HIRAX – Fedeltà immortale

Pubblicato il 25/06/2014 da

Trenta anni e non sentirli. Tanto è lungo il cammino di Katon de Pena, carismatico frontman che da tre decenni porta alta imperterrito la bandiera dei suoi Hirax, formazione thrash metal californiana che ha mosso i primi passi con Metallica, Exodus e Death Angel, pur non condividendone poi i fasti ed il successo che ha contraddistinto la carriera di questi gruppi. Ciononostante, Katon non si è dato pervinto, e con dedizione e tenacia ha collezionato una serie di release di prima qualità, di cui fa parte a pieno diritto “Immortal Legacy”, nuovo full-length di recentissima pubblicazione. La prima data degli Hirax su suolo italiano, accompagnati dagli altrettanto seminali Toxik, ha rappresentato quindi un’occasione più che ghiotta per raggiungere la band e scambiare due chiacchere con il suo simpaticissimo cantante…

Hirax - Band - 2014

CIAO KATON, BENVENUTO SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! QUESTA DI OGGI È LA PRIMA DI UNA SERIE DI DATE CHE TERRETE IN ITALIA, PER PROSEGUIRE POI CON IL VOSTRO TOUR EUROPEO. COSA PENSI DELLE ALTRE BAND CHE VI ACCOMPAGNERANNO? COME SONO ANDATE PER ADESSO LE ALTRE DATE DEL TOUR?
“Ciao a tutti, è un piacere essere qua con voi! Sì, suoniamo con una band italiana di nome Methedras, ragazzi in gamba che ci stanno accompagnando per tutto il tour europeo, così come i Nuclear dal Cile ed i Bonded By Blood, che conosciamo ormai già da diverso tempo: è un pacchetto molto interessante, a giudicare dalla reazione del pubblico a queste prime date! Siamo partiti dal Portogallo, per passare poi in Spagna, Francia e stasera per la prima delle date italiane. Sono stati show fantastici, in Francia soprattutto abbiamo avute serate davvero scatenate, suonando addirittura in una sorta di fattoria! C’è sempre stata una grande risposta dal pubblico, e anche per stasera siamo molto eccitati, visto che si tratta della prima data degli Hirax in Italia in assoluto! La strada è ancora lunga verso la fine di tutte le dati promozionali ma come si suol dire… so far, so good!!”.

STASERA SARETE ACCOMPAGNATI DAI TOXIK, ALTRA FORMAZIONE STORICA PER IL THRASH METAL! COME È NATA L’IDEA DI UNIRE QUESTE DUE MITICHE BANDS PER QUESTA SERATA MEMORABILE?
“Da quello che so, è stata una trovata dell’agenzia, noi ne sapevamo nulla in realtà! Trovo però che sia stata una grande idea, visto che i Toxik sono una band con una grande storia e delle ottime canzoni, sono in giro dai primi Anni ’80 e parlando con loro durante il soundcheck, si sono dimostrate delle persone davvero simpatiche e disponibili. È un onore per noi insomma essere accompagnati stasera da una band tanto valida, renderanno la serata ancora più selvaggia!”.

OLTRE A LORO CI SARANNO ANCHE I BONDED BY BLOOD, UNO DEI NOMI DI PUNTA DI QUESTO REVIVAL-THRASH METAL CHE DA QUALCHE ANNO RISCUOTE MOLTO SUCCESSO. COSA PENSI TU DI QUESTO FENOMENO? DA PRIME-MOVER DEL GENERE, SEI FAVOREVOLE O NO ALLO SVILUPPO DI QUESTA NUOVA ONDATA THRASH? CREDI CHE FAVORISCA O NO LA VECCHIA SCUOLA DEL GENERE?
“Io, personalmente, approvo totalmente questa nuovo ritorno e credo che chiunque vi possa vedere qualcosa di male, sia completamente in torto: tutta questa nuova ondata di interesse verso queste sonorità non fa altro che rinverdire e tenere in vita anche la ‘vecchia guardia’, portando un vantaggio tanto alle nuove quanto alle vecchie band. Come vedi, anche stasera abbiamo un’unione perfetta di vecchia e nuova scuola, quindi sì, sono più che favorevole a questo fenomeno. Ci sono un sacco di band che stanno proponendo musica di qualità, penso ai Gama Bomb dall’Irlanda, o ai Violator dal Brasile, insomma tante realtà che, a trenta anni dal nostro inizio, portano avanti con dignità il vessillo del thrash metal”.

