HOPESFALL – The end of an era

Pubblicato il 06/02/2005 da
 
Gli Hopesfall cambiano pelle ma non perdono la loro capacità di scrivere grandi canzoni. Il nuovo “A Types” ne è un chiaro esempio: persa buona parte della vecchia aggressività e accantonate certe influenze hardcore e metal, il quintetto statunitense è comunque riuscito a scrivere una manciata di validissime rock song che faranno la gioia degli amanti delle sonorità più soft e malinconiche. Per saperne di più su questa svolta abbiamo fatto quattro chiacchiere al telefono con il bassista Mike Tyson (no, non è il pugile!), ragazzo davvero simpatico e cordiale!
 
 

CIAO MIKE, DIREI DI COMINCIARE PARLANDO SUBITO DEL NUOVO ALBUM, PROFONDAMENTE DIVERSO DA TUTTO CIO’ CHE AVETE REALIZZATO IN PASSATO…
“Ok, io però non sono dell’idea che ‘A Types’ sia così diverso dai nostri vecchi dischi. E’ sempre un album degli Hopesfall, i riff e le melodie che utilizziamo sono sempre gli stessi e la voce di Jay è inconfondibile. La vera differenza tra un album come ‘The Satellite Years’ e ‘A Types’ sta certamente nel fatto che quest’ultimo è in generale meno aggressivo ma soprattutto che le strutture dei brani sono decisamente più semplici e fluide. Non volevamo scrivere un disco che fosse la fotocopia del precedente, questa volta volevamo dare più spazio alle vocals e volevamo che le canzoni avessero dei ritornelli. Abbiamo così cercato di comporre delle vere e proprie canzoni, delle buone canzoni… e crediamo di esserci riusciti. Una volta con i riff di tre pezzi di ‘A Types’ avremmo dato vita ad una singola composizione… e questo oggi mi fa un po’ ridere (ride, ndR)!”.

VUOI DIRE CHE IL VECCHIO MATERIALE NON TI PIACE PIU’?
“Assolutamente no, però devo ammettere che delle volte si è un po’ esagerato con tutti quegli stacchi, cambi di tempo, ecc… certe vecchie canzoni hanno delle strutture eccessivamente articolate. Oggi vogliamo essere più diretti e meno complicati, tutto qui. I vecchi fan comunque non temano, continueremo a suonare le vecchie song dal vivo”.

MA IL PROCESSO DI SONGWRITING E’ STATO SPONTANEO O VI SIETE IMPOSTI DI COMPORRE BRANI MENO COMPLESSI E PIU’ MELODICI?
“Del tutto spontaneo, quando ci siamo trovati a scrivere i nuovi brani tutti nel gruppo la pensavano allo stesso modo. Poi Jay è arrivato dicendo che questa volta gli sarebbe piaciuto cantare di più… quidi il gioco era fatto. Siamo rimasti soddisfatti del nuovo materiale sin dai primi giorni della lavorazione. Ci esalta parecchio questo nuovo modo di esprimerci, per noi è una cosa nuova avere a che fare con delle song che non contengono quindici riff diversi (ride, ndR)!”.

MOLTI VECCHI FAN PERO’ SEMBRA CHE NON SIANO PER NULLA CONTENTI DI QUESTA VOSTRA SVOLTA…
“Sì, è vero. Però non si può mai accontentare tutti. Molti, e oserei dire la maggior parte, dei nostri fan pur rimanendo magari un po’ spiazzati hanno capito la nostra scelta, altri ci hanno coperti di insulti… ma fa parte del gioco! Devo dire però che con ‘A Types’ siamo riusciti a rompere molte barriere e pregiudizi… ai nostri recenti show ho notato diversi ragazzi che sembravano non appartenere alla scena hardcore o metal. Oggi siamo seguiti da tanti rock fan e questo ci fa piacere: al di là di tutto io personalmente ho sempre considerato gli Hopesfall una rock band, anche agli inizi!”.

IN FUTURO COME PENSATE DI EVOLVERVI?
“Non lo sappiamo ancora, non c’è quasi nulla di scritto per il prossimo album. Credo che ci manterremo su questo nuovo stile ma non ne ho la certezza. Ne riparleremo fra diversi mesi!”.

DI COSA PARLANO I TESTI DI ‘A TYPES’?
“Tutti noi ci consideriamo dei B-type… un A-type è la persona ideale che tutti noi vorremmo essere, ma al momento nessuno di noi ha raggiunto questo stadio. Ogni giorno cerchiamo di migliorarci come persone sotto tanti punti di vista e i testi parlano bene o male di questa ricerca, che poi è comune a tanta altra gente nel mondo. Non scendo troppo nei particolari perché i testi li ha scritti tutti Jay, però l’argomento è questo”.

