Ripartire da capo. È quello che hanno scelto di fare gli Hypnos, combo proveniente della Repubblica Ceca nato da una costola dei Krabathor, gruppo fra i migliori dell’Europa dell’Est quando ancora la loro terra si chiamava Cecoslovacchia. Dopo una pausa durata diversi anni, Bruno, il leader, ha rimesso in piedi il gruppo e dato alle stampe “Rabble Manifesto”, un concentrato di death metal vecchia scuola che ha riscosso fin da subito i nostri favori. Abbiamo quindi cercato di capire cosa è successo nel corso di questi anni e abbiamo trovato anzitutto un musicista disponibile e molto umile che, dopo due decadi, si ritrova a dover praticamente ripartire da zero con l’entusiasmo di un giovane che ha ancora la voglia di migliorarsi. Questo è quanto ci ha dichiarato.
E INSOMMA, DOPO SETTE ANNI SIETE TORNATI CON “RABBLE MANIFESTO”. VUOI RACCONTARCI COSA È SUCCESSO NEL FRATTEMPO?
“Ci siamo presi una pausa da gennaio del 2006 perché ho avuto dei problemi personali e ho capito che non ce l’avrei fatta a coniugarli con le esigenze della band. Ma la storia è partita nell’estate del 2005, quando il batterista e membro fondatore Pegas lasciò il gruppo. Rimasi quindi senza la forza necessaria per mandare avanti la band. Necessitavo di una pausa dopo vent’anni di attività come musicista e, inoltre, all’epoca ero nel mezzo di problemi personali riguardo alla casa dove vivevo. Stavo inoltre affrontando un divorzio. Nel 2009 richiamai Pegas per sapere se gli andava di fare qualche prova. Mi disse di sì, e tanto bastò per far ripartire il fuoco dentro di noi. Ora siamo freschi e carichi di energia per fare la musica che ci piace e questo album ne è la prova”.
SIETE SODDISFATTI QUINDI DEL RISULTATO FINALE DI “HERETIC COMMAND”? VORRESTI CAMBIARE QUALCOSA ORA, A POSTERIORI?
“Non cambierei niente. L’album è sempre un’istantanea del tempo in cui lo si crea ed è quindi un bene lasciarlo così com’è. Inoltre penso sia la pubblicazione più professionale a cui abbia mai partecipato; tutti i membri del gruppo hanno fatto un grande lavoro, l’album suona in maniera fantastica e anche in futuro penso che procederemo in questa maniera. Abbiamo inoltre completato una squadra ottima che include anche gli ingegneri del suono che ci hanno aiutato nel conseguire i nostri traguardi. La nostra idea di reclutare il norvegese Børge Finstad per l’operazione di missaggio è stata eccezionale: questo ragazzo ha fatto un ottimo lavoro!”.
NELLA NOSTRA RECENSIONE ABBIAMO SCRITTO CHE L’ALBUM È UN LAVORO ENORME E TETRAGONO DI DEATH METAL NELLA SUA FORMA PIÙ PURA, UN LAVORO CHE BILANCIA GLI ARRANGIAMENTI MELODICI SU UNA TRACKLIST MOLTO VARIEGATA. È UNA DESCRIZIONE SBAGLIATA DELLA VOSTRA MUSICA?
“Sai… migliaia di persone, migliaia di opinioni. Comunque è piacevole sentire che a qualcuno piace quello che fai, e quindi è per me gratificante ascoltare i tuoi complimenti, una delle ragioni che ci spingono ad andare avanti per raggiungere risultati ancora migliori. Questo album è come un debutto per noi, una sorta di primo passo che doveva ricordare a noi stessi chi eravamo e permetterci di trovare la quadra attorno al nostro team: membri del gruppo, etichetta, ingegneri del suono, grafici e via dicendo. Tutti questi elementi hanno dato il meglio di loro per gli Hypnos e il risultato è molto soddisfacente. Posso inoltre dire che, ora che la squadra è fatta, i risultati futuri saranno di livello ancora superiore”.
“INVERTED” È UNA DELLE NOSTRE PREFERITE DELL’ALBUM. PERCHÉ L’AVETE SCELTA PER IL VIDEO PROMOZIONALE?
“La mia politica in tema è quella di usare la seconda traccia dell’album come video promozionale. La canzone che apre il disco è sempre una schiacciasassi e quindi, seguita da un video, lo diventa ancora di più. ‘Inverted’ ha un bel coro e un testo molto forte. Mentre la scrivevo sapevo già che ne avremmo tirato fuori un videoclip”.
SU “EXTREMELY DARK DAYS” LE PARTI VOCALI SONO PRATICAMENTE IN STILE BLACK METAL. È STATA UNA SCELTA OPPURE AVETE AVUTO QUALCHE OSPITE SU QUESTA CANZONE?
“Volevamo avere ospiti, eravamo in trattativa con Martin Van Drunen e Peter Wiwczarek ma sfortunatamente nessuno dei due ha potuto partecipare. Tutte le parti vocali sono mie e su ‘Extremely Dark Days’ c’è volutamente un tono black metal. Volevo farla in questa maniera, diabolica e malata. Siamo molto influenzati dal black metal e credo che questa passione possa facilmente riscontrarsi qua e là sul disco”.
SEI SODDISFATTO DEI PRIMI RESPONSI DEGLI ADDETTI AI LAVORI, MEDIA, FAN E MAGAZINE IN MERITO ALLA PUBBLICAZIONE DI “HERETIC COMMANDO”?
