Ebbene sì, leggendo la frase rappresentativa di questa chiacchierata con i Three Steps To The Ocean ci si rende subito conto come tira il vento dalle loro parti. Dopo essersi ritagliati ampi spazi sul nostro portale in passato, grazie ad un EP e ad un esordio dalla pregevole fattura, questi ragazzi bussano ancora alla porta con l’ottima prova del secondo album di inediti, “Scents”, diverso dal predecessore proprio per quella voglia di cambiamento naturale rispetto al ben più colorato “Until Today Becomes Yesterday”. Della folta schiera di formazioni orbitanti attorno al sempre più popolare post metal, soprattutto nel nostro Belpaese, la band milanese è tra quelle che ci hanno convinto maggiormente, con un cambio di proposta istintivo e con una qualità generale delle composizioni ben sopra la media attuale. Di seguito, vi proponiamo il resoconto della chiacchierata con il chitarrista Andrea Sacchetti e con Francesco Tosi, alla regia di tastiere e sintetizzatori, decisi sul proprio progetto ma anche sui temi musicali e non che siamo soliti proporre…
TRE ANNI DI TEMPO DAL VOSTRO DEBUTTO “UNTIL TODAY BECOMES YESTERDAY” AL NUOVO “SCENTS”. COME AVETE VISSUTO LA PUBBLICAZIONE TRA UN DISCO E L’ALTRO? L’ATMOSFERA IN FASE DI COMPOSIZIONE E REGISTRAZIONE E’ RIMASTA IMMUTATA?
Andrea: “In verità, da quando abbiamo cominciato, non abbiam mai smesso di comporre, nemmeno durante i periodi in cui suoniamo live. Per esempio ‘Cobram’ è nata poco dopo ‘Until Today Becomes Yesterday’ e abbiamo cominciato da subito a suonarla live. L’atmosfera è più o meno sempre la stessa, ci sono fasi in cui non riusciamo a tirar fuori niente che ci piaccia e periodi invece in cui in poche prove riusciamo a chiudere uno o più pezzi. Questa alternanza di fasi si è protratta fino all’incidente che ha coinvolto Davide (il batterista, ndR) e ci ha obbligati ad una sosta forzata. Una volta ripresa l’attività ci siamo resi conto che volevamo tirar fuori un disco nuovo al più presto; senza pensarci troppo abbiamo prima completato e poi registrato le canzoni che compongono ‘Scents’”.
PENSATE CHE DA UN DISCO ALL’ALTRO IL VOSTRO MODO DI VEDERE LA MUSICA CHE COMPONETE SIA CAMBIATO? AVETE GIA IN MENTE QUALI SARANNO LE DIREZIONI ARTISTICHE CHE PRENDERETE IN FUTURO?
Andrea: “Il modo in cui vediamo la musica rimane sempre quello, praticamente suoniamo per noi, cerchiamo di fare qualcosa che ci piaccia. Se poi piace anche ad altri sicuramente ne siamo contenti. Nel corso degli anni ci sentiamo maturati come persone e come ‘musicisti’, cerchiamo di rinnovarci e di cercare qualche soluzione nuova. Sinceramente non saprei dirti come saranno le canzoni del prossimo disco, noi vediamo una crescita dal primo EP a ‘Scents’ e speriamo di poter continuare a crescere e cambiare un po’ di carte in tavola con il materiale nuovo”.
IN “SCENTS” SI NOTA UN IRROBUSTIMENTO GENERALE DEL SUONO RISPETTO AL SUO PREDECESSORE, PER CERTI VERSI ANCORATO AD UN MODO DI SUONARE PIU’ CLASSICO E ‘ROCK’. QUA NON CI SIETE ANDATI PER IL SOTTILE…
Andrea: “Sicuramente. Volevamo un disco più diretto di ‘Until Today Becomes Yesterday’, senza troppi fronzoli. Molti ci hanno sempre detto che live siamo meglio che su disco e quindi abbiamo voluto cercare di ricreare in studio il suono che abbiamo live, per questo abbiamo praticamente registrato in presa diretta”.
IN PRECEDENZA, AVETE AFFERMATO PER UN’INTERVISTA SUL NOSTRO PORTALE CHE VI TROVAVATE MEGLIO CON LE COMPOSIZIONI DAL MINUTAGGIO ELEVATO. “SCENTS” SEMBRA SMENTIRVI, IN QUANTO I BRANI E LA DURATA GENERALE DEL DISCO NON SONO POI COSI’ LUNGHI…
Andrea: “Come dicevo, volevamo un disco più diretto e quindi abbiamo evitato di protrarre eccessivamente le canzoni. Avremmo potuto farcire ed allungare il disco in tanti modi diversi, ma abbiamo sentito che non sarebbe stata la cosa giusta da fare. Un’etichetta russa non ha voluto produrci il cd perchè secondo loro ‘Scents’ era un EP e se fosse arrivato a 40 minuti sarebbe stato un album. Noi non siamo d’accordo, ‘Scents’ ci sempra completo così come lo abbiamo composto”.
