HOUR OF PENANCE – Energia e passione brutal!

Pubblicato il 18/05/2003 da


Non ci vuole molto a rendersi conto di che pasta siano fatti i romani Hour Of Penance: forti di una preparazione tecnica notevole e qualità compositive non indifferenti, i nostri paladini irrompono all’interno della scena brutal europea con un debutto coi fiocchi! “Disturbance”, nel suo assalto sonoro, non indietreggia di un passo di fronte alle pietose suppliche dell’incauto ascoltatore, presto condannato ad alzare bandiera bianca ed a rinunciare a qualsiasi tipo di difesa. Se amate il brutal suonato con passione, precisione e volontà ferrea, allora gli Hour Of Penance fanno per voi. Chi scrive, a volte diffidente nei confronti di questo sottogenere, è rimasto positivamente sorpreso, in sede di recensione,  da quanto ascoltato. Abbiamo provveduto, quindi, ad interpellare la band per ulteriori informazioni e chiarimenti. Idee chiare e semplicità sono emerse dalla seguente intervista. Buona lettura!
 


CIAO RAGAZZI! INIZIAMO L’INTERVISTA CON LA DOMANDA DI RITO: CHE NE DITE DI RACCONTARCI LA NASCITA E I PRIMI PASSI DELLA CREATURA HOUR OF PENANCE?
MAURO: “Gli Hour Of Penance nascono nel 1999 come death cover band. I componenti di allora sono quelli di oggi: Enrico e Francesco alle chitarre, Mike al basso e alla voce e io alla batteria. Dopo qualche tempo nascono le nostre prime canzoni, le quali andranno a far parte del ‘Promo2000’. Questo demo ha ottenuto dei buoni responsi e ci ha fatto conoscere in Italia ed anche un po’ all’estero. Dopo la registrazione nel Settembre 2001 di un 7” split-EP che ancora deve vedere la luce, è arrivato lo scorso ottobre il contratto con la spagnola Xtreem Music (ex-Repulse Rec.): verso dicembre siamo entrati in studio per registrare ‘Disturbance’, il nostro primo full-length”.
MIKE: ”All’inizio forse le idee originali non erano molte, ma la passione per il sound floridiano era tantissima! Col tempo, assieme ai nostri ascolti, si è evoluto anche il nostro stile”.

CON QUALI PROPOSITI, QUINDI, AVETE COMPOSTO “DISTURBANCE” E COSA VI ASPETTATE DALLA SUA PUBBLICAZIONE?
ENRICO: “’Disturbance’ esprime quella che è la nostra visione del death metal: un assalto sonoro che unisca complessità a violenza, un suono alla continua ricerca di evoluzione e perfezionamento. Insomma, caos controllato in work-in-progress!  
MIKE: “Siamo soddisfatti al 100% del nostro lavoro, e speriamo che ‘Disturbance’ raggiunga quanti più fan possibile di ogni frangia del death metal”.

PER CUI, SE DOVESTE DARE INDICAZIONI AL PUBBLICO, AFFINCHÉ S’IMPOSSESSI DEL VOSTRO ALBUM, COSA DIRESTE E A QUALI BAND FARESTE RIFERIMENTO?
ENRICO: “Se amate Nile, Hate Eternal, Gorgasm, Aborted, Vile, Incantation…insomma, ciò che l’universo death metal ha portato alla ribalta da qualche anno a questa parte, allora amerete anche ‘Disturbance’. L’ispirazione che abbiamo tratto dai sopracitati maestri del genere indica, secondo me, come il death metal sia tutt’altro che morto e sepolto come molti si affrettarono a proclamare 7-8 anni fa. Se poi uno è convinto che l’ultimo album decente di death metal sia stato fatto nel 1990, allora non saprei…”.
MIKE: “Anche noi siamo innamorati del sound floridiano dei primi anni ’90, io per primo, però non pensiamo che tutto sia nato, morto e sepolto in quegli anni”.

DI SOLITO I DEBUTTI SONO UNA SORTA DI GREATEST HITS DEGLI “ANNI DELLA GAVETTA”. VOI COME AVETE AGITO? LE CANZONI DEL DISCO SONO STATE COMPOSTE TUTTE PER L’OCCASIONE OPPURE AVETE RIPRESO QUALCHE BRANO DEI VOSTRI PRECEDENTI DEMO?
ENRICO: “Abbiamo cercato di evitare il ‘greatest hits della gavetta’, come dici tu, il più possibile. Tutte le canzoni, eccetto due, sono nuove ed alcune di queste sono state addirittura finite durante le fasi di registrazione. Penso ancora che ‘Promo2000’ sia un bel lavoro, ma gli Hour Of Penance attuali sono qualcosa distante anni-luce, con uno stile personale ed una forza d’impatto superiore”.
MAURO: “’Soul Addicted’ è l’ultima canzone del promo e, in qualche modo, è quella che più indicava il futuro compositivo del gruppo. ‘Dawn Of Cerberus’ è stata scritta nel 2001 per quel 7” split-EP di cui dicevamo prima, che deve uscire da ormai 18 mesi! Il perché non sia ancora stato distribuito ormai non lo sappiamo neanche noi… andrebbe chiesto alla Warlord Records, per la quale era stato registrato“.
 
