Des Kensel, batterista degli High On Fire e partner in crime di Matt Pike, già mente dei mastodontici Sleep, è uno di poche parole. Con un album che indubbiamente parla da sè come il nuovo “Blessed Black Wings”, che segue di un paio d’anni l’ottimo “Surrounded By Thieves”, il nostro sarebbe anche giustificato. Eppure la curiosità verso una delle realtà più promettenti in ambito heavy-epic metal ci ha spinto ad approfondire con Des alcuni argomenti legati al nuovo album, alla band e alla produzione di “Blessed Black Wings”….
MI SEMBRA CHIARO CHE IL NUOVO ALBUM ACCENTUI IL LATO AGGRESSIVO DEL VOSTRO SUONO; COME SIETE GIUNTI ALLA DEFINIZIONE DEL SOUND DI “BLESSED BLACK WINGS”? E’ STATO UN PROCESSO CONSCIO O INCONSCIO?
“Credo che il suono degli High On Fire sia diventato più duro e aggressivo in modo naturale. Siamo sempre stati dell’idea di accettare qualsiasi cosa emergesse dalle improvvisazioni che facciamo in sala prove. In questo caso abbiamo ottenuto del materiale più heavy che in passato. Forse la cosa deriva anche dal fatto che dopo ‘Surrounded By Thieves’ abbiamo tutti passato un brutto periodo e una parte delle frustrazioni di quei mesi sono finite nelle parti più aggressive del nuovo disco.”
QUINDI RITIENI CHE SCRIVERE CANZONI ABBIA ANCHE UN EFFETTO TERAPEUTICO PER TE? UNA SORTA DI ESORCISMO DELLE TUE FRUSTRAZIONI, DELLE DIFFICOLTA’ PERSONALI…
.“Assolutamente sì, la musica è fondamentale in questo senso…”
IL NUOVO DISCO NASCE ANCHE DA UN CAMBIO DI LINE UP PIUTTOSTO IMPORTANTE. AVETE RIMPIAZZATO IL BASSISTA, UNO DEI MEMBRI FONDATORI DEGLI HIGH ON FIRE…
“In realtà è stata una sfida avere a che fare con questo problema. Era passato un po’ di tempo dall’uscita del nostro primo album e io e Matt ci accorgevamo ogni giorno di più che George, il vecchio bassista, non era più interessato a suonare con noi. A quel punto abbiamo deciso che avremmo scritto il disco in due, lavorando per un mese di fila in studio e scrivendo tutte le canzoni senza il bassista. L’album era già scritto e Joe ha semplicemente dovuto trovare delle buone idee per le linee di basso. Non ci sono rancori con George, abbiamo capito la sua decisione e siamo stati fortunati ad aver trovato un ottimo rimpiazzo in breve tempo.”
AVETE MAI PENSATO DI SCIOGLIERVI NEL PERIODO CHE HA PRECEDUTO “BLESSED BLACK WINGS”?
“No, non direi. Io e Matt abbiamo continuato a divertirci suonando insieme anche nei periodi più bui, quindi per noi è stato naturale continuare.”
IL NUOVO ALBUM, PUR ESSENDO MOLTO AGGRESSIVO, METTE IN LUCE UNA COMPONENTE CHE E’ SEMPRE STATA PARTE INTEGRANTE DEL VOSTRO SUONO. MI RIFERISCO AD UNA CERTA TENSIONE “MISTICA” CHE RENDE LE PARTI MAGGIORMENTE PSICHEDELICHE ANCORA PIU’ EFFICACI…
“E’ una cosa che deriva da Matt, che già con gli Sleep aveva questo tipo di inclinazioni mistiche, come le chiami tu. Penso sia una componente del nostro suono che non è così presente nel nuovo album, ma in qualche modo ne sono rimaste delle tracce, forse a livello inconscio. All’interno di una struttura tipicamente metal, il fatto di avere dei momenti psichedelici o comunque più riflessivi credo aiuti a rendere il suono più dinamico e profondo.”
SO CHE E’ MATT AD OCCUPARSI DEI TESTI, MA CREDO CHE ANCHE TU POSSA DIRMI QUALCOSA SUL CONCEPT DEL NUOVO ALBUM…
“In effetti la parte letteraria degli High On Fire è in mano a Matt. Posso dirti comunque che buona parte dei testi hanno a che vedere con esperienze che Matt ha vissuto personalmente e ha poi rielaborato in modo poetico. Alcuni testi hanno un’ispirazione di altro tipo; ‘Face Of Oblivion’, ad esempio, viene da un racconto di Lovecraft, mentre il titolo ‘Blessed Black Wings’ si riferisce ai momenti difficili di cui ti parlavo prima…”
COSA SUCCEDEVA DI SOLITO IN UNA SESSIONE DI PROVE DEL PERIODO TRA “SURROUNDED BY THIEVES” E “BLESSED BLACK WINGS”?
“Suonavamo qualche cover. Una dei Venom e un paio dei Celtic Frost di solito. Ci aiutavano a entrare nell’atmosfera giusta. Non abbiamo mai scartato un brano. Magari ce ne sono alcuni che abbiamo lasciato a metà, ma non abbiamo mai messo da parte un pezzo finito. Non siamo uno di quei gruppi che scrive ottanta canzoni e poi sceglie le dieci migliori. Per questo disco in particolare non ce n’è stato bisogno.”