PERCHE’ L’ULTIMO BRANO DEL DISCO HA UN TITOLO IN ITALIANO (“PER SEMPRE MARCIAMO”)?
“Jay trovava che quella frase in italiano suonasse molto bene, così ha deciso di utilizzarla per il titolo. E’ bello cercare di esprimersi in modo diverso anche sotto il profilo delle parole, infatti nel testo di quella canzone è presente anche un’altra frase nella tua lingua… la traduzione inglese non ci soddisfava”.

SITI COME WWW.CHRISTIANROCK.COM O WWW.CHRISTIANPUNKS.COM SONO SOLITI CITARVI… MA VOI SIETE UNA BAND CRISTIANA?
“No, non siamo una band cristiana! Questa storia è tutta nata da un equivoco: agli inizi della carriera, in un’intervista, Josh disse che aveva avuto un’educazione cristiana… tutto qui, ma non che gli Hopesfall erano un gruppo cristiano! Poi io non ho davvero nessun problema con i cristiani e mi sta bene essere seguito da certi siti. L’importante è che certa gente capisca che non siamo dei fanatici e che non siamo soliti parlare di certi argomenti nei nostri testi”.

RECENTEMENTE SIETE STATI IN TOUR IN EUROPA, COME VI SIETE TROVATI?
“Il tour europeo è stato fantastico! Per me era strano essere in tour e al tempo stesso essere un turista, non mi era mai capitato prima. I fan si sono rivelati molto calorosi e abbiamo conosciuto tantissima gente simpatica! Adesso pensiamo di tornare dalle vostre parti al più presto, magari prima dell’estate”.

GLI STATI UNITI PERO’ RIMAGONO IL VOSTRO MERCATO PRINCIPALE…
“Sì, ma è normale che sia così, noi siamo americani dunque è più facile fare promozione e suonare dal vivo. Abbiamo già fatto una dozzina di tour negli Stati Uniti sino ad oggi e il responso è sempre stato eccellente. Con il nuovo album contiamo di consolidare ulteriormente la nostra posizione: il video di ‘Icarus’ ci sta aiutando molto e diversi concerti sono già stati fissati”.

PERCHE’ AVETE SCELTO “ICARUS” COME PRIMO SINGOLO?
“Onestamente non lo so, l’ha scelto la casa discografica (ride, ndR)! Però in effetti è un buon pezzo ed è piuttosto rappresentativo del nostro nuovo corso: ha una bella melodia, è energica e ha un mood malinconico. Se mai gireremo un nuovo video spero che toccherà a ‘The Ones’, il mio pezzo preferito di ‘A Types’!”.

COME VI TROVATE A SUONARE I NUOVI BRANI DAL VIVO? IL PUBBLICO COME REAGISCE?
“Per il momento è abbastanza strano suonare live i brani di ‘A Types’: sono più atmosferici e soft rispetto a quelli vecchi e le nostre sensazioni mentre li proponiamo sono assai particolari… dal vivo siamo soliti scatenarci ma non puoi farlo quando suoni certe cose, sarebbe ridicolo. Ci divertiamo comunque perché i brani li adoriamo ma dobbiamo ancora abituarci del tutto ad essi in sede live. Il pubblico reagisce bene ma delle volte rimane un po’ spiazzato… una cosa normale: prima si pogava sempre, adesso magari si resta fermi ad ascoltare!”.

GLI HOPESFALL OGGI SONO LA VOSTRA UNICA OCCUPAZIONE?
“Al momento sì, non siamo ricchi ma quando non siamo in tour riusciamo a sopravvivere senza dover cercare lavori a tempo pieno. Questa è una grossa fortuna, possiamo concentrarci sulla nostra musica e andare in tour quasi quando vogliamo. Speriamo che le cose possano migliorare ulteriormente in futuro, ci piacerebbe poter essere in tour anche più spesso e visitare posti nuovi”.

OK, GRAZIE MIKE, SIAMO IN CHIUSURA…
“Grazie a te, sono contento che gli Hopesfall abbiano iniziato ad essere conosciuti anche in Italia. Invito tutti i nostri fan a ascoltare ‘A Types’ con attenzione, so che magari potrà disorientarvi un po’ ma è un disco concepito con il cuore e la band è sempre quella che ha composto ‘The Satellite Years’ e ‘No Wings To Speak Of’. Speriamo di tornare in Europa al più presto, continuate a supportare la buona musica”.

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