Francesco: “Quanti dischi completi, organici e forti ci sono, pur stando, a volte abbondantemente, sotto la mezzora di durata? Io credo tanti. E ultimamente sempre di più. ‘Scents’ andava bene così, 29 minuti e rotti, ma ben compatti e fluidi, almeno per noi”.
AVETE VOGLIA DI FARCI UNA PANORAMICA DEI TEMI TRATTATI IN QUESTO DISCO?
Andrea: “Il primo EP e ‘Until Today Becomes Yesterday’ son stati concepiti come concept album mentre ‘Scents’ no, proprio per questa nostra volontà di essere più diretti possibile. Riascoltando i nostri vecchi pezzi e i nuovi ho la sensazione che nei vecchi cercassimo di raffigurare dei ‘paesaggi sonori’ mentre ‘Scents’ sembra quasi decostruire queste forme, per portare l’ascoltatore dentro il paesaggio. Il titolo e l’artwork rispecchiano un po’ questa sensazione che percepisco nell’ascoltare il disco”.
ABBIAMO APPREZZATO PARECCHIO IL PEZZO “ZILCO”, MOLTO ATMOSFERICO, DAL TESTO EVOCATIVO E CON QUELL’ESPLOSIONE FINALE IN CUI FA CAPOLINO ANCHE FEDERICO DEI DYSKINESIA. CHE RAPPORTO AVETE CON QUESTO BRANO? E CON FEDERICO?
Andrea: “Io non avevo un bel rapporto con ‘Zilco’ fino a quando non abbiamo deciso di coinvolgere Federico: trovavo il pezzo troppo monocorde e mi sembrava che mancasse qualcosa. Abbiamo scritto a Federico chiedendo se era interessato a cantare su un nostro pezzo, visto che ci piace un sacco quello che fa nei Dyskinesia e il suo modo di utilizzare la voce come fosse un vero proprio strumento. Dopo aver fatto una preproduzione di alcuni pezzi del disco gli abbiamo mandato la canzone, lasciandolo libero di fare quello che il pezzo gli evocava. Dopo poco ci ha rimandato il pezzo con le parti vocali che aveva preparato, io me ne sono praticamente innamorato subito, e a parte un paio di ritocchi l’abbiamo tenuta così come ce l’aveva mandata. Riteniamo che sia molto importante, quando si collabora, lasciarsi la reciproca libertà di esprimersi senza limitazioni”.
Francesco: “La forma della collaborazione ci piace molto. Su ‘Zilco’ è stato un esperimento ben riuscito, per noi completamente nuovo. Certo, ci deve essere totale fiducia reciproca. Se c’è quella, e se c’è la libertà d’espressione da ambo le parti, allora il risultato finale sarà qualcosa di nuovo, che non assomiglia espressamente all’una o all’altra parte, ma che ne prende il meglio e ne dà una forma nuova”.
LA TRACKLIST RISULTA BEN STRUTTURATA E COMPATTA. SIETE SODDISFATTI DI TUTTI I BRANI O QUALCUNO IN PARTICOLARE VI SEMBRA RIUSCITO MEGLIO DI ALTRI?
Andrea: “In generale siamo soddisfatti di tutti i brani, poi ci sono momenti in cui preferisci un pezzo ad un altro. ‘Hyenas’ è probabilmente il brano più rappresentativo dell’atmosfera generale del disco”.
ESISTE QUALCHE ELEMENTO NELLA VOSTRA MUSICA AL QUALE NON SIETE DISPOSTI A RINUNCIARE?
Francesco: “Non credo. Qualunque aspetto credo che possa tranquillamente essere messo in disparte, se dovesse presentarsi il caso”.
Andrea: “Siamo un gruppo totalmente ‘celofacciamodasoli’. Qualsiasi scelta e rinuncia è presa da noi quattro senza alcuna interferenza esterna quindi, più che essere disposti a rinunciare a qualcosa, possiamo dire che siamo disposti a cambiare se abbiamo voglia di farlo”.
QUA IN ITALIA ABBIAMO UNA NUTRITA SCHIERA DI BAND EMERGENTI E VALIDISSIME ALL’INTERNO DEL COSIDETTO PANORAMA POST. VI SENTITE PARTE DI QUESTA NUOVA ONDATA DI ORGOGLIO TRICOLORE O PENSATE O PREFERITE STARNE IN DISPARTE?
Andrea: “Non siamo noi a dover decidere se ne facciamo parte o meno, quello spetta a chi ci giudica. Posso dirti che abbiamo un ottimo rapporto con le tante band con cui abbiamo suonato in giro e con le persone che vengono a vederci live. Per noi andare a suonare vuol dire anche conoscere persone nuove con cui andare a bere un amaro locale prima di suonare”.
