Di sicuro un gruppo come gli Helloween non ha bisogno di presentazioni per chi ha ascoltato heavy metal anche solo in una parte della propria vita: attraverso le decadi la band ha subito vari cambi di formazioni ma idealmente con l’ultimo tour “Pumpkins United”, immortalato su CD e DVD, è riuscita a riunire insieme quasi tutti i membri che hanno contribuito alla grandezza del monicker. Fra questi va sicuramente annoverato il chitarrista Michael Weikath, presente nei ranghi fin dal lontano 1984, anno di formazione degli Helloween: andiamo a sentire le impressioni dell’uomo della sei corde riguardo l’ultimo periodo.
MICHAEL, INNANZITUTTO VORREMMO SAPERE COSA NE PENSI DEL RISULTATO FINALE DI QUESTO TOUR, PARLANDO DAL PUNTO DI VISTA DELLE TUE IMPRESSIONI PERSONALI.
– Non possiamo che esserne pienamente soddisfatti sotto ogni punto di vista. Sai, è da ‘qualche’ anno che siamo in giro e sinceramente ogni tour è un’emozione che si ripete in maniera diversa: questa volta è stato ancor più speciale perché c’è stata la possibilità di portare sul palco un buon pezzo di tutta la nostra storia! Oltretutto con questa formazione riusciamo a giostrarci meglio le varie parti, di modo da risultare carichi dall’inizio alla fine senza alcun calo.
ED IL RISULTATO FINALE, QUELLO CHE È DIVENTATO CD E DVD?
– Penso che il prodotto che ne è venuto fuori sia assolutamente gradevole, sia per chi ha sempre seguito gli Helloween sia per chi si accosta solo ora a noi: c’è da dire che il DVD, preso da vari concerti, riesce a dare un’immagine più completa, anche dello sforzo che ha richiesto da un punto di vista logistico e di impegno personale del gruppo un tour come questo. Se riusciremo a far capire a chi non c’era l’atmosfera che si veniva a creare e se la faremo rivivere a chi era presente, beh, allora il risultato sarà ciò che ci eravamo prefissi. Fin dalle prime prove ci siamo resi conto che eravamo sulla strada giusta ed ora possiamo ben dire che avevamo ragione!
QUALI SONO STATI I MOMENTI CHE TI HANNO MAGGIORMENTE COLPITO DURANTE QUESTO TOUR?
– Soprattutto vedere l’affetto di quelli che ci ascoltavano trent’anni fa, immutato durante tutto questo tempo ma soprattutto tramandato di generazione in generazione: quando arriva un padre con un figlio giovane e ti dicono che entrambi ascoltano gli Helloween è una soddisfazione, capisci di far parte della colonna sonora della vita di parecchie persone e di famiglie intere. Non è una cosa da poco…
C’È STATO QUALCHE PAESE IN CUI AVETE ASSISTITO A SCENE PARTICOLARMENTE ESILARANTI O COMUNQUE DEGNE DI NOTA?
– Devo dire che in ogni paese siamo stati circondati da una marea di affetto nei nostri confronti, sia mentre eravamo sul palco che fuori: gruppi di persone che ti aspettano all’aeroporto o a volte centinaia di persone che ti fanno passare a fatica quando sei in macchina nei pressi dell’albergo in cui alloggi. Non può che farci piacere tutto ciò ed alla fine nascono chiacchierate di parecchie decine di minuti con quelli che ti aspettano e ci tengono a salutarti o a fare una foto con te: è grazie a loro che siamo dove siamo ora. Oltretutto anche la quantità di merchandising che si è venduta dimostra il carattere straordinario di questo evento che è stato il tour.
QUAL È STATO IL CRITERIO USATO NELLO SCEGLIERE I CONCERTI CHE SONO FINITI SU DVD?
– Logicamente avevamo molto materiale da parte ripreso in varie serate di questo tour, ma alla fine abbiamo scelto le occasioni che ci hanno maggiormente emozionato, per un particolare o per un altro: c’è stato un accordo praticamente unanime che ha fatto ricadere la scelta su ciò che si riesce a vedere nel risultato finale di questo sforzo. A volte, per carità, ci sono piccoli errori, ma pensiamo che la cosa più importante sia ricreare il feeling che c’era ogni singola sera: ecco perché ci siamo fatti guidare dal fattore emozionale per decidere le performance più toccanti dal punto di vista emotivo.
