HIEROPHANT – Venti di guerra

Pubblicato il 15/01/2015 da

Con il nuovo “Peste” – ad oggi il loro disco più brutale grazie ad una ulteriore valorizzazione delle loro influenze death metal e grind – gli Hierophant hanno dimostrato di essere una band matura e intraprendente, che non ha paura di guardare avanti e di evolversi ad ogni uscita discografica. Già annoverata tra le formazioni più ruvide e violente del nostro panorama hardcore/metal, la band romagnola è ora una realtà di calibro internazionale, vuoi per l’indubbia qualità della sua proposta musicale, vuoi per la costante attività concertistica in tutta Europa e per il contratto con la statunitense Bridge Nine. Senza peli sulla lingua e con estrema consapevolezza dei propri mezzi, il chitarrista Lorenzo Gulminelli ci presenta il proprio gruppo in un breve botta e risposta…

HIEROPHANT - band - 2014

OGNI VOSTRO ALBUM È PIÙ ESTREMO DEL PRECEDENTE. È UN’EVOLUZIONE PIANIFICATA ATTENTAMENTE O I VOSTRI GUSTI E IL VOSTRO MODO DI COMPORRE CAMBIANO E SI EVOLVONO REGOLARMENTE?
“É un mix delle due cose, in realtà. Ci eravamo prefissati di far uscire un album che fosse decisamente più violento di ‘Great Mother Holy Monster’, ma, al tempo stesso, negli anni di lavoro assieme il nostro modo di comporre e pensare la musica é radicalmente cambiato”.

COME COMPONGONO GLI HIEROPHANT? VI È UN COMPOSITORE PRINCIPALE ALL’INTERNO DELLA BAND? “GREAT MOTHER…” È USCITO SOLO UN ANNO E MEZZO FA, AVEVATE GIÀ DEI BRANI PRONTI PER “PESTE”?
“Il compositore principale sono io, Lorenzo. Solitamente un brano parte da una mia idea, poi viene strutturato in via definitiva tutti assieme in sala prove. La scrittura di ‘Peste’ ha avuto inizio dopo i vari tour promozionali di ‘Great Mother…'”.

“PESTE” RALLENTA SOLO NEL FINALE, CON “INFERNO”. PENSATE CHE IL MIDTEMPO NON SIA PIÙ LA RITMICA PIÙ CONGENIALE AL VOSTRO SUONO? MOLTI TROVANO IL D-BEAT LIMITATO, MA, AL CONTRARIO, SEMBRA CHE VOI AL MOMENTO ABBIATE UNA PASSIONE SPIICATA PER FORMULE DERAGLIANTI.
“In realtà credo che un midtempo per esempio utilizzato in ‘Sadismo’ sia un’ottima soluzione per esprimere al meglio le nostre influenze death metal e probabilmente in futuro verrà nuovamente riproposto. Semplicemente per quanto riguarda ‘Peste’ volevamo fare un disco veloce e come dici tu ‘deragliante’. D-beat e blast-beat credo siano le soluzioni topiche per raggiungere un obiettivo tale quello che avevamo”.

PERCHÈ AVETE OPTATO PER DEI TITOLI ESCLUSIVAMENTE IN ITALIANO QUESTA VOLTA? POSSIAMO ASPETTARCI SOLO TESTI IN LINGUA MADRE IN FUTURO?
“Ci sembrava molto più sincero scrivere i titoli in italiano omettendo qualunque filtro straniero. Per quanto riguarda il futuro, onestamente non saprei cosa dirti, ma non disdegno assolutamente l’idea di cantare nella nostra lingua”.

NELLO SPECIFICO, DI COSA PARLA “PESTE”? SI TRATTA DI UN CONCEPT ALBUM?
“‘Peste’ é un concept album e tratta alcuni dei peggiori aspetti che si propongono quotidianamente all’interno della società nella quale tutti viviamo”.

CHE SOUND, IDEE E AMBIZIONI AVEVATE IN MENTE QUANDO AVETE FONDATO IL GRUPPO E QUANTO QUESTI SONO DIVERSI OGGI RISPETTO AD ALLORA?
“A partire dalla line-up, era tutto diverso. La cosa principale che nel tempo é andata evolvendosi é stata proprio l’approccio alla musica. Crediamo profondamente nell’essere più diretti possibili”.

VENITE SPESSO ACCOSTATI AI THE SECRET O PERLOMENO SEMBRA CHE, ALMENO IN ITALIA, IL BINOMIO THE SECRET/HIEROPHANT SIA ASSAI RICORRENTE, QUASI COME SCHIZO/NECRODEATH O HOUR OF PENANCE/FLESHGOD APOCALYPSE. VI CREA PROBLEMI QUESTO PARAGONE?
“Credo di avere particolarmente voce in capitolo a riguardo, in quanto suono in entrambe le band. Quando gli Hierophant hanno iniziato il loro percorso, i The Secret erano grande fonte di ispirazione per me e per la nostra musica e il paragone era assai ricorrente. Ci creava problemi, ma del resto era solo la verità. Ora come ora, onestamente credo che a livello musicale non abbiamo più a che fare l’uno con l’altro”.

CHI È OGGI L’ASCOLTATORE MEDIO DEGLI HIEROPHANT SECONDO VOI? AVETE NOTATO UN CAMBIAMENTO NEL VOSTRO SEGUITO DA QUANDO AVETE INIZIATO?
“Non credo esista un vero e proprio target di ascoltatore tipo, proprio perché mischiamo appunto più generi tutti assieme. Quello che ho notato é che solitamente piacciamo a chi apprezza il metal e le sue sfumature”.

SIETE PROBABILMENTE IL GRUPPO PIÙ ESTREMO DEL ROSTER BRIDGE NINE, ETICHETTA CHE È SOLITA PRODURRE BAND DAL SUONO HARDCORE PIÙ MELODICO O INTROSPETTIVO. PERCHÈ AVETE SCELTO L’ETICHETTA STATUNITENSE E PERCHÈ SECONDO VOI LORO HANNO SCELTO VOI?
“Bridge Nine era nella lista delle label alle quali avevamo mandato nuovo materiale. Dire che abbiamo scelto proprio lei credo sia esagerato. Non abbiamo queste possibilità di scegliere sempre ciò che fare. Piuttosto direi che siamo stati molto fortunati a firmare con una label del genere. Credo ci abbiano scelto proprio per il nostro sound così estremo e l’essere gli unici ad avere una proposta musicale così penso possa solo giocare a nostro favore”.

“PESTE” È USCITO ANCHE IN CASSETTA: COSA PENSATE DELLA RINNOVATA POPOLARITÀ DI QUESTO FORMATO E DEL VINILE?
“Siamo assolutamente favorevoli alla rinascita del formato vinile. Qualitativamente parlando, crediamo abbia il suono più vicino alla giusta interpretazione musicale sotto tutti gli aspetti. Consideriamo le cassette un qualcosa in più da proporre, specialmente indirizzato a collezionisti sfrenati”.

SIETE DA SEMPRE UNA BAND MOLTO ATTIVA SUL FRONTE LIVE. PENSIATE CHE SUONARE DAL VIVO SIA ESSENZIALE PER UN GRUPPO DEL VOSTRO GENERE?
“Assolutamente sì”.

ALLO STATO ATTUALE, IL FATTO DI ESSERE ITALIANI RAPPRESENTA UN PRO O UN CONTRO PER GLI HIEROPHANT?
“Non ci interessa, onestamente. Quello che veramente conta é quello che uno propone”.

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