MI HA IMPRESSIONATO MOLTO LA PRODUZIONE, DECISAMENTE DI LIVELLO INTERNAZIONALE, SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA LE VOCALS,  A VOLTE IL PUNTO DEBOLE DEL SOUND BRUTAL. RACCONTATECI LE FASI DI REGISTRAZIONE DI “DISTURBANCE”…
ENRICO: “Qui devo girare i tuoi complimenti a Stefano Morabito, sound-engineer dell’album, con il quale abbiamo tra l’altro costruito i ‘nostri’ 16th Cellar Studios, dove ‘Disturbance’ è stato interamente registrato! Una produzione mediocre, si sa, influisce drammaticamente sul giudizio che uno può avere di un album, specie nel nostro stile, una sorta di ‘caos (in)controllato’. Le sedute di registrazione e missaggio sono state lunghe e davvero faticose: il mixing finale in particolare, ma il risultato raggiunto ci lascia soddisfatti al 100%. Stefano è un amico e un vero cultore del genere che suoniamo; quest’album credo sia stato una bella prova (vinta) anche per lui“.

E COME NASCE, USUALMENTE, UN VOSTRO BRANO?
MAURO: “L’idea di base parte da Enrico, principale compositore del gruppo, che ci presenta in studio la canzone, secondo un certo filo logico. Successivamente ci si occupa degli arrangiamenti, i quali sono un momento fondamentale, il vero e proprio lavoro di gruppo”.
ENRICO: “Ogni canzone ha una sua trama di riff fitta e complessa che la rende una composizione a sé stante. Ciò  cui vogliamo non succeda mai è che la ricerca del tecnicismo ci porti fuori strada e ci faccia perdere il senso della misura…altrimenti a rimetterci è l’impatto”.

NELL’INTRO “DER ZORN GOTTES” E IN “N.E.M.A.” CI SONO INSERTI DI PARLATO TEDESCO. DA DOVE SONO STATI TRATTI E COSA RAPPRESENTANO?
ENRICO: “La voce delle due spoken intro è quella di Klaus Kinski, grande (e completamente pazzo) attore tedesco morto anni fa. Sono da sempre un fan dei suoi film, specie quelli diretti da Werner Herzog: se c’è qualcosa che merita di essere chiamato ‘estremo’ è il suo modo selvaggio di recitare e il suo sguardo allucinato. Nell’intro dell’album, ‘Der Zorn Gottes’ (‘il furore di Dio’) la voce di Kinski proclama: «Io sono il Gesù deriso la cui presenza vi disturba, non sono il Gesù tollerato da giudici, polizia, magistrati, partiti politici… non sono, né sarò mai, la vostra superstar». Ho pensato che come incipit dell’album fosse semplicemente perfetto!”.

PARLIAMO DELLE LYRICS. DAI TITOLI DELLE CANZONI, NON AVENDO IO I TESTI COMPLETI A DISPOSIZIONE, SI PUÒ DEDURRE COME SIANO TUTT’ALTRO CHE BANALI. QUALI SONO QUELLI PIÙ SIGNIFICATIVI PER VOI?
ENRICO: “Difficile a dirsi. Io ho scritto tutte le lyrics ma non credo si possa parlare di concept-album. Ogni testo ruota, però, intorno alle stesse tematiche: vita, morte, vita vissuta come anticamera della morte, senso di disillusione, prevaricazione del più forte, incapacità di distinguere la realtà dalla finzione. Personalmente traggo ispirazione dal mondo reale, che a volte supera di gran lunga la fantasia più insana: un mondo in cui regnano ipocrisia e sensazionalismo via cavo, un mondo tenuto in pugno da uno Stato che ha celebrato la (sua) guerra calpestando il parere del resto del pianeta. Se non è terrorizzante questo… altro che copertine splatter…”.
 
