Lazaro Pina, bassista degli Ill Nino, si è dimostrato una persona davvero cordiale e positiva, vogliosa di diffondere il verbo del “Bimbo Malato” in modo appassionato e sincero. La band, forse quella che, fra le tante che hanno provato a cimentarsi nella commistione di metal e ritmi latino-americani, è riuscita meglio a fondere melodia e pesantezza (con lieve preponderanza della prima sulla seconda), dà l’impressione di essere una delle realtà più promettenti di quella che chiamiamo “scena nu-metal”, termine che proprio nessun musicista sembra gradire. Idee chiare e grande volontà d’intenti: lo spirito degli Ill Nino nelle parole di Lazaro…
ALLORA, INIZIAMO A PARLARE DI “CONFESSION”… QUANTO E COME SI DIFFERENZIA DA “REVOLUTION… REVOLUCIÓN”?
“Dunque, principalmente noi volevamo comporre un album più curato nei dettagli, più diretto verso un preciso obiettivo, ovvero quello di rendere la musica degli Ill Nino ben riconoscibile ed unica. E’ stata una sorta di crescita naturale, un’evoluzione che ci ha portato a scrivere un disco più musicale, meno aggressivo ed arrabbiato del precedente…sempre, comunque, cercando di mantenere intatte la pesantezza e l’integrità del gruppo”.
AHRUE LUSTER: COME SI E’ INSERITO ALL’INTERNO DEL GRUPPO? HA PARTECIPATO ALLA COMPOSIZIONE DELL’ALBUM?
“No, purtroppo no… Ahrue si è unito a noi quando tutto il disco era già praticamente pronto! Non ha scritto niente ed ha registrato solo pochi interventi, in quanto ‘Confession’ è stato concepito e realizzato quando ancora Marc (Rizzo, ex-chitarrista ed ora membro dei Soulfly, nda) era la nostra prima chitarra…”.
PRENDENDO LA BALLA AL BALZO, COME MAI MARC RIZZO E ROGER VASQUEZ VI HANNO ABBANDONATO?
“Uhm…diciamo che volevano fare altre cose. Roger, ad esempio, si è sempre considerato un cantante, per cui il suo vero desiderio era quello di mettere su un progetto in cui lui fosse il main vocalist… ora, assieme a Marc, ha creato un ensemble che suona flamenco! Marc, inoltre, ha un gruppo con la sua ragazza e, tanto per non rimanere troppo con le mani in mano, si è aggregato ai Soulfly. Avevano bisogno entrambi di libertà per sviluppare il loro estro artistico… a noi è spiaciuto molto, in quanto desideravamo averli con noi ancora per molto tempo”.
IN FASE DI SCRITTURA DELLE SONG COME PREFERITE LAVORARE? SINGOLARMENTE OPPURE AGENDO IN GRUPPO?
“Noi preferiamo agire in gruppo: ci si siede tutti quanti assieme e si propongono le nostre idee. Cristian (Machado, cantante, nda) scrive le lyrics, ma tutti possono dire la loro su melodie e strutture dei pezzi. Facciamo proprio tutto assieme… oddio, QUASI tutto, non fraintendere (ride, nda)…”.
I TESTI DI CRISTIAN, PUR ESSENDO DIRETTI E DECISI, SEMBRANO AVERE ANCHE UNA BUONA DOSE DI SPIRITUALITA’. COSA NE PENSI?
“Penso che Cristian sia molto coraggioso, sotto questo punto di vista. Lui, attraverso i suoi testi, ma anche noi attraverso la nostra musica, riesce a sfogare tutta la negatività che fa parte della sua vita. Il concept che si cela dietro ad un titolo quale ‘Confession’ è quello di esporsi totalmente ai fan, aprirsi in modo sincero verso di loro, per renderli così parte di noi. Cristian racconta fatti di cui non vorrebbe e non riuscirebbe a parlare normalmente, e ciò rende i testi davvero speciali ed emozionanti”.
QUESTO ROADRAGE TOUR SEMBRA STIA AVENDO BUON SUCCESSO: COME STA ANDANDO?
“Sta andando più che bene! Siamo davvero eccitati di essere di nuovo on the road! Siamo in giro già da un po’ di tempo, ma è come se fossimo ancora ai primi giorni… tieni conto che lo scorso tour è durato praticamente due anni, durante i quali siamo venuti tre volte in Italia e abbiamo suonato in alcune città per 3 o 4 giorni di seguito! La registrazione di ‘Confession’ ci ha permesso di ricaricare corpo e anima ed ora eccoci qua, più arzilli che mai!”.
HAI QUALCHE ANEDDOTO PARTICOLARE DA RACCONTARCI?
