Ultimamente li troviamo ovunque, è innegabile quindi lo slancio promozionale messo in moto per questo ‘avvenimento’: la pubblicazione del terzo episodio della sage dei “Keepers”, intitolato “Keeper Of The Seven Keys – The Legacy”. In questo doppio album, la band ha tirato fuori tutto ciò che poteva, consegnandoci un lavoro sì valido, ma ovviamente non all’altezza dei suoi due illustri predecessori. Abbiamo incontrato il singer Andi Deris in quel di Milano, per una piacevole chiacchierata, purtroppo conclusasi bruscamente a causa del poco tempo a disposizione…
INIZIAMO SUBITO PARLANDO DEL NUOVO ALBUM “KEEPER OF THE SEVEN KEYS – THE LEGACY”. COME MAI AVETE DECISO DI SCOMODARE UN NOME COSI’ IMPORTANTE, E SOPRATTUTTO PERCHE’ “THE LEGACY” E NON “KEEPER OF THE SEVEN KEYS – PART 3”?
“Semplicemente perché la parola ‘Legacy’ è quella che esprime al meglio quello che siamo noi oggi, quindici anni dopo. Non è la stessa storia, perché il ‘Keeper’ deve combattere ancora per un’altra storia, e soprattutto non ci sono le stesse circostanze che c’erano negli anni Ottanta. Nuovo capitolo, nuovo libro, nuova storia, e ovviamente nuovo sound. Così abbiamo pensato di chiamarlo ‘The Legacy’. Ovviamente il protagonista è lo stesso, che combatte ancora per il genere umano, perché alcuni hanno tradito il genere umano. Ti confesso che abbiamo scelto di nuovo come titolo ‘Keeper Of The Seven Keys’ perché sarebbe stupido non usarlo. Prima o poi avremmo dovuto usare di nuovo il nostro titolo più celebre. E’ una occasione per far sì che molte persone vogliano ascoltarlo, ed essendo un grande album, potranno apprezzarlo. Diversamente molte persone lo avrebbero probabilmente ignorato”.
OGGI (L’INTERVISTA SI E’ TENUTA IL 5 SETTEMBRE, ndR) IL VOSTRO NUOVO SINGOLO “MRS. GOD” ESCE NEI NEGOZI. QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO? E SOPRATTUTTO COME CREDI CHE VERRA’ ACCOLTO?
“Ti dirò: non ho mai azzeccato una sola previsione per quanto riguarda i singoli. Non avrei scommesso un solo centesimo su ‘If I Could Fly’, forse per il suo sound così moderno, ed invece è salito al primo posto in quattro paesi. Prendi invece ‘Just A Little Sign’: avevo pronosticato grandi risultati, per il suo sound così classicamente Helloween, ed invece un se l’è filato nessuno. Quindi, non ti saprei proprio dire. Parlando del significato del titolo, si tratta sicuramente della parte più divertente di tutto questo ‘oscuro’ concept. Ci doveva essere una canzone così, divertente, sull’album. Sarebbe infatti molto negativo un album senza alcun tipo di momento tipicamente ‘happy Helloween’. L’idea è venuta a Markus. Ci siamo chiesti un giorno: ‘Come è possibile che succedano così tante cose negative in questo mondo? Se Dio esiste, perché non ferma tutto?’. E Markus se ne è uscito con questa geniale soluzione: ‘Perché Dio è una donna e passa tutto il suo tempo di fronte allo specchio, e non ha tempo per badare a noi’. Direi che Markus è decisamente un filosofo. Quindi ecco come è nato ‘Mrs God’”.
LA COPERTINA DEL SINGOLO E’ DAVVERO OSCURA, SE PENSIAMO ALLE COPERTINE DEI VOSTRI PRECEDENTI ALBUM. E SEMBRA ESSERE IN CONTRAPPOSIZIONE ALL’ANIMA PIU’ SCANZONATA DEL PEZZO. COME MAI QUESTA SCELTA?
“La copertina riflette più che altro il contenuto del full length. Conta anche che nel singolo c’è una canzone di 14 minuti, ‘King For A 1000 Years’ che è sicuramente molto oscura. Se fossimo stati negli anni ’80, il nostro singolo perfetto sarebbe stato ‘Dr. Stein’ oppure la canzone ‘Halloween’. Ma al giorno d’oggi la scelta che ci è venuta più spontanea è stata quella di scegliere queste canzoni. Inoltre sai bene che oggi c’è davvero molta gente che si lamenta sempre se si parla di Helloween. Non ho mai capito come mai ma è sempre stato così. E’ la stessa cosa che è successa per esempio agli Iron Maiden. Francamente il motivo non l’ho mai capito. Dopo averci riflettuto sono arrivato a questa conclusione: questa gente si lamenta perché qualsiasi cosa noi facciamo non suona come i nostri primi tre album (‘Walls Of Jericho’, ‘Keeper Of The Seven Keys 1’ e ‘Keeper Of The Seven Keys 2’). Perché? Perché probabilmente con ‘Walls Of Jericho’ hanno toccato le prime tette della loro vita; con ‘Keeper 1’ hanno avuto la prima occasione di infilare la loro sporca lingua nella bocca di una ragazza, e con ‘Keeper 2’ hanno scopato per la prima volta. Quindi… come puoi superare tutto questo? Il mio consiglio per questi individui frustrati è: trovatevi una nuova moglie, comprate l’album e fatevela per la prima volta ascoltandolo (ride, ndR)! E per confermare quanto ti ho detto, ti posso dire che di recente ho avuto modo di parlare con dei ragazzi giovani, dai 15 ai 18 anni, e per loro gli album di culto sono ‘Time Of The Oath’ e ‘Master Of The Rings’. Capisci cosa voglio dire? E sicuramente è perché sono gli album che sono usciti quando hanno fatto sesso per la prima volta (a 12 anni?, ndR)…”.