COME SIETE RIUSCITI AD ENTRARE IN CONTATTO CON LA SPAGNOLA XTREEM MUSIC E COME VI TROVATE CON LORO?
ENRICO: ”Dave Rotten (il patron della Xtreem Music, nda) conosceva gli Hour Of Penance già dai tempi di ‘Promo2000’, dopodiché ha ascoltato la nostra parte di quel famoso 7” split-EP e gli è piaciuta moltissimo. Dopo la chiusura della Repulse, ci ha proposto di entrare a far parte della nascente Xtreem Music. Dave è un vero professionista nel suo campo ed affidare a lui la promozione del nostro primo album si sta rivelando una mossa azzeccata: la vecchia Repulse ha lanciato tra gli altri i Deeds Of Flesh, gli Aborted e i messicani Disgorge. Inoltre,  quando qualcosa del nostro lavoro (specie la produzione) non lo convinceva, ce lo ha sempre fatto presente. Questa inedita ‘presenza esterna’ è stata molto positiva per la realizzazione dell’album”.

COSA SPINGE, SECONDO VOI, UNA BAND A SUONARE BRUTAL? PASSIONE, URGENZA DI SFOGARE LA RABBIA INTERIORE O COS’ALTRO?
MIKE: “Al di là della soddisfazione personale di suonare questo genere, il death ci dà l’opportunità di esprimere una serie di sensazioni negative come nessun altra musica al mondo. Siamo dei privilegiati in questo senso!”.
ENRICO: “Come sopra!”.
MAURO: “Sicuramente passione: il death metal è parte della mia vita ed il contributo che gli do suonando mi rende orgoglioso”.

RIVOLGENDO LO SGUARDO AL FUTURO, COME PENSATE SI EVOLVERÀ IL VOSTRO SOUND IN UN AMBITO RISTRETTO E POCO INCLINE ALLE CONTAMINAZIONI COME QUELLO BRUTAL?
ENRICO:  “Questa è una domandona!! A sapere la risposta sai quanti problemi in meno avremmo…”.
MAURO: “Di ambito ‘ristretto’ non parlerei, vista la proposta musicale delle nuove band emerse negli ultimi tempi (tante da menzionare). Sulle ‘contaminazioni’ sono d’accordo, è una musica che non si presta a queste cose; comunque il nostro obiettivo rimane la continua evoluzione verso un sound sempre più diretto e, allo stesso tempo, complesso”.
MIKE: “Non ci sarà nessun ammorbidimento a base di melodie o altre cazzate: siamo immuni a queste cose!”.
 
L’ESSERE ITALIANI VI HA MAI COMPORTATO DISCRIMINAZIONI? NON MI RIFERISCO, OVVIAMENTE, A FENOMENI RAZZISTI, BENSÌ ALLA VALUTAZIONE DELLE VOSTRE CAPACITÀ MUSICALI.
ENRICO: “Discriminazioni no. I responsi all’estero di ‘Disturbance’ sono molto positivi e si parla degli Hour Of Penance come di una ‘bella sorpresa’, accanto a nomi che già si conoscono come Natron e Nefas. Il fatto che l’Italia sia un Paese che non esporta molto death metal, come gli Stati Uniti ad esempio, non credo sia una grossa scoperta. Ma qui ci sono anche forti problemi di mentalità: la gente spesso pensa più a parlare che a combinare qualcosa (mi riferisco almeno al nostro genere). La nostra esperienza al DeathFest a Goteborg del Giugno 2002 è stata illuminante in questo senso: tra la perizia sul palco dei gruppi presenti e l’impeccabilità del suono e dell’organizzazione c’era da rimanere a bocca aperta. E meno male che la Scandinavia esporta solo roba alla In Flames!”.
MIKE: “Proseguendo, direi invece che Oltreoceano sono un po’ più prepotenti: per loro il death metal non ha senso fuori dagli USA. Ricordo che in un’intervista il bassista dei Six Feet Under (band non certo tra le migliori, poi!) sosteneva come le due uniche band valide del genere mai prodotte dall’Europa siano state solo Napalm Death e Carcass!”.

SIAMO IN DIRITTURA D’ARRIVO. AVETE CONCERTI IN PROGRAMMA PER PROMUOVERE L’ALBUM?
MAURO: “Al momento siamo impegnati in sala prove,  per promuovere ‘Disturbance’ con almeno qualche data in Italia. Purtroppo i nostri impegni extramusicali si fanno sentire…”.
ENRICO: “Fare qualche data anche all’estero, magari Germania e Spagna, sarebbe fantastico, magari verso settembre/ottobre”.

OK, RAGAZZI, GRAZIE PER L’INTERVISTA. UN PENSIERO FINALE PER I LETTORI DI METALITALIA.COM…
TUTTI: “Grazie a voi per lo spazio concesso agli HOP da Metalitalia! A tutti i lettori: se quello che cercate è brutalità senza compromessi, allora ‘Disturbance’ è il vostro album!”.

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