“Mah… ogni giorno, durante ogni data, succede qualcosa di strano, divertente o ridicolo da raccontare… soprattutto andando in tour con Chimaira e Spineshank, ci divertiamo un mondo! Ogni notte si beve, si fa festa, c’è gran ‘casino’ e gli attimi speciali sono davvero tanti! It’s one big party!”.
QUALI CONSIGLI DARESTI A RAGAZZI CHE SONO ALLE PRIME ARMI, HANNO UNA BAND E VORREBBERO CRESCERE MUSICALMENTE?
“Dunque, io credo che la massima aspirazione per chi crea musica sia quella di poter suonare il genere preferito e mantenersi coerenti, tenere viva la fede per il resto della propria vita, non importa a quale livello si riesca ad arrivare. Il vero dono è quello di poter scegliere la musica e conservarla per sempre, in quanto quando tutto intorno viene a mancare, essa sarà il fondamento da cui ripartire”.
COME SI SONO CONOSCIUTI GLI ILL NINO?
“Be’, provenivamo tutti dallo stesso quartiere e ci conoscevamo già… avevamo progetti differenti ma, piano piano, ci siamo avvicinati e, man mano che approfondivamo la nostra amicizia, è nata la volontà di fare qualcosa assieme. Le nostre origini sono comuni e sono chiaramente latine: Perù, Brasile, Repubblica Dominicana… anche Marc, italiano, era di discendenza latina… diciamo che gli Ill Nino sono una sorta di United Latino Nations (ride, nda)!”.
AVETE MAI PENSATO A COMPORRE UN DISCO INTERAMENTE IN SPAGNOLO? OPPURE A REMIXARE I VOSTRI PEZZI CON LE VOCALS IN QUESTA LINGUA…
“Ci piacerebbe davvero molto, senza dubbio! Finora non abbiamo mai avuto né tempo, né possibilità… solo in alcuni brani abbiamo inserito il doppio cantato inglese/spagnolo… ma se la Roadrunner ci facesse una proposta del genere, non ci tireremmo certo indietro”.
QUALE MUSICA PREFERISCI ASCOLTARE, DI SOLITO?
“Ascolto di tutto, davvero! Dal merengue all’afro-cubano, dal jazz al charanga, al metal ovviamente! Sepultura, Black Sabbath, Agnostic Front, Biohazard, Led Zeppelin, Jane’s Addiction…e potrei proseguire all’infinito… Amo la musica in generale, in ogni sua forma ed aspetto: ascoltare colonne sonore, lavorare nel mio studio, sviluppare le idee di gruppi giovani… vorrei avvolgermi di musica, se solo si potesse!”.
LA VITA IN TOUR: CI SONO PIU’ PREGI O DIFETTI?
“La vita in tour è sinonimo, contemporaneamente, di divertimento e solitudine… spesso si dimentica quanto sia duro vivere per mesi molto lontani da casa e all’interno di spazi ristretti come quelli del tourbus. Soprattutto quando, quasi sempre, nei posti in cui vai a suonare, il cibo non è all’altezza… ed è per questo motivo che oggi tutti sono molto allegri di essere qui in Italia (ride, nda)! In Germania, Scandinavia e nel Regno Unito il cibo fa letteralmente schifo, mentre in Italia, Spagna, ma anche in alcune zone dell’America, ci sono luoghi dove trovi piatti squisiti… nelle nazioni prima citate, invece, l’unica soluzione è andare alla ricerca di un McDonald’s…”.
UN’ULTIMA DOMANDA: COME GIUDICHI LA SCENA NU-METAL? VI SENTITE CHIAMATI IN CAUSA DA QUESTA DEFINIZIONE?
“Credo non esista un termine preciso per definire, oggigiorno, le formazioni che suonano metal non tradizionale. Viene definito nu-metal ma ciò non è bello! Pensa a band come Fear Factory, Limp Bizkit, Machine Head, Linkin Park, System Of A Down, Ill Nino: sono tutte categorizzate in ambito nu-metal, ma ognuna di queste ha un proprio sound e nessuna suona come l’altra. Tutti dovrebbero essere liberi di esprimere il proprio talento, senza essere rinchiusi in limiti derivanti da una definizione. Il metallo tradizionale, che io amo, è stato suonato dai grandi nomi del passato… ora non vedo cosa ci sia di male se le nuove generazioni cerchino di incorporare nuovi elementi ed idee più fresche, semplicemente per crescere a livello musicale. Oggi la gente ha aperto la mente e non dovrebbero esserci più barriere di alcun tipo nel giudicare una musica come l’heavy metal (segue profondo inchino dell’intervistatore, nda)”.
TI RINGRAZIO DAVVERO, LAZARO! UN ULTIMO SALUTO…
“Grazie mille per l’intervista, spero ti divertirai al concerto… un saluto a tutti i fan italiani!”.