Francesco: “Non credo che siamo parte di niente. Abbiamo tanti amici conosciuti per concerti, con cui si organizzano o si condividono degli sbattimenti a volte belli, a volte no. Fine”.
AVETE UN DETERMINATO CREDO POLITICO, SPIRITUALE O FILOSOFICO? IN CASO DI RISPOSTA POSITIVA, QUESTO CREDO VIENE CONDIVISO DA PARTE DI TUTTI I MEMBRI OPPURE OGNUNO APPORTA LE SUE IDEE, MAGARI INFLUENZANDO ANCHE LE VOSTRE COMPOSIZIONI?
Andrea: “Ognuno di noi ha le sue idee, ma il gruppo non ha alcuna connotazione politica e tantomeno religiosa/spirituale. Certo è che in certi posti non ci suoneremmo nemmeno per 5000 euro. Cerchiamo comunque di tenere separata la politica in senso stretto dalla band. La fase compositiva è istintiva, usiamo poco il cervello, poi in base a quello che ci vien fuori ne estrapoliamo le sensazioni. Ogni tanto proviamo a ragionare più su quello che vorremmo fare ma praticamente non ci riusciamo mai”.
Francesco: “Credo che l’unico aspetto ‘spirituale’ condiviso tra noi sia la ricerca costante di qualcosa di evocativo. Ne è prova la nostra musica, ma anche gli artwork dei dischi. Evocano sempre qualcosa. Sul credo politico, è certamente vero quello che dice Andrea. Di politica in senso stretto, non se n’è mai portata avanti come band. Ma è anche vero che certe cose che fai, come band, un significato o un peso politico, in senso lato, ce l’hanno eccome. Suonare in certi posti io credo che abbia un significato politico. Registrare un disco e metterlo scaricabile gratis per tutti ha un significato politico. Certo, è politica in senso lato, ma pur sempre tale”.
ATTUALMENTE QUALI SONO I VOSTRI ASCOLTI? STATE SEGUENDO UNA DETERMINATA SCENA?
Andrea: “Ho fatto un periodo ad ascoltare molto emoposthardcorescreamosticazzi (Raein, Ladispute, Loma Prieta, Fine Before You Came…), ora mi son messo a sentire Johnny Cash e i Creedence. A casissimo”.
Francesco: “Anch’io mi muovo casualmente tra gli ascolti. Attualmente sto ascoltando Harvestman, i Bohren Und Der Club Of Gore e i Grails. E i Deftones, sempre. Mai abbandonare i Deftones”.
PENSATE CHE LE SCENE MUSICALI, IN UN CERTO SENSO, POSSANO COMPROMETTERE LA GENUINITA’ DELLE BAND? MAGARI ANDANDO DOVE TIRA IL VENTO?
Andrea: “Le ‘scene’ in generale penso di no; i gruppi che vanno dove tira il vento, al terzo cambio di genere in base al trend del momento, di solito si screditano da soli; per il resto non ci interessano molto questi discorsi. Purtroppo ci preoccupa di più il fatto che ultimamente stiamo percependo una diminuizione dell’interesse verso tutto un determinato tipo di musica; non parlo solo del nostro ‘genere’ ma in generale. Esistono ancora situazioni e gruppi che riescono a smuovere parecchie persone, ma l’attenzione generale verso le piccole realtà mi sembra calata in questi ultimi anni”.
SULLA VOSTRA PAGINA FACEBOOK AVETE CONFERMATO UNA SERIE DI DATE VERSO FINE OTTOBRE-INIZIO NOVEMBRE. CON GRANDE TRISTEZZA, PERO’, NESSUNA IN ITALIA. COME VI MUOVERETE PER PROMUOVERE AL MEGLIO “SCENTS” NELLO STIVALE?
Andrea: “Ci siamo già mossi per promuovere ‘Scents’ in Italia: oltre ai concerti casalinghi tra Milano e Varese, abbiam suonato a Pisa e Modena, suoneremo al Caino Fest con Ulan Bator in provincia di Frosinone. Siamo sempre in cerca di date”.
Francesco: “Cerchiamo sempre concerti, ma ci scontriamo con le difficoltà di cui sopra. Meno interesse generale. Le cose si sono fatte sempre più difficili col passare degli anni. Noi possiamo parlare per il periodo dal 2007 in poi”.
SIAMO IN CHIUSURA, VI RINGRAZIAMO PER LA DISPONIBILITA’ E VI LASCIAMO LE ULTIME RIGHE PER VOSTRE EVENTUALI AGGIUNTE…
Andrea: “Grazie a voi per lo spazio che ci dedicate ormai da parecchi anni. Volevo sottolineare che tutti i nostri dischi sono in free download sul nostro Bandcamp (http://threestepstotheocean.bandcamp.com/), quindi se siete interessati scaricate e condividete sulle vostre pagine Facebook, sui blog, alle fermate degli autobus…”.