SIETE UNA BAND CHE SCRIVE ANCHE IN STUDIO? MAGARI QUALCHE CORREZIONE DELL’ULTIMO MINUTO…
“Non direi, avevamo già tutto pronto quando siamo entrati in studio. Qualche piccolo ritocco ce l’ha suggerito Steve Albini, il nostro produttore, ma null’altro…”
SO CHE SIETE STATI IN TOUR CON I MASTODON; CHE TIPO DI ESPERIENZA E’ STATA? COSA PENSATE DELLA BAND DI ATLANTA? TROVATE DELLE AFFINITA’ MUSICALI TRA MASTODON E HIGH ON FIRE?
“Abbiamo fatto un buon numero di concerti con loro qui negli States. Siamo molto amici dei Mastodon e siamo anche loro grandi fan, quindi suonare più di cento date con loro è stato bello. E’ ovvio che dopo un’esperienza di questo tipo qualche influenza possa essere filtrata da una band all’altra e credo sia un’ottima cosa…”
CREDO CHE L’ANALOGIA PIU’ CHIARA SIA CHE, PUR CON MODALITA’ DIVERSE E PERSONALI, VOI E I MASTODON INTERPRETATE IN MODO EGREGIO IL CONCETTO DI EPIC METAL…
“Sono d’accordo, siamo grandi fan dell’epic metal degli anni ’80…”
IL FATTO DI ESSERE SU RELAPSE, UN’ETICHETTA CHE GENERALMENTE PRODUCE BAND PIU’ VICINE AL GRINDCORE O AL METALCORE, VI HA CREATO DEI PROBLEMI?
“Mi piace lavorare con la Relapse. Credo che ci distinguiamo un po’ dal tipo di band che sono soliti produrre, ma a me sta bene. Stanno spingendo molto il disco e abbiamo la sensazione che credano in noi. Dei gruppi che attualmente incidono per Relapse, come ti ho già detto, apprezzo molto i Mastodon e credo che anche gli Zeke siano un’ottima band.”
IL VOSTRO IMPATTO DAL VIVO E’ TERREMOTANTE, SOPRATTUTTO SE SI PENSA CHE SIETE UN TRIO. CI SONO MESI DI PROVE DIETRO QUESTA STRAORDINARIA ATTITUDINE LIVE O PIUTTOSTO UN OTTIMO AFFIATAMENTO?
“In realtà ci basta immergerci completamente in quello che stiamo facendo e tutto ci riesce spontaneo; siamo fortunati da questo punto di vista. E’ molto importante la reazione che otteniamo dal pubblico nei primi minuti di concerto; di solito è il fattore che determina l’efficacia della nostra performance.”
SIETE SOLITI USARE DROGHE O ALCOOL PRIMA DEGLI SHOW?
“Magari un paio di bicchieri di whiskey aiutano, ma niente di più…”
E PER IL PROCESSO COMPOSITIVO GLI STATI ALTERATI SONO UTILI?
“A volte quando registriamo una pre-produzione di un brano mi piace andare a casa e ascoltarlo dopo essermi ‘rilassato’ in qualche modo. Ma credo che approcciare la composizioni in stati di coscienza alterati possa essere rischioso, dal momento che spesso quando sei ‘high’ certe cose ti sembrano decisamente migliori di quanto in realtà non siano…”
ALCUNE DELLE VOSTRE INFLUENZE, MOTORHEAD E VENOM IN PARTICOLARE, SONO PIUTTOSTO OVVIE; MI CHIEDEVO SE CE NE SONO ALTRE MAGARI MENO EVIDENTI MA ALRETTANTO IMPORTANTI PER VOI…
“Personalmente amo molto il vecchio hardcore. Gruppi come Agnostic Front o Cro-Mags sono tra i miei ascolti quotidiani ed hanno influenzato molto il mio stile. Anche i D.R.I. sono tra i miei preferiti…”
DELLA NUOVA SCENA HARDCORE COSA PENSI? TI INTERESSANO BAND COME GLI HATEBREED?
“Non la seguo molto. Gli Hatebreed sono ottimi amici, comunque. Sono cresciuto con Jamie (Jasta, il cantante della band californiana), siamo stati coinquilini per qualche anno.”
AVETE AVUTO LA POSSIBILITA’ DI LAVORARE CON IL LEGGENDARIO STEVE ALBINI, UNO DEI PRODUTTORI PIU’ AFFERMATI DELLA SCENA ALTERNATIVA. COM’E’ STATO COLLABORARE CON LUI?
“Steve è un grande ed è assolutamente umile. Supportava completamente qualsiasi idea avessimo. Una volta gli abbiamo chiesto, ovviamente scherzando, se potevamo avere dei timpani da suonare e lui stava già chiamando un negozio di strumenti musicali per farseli portare; abbiamo dovuto fermarlo. Penso che l’idea di lavorare con noi fosse molto interessante per lui, perché siamo il gruppo più pesante che abbia mai prodotto; in qualche modo siamo stati un diversivo…”
PENSI CHE COMPREREBBE IL VOSTRO DISCO?
“Questo non lo so, non mi spingerei tanto lontano…”