HELLOWEEN – Intervista a Sascha Gerstner

Pubblicato il 15/05/2003 da


E’ una mattina come tante altre a Milano, quando nella hall di un lussoso albergo ci attende Sascha Gerstner, nuovo chitarrista degli Helloween, pronto a raccontarci tutti i segreti che si celano dietro il parto della nuova creatura a nome “Rabbit Don’t Come Easy”. Durante una tranquilla e rilassata chiaccherata (forse fin troppo rilassata!) l’imponente guitarist tedesco ci racconta, tra le altre cose, di come è entrato a far parte di una band prestigiosa come gli Helloween e di cosa pensa della scena heavy metal di oggi…

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI UN TITOLO COME “RABBIT DON’T COME EASY”?
“Be’, sostanzialmente sta a significare che nella realizzazione dell’album abbiamo avuto più di un problema… Mark Cross (il batterista, rimpiazzatoin sede di registrazione da Mikky Dee dei Motorhead, nda) ha avuto problemi di salute abbastanza seri, ed anch’io ho passato un periodo in cui non stavo molto bene. Certo, niente di serio, ma sai, quando delle persone si pongono dei determinati obiettivi da raggiungere con una certa scadenza, se questi vengono disillusi è naturale pensare che una cosa faccia fatica a venire alla luce…”.

QUINDI IL CONIGLIO SAREBBE UNA SORTA DI METAFORA PER INDICARE LA REALIZZAZIONE DELL’ALBUM, CHE NON E’ STATA SEMPLICE…
“Esatto, e abbiamo voluto esprimere questo concetto con qualcosa di immediato, senza magari concentrando queste considerazioni sulle canzoni, ma facendole risaltare immediatamente, appunto, nel titolo e nella cover”.

COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON MICHAEL WEIKATH?
“Dunque, per quando riguarda il mio primo contatto con Michael ti dico subito che è avvenuto l’estate scorsa, grazie ad un amico comune; mi ha chiamato perché aveva bisogno di un chitarrista, e immediatamente dopo esserci conosciuti abbiamo cominciato a scrivere canzoni, facendo contemporaneamente ad Amburgo delle sessioni di prova per vedere cosa ne venisse fuori”.

DA QUANDO SEI NEGLI HELLOWEEN IN COSA E’ CAMBIATO IL TUO RUOLO NEL PROCESSO DI COMPOSIZIONE RISPETTO A CIO’ CHE AVEVI FATTO CON ALTRE BAND?
“Ci sono molte differenze, perché questo è il primo gruppo in cui posso fare o suonare ciò che mi pare, dove tutti i componenti fanno un lavoro collettivo; per esempio, quando ero nei Freedom Call non suonavo ciò che volevo, ma erano altri a dirmi cosa dovessi fare e come… ‘devi fare questo bending, non devi suonare questo vibrato’, e altre cose del genere. Qui mi sento libero di essere me stesso, senza limitazioni. Questa è un’ottima cosa, perché permette ad ognuno nella band di esprimersi al meglio… ti dico che, per esempio, quando mi sono trovato per la prima volta negli Helloween nella scorsa estate ed abbiamo fatto una sessione di prova, ognuno è stato libero di suonare come meglio credeva, e così ho anche scoperto di avere uno stile esecutivo simile a quello di Michael, ed in generale coerente con gli altri ragazzi della band. Tra noi c’è la massima reciproca fiducia, ognuno crede nell’altro quando suoniamo, senza imporre nulla”.

SEI SODDISFATTO DI CIO’ CHE HAI COMPOSTO IN FASE DI SONGWRITING?
“Sì, sono molto soddisfatto, credo di aver fatto un buon lavoro! Avevo molte idee, che non potevo utilizzare con la band precedente per i motivi che tiho appena detto, e queste sono piaciute molto agli altri membri del gruppo. E’ stato il mio sogno fin da quando avevo quindici anni, quello di stare in una band dove siamo tutti come fratelli, e componiamo il materiale tutti assieme, senza che nessuno predomini sull’altro. Questa opportunità non mi era mai capitata prima di entrare negli Helloween, e ora che tutto questo è diventato realtà ne sono molto soddisfatto”.

PENSO CHE NON CI SIA ALTRO MODO PERCHE’ UNA BAND FUNZIONI A DOVERE…
“Sono d’accordo con te, una cosa del genere è molto importante. Se vuoi restare a lungo nella scena e farti valere, non c’è niente di meglio di un buon rapporto all’interno della band, e di un modo di lavorare come questo. Se non lavori così non puoi essere felice, e non senti di doverti dedicarepienamente alla causa della band. Questo purtroppo succede in troppi gruppi oggi…”.

PARLIAMO DEL LATO PRETTAMENTE MUSICALE DEL DISCO; POSSIAMO DIRE CHE “RABBIT DON’T COME EASY” SIA UN PERFETTO MIX DELLE NUOVE E DELLE VECCHIE SONORITA’ CHE APPARTENGONO AGLI HELLOWEEN?
“La cosa più importante è mostrare ai fan che gli Helloween sono tornati alle loro radici con un disco che rappresenta il più classico dei loro stili. Sono tornati per dire: ‘Ok, ancora una volta ci siamo, facciamo di nuovo heavy metal, non nu metal o cose del gnere!’, una cosa perfettamente rappresentata da una canzone come ‘Just A Little Sign’…”.

