Jill Janus e i suoi Huntress sembrano inarrestabili e decisi a bruciare le tappe. La formazione americana ha in mente il successo, e lo sta perseguendo in tutti i modi possibili: da un lato fanno alla vecchia maniera, suonando ovunque e davanti a chiunque grazie a una versatilità stilistica che può strizzare l’occhio all’amante del metal classico come a quello più estremo (a fianco ai Lamb Of God non sono sembrati affatto fuori posto). Dall’altro la bionda leader e frontwoman sa sicuramente come attirare l’attenzione, non rinunciando ad esporsi in prima persona, con stratagemmi bassi (mostrando le tette rifatte), con un alone di mistero che la circonda (stregoneria) ma anche con grande umiltà e simpatia, ovvero gestendo al 99% il business della band, dal tavolo del merch alle interviste ai rapporti coi fan. Una donna con le palle, insomma! La incontriamo nel backstage dell’Alcatraz prima dello show in apertura a Lamb Of God e Dacapitated: non sappiamo come possa mantenere un look così pulito e perfetto in tour, Jill ci accoglie come una vera signora nel suo camerino, dove vogliamo approfondire sia la visione e gli obiettivi del gruppo sia il personaggio dannatamente intrigante…
PERCHE’ UN NUOVO ALBUM DOPO IL SUCCESSO DI “SPELL EATER”?
“Perché siamo molto ispirati, e abbiamo un’etichetta, la Napalm Records, che ci supporta. Già dagli inizi uno dei nostri obiettivi è stato pubblicare un album all’anno. Con l’intensificarsi dei tour non è affatto facile ci siamo accorti, ma resta una ferma volontà. Per me è anche una sorta di viaggio spirituale: il primo album è sotto il segno della Vergine, il secondo della Madre e il terzo della Anziana come parte del mio credo pagano. Ogni album è una parte del percorso”.
QUAL E’ IL CONCEPT ALLA BASE DI QUESTA TRILOGIA?
“Fondamentalmente è la mia adorazione di Artemide, o Diana, dea della caccia. Lei è molto legata al nome Huntress, ovviamente. Il mio essere strega è legato profondamente alla musica che compongo”.
“SPELLBOUND EATER” SEMBRA ESSERE UN PASSO VERSO L’HEAVY METAL PIU’ PURO E INCONTAMINATO…
“Essendo il secondo album siamo maturati come musicisti e la musica è più ragionata. Siamo cresciuti anche come artisti. Ciò che sentite è l’evoluzione naturale degli Huntress. Il primo album era molto feroce, ed era caratterizzato dal volto giovane della Vergine. Siamo ancora una band giovane, nel senso che siamo assieme da tre anni, ma stiamo crescendo in fretta. ‘Starbound Beast’, come ti dicevo, è più riflessivo e maturo. Il futuro sarà segnato dalla figura dell’anziana, famosa per essere viziosa. Stiamo già scrivendo i pezzi per questo terzo album, che andrà a comporre una trilogia dove si potranno notare le varie sfumature del progetto. Sapere che gli Huntress sono una band organica e in continua evoluzione è necessario e vitale”.
IL VOSTRO PRODUTTORE ZEUSS E’ NOTO PER I SUOI LAVORI NEL MONDO HARDCORE E METALCORE: SIETE CONTENTI DI COME HA LAVORATO CON VOI?
“Zeuss è stato gagliardo con noi, è così professionale, lavora durissimo! Ci abbiamo messo tre mesi a scrivere le canzoni ma abbiamo registrato tutto in sole tre settimane. Eravamo molto ispirati e sapevamo esattamente cosa volevamo. La nostra visione è estremamente vivida. Lui non ha chiesto compromessi, e ha realizzato un album moderno e devastante senza sacrificare la nostra integrità”.
COME SIETE ARRIVATI ALLA COLLABORAZIONE CON LEMMY?