A PROPOSITO DEI VOSTRI ALBUM PIU’ VECCHI, NON SI PUO’ NON NOTARE COME DURANTE LA VOSTRA LUNGA CARRIERA ABBIATE CAMBIATO STILE PIU’ E PIU’ VOLTE, COME SE SUONARE LO STESSO GENERE VI RENDESSE POCO ENTUSIASTI. COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE PER IL FUTURO? E NON CREDETE CHE TUTTI QUESTI CAMBIAMENTI, ANCHE ALLA LUCE DEL FLOP DI “THE DARK RIDE”, POSSANO ESSERE PERICOLOSI?
“Dipende tutto dalla nuova generazione di ascoltatori. Per quanto riguarda il nuovo lavoro, molti dissero che volevano sentire un sound che fosse il mix tra quello oscuro di ‘The Dark Ride’ ed il nostro tipico sound. E noi li abbiamo accontentati. Abbiamo confezionato un album in cui il primo CD contiene il materiale più classico, mentre il secondo è caratterizzato da momenti più sperimentali. Così entrambe le generazioni saranno soddisfatte. Saranno soddisfatti i ragazzi più giovani, e quelli più ‘attempati’. Ma per il futuro non potremo sempre registrare due album, per accontentare tutti. E ti dirò che sarà un problema specialmente per i più vecchi. Sono molto più conservatori di voi giovani. Vogliono sentire solo il materiale più classicamente heavy, e diventa sempre più difficile accontentarli, rimanendo attuali. Questi sono i lati negativi del proporre la propria musica a più generazioni”.
QUAL E’ IL VOSTRO METODO PER COMPORRE LE CANZONI? E, SOPRATTUTTO, CI SONO STATI DEI CAMBIAMENTI IN ESSO NEL CORSO DEGLI ANNI?
“No, nulla è cambiato da quando sono nel gruppo. E’sempre tutto caotico come è sempre stato. E’ un hobby, ed un hobby lo fai per divertirti. Magari prendo la chitarra, e mentre guardo la televisione mi metto a strimpellare. Fino a quando ciò che sto suonando non cattura la mia attenzione, continuo a guardare la TV. Quando comincia ad uscire qualcosa di carino, mi fermo e comincio a lavorare su quel materiale”.
TORNANDO ANCORA UNA VOLTA AL PASSATO, QUALI CREDI FOSSERO I MOTIVI PER CUI GLI HELLOWEEN DECISERO DI SCEGLIERE TE COME NUOVO CANTANTE? E’ INNEGABILE CHE LA TUA VOCE SIA DIAMETRALMENTE OPPOSTA A QUELLA DI MICHAEL KISKE…
“Credo che la scelta sia caduta su di me perché mi adattavo molto di più alle idee che la band aveva in quel periodo. Michael Kiske all’epoca era molto attirato dal pop, dalla musica leggere, e la band era davvero di un’altra idea. Così si sono rivolti a me, che ero molto più ancorato al mondo dell’hard rock. E a proposito di questo ti racconto un aneddoto: io in realtà ho detto di no all’offerta degli Helloween per ben due volte. Poi Weiki mi ha convinto ed alla terza ‘chiamata alle armi’, ho deciso di provare, ed eccomi qua dopo tutti questi anni!”.
COSA E’ SUCCESSO CON IL VOSTRO ULTIMO BATTERISTA STEFAN SCHWARZMANN?
“E’ successa una cosa davvero sgradevole e triste. Stavamo davvero bene con lui, e ci sono state delle lacrime quando abbiamo dovuto lasciarci. Un giorno Stefan ci ha raccolti in riunione e ci ha detto che avrebbe lasciato la band, perché per lui era davvero difficile suonare alla velocità che i nostri pezzi richiedono. Non riusciva a suonare la parte centrale di ‘Occasion Avenue’, alla velocità di 192 battiti al minuto, ‘Silent Rain’, ed altre parti al di sopra dei 190 bpm. E’ stato davvero triste per noi. E’ sempre uno strazio quando un gruppo si scioglie. Ma sono in un certo senso contento della sua decisione, perché dopo quel giorno l’ho visto più rilassato, meno teso. Si era sicuramente tolto un peso. Deve essere stata dura per lui sapere di dover suonare dei pezzi, ma essere conscio del fatto che le sue capacità non gli permettevano di eseguirli. Così è entrato in gioco Daniel, il nostro nuovo batterista. Mentre ero in tour, Daniel stava registrando con la sua band nel mio studio. Non appena sono arrivato a casa dal tour, mia moglie, mio figlio e gli altri dello studio hanno continuato a ripetermi quanto Daniel fosse bravo e simpatico. Ma io non lo conoscevo. Un anno dopo l’ho chiamato, perché Stefan se ne era andato, ed è diventato il nostro nuovo batterista. Abbiamo salvato la band (ride, ndR)!”.