Con il recente “Darkness Drips Forth”, uscito a fine ottobre su Relapse Records, gli Hooded Menace hanno ulteriormente raffinato la loro apprezzata formula doom-death, proponendo un lotto di composizioni più lunghe e dai contrasti maggiormente netti. Si può in effetti affermare che i finlandesi abbiano regalato ai loro fan il loro materiale più emotivo di sempre: tanto cupo e disperato, quanto arioso e orecchiabile a tratti. Ad ogni appuntamento, il l gruppo continua a dimostrarsi personale e ricco di ispirazione, mantenendosi ai vertici della scena doom. E’ ancora una volta l’affabile leader Lasse Pyykkö a presentarci gli sviluppi della sua formazione, fresca reduce da un tour europeo sostenuto in compagnia di Mourning Beloveth e Shores Of Null…
“DARKNESS DRIPS FORTH” SI PRESENTA COME IL VOSTRO ALBUM PIU’ VARIO DI SEMPRE, DATO CHE CONTIENE SIA I VOSTRI MOMENTI PIU’ PESANTI CHE QUELLI PIU’ ROMANTICI. VI SIETE MOSSI IN QUESTA DIREZIONE DI PROPOSITO?
“Diciamo che non abbiamo deciso di comporre un album così a priori, ma che siamo stati ispirati a farlo. Negli ultimi anni ho ascoltato molto spesso Asunder, Mournful Congregation e Thergothon e credo che ciò mi abbia inconsciamente portato a comporre tracce più lunghe e maestose, oltre che più melodiche. Si può dire che con il tempo siamo diventati più spregiudicati nell’uso delle melodie. Dall’altro lato, tuttavia, credo che le parti heavy e cupe siano più soffocanti che mai. Tutto sommato, si può affermare che abbiamo ulteriormente esplorato i nostri estremi, ma nella maniera più spontanea possibile. Il nostro ultimo EP ‘Labyrinth of Carrion Breeze’ presentava già una canzone molto lunga con tantissime melodie. Credo che avessimo adottato questo stile già allora”.
NONOSTANTE ABBIATE SEMPRE PREFERITO DEGLI SHOW SINGOLI A DEI LUNGHI TOUR, MI SEMBRA CHE LA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE SIA AUMENTATA NEGLI ULTIMI ANNI. INOLTRE AVETE CONTINUATO A PUBBLICARE EP E SPLIT. CHE IMPATTO HANNO AVUTO QUESTE ESPERIENZE SULLA STESURA DEL NUOVO ALBUM?
“Sicuramente i concerti e le registrazioni sostenuti da questa lineup non hanno fatto altro che farci diventare una band più compatta sia a livello musicale che di mentalità. Forse non si è trattato di un’influenza sullo stile, ma è comunque ovvio che ognuno dei ragazzi abbia il suo tocco nel suonare. Da questo punto di vista la musica ha tutto un altro feeling rispetto a quando il materiale veniva registrato esclusivamente da me e da Pekka alla batteria”.
PENSI CHE CONTINUERETE IN QUESTA DIREZIONE, CON BRANI PIU’ LUNGHI E STRUTTURATI?
“Non lo so, anche perchè per me le differenze tra questo album e i precedenti non sono esattamente enormi. Senz’altro ‘Darkness Drips Forth’ è più cupo di ‘Effigies Of Evil’ e dei primi album, ma i riff e le parti accattivanti sono ancora presenti. Non ci siamo snaturati. Magari in futuro torneremo a comporre qualche traccia più rockeggiante: non sono contrario a questa formula”.
ALCUNI DEI PASSAGGI PIU’ MELODICI MI HANNO RICORDATO I PRIMI KATATONIA QUESTA VOLTA. PENSI CHE QUESTA BAND VI ABBIA EFFETTIVAMENTE INFLUENZATO?
“Certo, i primi Katatonia erano favolosi e senza dubbio ci hanno sempre influenzato. Probabilmente questa volta più che in passato”.