“In maniera abbastanza semplice: io e Lemmy siamo amici da anni, da quando suonavo nelle Chelsea Girls (cover band tutta al femminile formata da Jill, Allison Robertson delle The Donnas, Samantha Maloney delle Hole e Corey Parks delle Nashville Pussy, ndR). Gli ho semplicemente chiesto se voleva fare un pezzo con noi. Un paio di settimane dopo mi consegnò due pezzi di carta con il testo di ‘I Wanna Fuck You To Death’. Mi disse che se il titolo era troppo forte per me l’avrebbe cambiato, ma la mia risposta fu ‘No Lemmy, questa è la cosa più romantica che un ragazzo abbia mai fatto per me!’. Che uomo straordinario”.
SE POTESSI SCEGLIERE UN ALTRO MUSICISTA COL QUALE COLLABORARE CHI SAREBBE E PERCHE’?
“E’ difficile, ci sono così tanti musicisti che rispetto. Vorrei tanto collaborare con Rob Halford dei Judas Priest, un duetto con lui sarebbe il massimo. Magari anche il mio amico Randy Blythe (entrato un attimo prima in camerino a salutare, ndR), oppure King Diamond”.
DOPO QUESTO LUNGO PERIODO DI TOUR SEI ANCORA DECISA A CONTINUARE ININTERROTTAMENTE?
“A questo punto della nostra carriera fare un tour dopo l’altro è naturale per noi. Non c’è altro modo per crescere e diventare una band di successo, che abbia longevità. Bisogna restare costantemente on the road. Pubblicare un album all’anno fa anch’esso parte del gioco, per poter iniziare un nuovo ciclo di tour. E’ la prima vera esperienza per tutti, e forse per me è stato anche più traumatico. Stare in un bus con quattro ragazzi mi ha obbligato a fare a meno di tutte le mie stronzate da femmina. Ho dovuto imparare a non essere più una donna! E’ stato davvero difficile ma ora capisco le regole della strada, capisco che bisogna prendersi cura di se stessi. Non bevo, non mi drogo. A volte mi faccio un bicchiere di Jagermeister, ma solo quando me lo sono meritato!”.
CHE SIGNIFICA ‘KEEP YOUR GOALS AWAY FROM THE TROLLS’?
“Vuol dire non lasciare che nessuno alteri il tuo obiettivo. Non lasciare che la negatività possa influenzare le tue decisioni, la tua musica, il tuo cuore. Io e i ragazzi del gruppo viviamo per il nostro obiettivo, condividiamo la stessa visione. Tutta la negatività che ci viene buttata addosso dai ‘troll’ di intenet la evitiamo. Non leggo le recensioni, non vado sui forum, non leggo i commenti alle notizie, mai. Sono molto selettiva su quello che leggo, quello che faccio, quello a cui partecipo. Non mi fraintendere, interagisco molto coi fan, sia su internet che di persona, a ogni singolo concerto. Oggi sono uscita dai meravigliosi fan italiani, ho condiviso dei biscotti con loro, ho scattato foto e regalato qualche maglietta. La relazione che parte online viene mantenuta dopo ogni concerto, quando incontriamo le persone davanti al tavolo del merchandise. Il pubblico è vitale per la nostra esistenza, non potremmo esistere senza di esso”.
PARLIAMO UN PO’ DI TE: COME SEI PASSATA DA DJ A CANTANTE HEAVY METAL?
“Tutto quello che ho fatto prima degli Huntress è stato per arrivare agli Huntress. Sono diventata DJ quasi per caso, iniziando senza alcuna aspettativa. Vivevo a New York City, e ho cominciato a mettere musica perché ero seriamente al verde. Ho anche raggiunto un certo successo, ma sapevo che non era il mio futuro. Per questo motivo mi esibivo con lo pseudonimo di DJ Penelope Tuestdae, perché sapevo che arrivata al mio scopo avrei potuto utilizzare il mio vero nome. Fare la DJ era solo un modo per sopravvivere economicamente, per darmi tempo e trovare musicisti per formare gli Huntress. Avevo un piano preciso in mente. Sono stata DJ alla Playboy Mansion per otto anni, suonando per lo più musica rock. Piace un sacco là dentro!”.
COME SEI PASSATA INVECE DAL CANTATO OPERISTICO ALL’HEAVY METAL?
