E chi li ferma più? Dopo aver assistito al battesimo live di “New Empire – Volume 1”, è questa l’impressione che abbiamo avuto del nuovo corso degli Hollywood Undead, finalmente pronti a conquistare gli onori delle cronache anche nel vecchio continente, finora un po’ più timido nei confronti della band di Los Angeles. A svelarci qualche retroscena è il super-palestrato rapper Johnny 3 Tears, estremamente disponibile e lontano dallo stereotipo che ci si potrebbe immaginare per il personaggio di scena.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO “NEW EMPIRE”? E A QUANDO IL SECONDO VOLUME?
– Il titolo è legato al fatto che con questo disco abbiamo voluto creare qualcosa di diverso rispetto al passato, una sorta di nuovo inizio senza ovviamente voler rinnegare quanto fatto per finora. Per quanto riguarda il volume due, lo abbiamo già registrato ed uscirà tra qualche mese. Fosse stato per noi avremmo fatto anche un disco singolo con venti tracce, ma come sempre in questi casi l’etichetta ci ha suggerito a dividerlo in due: dal nostro punto di vista la cosa più importante era far uscire il prima possibile la nostra musica, e visto che oggi molta gente ascolta in streaming non credo sia un grosso problema il fatto di avere due uscite a distanza ravvicinata.
VISTA LA BREVE DURATA DEL DISCO, COME MAI NON AVETE PENSATO DI INCLUDERE L’EP “BLOODY NOSE”, USCITO QUALCHE MESE FA SOLO IN DIGITALE?
– Al giorno d’oggi è molto facile buttare fuori musica sulle piattaforme di streaming, quindi quando l’anno scorso ci siamo trovati con un po’ di canzoni pronte le abbiamo rilasciate come EP digitale; sono sicuro che prima del prossimo disco rilasceremo qualche altra canzone nello stesso formato.
NELLA COPERTINA DEL DISCO TRONEGGIA LA COLOMBA, MENTRE NON VEDO LA GRANATA CHE LA ACCOMPAGNA IN GENERE…
– Sì, la colomba che porta la granata è da sempre il nostro simbolo, scelto all’epoca come icone di pace e guerra per rappresentare la dicotomia che si trova anche nella nostra musica. In questo caso abbiamo rimesso la colomba al centro del mondo proprio per rappresentare il nuovo corso di cui parlavo prima.
IN PASSATO NON AVETE MAI AVUTO FEATURE (AD ECCEZIONE DI B-REAL DEI CYPRESS HILL), MENTRE STAVOLTA FIGURANO COME OSPITI I CANTANTI DI GOOD CHARLOTTE E SLEEPING WITH SIRENS: COME MAI?
– Personalmente non ho mai voluto avere ospiti sui nostri album, ma stavolta è stato tutto molto naturale: eravamo tutti nello stesso studio, quindi ci siamo bevuti qualcosa insieme dopodiché ci è venuto naturale invitarli a registrare con noi su un paio di pezzi. Ci saranno anche un paio di ospiti sul nuovo disco, anche se non posso ancora dire nulla di più.
NONOSTANTE SIATE IN GIRO DA META’ ANNI 2000, SOLO NEGLI ULTIMI ANNI INIZIAMO A VEDERVI PIU’ SPESSO IN EUROPA, ITALIA COMPRESA…
– Quando abbiamo cominciato, il successo in US è stato abbastanza immediato essendo una band americana, mentre in Europa è stato un cammino più difficile. Ricordo che siamo venuti tipo nel 2009 e c’erano circa quaranta persone a vederci ad ogni show, quindi ci è voluto un po’ di più per trovare il nostro spazio, ovviamente partendo da città più grandi come Londra o Berlino. Ora finalmente possiamo iniziare a girare seriamente l’Europa, anche in posti più piccoli come la Grecia dove non siamo ancora stati, e non vedo l’ora di poter tornare in Italia, di cui amo moltissimo sia la gente che la cultura.
SIETE IN TOUR CON I PAPA ROACH: QUALE DEI LORO ALBUM APPREZZI DI PIU’?
– Il mio album preferito dei Papa Roach probabilmente è “Infest”, per motivi affettivi legati a quando è uscito quel disco, che di fatto ha accompagnato la mia adolescenza. Dal punto di vista del songrwiting invece apprezzo molto anche “F.E.A.R.”, un lavoro sperimentale e ricco di spunti.
SUL FRONTE MASCHERE AVETE QUALCHE NOVITA’ IN SERBO, COME GLI SLIPKNOT?
– Non so come faremo con le maschere…abbiamo in serbo qualcosa che non riguarda direttamente noi, ma ancora non posso dire nulla. Riguardo alle nostre maschere è sempre più difficile fare delle modifiche, avendo così poco spazio a disposizione.
