IBRIDOMA – Personalità Ibrida

Pubblicato il 11/11/2016 da

Sicuramente conoscono la gavetta e il sudore della fronte, i cinque ragazzi degli Ibridoma. La band maceratese è infatti in giro da oramai quindici anni, e forse solamente adesso sta raccogliendo i frutti di questo duro lavoro, frutti che si traducono in termini di collaborazioni importanti su disco e di concerti a supporto di note band straniere, tra cui anche i Sabaton. Col vocalist Christian Bartolacci, ripercorriamo un po’ di storia della band, scambiandoci qualche parere sul recente, valido “December” e parlando un po’ della attuale scena metal tricolore.

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COME PRIMA VORREMMO INTRODURRE LA BAND AI LETTORI. CI PARLATE QUINDI DEI VOSTRI ESORDI, E DEL VOSTRO CAMMINO FINO A QUI?
Christian: “Ciao a tutti! Gli Ibridoma si sono formati durante il mese di marzo del 2001, inizialmente con un organico di ragazzi provenienti tutti dello stesso paese, ovvero Morrovalle (in provincia di Macerata, ndr), con i quali ci conoscevamo già da anni. Solo dopo è nata l’idea da parte di Alessandro(Morroni, batteria, ndr) di unire la nostra passione per la musica e fare più sul serio, e abbiamo così formato i veri e propri Ibridoma. Dalla solita gavetta a base di cover è partito poi il desiderio di scrivere musica nostra, che rappresentasse i nostri gusti musicali e le nostre idee, e così dal 2005 a oggi abbiamo lavorato a diversi dischi, facendo uscire un totale di 2 EP e 4 full length. Ci sono stati ovviamente gli inevitabili cambi di formazione durante il corso degli anni,però lo spirito è sempre quello col quale abbiamo iniziato, quando ci trovavamo in sala per passare il pomeriggio suonando. Devo dire che la sala prove è un po’ come una nostra seconda casa, una vera e propria tana dove possiamo creare la nostra musica”.

IN PARTICOLARE LA SCELTA DEL NOME MI HA INCURIOSITO… DEFINIRESTE ANCHE LA VOSTRA MUSICA COME QUALCOSA DI ‘IBRIDO’, DI ‘INDEFINITO’? O PIUTTOSTO QUESTO MONICKER INDICA UN IBRIDO TRA PIÙ ELEMENTI MA DOTATO DI UN SUO PRECISO ASPETTO E DI UNA SUA PERSONALITÀ?
“Si il nostro nome è un po’ particolare! E’ stato scelto perché fin dall’inizio decidemmo di mischiare generi musicali diversi, cercando però sempre di delineare una proposta chiara e personale nella quale si potesse riconoscere facilmente un stile compositivo unico.Possiamo anche dire che il nome si sia generato dal fatto che ai nostri primi live suonavamo cover degli Iron Maiden fino ad arrivare ai Cranberries! Si passava da Litfiba, Timoria, Metallica e via dicendo, il tutto riletto sempre in chiave heavy ma comunque molto misto… ibrido, appunto! Da qui quindi il nome. L’ibridoma però è anche una cellula usata in laboratorio per combattere i tumori… e questo direi è il secondo motivo che ci ha fatto propendere per questo strano monicker”.

DI SICURO, LA COMMISTIONE DI PIÙ GENERI È IDENTIFICABILE NELLA VOSTRA MUSICA: UNA BASE PURAMENTE HEAVY, SU CUI SI INNESTANO INSERTI HARD ROCK, QUALCOSA DI PIÙ PESANTE E ANCHE UNA CERTA CUPEZZA DI FONDO, CHE TROVIAMO MOLTO AZZECCATA. LAVORATE MOLTO SUL MANTENERE IN EQUILIBRIO QUESTE INFLUENZE, O È UN PROCEDIMENTO CHE VI VIENE NATURALE?
“E’ un procedimento che ci viene molto naturale, cerchiamo di inserire influenze da altri generi che ascoltiamo senza però perdere di vista il prodotto finale che vogliamo realizzare. Semplicemente componiamo così!”.

IN CHE MODO NASCE UN BRANO DEGLI IBRIDOMA? COMPONE UN NUMERO RIDOTTO DI VOI O OGNUNO PROPONE QUALCOSA?
Di solito io e Marco (Vitali, ndr) siamo quelli che portano più riff in sala prove ma una volta messi sul piatto vengono sempre stravolti e adattati dalla band. E’ un piacere vedere come una canzone che uno solo ha scritto possa trasformarsi e diventare un brano che tutti sentono proprio, stiamo cercando di coinvolgere sempre di più tutti nella scrittura delle nuove canzoni”.

VENENDO A ‘DECEMBER’, IL VOSTRO ULTIMO ALBUM, VORREI CHIEDERVI DI QUALE ASPETTO SIETE RIMASTI PIÙ SODDISFATTI E, PER CONTRO, C’È STATA QUALCHE FASE O QUALCHE BRANO CHE INVECE VI HA FATTO PROPRIO DANNARE?
Sicuramente siamo molto soddisfatti della produzione finale di Simone Mularoni (Domination Studio), l’ottima collaborazione con Mauro Ulag e Gabriele Mancinelli presso i DPF Studio per la registrazione di tutte le tracce.Per la seconda parte della domanda… siamo soddisfatti al 100% di tutti i brani incisi, ma sicuramente‘I Don’t Like’ è quella che ci ha fatto più dannare un po’ a tutti i livelli. Per quanto riguarda me, trovare la linea melodica per la strofa di ‘Dead Trees’ non è stato affatto facile… avevo pensato inizialmente che si sarebbe trattato di uno strumentale”.