“Ho cominciato a studiare canto all’età di dieci anni. Sapevo che non sarei resistita molto in quel mondo, sono sempre stata una ragazza ribelle, concentrata nel voler creare della musica che fosse soltanto mia. A tredici anni sentii per la prima volta i Suicidal Tendencies, e mi si aprì un mondo: iniziai ad ascoltare i Misfits e Danzig, e cominciai anche a cantare nei primi gruppi punk e metal, erano i tempi delle scuole superiori. Contemporaneamente continuavo i miei studi operistici, sotto la guida attenta di mia madre. Lei sapeva che la mia voce aveva bisogno di allenamento e disciplina, quindi non voleva che io cantassi musica rock o metal. Le sono molto grata oggi: i miei studi di canto classico, il rigore e la tecnica sono la ragione per cui posso urlare tutte le sere senza danneggiare le mie corde vocali o perdere la voce”.
QUINDI URLARE E’ DANNOSO PER LA VOCE?
“Può essere molto dannoso, specialmente quando sei giovane. Se non sei allenato in maniera adeguata possono venirti dei nodi alle corde vocali, che si rimuovono solo chirurgicamente. Come ti ho detto sono stata avvisata da subito su questi rischi, quindi quando ho voluto spingere al massimo e diventare una cantante heavy metal sono andata a lezione da Melissa Cross. E’ una sorta di guru nel settore: ha pubblicato un fantastico DVD chiamato ‘The Zen Of Screaming’ ed è anche la vocal coach di Randy Blythe, di Angela degli Arch Enemy e di moltissimi altri cantanti della scena. E’ fantastica, ti insegna a passare dal cantato pulito allo screaming, e ad allenare e mantenere la voce. Chiunque voglia avere una carriera nell’heavy metal dovrebbe passare da Melissa Cross, o comunque prendere delle lezioni”.
IN PASSATE INTERVISTE HAI DICHIARATO DI AVER FATTO PARTE DI UNA ‘COVEN’, UN VERO E PROPRIO COVO DI STREGHE. E’ TUTTO VERO? PARLIAMO DI ISPIRAZIONE ARTISTICA O VIVI SECONDO REGOLE BEN PRECISE?
“Non è uno scherzo né una maschera. Vivo secondo regole precise da tutta la vita. Provengo da una famiglia molto eccentrica che mi ha sempre incoraggiata ad inseguire i miei propositi. Sono stata esposta alla stregoneria e al paganesimo dalla nascita. Seguo il cammino della luce, non quello dell’oscurità: sono una strega bianca, di quelle associate alle fate e agli unicorni, che partecipano ai rituali pagani nei boschi e sono legate alla natura. Questo credo influenza tutti gli aspetti della mia vita, fa parte di me stessa. Influenza la mia musica, i miei testi ed è fonte inesauribile di ispirazione”.
QUINDI SEI STATA INTRODOTTA ALLA STREGONERIA E AL PAGANESIMO DALLA TUA STESSA FAMIGLIA?
“La mia famiglia mi ha introdotto al paganesimo, quando avevo circa tredici anni invece altri mi hanno trovata e introdotta alla stregoneria. Ho quindi fatto parte di una congrega all’età di quindici anni, lì mi hanno insegnato ad essere gentile con le persone e a non usare mai i poteri per scopi malvagi”.
NESSUNO SI E’ MAI MOSTRATO PREOCCUPATO O SPAVENTATO DA QUESTO TUO LATO ESOTERICO?
“Direi che sono più intrigati dalla cosa. So di aver spaventato qualcuno, ed è comprensibile, ma c’è questa associazione errata tra stregoneria e malvagità che non è sempre corretta. Non è di sicuro il mio caso, la mia esistenza è meravigliosa”.
PROPRIO IN QUESTO PERIODO C’E’ UNA SERIE TV CHE PARLA PROPRIO DI STREGHE, AMERICAN HORROR STORY COVEN…
“Ah, me l’hanno detto! Non riesco a seguirlo ma dev’essere una serie spettacolare!”.