I FAN DI DOOM E DEATH METAL TENDONO AD ESSERE PIUTTOSTO TRADIZIONALISTI. QUANDO COMPONETE VI CAPITA DI PENSARE ALLE POTENZIALI REAZIONI DEL VOSTRO PUBBLICO? CERCATE MAI DI TROVARE UN COMPROMESSO TRA QUELLO CHE VORRESTE PROPORRE E CIO’ CHE I FAN SI ASPETTANO DA VOI?
“No, siamo assolutamente egoisti quando si tratta di comporre musica: prima di tutto dobbiamo compiacere noi stessi, poi proviamo a pensare a come i fan potranno reagire. In generale, non credo che i vari album abbiano mai diviso il nostro seguito. Forse siamo sempre stati fortunati”.
QUESTA VOLTA AVETE DECISO DI TRASFERIRVI IN INGHILTERRA PER LE REGISTRAZIONI. UNA SCELTA INSOLITA, CONSIDERATO CHE LA FINLANDIA PARE ESSERE PIENA DI OTTIMI STUDI. COME MAI AVETE DECISO DI LAVORARE CON CHRIS FIELDING?
“Certamente vi sono degli studi validissimi in Finlandia, ma non conoscevamo nessuno che fosse in grado di maneggiare alla perfezione il nostro sound, oltre al nostro fonico Mikko Saastamoinen. Per il nuovo album era nostra intenzione provare qualcosa di diverso e, siccome avevamo già familiarità con Chris grazie al mixaggio e al mastering dello split con i Loss, abbiamo deciso di volare in Inghilterra. Aveva fatto un buon lavoro sul pezzo dello split, ma avevamo trovato frustrante lavorare via internet, così abbiamo preso la decisione di ritrovarci nello stesso luogo. Alla fine Mikko è comunque stato coinvolto, in quanto abbiamo dovuto ritoccare il mixaggio nel suo studio”.
HO NOTATO CHE LE LINEE VOCALI SONO ANCORA UNA VOLTA STATE REGISTRATE DA TE, NONOSTANTE IL BASSISTA/CANTANTE MARKUS MAKKONEN – CHE CANTA DAL VIVO – SIA ORA UFFICIALMENTE PARTE DELLA BAND. NON HAI AVUTO IL CORAGGIO DI ABBANDONARE IL MICROFONO?
“Mi piacerebbe moltissimo lasciargli il microfono del tutto: ne abbiamo parlato tante volte nella band. Tuttavia, ogni volta giungiamo alla conclusione che il mio growl sia perfetto per gli Hooded Menace, quindi sono condannato a cantare in studio. Non amo cantare in growl, e sicuramente non lo farò mai dal vivo, ma pare proprio che il mio stile si sposi meglio con la nostra musica. Per quanto riguarda i concerti, dove non è obbligatorio avere un tono identico al disco, il posto è invece tutto di Markus, il quale fa sempre un ottimo lavoro”.
LA FINLANDIA E’ UNA DELLE NAZIONI PIU’ IN VISTA NEL PANORAMA METAL E CERTAMENTE E’ AL TOP PER QUANTO RIGUARDA IL DOOM. SOLO QUEST’ANNO ABBIAMO POTUTO GODERE DEI NUOVI ALBUM DI SKEPTICISM, SHAPE OF DESPAIR E TYRANNY, AD ESEMPIO. COME SPIEGHI UN TALE FERMENTO IN QUESTO SPECIFICO FILONE?
“Non lo so… c’è sempre stata una notevole tradizione doom da queste parti, grazie a band seminali come Thergothon, Skepticism, Unholy o Reverend Bizarre, le quali hanno incoraggiato gruppi locali e stranieri a proporre questa musica di nicchia. Non voglio sembrare arrogante, ma credo che anche gli Hooded Menace siano un’influenza per diverse giovani band oggigiorno. Forse la mentalità malinconica e negativa dei finlandesi, assieme al clima rigido, ha qualcosa a che vedere con questo fenomeno doom… sono tutti elementi che vanno a nozze con queste sonorità”.