SEI D’ACCORDO CON ME NEL DIRE CHE “JUST A LITTLE SIGN” PUO’ ESSERE CONSIDERATA UNA PERFETTA UNIONE DEI RIFF HEAVY DEL PRIMO ALBUM CON LE MELODIE DEI DUE KEEPER?
“Certo! Ma d’altra parte in questo disco abbiamo unito differenti stili, per mostrare che volendo possiamo fare ciò che vogliamo. Non puoi essere annoiato quando ascolti quest’album, perché non è come tanti di quegli album-fotocopia che escono ai giorni nostri… ogni canzone è diversa, e può essere ricondotta ad uno stile differente da qualsiasi altro. Abbiamo speso tutte le nostre energie per ottenere qualcosa del genere”.

STATE GIA’ PROGRAMMANDO UN TOUR? SE SI’, VERRETE IN ITALIA?
“Mmm, forse verremo l’anno prossimo, a Febbraio, ma non sono sicuro di quello che ti sto dicendo perché ancora non c’è niente di programmato ufficialmente. Ad ogni modo cominceremo il nostro tour in autunno partendo dal Sud America, e ad inizio dell’anno nuovo se tutto va bene dovremmo venire in Europa. Spero di venire in Italia, perché mi piace molto la pasta! (ride, nda)”.

SENTI, COSA NE PENSI DELLA SCENA METAL ODIERNA?
“E’ molto sorprendente che stia crescendo, a mio giudizio. Per esempio in Germania possiamo vedere i Manowar su MTV di pomeriggio…”.

QUI IN ITALIA ASSOLUTAMENTE NO!
“In Germania comunque la scena sta crescendo! Abbiamo anche molte nuove band e queste, tanto quanto quelle famose, vengono passate alla radio, e la gente non si fa problemi a sentire un po’ di sane chitarre distorte”.

TU PENSI CHE QUESTA SIA UNA COSA POSITIVA O NEGATIVA?
“Penso che sia una buona cosa che il metal stia crescendo e non rimanga, come spesso accade, solo relegato alla scena underground”.

QUINDI SARESTI D’ACCORDO SE IL METAL DIVENTASSE UN FENOMENO DI MASSA?
“Qualsiasi cosa venga prodotta in campo musicale merita di essere ascoltata, e presa per ciò che è. Ti faccio un esempio: quante persone sentendo un pezzo metal alla radio, magari con parecchia melodia, dicono: ‘Questo non è assolutamente heavy metal!’, perché pensano che il metal sia tutto growl e blastbeat come il death? Per esempio, quando in TV in Germania fanno vedere i Manowar, le persone che li guardano e non li conoscono dicono: ‘Questa è ottima musica rock!’, senza pensare assolutamente che si tratti di heavy metal”.

LASCIA CHE TI DICA UNA COSA: QUESTO E’ ESATTAMENTE IL PROBLEMA CHE ABBIAMO IN ITALIA, PER QUANTO RIGUARDA IL METAL… COLORO CHE NON L’ASCOLTANO PENSANO SIA TUTTO COME IL DEATH, E SE NE FANNO UNA PESSIMA IDEA.
“Certo, poi sentono dei gruppi come Limp Bizkit o Linkin Park e pensano che sono più pesanti dei Whitesnake, e dicono: ‘Ah si, questa è buona musica pesante!’…”.

PECCATO CHE I WHITESNAKE SIANO MIGLIORI!
“Già… comunque non mi piace l’atteggiamento di quelle persone, che sono le prime a dire ‘noi odiamo l’heavy metal’… aspettate un momento, lì ci sono le distorsioni, i suoni pesanti, si tratta sempre di metal! E dopo che hai detto loro questo, eccoli subito dire ‘Ah sì, mi piace l’heavy metal’, quando invece non sanno nemmeno che cos’è… che ipocriti!”.

A QUESTO PUNTO E’ MOLTO MEGLIO LA SCENA DI UN PAESE COME LA SVEZIA, DOVE IL METAL E’ UN FENOMENO DI MASSA, E TUTTI SANNO CHE COS’E’…
“Io penso che la questione della Svezia sia diversa… là hanno una forte scena nazionale e supportano a dovere le loro band, proprio perché è del loropaese… negli altri paesi ciò non accade, anzi, le band di casa sono poste spesso e volentieri ad un livello inferiore di quelle straniere”.

ECCO UN ALTRO GROSSO PROBLEMA ITALIANO…
“Già… voi avete i Rhapsody, che non hanno un adeguato supporto nella vostra nazione, e la stessa cosa accade da noi, in Germania, dove non godiamo di grande fama. Ti racconto un aneddoto: un po’ di tempo fa suonavo in una cover band, ed il nostro cantante era americano: be’, lui era popolarissimo, mentre puoi facilmente immaginare di che reputazione godesse il resto della band…”.

BENE, ORA PROSEGUIAMO CON L’INTERVISTA… COSA NE PENSI DEI MASTERPLAN?
“Ho sentito qualche canzone, e devo dire che mi piacciono. Più di tutti il cantante, che ha un’ottima voce e non è il solito singer di power metal.Però le canzoni non hanno abbastanza tiro, sono buone ma un po’ troppo melodiche e legate ai canoni del genere, sono un po’ troppo scontate, e mi risulta difficile vedere un loro fan cantarci sopra”.

SIAMO ARRIVATI AL TERMINE… C’E’ QUALCOS’ALTRO CHE VUOI DIRE A TUTTI I TUOI FAN ITALIANI?
“Spero che verrete alle nostre date italiane… io sarò felice di esserci, perché mi piace la pasta (ride ancora, nda)! E spero che vi piaccia il nostro nuovo disco!”.

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