HUNGRY LIKE RAKOVITZ – Ossessionati dall’abisso

Pubblicato il 03/10/2013 da

L’Italia, quando si tratta di fusioni hardcore/metal in chiave realmente estrema, può sicuramente già vantare una “scuderia” di tutto rispetto, grazie a realtà come Cripple Bastards, The Secret, O, Jesus Ain’t In Poland o Hierophant (e la lista potrebbe andare avanti). Da qualche tempo a questa parte, sulla bocca degli appassionati di queste sonorità è però arrivato anche il nome degli Hungry Like Rakovitz, gruppo lombardo che si è dato un gran da fare negli ultimi anni, tra registrazioni e date live. Il loro primo full-length, “The Cross Is Not Enough”, ha mostrato una sempre più notevole coesione e ambizione alla base del progetto e ciò ci ha portato a concedere ai ragazzi ulteriore spazio sulle nostre pagine. L’intervista che segue ce li presenta a tutto tondo.

hungry like rakovitz - band - 2013

SICCOME QUESTA È LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA PER METALITALIA.COM, DIREI CHE UN MINIMO DI PRESENTAZIONE SIA D’OBBLIGO. CHI SONO GLI HUNGRY LIKE RAKOVITZ? CHE GENERE DI MUSICA SUONANO? CON QUALI SONORITÀ SIETE CRESCIUTI? E PERCHÈ AVETE DECISO DI CHIAMARVI COSÌ?
“Ciao a tutti! La band nasce nel 2004, ma abbiamo cominciato a fare sul serio dal 2008, anno in cui siamo arrivati alla formazione attuale e abbiamo intrapreso l’attività live. L’anno successivo è uscito il nostro primo EP, ‘HolymosH’,  che ha avuto un buon riscontro e ha permesso di farci conoscere nell’underground. Nel 2011 è uscito un 7” split con i nostri amici O di Biella e a marzo di quest’anno il primo full length ‘The Cross Is Not Enough’. Il sound della band è diretto, sporco ed influenzato da  diversi stili  di musica estrema a noi tanto cari. Siamo amanti di sonorità grind, black, hc, death, stoner, sludge, powerviolence e queste sono anche le maggiori influenze nella nostra musica. Il nostro  moniker è stato suggerito dal primo cantante (Luciano G. Lorusso) che pensò di chiamare la band con il cognome di un assassino-cannibale, Daniel Rakowitz. Poi Enrico ha aggiunto ‘hungry like’ conferendogli un tono più sarcastico che con il tempo si è accentuato anche nei testi e nei titoli dei pezzi. Abbiamo infine cambiato la ‘w’ con una ‘v’, ma questa è un’altra storia…”.

COSA È CAMBIATO DAGLI ESORDI A OGGI NELLO STILE E NELLA MENTALITÀ DEGLI HUNGRY LIKE RAKOVITZ, SECONDO VOI DIRETTI INTERESSATI? CHE SOUND, IDEE E AMBIZIONI AVEVATE IN MENTE QUANDO AVETE INIZIATO E QUANTO QUESTI SONO DIVERSI OGGI RISPETTO AD ALLORA?
“Le ambizioni e la passione sono sempre le stesse, ma con il tempo, oltre ad aver costruito una solida line-up, abbiamo evoluto il nostro suono. L’idea di base rimane quella di voler suonare musica estrema cercando di ottenere uno stile personale e trasversale”.

HO TROVATO I BRANI DI “THE CROSS…” PIÙ FLUIDI E MEGLIO STRUTTURATI RISPETTO AI PRIMI LAVORI, PERLOMENO PER QUANTO RIGUARDA IL MODO IN CUI AVETE MESCOLATO LE VOSTRE INFLUENZE. COME AVETE AFFRONTATO LA SCRITTURA? VI È UN COMPOSITORE PRINCIPALE ALL’INTERNO DEL GRUPPO?
“La stabilità della line-up ha reso il sound più fluido, ora abbiamo una maggiore capacità di sintetizzare le nostre influenze e riusciamo ad esprimerci musicalmente meglio di prima. Principalmente il nuovo disco è stato scritto a quattro mani da Enrico (chitarra) e Tiziano (batteria), sia per quanto riguarda la parte strumentale sia per i testi, ma lo sviluppo finale di ogni pezzo è stato affrontato dalla band al completo. Le strutture dei brani subiscono continue modifiche: il disco è stato composto nell’arco di un paio d’anni e prima di finire l’intera stesura dell’album abbiamo riascoltato e risuonato tutto il materiale fino alla nausea e dove serviva abbiamo apportato le ultime modifiche e gli ultimi dettagli”.