SEI UNA PERSONA CHE AMA TENERSI AGGIORNATA? SEGUI GLI SVILUPPI DELLA SCENA METAL? OPPURE TENDI AD ASCOLTARE SOPRATTUTTO LA MUSICA CON CUI SEI CRESCIUTO?
“Non posso dire di essere interessato a seguire lo sviluppo di ogni scena, ma sono sempre curioso di ascoltare nuova musica. A volte non mi dispiace ascoltare qualcosa per trovare la giusta ispirazione per comporre: la musica genera musica. Amo i classici con cui sono cresciuto, ma non escludo il resto: negli ultimi tempi ho scoperto delle opere sensazionali in campo doom… vedi gli Anhedonist o il debutto dei Pallbearer. In questi giorni ho ascoltato quasi sempre gli Iron Maiden degli anni Ottanta, ma a casa mia ha sempre girato anche parecchio hardcore punk, ad esempio. C’è sempre spazio per a musica, vecchia e nuova”.
PENSI DI ESSERE IN GRADO DI CITARE LE TRE CANZONI PIÙ IMPORTANTI DELLA CARRIERA DEGLI HOODED MENACE? OPPURE LE TUE PREFERITE?
“Le mie preferite sono ‘The House of Hammer’, ‘Chasm of the Wraith’ e ‘Elysium of Dripping Death’. Ho scelto queste perchè contengono delle melodie davvero trascinanti e possiedono uno sviluppo molto fluido. Sono tra le nostre canzoni più spontanee e sentite in assoluto”.
ALCUNI DI VOI SONO COINVOLTI IN DEI PROGETTI PARALLELI: PUOI FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SUI VOSTRI SFORZI EXTRA-HOODED MENACE?
” I Ruinebell, che sono composti da me e Pekka degli Hooded Menace e da Dopi dei Machetazo, hanno un MLP intitolato ‘Embers’ Grave’ fuori su Doomentia Records, quindi dategli un ascolto se apprezzate Amebix, Axegrinder, Godflesh e Voivod. Gli Swarming, la mia collaborazione con Rogga Johansson, hanno recentemente pubblicato ‘Cacophony of Ripping Flesh – Recordings 2010-2012’ su Dead Beat Media. Ovviamente si tratta di death metal, come potete immaginare. Infine, Markus sta registrando un nuovo album dei Sadistik Forest”.
PER CONCLUDERE, QUALI SONO STATI I TUOI ALBUM PREFERITI NEL 2015?
“Sicuramente sto dimenticando qualcosa, ma questi sono i primi che mi vengono in mente:
Crypt Sermon – ‘Out of the Garden’: solidissima band di doom metal tradizionale. Ottimo cantato, ottimo lavoro di chitarra e, soprattutto, ottime canzoni. Mi piace molto pure la copertina!
Horrendous – ‘Anareta’: ogni volta che gli Horrendous pubblicano un album questo entra subito nella mia classifica di fine anno. ‘Anareta’ non fa eccezione. Questa band è veramente talentuosa ed è riuscita a confezionare un album fresco e ispiratissimo.
Cruciamentum – ‘Charnel Passages’: non vi è molto di innovativo qui, ma, quando il death metal è composto in questa maniera, non vi è nulla di cui lamentarsi. Brutalità eccelsa! Bellissima anche la copertina.
Tau Cross – ‘Tau Cross’: un disco molto interessante, composto da veterani. Di solito non vedo di buon occhio le ‘super band’, ma i Tau Cross hanno fatto un lavoro notevole. Si sente un bel mix di diverse influenze. Tutto sommato colma il vuoto lasciato dai recenti Amebix.
Infine devo dire che Paradise Lost e My Dying Bride hanno rilasciato dei dischi davvero buoni. Arrivo a citare ‘Beneath Broken Earth’ dei Paradise Lost come canzone migliore del 2015!”.