PASSIAMO AD “IMMORTAL LEGACY”, IL NUOVO ALBUM DEGLI HIRAX! RISPETTO ALLA PRECEDENTE USCITA “EL ROSTRO DELLA MUERTE”, SONO PASSATI BEN 5 ANNI PRIMA DI POTER ASCOLTARE IL NUOVO ALBUM. COSA È SUCCESSO IN QUESTO PERIODO? TI VA DI DESCRIVERCI LA GESTAZIONE E LO SVILUPPO DI “IMMORTAL LEGACY” FINO ALLA SUA USCITA?
“Beh, questi cinque anni sono stati fondamentalmente occupati da centinaia di date, suonate soprattutto nel Sud dell’America: Brasile, Argentina, e Venezuela sono Stati molto ampi, che richiedono molto tempo per poter essere  girati a dovere, e sembrava comunque che il pubblico non ne avesse mai abbastanza! Da quelle parti dimostrano un calore immenso, abbiamo suonato concerti con oltre trentamila persone tra la folla, numeri quasi incredibili rispetto all’Europa. Di tanto in tanto buttavamo giù materiale nuovo, ma poi partivamo nuovamente verso la Colombia, o l’Ecuador e così via. Quando finalmente abbiamo riunito tutte le idee, ci siamo rivolti a Bill Metroyer, storico produttore che ha collaborato tra gli altri con W.A.S.P., Armored Saint e Slayer, ed abbiamo registrato l’album con lui ad Hollywood. Ci siamo poi avvalsi della collaborazione di vari guests, tra cui Rocky George dei Suicidal Tendencies, Juan Garcia degli Agent Steel e Jim Durkin dei Dark Angel, grandi collaborazioni che hanno richiesto il loro tempo fino ad avere finalmente il prodotto finale fatto e finito. Comunque, questi lunghi periodi di tour e la certezza di avere del materiale adeguato ad una nuova uscita discografica sono stati i motivi principali di questo lungo lasso di tempo tra un album e l’altro. Ne è valsa la pena però: ogni formato in cui uscirà l’album contiene una tracklist leggermente diversa, per rendere ‘Immortal Legacy’ interessante sotto ogni aspetto, ed è una cosa questa che mi riempie d’orgoglio”.

TROVO CHE IL NUOVO LAVORO, PUR CON UNA PRODUZIONE MODERNA, RIPRENDA SOPRATTUTTO A LIVELLO VOCALE ALCUNE CARATTERISTICHE TIPICHE DEI VOSTRI VECCHI LAVORI, ATTUALIZZANDOLE AI GIORNI NOSTRI. SEI D’ACCORDO? COME CREDI SI INSERISCA “IMMORTAL LEGACY” NELLA VOSTRA PASSATA DISCOGRAFIA?
“Credo che tu abbia perfettamente centrato il punto del discorso: quello che volevamo fare era esattamente unire il vecchio mondo, formato da fans della prima ora che ci seguono da trenta anni ormai, al nuovo mondo, rappresentato dalla crescita artistica che abbiamo subito come musicisti: la musica classica, un certo approccio progressive fanno adesso parte degli Hirax, che non vogliono assolutamente dimenticare o tradire le loro radici, ma nemmeno compromettere il futuro della band con inutili imposizioni. Credo che il nuovo album, includa in quaranta minuti la nostra storia trentennale, dalle origini selvagge della band fino ad ora e a quello che siamo oggi”.

