HIGH ON FIRE – Andata e ritorno dall’Inferno

Pubblicato il 21/08/2015 da

Gli High On Fire sono tornati più in forma che mai! Dopo un periodo buio in cui il leader della band Matt Pike ha dovuto combattere contro i demoni dell’alcool, la formazione americana ha saputo rimettersi in carreggiata e sfornare uno dei dischi migliori della propria carriera. Prima della data tenuta a Bologna, abbiamo incontrato il bassista Jeff Matz, per fare un punto della situazione in casa High On Fire.

High on Fire - band - 2015

JEFF, COME STA ANDANDO IL TOUR DI SUPPORTO A “LUMINIFEROUS”?
“Siamo molto contenti perché la band è richiesta e stiamo suonando davvero in un sacco di posti. Il pubblico è molto caldo, sia che suoniamo in un festival sia in posti più piccoli come questo club. La cosa che più ci ha soddisfatto è il calore che ci viene dimostrato quando suoniamo i pezzi nuovi, spesso vediamo i fan sotto il palco che cantano insieme a noi, segno che il nuovo disco è piaciuto”.

C’E’ STATO UN CONCERTO PARTICOLARE DI QUESTO TOUR CHE VI HA PARTICOLARMENTE SODDISFATTO?
“Parlo per me, sicuramente il nostro show all’Hellfest è quello che più mi ha caricato d’energia. Di fronte a noi c’erano diverse migliaia di persone, tutte scatenate e non hanno mai smesso di supportarci. Per il resto devo dire di essere contento in generale, anche i concerti nei piccoli locali stanno andando bene, c’è risposta dai ragazzi e il nostro merchandise sta andando a ruba”.

“LUMINIFEROUS” ARRIVA DOPO TRE ANNI DAL DISCO PRECEDENTE. IN QUESTO LUNGO PERIODO DI TEMPO, MATT PIKE HA DOVUTO AFFRONTARE UN DURO PROCESSO DI RIABILITAZIONE DAI SUOI PROBLEMI CON L’ACOOL. ORA COME SI SENTE?
“Tre anni sono un lungo periodo, è vero, ma come hai ricordato, sono accadute diverse cose. Abbiamo suonato un bel po’ in giro e dopo la pubblicazione di ‘De Vermis Mysteriis’, Matt ha dovuto risolvere i suoi problemi con l’alcool andando in una clinica specializzata di riabilitazione. In quel periodo ci siamo presi una pausa, la cosa più importante era risolvere questi problemi personali in tutta tranquillità. La riabilitazione dall’alcool necessita di un certo tempo, non basta uno schiocco di dita per cancellare il problema. Una volta finita la riabilitazione, abbiamo ricominciato a suonare in tour e successivamente, al momento giusto, sono iniziati i lavori sul nuovo disco. Non volevamo fare le cose in fretta tanto per farle, le registrazioni sono iniziate nel momento in cui ci siamo sentiti pronti per affrontare i lavori su un nuovo disco. Oggi ritengo che abbiamo fatto la scelta migliore, perché i buoni responsi che sta ottenendo ‘Luminiferous’ ci danno ragione. Speriamo di non impiegare ancora tre anni prima di pubblicare un nuovo disco”.

IN EFFETTI PER DEI MUSICISTI HEAVY METAL SEMPRE IN TOUR COME VOI, IN UN AMBIENTE DOVE L’ALCOOL SCORRE A FIUMI, DEVE ESSERE MOLTO DIFFICILE RESISTERE A CERTE TENTAZIONI…
“Adesso Matt sta molto bene, si sta mantenendo sobrio e continua ad affrontare con grande forza questa sfida contro le tentazioni dell’alcool. Per la band in generale le cose vanno molto meglio da quando non beve più, suoniamo molto meglio dal vivo e siamo in grado di offrire degli show professionali all’altezza delle aspettative dei nostri fan. Anch’io ho avuto i miei problemi di alcool, ho smesso di bere pesantemente circa quattro anni fa, un po’ prima di Matt, e ci supportiamo a vicenda, ci facciamo forza. Prima hai centrato il punto, è difficile per una band resistere a certe tentazioni e rimanere sobri. Io dico sempre che il lavoro di una band rock probabilmente è l’unico al mondo in cui il bere non solo non viene condannato, ma viene addirittura incoraggiato dalle situazioni. Ogni sera incontri gente, addetti ai lavori, fan e tutti vogliono bere una birra insieme a noi…loro si aspettano che tu beva con loro e se non lo fai ti guardano storto e chiedono se c’è qualcosa che non va, capisci cosa intendo? Se non ti vedono con una birra in mano, pensano che tu stia male (ride, ndR). In tour occorre molta forza di volontà per rimanere sobri e serve sostegno da tutti i membri della band e della crew. Personalmente nei momenti liberi in tour cerco di occupare il mio tempo libero visitando la città in cui mi trovo, bevendo qualche caffè e stando lontano dal bancone del bar!”.

MI PARLI DELLA REALIZZAZIONE DI “LUMINIFEROUS”?
“Le prime volte che ci siamo trovati insieme a scrivere materiale è stato poco dopo la pubblicazione del precedente ‘De Vermis Mysteriis’ per stendere le prime idee. Abbiamo però iniziato seriamente a lavorarci circa un anno e mezzo fa, dopo aver risolto i nostri problemi di cui si parlava prima. Di solito io o Matt portavamo dei riff su cui lavorare, poi iniziavano le jam session in sala prove. Il disco è nato in modo molto naturale e spontaneo. Le nuove canzoni vengono molto bene dal vivo proprio perché nascono da idee sviluppate in jam session. Dalla pubblicazione del nostro precedente disco era avanzata diversa musica che abbiamo ripreso e adattato per le nuove canzoni. Per questo motivo parte del materiale presente su ‘Luminiferous’ deriva da vecchie session, mentre molti nuovi pezzi sono stati scritti partendo da zero”.