VI È UNA CANZONE DI “THE CROSS IS NOT ENOUGH” ALLA QUALE VI SENTITE PIÙ LEGATI? E PERCHÈ?
“Non abbiamo delle vere e proprie preferenze su uno o più pezzi, a dire la verità; siamo legati un po’ a tutti per una ragione o per l’altra, inoltre vediamo l’album come un blocco unico, un po’ come avevamo pensato ‘HolymosH’ a suo tempo e quindi è un po’ difficile scegliere un brano in particolare. Comunque, in sala prove scherzavamo sul fatto che ‘Baptized In Reverse’ fosse indubbiamente il singolo del disco! Ma non c’è un perché (risate, ndR)!”.

QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE NON POSSONO ASSOLUTAMENTE MANCARE IN UN BRANO DEGLI HUNGRY LIKE RAKOVITZ?
“Sicuramente deve avere un suono abrasivo e diretto, dove  emergono parti groove di matrice hc, in particolar modo ispirate ai gruppi di Cleveland di fine ‘80/inizio ’90, che fanno da collante per le varie sonorità che accostiamo nei nostri brani. Inoltre abbiamo una propensione a suonare veloce, anche se a volte facciamo qualche eccezione”.

GLI HUNGRY LIKE RAKOVITZ SI SENTONO PARTE DI UNA PARTICOLARE SCENA O FILONE? O VI REPUTATE UNA REALTÀ A SÈ STANTE? METAL-CORE, HARDCORE, “POST” (MAH)… HANNO SENSO PER VOI QUESTI TERMINI?
“Fino ad ora, difficilmente ci siamo sentiti parte di una scena specifica, ma anche se ci sentiamo appunto una realtà a sè stante abbiamo comunque incontrato negli anni gente con cui condividere la stessa passione, da chi suona, organizza concerti, produce dischi e fa il possibile per rendere più visibile anche all’estero l’underground italiano. Per quanto riguarda il catalogare la musica in generi e sottogeri, probabilmente è più una comodità per i recensori o per chi vende dischi e deve indirizzare l’acquirente verso un certo prodotto. Sicuramente oggi per chi cerca di non esprimersi utilizzando canoni prestabiliti è difficile essere catalogati e spesso si viene etichettati in modo erroneo. Senza prenderci troppo seriamente, abbiamo cominciato ad autodefinirci ‘grimecore’, decisione nata dopo essere stati definiti grind/post/death/thrash/core/etc…”.

DOVE PENSATE CHE LA VOSTRA MUSICA ANDRÀ A PARARE NEL PROSSIMO FUTURO? TROVO CHE SU “THE CROSS..” ABBIATE APPUNTO TROVATO UN BUON EQUILIBRIO TRA VARI ELEMENTI, VARIE RITMICHE, VARIE INFLUENZE. VI È UN PEZZO NEL DISCO CHE PUÒ ESSERE VISTO COME UN PONTE VERSO IL FUTURO?
“Abbiamo già del nuovo materiale che andrà a costituire un EP. Stiamo continuando a definire il nostro stile e i nuovi pezzi sono sicuramente un’evoluzione di quanto fatto fino ad ora. Come dicevamo in precedenza, tendiamo a vedere l’album nel suo insieme e pertanto è l’intero disco a fare da ponte verso il futuro”.

DI COSA PARLANO I TESTI? LA BAND HA UN CREDO POLITICO, RELIGIOSO O FILOSOFICO? SE SÌ, DI CHE GENERE? QUESTO FORNISCE UNA BASE O UN PUNTO DI PARTENZA PER LA VOSTRA MUSICA?
“La stesura dei testi riflette un po’ il nostro stile compositivo: non seguiamo una tematica predeterminata, tanto meno un credo politico o religioso, anche se abbiamo un’innata predisposizione a creare scenari apocalittici e sinistri che emergono dall’insieme di testi, suoni e immagini, con una visione a volte cinica e diretta, a volte onirica e surreale, con un taglio spesso sarcastico che fa da legante tra gli argomenti che trattiamo. Ad esempio, nel nuovo disco abbiamo scritto del norvegese pioniere in fatto di chiese bruciate, Anders Suhm, della plausibile esperienza di un Magnum P.I. e del fido Higgins dinnanzi alla fine dei giorni; in un brano abbiamo utilizzato direttamente alcune frasi tratte dai post telematici del fantomatico John Titor. Come da tradizione, poi non mancano riferimenti alla cara, vecchia e sanguinosa vendetta contro tutto e tutti. Comunque, solitamente è la musica ad essere il punto di partenza, su cui prende forma la linea vocale e successivamente scriviamo il testo”.