COME SI È SVOLTO IL PROCESSO DI SONGWRITING PER IL NUOVO ALBUM?
“Dunque, direi che il lavoro ‘a monte’ è stato decisivo stavolta, visto che ci siamo ritrovati molto spesso a casa mia a Los Angeles, California, ed abbiamo fatto tantissima pre-produzione: è stata una fase caotica, c’erano chitarre che suonavano, batterie, mi stupisco che mia moglie non mi abbia fatto fuori! Abbiamo collezionato centinaia di riff di chitarra, per poi unirli ed arrangiarli tutti insieme presentandoli al resto della band. È stato un metodo che abbiamo davvero amato, perché ci ha permesso con calma di scegliere il materiale che più ci convinceva, e lavorare bene prima di entrare in studio. È un po’ come quando ti prepari per un esame, se hai studiato bene e sei preparato, vedrai che l’esame in sé non rappresenterà più di tanto un problema! Per i lavori passati ci chiudevamo semplicemente in studio e passavamo ore a jammare insieme, che è sicuramente un altro buon metodo per scrivere musica istintiva e potente, ma per stavolta abbiamo preferito un approccio più disteso e riflessivo”.

LA TUA VOCE RIMANE IN OGNI CASO LA CARATTERISTICA PIÙ RICONOSCIBILE DI OGNI LAVORO DEGLI HIRAX! FAI QUALCOSA PER CURARLA, STUDI O HAI STUDIATO CANTO OPPURE SI TRATTA “SOLO” DI UN TUO TALENTO NATURALE?
“Credo che molto di questo abbia a che fare con la capacità di mantenersi in buona forma, che non è spesso una cosa molto semplice: passi gran parte dell’anno in giro, da una serata all’altra, e oltre lo sforzo sul palco, dopo devi passare del tempo e divertirti con i fans subito dopo. Non è certo un sacrificio, è forse anzi la parte che più preferisco del mio lavoro, ma si tratta comunque di uno sforzo ulteriore per il mio fisico. Quando sono a casa quindi passo molto tempo correndo sulle spiagge della California, vicino a casa mia, sono dei posti davvero stupendi dove allenarsi del resto, ed è qui che faccio molti esercizi cardiovascolari per tenermi in forma. Ovviamente poi, cerco di provare con la band più tempo possibile, cercando sempre di superare le mie vecchie prestazioni vocali e fissandomi sempre nuovi obbiettivi. L’alcool è ottimo per divertirsi e per i party, ma se devo cantare… niente è come della buona e vecchia acqua naturale!”.

KATON, DA TRENTA ANNI ORMAI PORTI AVANTI CON ORGOGLIO IL NOME HIRAX, DA UNICO MEMBRO DELLA LINE-UP ORIGINALE. COSA TI SPINGE A FARLO ANCORA CON LO STESSO ENTUSIASMO DEGLI ESORDI? QUALI CREDI SIANO STATI I MOMENTI MIGLIORI, E QUALI INVECE I PEGGIORI, DI TUTTO QUESTO PERCORSO?
“Vedi, non posso pensare a dei momenti davvero negativi per gli Hirax, visto che anche nelle più grandi difficoltà si nascondono aspetti che ti aiutano a crescere come uomo e come artista; con il gruppo, hai la possibilità di girare il mondo in una condizione privilegiata, e sono sicuro che avrei voluto fare questo anche se non mi fossi trovato all’interno degli Hirax, cercando di cogliere ogni differenza e particolarità in ogni paese che visito. Certo, aspettare a volte in aeroporto fino a dieci ore filate non è certo il massimo della vita, ma allo stesso tempo sai che lo stai facendo oggi in Italia, domani in Russia e ieri in Brasile, stai insomma accrescendo la tua conoscenza del mondo, che è una cosa assolutamente fantastica. Adoriamo l’arte, l’architettura, tutto quello che rende ogni posto diverso da tutti gli altri che hai visitato o visterai. Mi piace pensare che il meglio debba sempre venire, mi aiuta a tenermi attivo ed ottimista. Dopo queste date saremo ad esempio in Germania per il Bang Your Head con gente come Twisted Sister e Europe, abbiamo suonato in passato con innumerevoli icone del metal, dai Judas Priest a Ronnie James Dio, insomma tutti questi possono essere considerati i migliori momenti della band, così come ogni disco che abbiamo in uscita segna un importantissimo highlight della nostra carriera, così come ogni complimento ricevuto dalla gente ti incita e spinge a dare sempre il meglio per loro. La musica è una parte importantissima della vita di ognuno, e sapere di essere importante per qualcuno là fuori ripaga gli sforzi che da anni affrontiamo quotidianamente”.