ANCORA UNA VOLTA VI SIETE AFFIDATI AL PRODUTTORE KURT BALLOU, SIETE SODDISFATTI DEL SUO LAVORO?
“Kurt è un grande produttore ed ha fatto un ottimo lavoro su ‘De Vermis Mysteriis’, non avremmo potuto scegliere un produttore diverso per il nuovo disco. Le canzoni suonano in modo molto potente e pulito, Kurt ha saputo capire chi siamo ed il sound che stavamo cercando. Inoltre, cosa non da meno, è una grande persona con cui abbiamo stabilito un ottimo rapporto umano”.

I TESTI DEI NUOVI BRANI DI COSA PARLANO?
“I testi sono opera di Matt, io posso dirti che gran parte dei pezzi parlano di antiche civiltà, di alieni e di certe teorie del complotto di cui Matt ha letto molto negli anni. Ci sono canzoni che parlano di imponenti costruzioni che sarebbero state create dagli alieni, parlo delle piramidi o dei famosi disegni nei campi di grano. Strutture che avremmo difficoltà anche oggi a costruire, nonostante la tecnologia in possesso dell’uomo sia più moderna di oltre duemila anni rispetto, ad esempio, al periodo della costruzione delle piramidi. Qualcuno in pratica nell’antichità ha controllato per molto tempo lo sviluppo della civiltà umana”.

LE PRIME RECENSIONI DI “LUMINIFEROUS” SONO STATE TUTTE ENTUSIASTICHE. CREDETE DI AVER REALIZZATO IL VOSTOR MIGLIOR DISCO DI SEMPRE?
“So che molti musicisti dicono che il loro ultimo disco è il migliore, da parte mia è difficile pensare se effettivamente ‘Luminiferous’ sia il miglior disco degli High On Fire. La nostra crew ci ha fatto un sacco di complimenti per il disco e, come dicevi, gran parte delle recensioni sono risultate entusiaste. Come ti dicevo prima, ci siamo rimessi in forma e suoniamo veramente meglio del passato, probabilmente da questo punto di vista siamo al massimo delle nostre possibilità. Posso dire che cercheremo in futuro di comporre dischi sempre più belli, di migliorare come songwriter e performer. ‘Luminiferous’ contiene alcuni dei brani più veloci della storia degli High On Fire, se non fossimo così sobri e preparati non riusciremmo a suonare tutte le parti più difficili, invece ora possiamo veramente a dare il meglio di noi”.

IMMAGINO PERO’ CHE IN STUDIO, MENTRE I BRANI PRENDEVANO FORMA, ERAVATE CONSCI DELLA LORO QUALITA’, CHE QUALCOSA DI VERAMENTE BELLO STAVA NASCENDO.
“Vedi, in studio c’erano alcuni momenti in cui, riascoltando certe parti, gli occhi ci si illuminavano, ci guardavamo in faccia e dicevamo: ‘cazzo, questo riff è veramente bello’. Mentre si registra un disco è difficile averlo in testa nella sua completezza, ma mano a mano che prende forma anche noi capiamo quando facciamo bene. Se c’è un pezzo che spacca sul serio, siamo i primi ad esaltarci. Poi dipende molto dai singoli musicisti, ognuno ha la propria percezione, le proprie sensazioni”.

GENE SIMMONS DEI KISS HA RECENTEMENTE DICHIARATO CHE IL TEMPO PER LE GRANDI ROCK BAND COME LORO ORMAI E’ FINITO, IN FUTURO NON CI SARANNO PIU’ DELLE VERE ROCK STAR CAPACI DI RIEMPIRE LE ARENE. SEI D’ACCORDO?
“Onestamente non provo più molto rispetto per le cose che dice Gene Simmons. Penso sinceramente che sia una persona interessata unicamente ai soldi e che abbia perso lo spirito del vero rock. I Kiss hanno iniziato a diventare grandi e famosi negli anni Settanta e forse è vera una cosa, non ci saranno più band in grado di raggiungere quel ridicolo livello di eccessi dei Kiss. Penso però che la musica metal sia viva e vegeta, ci sono un sacco di formazioni che producono dischi di grande musica. Chi cazzo se ne frega di quel che dice Gene Simmons? Pensi a contare i suoi soldi, lui è un bravo uomo d’affari ma non ha più nulla a che fare con la musica”.

GLI HIGH ON FIRE SONO APPARSI NELLA COLONNA SONORA DEL VIDEOGIOCO SPLATTER HOUSE. CREDI CHE NELL’ERA DEI VIDEOGAME, QUESTE PARTECIPAZIONI POSSANO AIUTARE LA VOSTRA MUSICA A RAGGIUNGERE UN BACINO DI UTENZA MAGGIORE?
“Onestamente non so se i videogiochi possano aiutare una band in questo senso. Potrebbero, ma non è detto perché chi gioca ai videogame quasi mai va a comprare il disco di un artista che appare nella colonna sonora del gioco in questione. Inoltre, essendo concentrati sul gioco, non credo che venga data la giusta attenzione nell’ascoltare musica”.

JEFF, CONCLUDIAMO CON QUALCHE NEWS SUGLI ZEKE? SE SEI ANCORA IN CONTATTO CON LORO, SAI SE POTREMO SENTIRE NUOVA MUSICA?
“Sì, parlo spesso con loro, ho suonato con loro a Seattle nel 2013 allo show del loro ventesimo anniversario. In quell’occasione mi hanno chiamato a suonare alcune canzoni. Penso che stiano lavorando a dei nuovi pezzi, ma compongono molto lentamente, non so davvero dirti di più”.

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