MICHAEL, SINCERAMENTE: QUANTO È STATO DIFFICILE ARRIVARE AD UN RISULTATO COME QUELLO A CUI SIETE ARRIVATI, OVVERO RIUNIRVI NUOVAMENTE?
– Ammetto che non è stato facile, abbiamo dovuto superare momenti tesi attraverso gli anni ma alla fine ci siamo riusciti. Non sto a dare colpe o meriti a nessuno in particolare ma mi sento di ringraziare tutti per aver reso possibile questa cosa: anche il tempo ha dato una grossa mano sotto ogni punto di vista. Il tempo è passato e ha fatto sedimentare e dimenticare alcuni fatti, poi si sono create anche delle congiunture astrali che hanno consentito di trovare ogni fattore favorevole affinché avvenisse ciò che è avvenuto: pensa che prima che si finalizzasse il tutto sono passati più di due anni da quando se ne è parlato.
E TORNARE A LAVORARE INSIEME IN STUDIO COM’È?
– Una nuova sfida, in senso positivo. È tutto molto elettrizzante e sembra quasi che sia tutto nuovo, nonostante ci siano dei meccanismi ben oliati che ci portano a lavorare quasi col pilota automatico. Il materiale che è uscito fuori finora sembra buono a tutti noi ma dobbiamo ancora vedere come proporlo attraverso mille dettagli per ogni singola canzone! Un’altra sfida… Le sfide non finiscono mai ma forse è il destino degli Helloween e ciò che accade nella vita, ogni giorno.
QUAL È IL MOMENTO CHE TI HA EMOZIONATO DI PIÙ SUL PALCO DI QUESTO TOUR?
– Beh, devo dire che a distanza di anni dalla sua morte, ogni volta che vedo e ‘sento’ Ingo (Swichtenberg, batterista deceduto nel 1993) mi sembra di averlo di fianco e mi ritornano in mente tanti momenti passati con lui… Poi, logicamente, suonare con ognuno dei ragazzi mi dà gioia e mi riporta in mente ricordi, positivi e negativi, che ora come ora considero passi che ci hanno aiutato a crescere.
PENSAVATE DI RAGGIUNGERE UN RISULTATO DEL GENERE CON IL “PUMPKINS UNITED WORLD TOUR”?
– No, sinceramente no. E ti spiego il perchè: sono passati parecchi anni ed il mondo della musica è cambiato sotto molti punti di vista: il pubblico, il metal in quanto tale, ciò che la gente pensa dei gruppi. Oltretutto i gruppi che continuano a suonare per tanto tempo a volte sono accolti freddamente: beh, posso proprio dire che per noi è stata una graditissima sorpresa trovare tutto questo pubblico e ricevere così tanto affetto! Ma ti dirò anche qualcosa in più: sai perchè è successo così? Perchè penso che i nostri fan si rendano conto di quanto ci divertiamo ancora e quanto ci teniamo a fare spettacoli per far divertire, loro e noi stessi.
MA ESISTE UN BRANO CHE PREFERISCI SUONARE DAL VIVO?
– Potrà sembrarti strano ma ti rispondo che non ce n’è uno in particolare! Penso che gli Helloween siano sempre stati in grado di comporre, salvo rarissimi casi, materiale più che degno e speriamo ci riescano anche questa volta! Siamo davvero impazienti di far vedere la luce anche al nuovo lavoro…
ALLA LUCE DI TUTTI QUESTI ANNI NEGLI HELLOWEEN, COME TI DEFINIRESTI DAL PUNTO DI VISTA ARTISTICO?
– Sono un chitarrista che ha sempre cercato di dare il massimo sotto ogni punto di vista: mi reputo fortunato a fare ciò che faccio e ad averlo fatto per tutto questo tempo. Fra l’altro non ho alcuna intenzione di fermarmi, eh! Sai, a volte i tour, il fatto che ti ritrovi in una stanza con una chitarra, le tue sigarette e una confezione di barrette al cioccolato ti può far pensare per un momento di essere solo ma poi questo pensiero passa in un battibaleno, ripensi a tutto ciò di bello che hai vissuto e a tutto quello che ti aspetta anche nei prossimi giorni.