TI VA DI RACCONTARCI QUALCOSA IN PIÙ SULLO SPLIT CHE HA TENUTO GLI HIRAX PER OLTRE 10 ANNI LONTANI DALLE SCENE? COSA È SUCCESSO ESATTAMENTE E COSA POI TI HA SPINTO A RIPRENDERE IN MANO LE SORTI DEL GRUPPO E SCRIVERE NUOVA MUSICA?
“Mi rendo conto che quando ero più giovane non avevo affatto capito il business che gira intorno alla musica, le sue dinamiche, e questo ha impedito certamente alla band di diventare grande come invece stava diventando nei primi anni di attività, a causa dell’inesperienza e della poca maturità con cui ho gestito diverse cose: oltre a me, ci sono decine di persone coinvolte nel successo degli Hirax, dai tour manager ai tecnici del suono, dai fonici ai roadie, un’intera famiglia fa affidamento su di te e questo era certamente ben poco chiaro per me negli Anni ’80. Quando poi sono venuto a conoscenza di queste ed altre cose molto più sgradevoli, ho avuto un naturale rifiuto verso questo mondo, ho pensato: ‘Ok, il music business fa schifo, ed io non voglio farne parte!’. Dopo però cresci, grazie al rapporto con etichette, giornali, stazioni radio e negozi di musica mi sono reso più consapevole circa l’ambiente che mi circondava, ed ho deciso di rimettermi in pista. Anche mia moglie, al tempo fidanzata con me, mi ha sempre spronato a non arrendermi e farmi sotto ancora, e così sono ripartito, e con me tutto il carrozzone Hirax! Anche ora non è tutto facile, spostarsi e guidare per nove o dieci ore è davvero stressante per esempio, ma sono giunto alla conclusione che l’affetto e la fiducia dei fans sono capaci di ripagare tutto, sono loro la vera benzina del mio motore”.

QUALI PENSI SIANO GLI ELEMENTI CHE NON POSSONO ASSOLUTAMENTE MANCARE IN UNA BUONA CANZONE THRASH METAL?
“Al di là del volume e del casino, credo che non si possa parlare di un buon brano thrash se esso non contiene l’elemento fondamentale, e cioè dei buoni riff di chitarra. Molte, troppe bands oggi hanno perso il gusto e l’importanza di questo elemento, mentre se ascolti le vecchie realtà storiche, come Iron Maiden o Judas Priest il riff di chitarra è la base dietro a cui si costruisce la canzone, accompagnata sempre dalla giusta attitudine e dallo spirito che più si addice al thrash metal. Devi far impazzire le persone, solo questo è il vero segnale di quanto buono sia il brano che hai scritto”.

OK, LE DOMANDE SONO FINITE! LASCIO A TE LE ULTIME RIGHE PER DIRE QUELLO CHE VUOI AI NOSTRI LETTORI.
“Grazie a voi tutti per il supporto costante che portate alla musica, è un duro lavoro e vi promettiamo da parte nostra che continueremo a spaccare tutto e a suonare heavy metal fino alla fine dei nostri giorni! Speriamo di potervi incontrare tutti quanti nelle prossime date live, ascoltatevi intanto il nuovo lavoro ‘Immortal Legacy’, uscito in Europa per SPV Records, di cui siamo estremamente felici e che sta riscuotendo ottimi responsi. Metal On!”.

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