“THE CROSS…” È STATO RILASCIATO CON L’AIUTO DELLA GRINDPROMOTION, ANCHE SE INIZIALMENTE MI PARE FOSTE INTENZIONATI A PUBBLICARLO DA SOLI. È STATO DIFFICILE TROVARE UN PARTNER ALL’ALTEZZA DELLA SITUAZIONE? PENSATE CHE IL CD O QUALSIASI SUPPORTO FISICO ABBIANO ANCORA UN FUTURO? VOI PERSONALMENTE COME STATE VIVENDO L’ATTUALE “MERCATO DISCOGRAFICO”?
“Le spese di registrazione e stampa del disco sono state sostenute per la maggior parte dalla band stessa (sotto il nome di Blasphemy World Wide Records). Crediamo fortemente in quello che facciamo, quindi se non troviamo le condizioni adatte a pubblicare il lavoro a modo nostro, decidiamo di continuare per la nostra strada. Grindpromotion e Shove Records ci stanno dando una mano con la distribuzione, in più abbiamo un contatto negli Stati Uniti per distribuire l’album, ma per ora ne stiamo solo parlando. Ad ogni modo, il disco sta girando bene in rete e capita che qualcuno non si accontenti del formato digitale e voglia anche il vinile. Per quanto riguarda i supporti fisici, pensiamo che possano avere ancora un futuro nel nostro ambito musicale in quanto gli appassionati di certe sonorità adorano possedere il CD, il vinile o la cassetta per poter avere il lavoro nella sua completezza, oltre ad avere una qualità audio superiore. Anche personalmente, chi più chi meno, contribuiamo al ‘mercato musicale’ essendo noi stessi assidui divoratori di dischi”.

QUAL È L’ASPETTO CHE APPREZZATE DI PIÙ DELL’ATTUALE SCENA METAL/HC E QUELLO CHE INVECE DETESTATE?
“Apprezziamo molto i rapporti di stima e amicizia che in questi anni si sono creati con certe band e certe persone che amano questa musica, con i quali abbiamo passato dei bei momenti a rockeggiare. Come aspetti negativi secondo noi è vergognosa la pratica del ‘pay to play’, oppure il fatto che certi gruppi investano più tempo e risorse sui social network anziché su ciò che producono musicalmente”.

CHE COSA STA GIRANDO NELLO STEREO DEGLI HUNGRY LIKE RAKOVITZ ULTIMAMENTE? QUALI ALBUM O BAND RACCOMANDERESTE AI NOSTRI LETTORI?
“Come al solito, stiamo ascoltando di tutto. In questo periodo principalmente Cro-mags, Satyricon, Entombed, Integrity, Anaal Nathrakh, Gehenna (quelli americani), Nidingr, Cursed, Magrudergrind, Dead In The Dirt, Gnaw, Bolt Thrower, Von, Gorguts, Ken Mode, Iron Monkey e molti altri. Consigliamo ai vostri lettori di ascoltare subito i mitici Crom, li amiamo alla follia, geniali!”.

COME VI COMPORTERETE PROSSIMAMENTE PER PROMUOVERE QUESTA NUOVA FATICA? AVETE INTENZIONE DI SUONARE LIVE? VI È GIÀ QUALCOSA DI CONFERMATO?
“Fino ad ora abbiamo fatto parecchie date per promuovere ‘Cross’, a partire dal lancio del disco a marzo al Magnolia con i Mombu, grazie ai ragazzi di SoloMacello. Nei mesi successivi abbiamo fatto alcuni live nel centro-nord Italia, infine ad agosto abbiamo aperto il concerto degli Integrity a Milano, una delle più grandi soddisfazioni fino ad ora, vista la loro influenza sul nostro sound. A fine agosto poi siamo stati invitati a suonare in Francia allo Yell Fest dove abbiamo avuto un’accoglienza fantastica: il concerto è stato memorabile e abbiamo addirittura fatto il record personale nella vendita del merch! Ora stiamo sistemando nel nostro studio i nuovi pezzi, ma a novembre suoneremo nel centro Italia; a breve dovremmo confermare alcune date”.

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