianato. Approfittiamo di questa occasione per far capire a tutti che ora va tutto bene tra le due band. Ci sarà addirittura una jam, dove staremo tutti sullo stesso palco per qualche pezzo, credo tre o quattro. Nessuna guerra tra di noi. Vi aspettiamo tutti, non mancate!”.
“Non nego che in passato ci siano stati degli attriti tra Weiki e Kai Hansen, ma ormai si è tutto appianato. Approfittiamo di questa occasione per far capire a tutti che ora va tutto bene tra le due band. Ci sarà addirittura una jam, dove staremo tutti sullo stesso palco per qualche pezzo, credo tre o quattro. Nessuna guerra tra di noi. Vi aspettiamo tutti, non mancate!”.