“Dovrei essere soddisfatto perché le recensioni sono molto positive, mediamente prendiamo otto punti su dieci. Ma ad essere onesti – e io non lo sono – mi aspettavo ancora di meglio e spero di raggiungere questo risultato con il prossimo album. Ho capito che siamo una piccola band proveniente dall’est Europa che torna dopo una lunga pausa. Ci sono inoltre tante band straordinarie in giro per il mondo, specie in Polonia. La strada per far capire alla gente che siamo un gruppo meritevole della loro attenzione è lunga e, di certo, dobbiamo lavorare molto per migliorare il nostro stile”.
E DELLA PROMOZIONE DELL’ALBUM COSA CI DICI?
“Apprezzo ciò che stiamo ottenendo dalla Einheit Produktionen. Sono un’etichetta piccola, molto underground, ma lavorano duramente per avere successo nel mercato. Li ringrazio per aver creduto in noi. Spero di ripagare presto la loro fiducia iniziando con delle buone vendite. Sono felice di essere sotto contratto con loro, lavorano come dei robot venti ore al giorno, una cosa che noi non saremmo mai stati capaci di fare, credimi”.
RICORDO CHE SUONASTI UNA VOLTA A ROMA CON I KRABATHOR, FORSE IL 1998. ORA AVETE POSSIBILITÀ DI ANDARE IN TOUR?
“Era il tour con i Cannibal Corpse, giusto (sì, ndR)? Ricordo quello show (al Frontiera di Roma, ndR), palco grande, posto molto ampio. Sul tour penso che oggi non ci siano i presupposti. Costa molto e noi abbiamo dei lavori stabili e quotidiani. Speriamo di raggiungere l’Italia per qualche show nei weekend, sarebbe bello. Ma più realisticamente avremo possibilità di fare tour dopo che avremo pubblicato il prossimo album, quando saremo più conosciuti, quindi”.
OGGI I SOLDI PER I GRUPPI ARRIVANO SOLO DAI TOUR. C’E’ IL FENOMENO NOTO COME “PAY TO PLAY”, VIA UNICA PER LA PROMOZIONE DELLE BAND MINORI. COSA NE PENSI E COSA FARESTI SE FOSSI IN UNA BAND ALL’ESORDIO?
“È un affare: prendere o lasciare. Ma già venti anni fa si adottavano cose del genere e personalmente non ci ho mai visto nulla di male. È la legge del mercato, i migliori e i più forti sopravvivono. È una lotta. Inoltre il mercato sta cambiando molto e quindi bisogna ingegnarsi per trovare nuove opportunità di sopravvivenza. Si tratta di una sfida per tutti e io accetto questo regole. Da giovane avrei fatto la stessa cosa: suonare musica di qualità cercando di diffonderla il più possibile nel mondo. Ora, di fatto, siamo una band piccola e quindi come un gruppo giovane cerchiamo di farci conoscere”.
VUOI SPIEGARCI IL DOPPIO TITOLO DELLE CANZONI?
“Penso che spieghi meglio l’idea dietro il messaggio. Voglio essere capito e aiutare gli ascoltatori a cogliere il messaggio dietro la canzone. In tal senso il sottotitolo aiuta”.
CHE DIFFERENZA C’È NEL SUONARE DEATH METAL DA QUARANTENNE?
“Non è la stessa cosa rispetto a quando si era giovani ma non ti saprei dire se sia meglio o peggio. È come giocare a calcio. Quando hai diciotto anni sei pieno di energia e vuoi spaccare il mondo, segnando da ogni posizione – niente è impossibile a quell’età. A trentacinque o quarant’anni hai scarpe di prima qualità e tanta esperienza, sai come usare la tua potenza e come coglierne appieno la potenzialità. Entrambe le strade sono quindi una specie di magia che mi piace ancora molto, di fatto sono ancora qui”.
VIVIAMO NELL’EPOCA DELLE REUNION. CI SONO POSSIBILITÀ PER RIVEDERE I KRABATHOR ASSIEME?
“Niente è impossibile e quindi penso che l’idea non sia campata in aria. Ma se dovesse accadere, sarebbe senza di me in formazione. Io oggi vivo per gli Hypnos e voglio dedicare tutte le mie energie a questo gruppo. Voglio dedicarmi mentalmente solo a questa band. Attualmente non mi interessa poi questa reunion, è la band di Christopher e io non conosco i suoi piani”.
QUALCHE RIMORSO PER LO SPLIT?
“No, per niente. Quando ho deciso di lasciare i Krabathor ho realizzato che dovevo accettare questa decisione. Ho vissuto tredici anni straordinari nel gruppo con i miei migliori amici e un anno non tanto buono. Conservo ricordi meravigliosi. Sono felice di essere passato di lì – passo importante per la mia carriera – e lo sono ora con gli Hypnos. Sono in pace, nessuna rabbia e nessun rimorso”.
QUALCOS’ALTRO DA DIRE?
“Grazie per l’intervista e per aver cercato gli Hypnos. Chi vuole scoprirci può cliccare sul sito www.hypnos-cz.com. E, ovviamente, potrete ascoltare e scaricare il nostro album ‘Heretic Commando’. Chi ne sarà impressionato comprerà il CD di sicuro e guadagnerà inoltre una stretta di mano da me. Statemi bene, speriamo di vederci in Italia presto”.