DOPO AVER LAVORATO CON PRODUCER DI GRIDO, STAVOLTA AVETE COLLABORATO CON MATT GOOD, GIA’ FRONTMAN DEI FROM FIRST TO LAST MA ABBASTANZA NUOVO COME PRODUTTORE: COME LO AVETE SCELTO?
– Matt Good è un nostro amico da tempo: abbiamo fatto in passato dei tour insieme ai From First To Last, per cui ci conosciamo bene. Un paio d’anni fa poi ho sentito il nuovo degli Asking Alexandria e sono rimasto subito impressionato dalla produzione, quindi quando ho scoperto che era opera sua è venuto naturale unire le forze. In passato abbiamo lavorato bene con gli altri produttori, ma sentivamo la necessità di avere qualcuno di nuovo con cui ripartire da zero, e lavorare con Matt ci ha portato a cambiare uscendo dalla nostra zona di comfort. In generale, mi piace avere una figura esterna che ci aiuti a tirare fuori il meglio e ti spinga al limite: se fai tutto da solo, il rischio è di ‘rilassarti’, anche se ormai iniziamo ad avere un po’ di esperienza in materia.
PER ESSERE SPINTI AL LIMITE, AVRESTE ALLORA DOVUTO PROVARE CON ROSS ROBINSON…
– In passato ci abbiamo effettivamente pensato ed è anche venuto a vederci, ma alla fine non si è mai concretizzato; comunque sì, abbiamo bisogno di essere spronati a dare il massimo.
A PARTE IN “DESPERATE MEASURES”, NON AVETE MAI INSERITO UNA COVER NEI VOSTRI ALBUM: COME MAI?
– In generale preferisco scrivere pezzi propri, anche perchè renderemmo peggiori i brani che mi piacciono, tipo quelli dei Nine Inch Nails, quindi perchè sprecare energie e rovinare un bel pezzo?
IN EPOCA DI MOVIMENTI COME ‘#METOO’, SCRIVERESTE ANCORA UN PEZZO COME “EVERYWHERE I GO” (un’elegia dell’alcol come motore sessuale, con frasi tipo “Voglio vedere il tuo sedere strusciare / Contro il mio pacco quando mi inizia la sbornia / Dai ragazze voglio vedervi bere / Voglio vedere il vostro cervello spegnersi / Fighe ubriache è ciò che ho in mente / Non mi interessa se sei ubriaco o no / Prendi due tipe e facci dei body shots”, ndR)?
– Onestamente no, non credo scriveremmo un pezzo così al giorno d’oggi. Per essere chiari: per me non è un problema offendere qualcuno o essere offeso, ma un conto è l’offesa, un conto è ‘ferire’. Ci sono alcune cose che abbiamo scritto che, anche se ovviamente l’intento non era quello, mi rendo ora conto potrebbero ferire la sensibilità di qualcuno, quindi oggi come oggi non scriverei testi come quello di “Everywhere I Go” o anche di “Undead”, perché qualcuno potrebbe fraintenderne il significato ed è l’opposto di quello che vogliamo: la musica deve unire non dividere. Possiamo essere aggressivi nei nostri testi, ma senza arrivare a fare male.
PARLANDO DEL PASSATO, SENTI ANCORA DEUCE? E, VISTO CHE SONO PASSATI QUINDICI ANNI DA “SWAN SONGS”, PENSI CI SIA LA POSSIBILITA’ DI QUALCHE SHOW INSIEME?
– Non parlo con Deuce da dieci anni, quindi non credo proprio. Non serbo alcun rancore verso di lui, ma guardiamo avanti, non indietro. Non sento la necessità di celebrare anniversari o altro: ogni giorno per me è una celebrazione, non nel senso dei party, ma perchè siamo in giro a fare la musica che ci piace e piace alla gente.
IL NOME JOHNNY 3 TEARS E’ UN OMAGGIO ALLA VECCHIA BAND, CORRETTO?
– Esatto, 3 Tears era il nome della prima band, quindi l’ho mantenuto cambiando il nome perchè ‘George 3 Tears’ non suonava molto bene! La musica che suonavamo con i 3 Tears era terribile, un mix di Deftones e NIN molto dark, ma tutto è cominciato da lì e quindi ho voluto tenere fede alle mie origini, per ricordarmi dove tutto ha avuto inizio.
POTENDO SCEGLIERE UNA CANZONE DA INCLUDERE NELLA COLONNA SONORA DI UN FILM, QUALE SCEGLIERESTI?
– Mmmh, non guardo né film né serie TV da almeno cinque anni, preferisco molto di più leggere. L’unica cosa che guardo sono i cartoni animati con i miei figli, quindi direi che potremmo mettere “Undead” in “Toy Story”, che dici (risate, ndR)?
IL TUO LIBRO PREFERITO?
– Almeno tre: “L’Idiota” di Dostoevskij, “Paradiso Perduto” di Milton e “Il Processo” di Kafka.