I VOSTRI TESTI SONO SPESSO LEGATI ALLA REALTÀ QUOTIDIANA, SENZA TROPPI VOLI PINDARICI, E SEMBRANO SPESSO PRENDERE POSIZIONI PRECISE E DEFINITE. CI DITE IN GENERE CHE TIPO DI APPROCCIO AVETE AL COMPARTO LIRICO?
“I testi raccontano del pensiero della band su tematiche che viviamo ogni giorno,su cose che leggiamo e vediamo in televisione, sul quotidiano, insomma. Abbiamo le nostre idee ben precise, e ci piace affrontare tematiche anche un po’ scomode come la violenza, lo sfruttamento del pianeta terra etc. Trattiamo però anche tematiche più leggere basate sui sentimenti tra uomo e donna o anche temi fantasy… In generale comunque vogliamo che la nostra musica porti un messaggio a chi l’ascolta, pensiamo sia importante far ragionare le persone su temi reali, che magari spesso vengono anche nascosti dalla società”.

CHE EMOZIONI VUOLE SUSCITARE UN VOSTRO ALBUM IN CHI LO ASCOLTA?
Vorremmo rapire l’attenzione dell’ascoltatore per portarlo in un viaggio  fatto di musica, testi e immagini! Che altro?”

COME SEMPRE COLPISCONO LE COLLABORAZIONI… PAUL DI’ANNO E BLAZE BAYLEY SONO DUE BEI TROFEI! COME SI SONO SVOLTI I CONTATTI CON QUESTI DUE GRANDI ARTISTI?
Con Blaze abbiamo contatti da molti anni , è nata l’amicizia con lui dopo il tour italiano del 2009 in cui eravamo il gruppo spalla ufficiale. Blaze ci ha fatto il grande onore di cantare per noi ‘Land Of Flames’, mentre Paul Di Anno l’abbiamo contatto grazie al nostro chitarrista solista Marco che gli ha fatto ascoltare il brano ‘I’m A Bully’. Entrambi hanno ascoltato la linea guida propostagli e ognuno a modo suo ha interpretato alla grande queste idee. Averli avuti come ospiti in ‘December’ è stato un grande onore per noi!”.

QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFICOLTÀ CHE UNA GIOVANE BAND COME LA VOSTRA MA CON GIÀ UN CERTO REPERTORIO DEVE AFFRONTARE PER EMERGERE DEFINITIVAMENTE E FARSI UN NOME NOTO MAGARI ANCHE ALL’ESTERO?
“E’ molto difficile trovare un etichetta discografica che riesca a far arrivare musica e immagine del gruppo nel mondo e che decida di investire su di te.C’è molta concorrenza,è difficile trovare una promozione seria, e inoltre un altro problema è che non c’è particolare sostegno da parte delle istituzioni, nessuna. E’ difficile trovare il tempo per chi ha un lavoro come noi… per andare a suonare su serio fuori Italia devi mollare tutto, e non tutti possono farlo senza rischiare appunto il proprio posto di lavoro”.

COSA CI DITE DAL PUNTO DI VISTA PROMOZIONALE? PORTERETE “DECEMBER” IN GIRO A LUNGO?
“A breve terremo due date all’estero (Germania e Austria),dove ci esibiremo in apertura a Vinnie Moore. Stiamo poi per uscire col video ufficiale di ‘December’, e stiamo inoltre cercando di trovare spazi in festival anche all’estero grazie alla nostra agenzia. L’obiettivo è di portare ‘December’ in giro per due anni,dopo usciremo con un nuovo album che stiamo già preparando. Ma questa è un’altra storia…”.

AVETE SUONATO A FIANCO DI DIVERSI GRUPPI IMPORTANTI DELLA SCENA METAL INTERNAZIONALE. COME SONO ANDATE QUESTE ESPERIENZA?
E’ sempre un esperienza fantastica che ti mette alla prova, condividere la serata con una band di successo. Solo così si vede sul serio se la tua musica piace o se va migliorata, anche se è ovvio che uno deve cercare di migliorare sempre! Grazie alle nostre passate esperienze live siamo diventati un gruppo più maturo e più consapevole delle nostre capacità. Il concerto cui siamo più legati è stato sicuramente quello prima dei Sabaton alla Ray Just Arena di Mosca…Cinquemila fan scatenati che ci hanno fatto vivere il concerto più bello della nostra vita!”.

COME VEDETE LA SITUAZIONE DEI LOCALI IN CUI SUONARE DAL VIVO DA VOI NEL CENTRO ITALIA? LA SITUAZIONE STA MIGLIORANDO NEGLI ULTIMI ANNI O PEGGIORANDO?
La situazione è notevolmente peggiorata, anche se forse ancora un po’ di luce si vede. Noi teniamo duro e ci adattiamo a suonare anche in acustico, così nonostante tutto non possiamo lamentarci: abbiamo suonato diverse volte quest’estate. Speriamo di continuare così e che le cose non peggiorino ancora…”.

ESPANDENDO IL CONCETTO, COSA NE PENSATE DELLA SCENA MUSICALE ITALIANA?
“In verità c’e un ottima scena musicale in Italia,abbiamo incontrato davvero molti gruppi validi in tutti questi anni… manchiamo però di spazi , adesso o sei una cover band o vieni tagliato fuori. D’altronde capisco che è questo ciò che vuole il mercato: in radio e in televisione passano solo sempre i soliti nomi, e le persone quindi solo quello conoscono!”.

 

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