Il nome degli Illogicist a molti di voi non dirà niente, ma i ragazzi sono una di quelle realtà meritevoli di essere scoperti. I nostri sono un quartetto proveniente da Aosta che propone un death metal tecnico ma che mantiene una violenza di base molto pronunciata. Il chitarrista e cantante Luca Minieri, nostro interlocutore nell’intervista che segue, ci parla della band con passione e convinzione e ci appare estremamente soddisfatto per la riuscita di “The Insight-Eye”. Luca difende a spada tratta le scelte fatte sia a livello musicale sia a livello promozionale ed in qualche modo rifiuta l’eterno paragone con i Death che accompagna la band sin dagli esordi. Prima di iniziare l’intervista vera e propria, invitiamo ancora una volta all’ascolto degli Illogicist, dato che nel nostro paese non sono tantissimi i gruppi che riescono a creare musica con la stessa intensità degli aostani.
“Ciao a te e grazie mille per i complimenti; sono Luca e sarò io a rispondere a queste tue domande, davvero con molto piacere. Gli Illogicist esistono da ormai 8 anni, e sono stati formati da Remy Curtaz, il primo nostro batterista e me, con l’obiettivo di comporre musica che rispettasse i nostri gusti ed il nostro modo di divertirci assieme. Fin da subito l’obiettivo è stato quello di registrare un demo e tentare la fortuna fuori dai confini nazionali, cercando di capire quale fosse il feedback da parte della scena uderground. Fortunatamente già il primo demo, ‘Polymorphism Of Death’ venne accolto ottimamente, così come il successore ‘Dissonant Perspectives’ che ci ha poi portato a firmare il nostro primo contratto con un’etichetta. La band è composta attualmente da Diego Ambrosi alla chitarra, Emilio Dattolo al Basso, Alessandro Tinti alla batteria e da me alla chitarra e voce”.
VENITE DA AOSTA, NON PROPRIAMENTE UNA METROPOLI: COME RIUSCITE A SUONARE METAL IN UNA REALTA’ CHE, VISTA DA FUORI, NE SEMBRA ASSOLUTAMENTE AVULSA?
“(ride ndR) Bella domanda: beh diciamo che forse è stato proprio il fatto che qui ad Aosta non ci sia molto da fare oltre a bere che ci ha spinti sin da quando eravamo quattordicenni a dedicarci alla musica con passione e continuità, vedendolo come un modo per stare in compagnia ed evadere un po’ dalla realtà del luogo. Poi ti dirò..in realtà qui ad Aosta ci suoniamo davvero molto poco. Una domanda che potrebbe sorgere spontanea sarebbe ‘Perchè vivendo in una fredda vallata tra montagne e foreste non suonate black metal?’ (ride ndR) Ma questo è un altro discorso”
“(ride ndR) Bella domanda: beh diciamo che forse è stato proprio il fatto che qui ad Aosta non ci sia molto da fare oltre a bere che ci ha spinti sin da quando eravamo quattordicenni a dedicarci alla musica con passione e continuità, vedendolo come un modo per stare in compagnia ed evadere un po’ dalla realtà del luogo. Poi ti dirò..in realtà qui ad Aosta ci suoniamo davvero molto poco. Una domanda che potrebbe sorgere spontanea sarebbe ‘Perchè vivendo in una fredda vallata tra montagne e foreste non suonate black metal?’ (ride ndR) Ma questo è un altro discorso”
RIUSCITE A TRARRE UN BILANCIO DEL VOSTRO PRIMO ALBUM A DISTANZA DI TRE ANNI DALLA SUA USCITA?
‘Subjected’ è stata la nostra prima esperienza a livello discografico ufficiale, e penso che meglio di così non potesse andare; eravamo sicuramente un po’ inesperti in ambito di music business e ci siamo accontentati di quello che la Crash music ci ha offerto, rimanendo scoperti con la distribuzione qui in Italia…anche se alla fine…da zero ad una distribuzione praticamente mondiale, è stato davvero un bel colpo per quattro aostani sfigati…(ride ndR) ‘Subjected’ è stato accolto ottimamente dalla stampa specializzata di tutto il mondo; era il riassunto dei primi tre anni della band e siamo molto soddisfatti di quell’album ancor oggi, con tutte le modifiche che ovviamente faremmo oggi. L’album è andato ottimamente in USA e ci ha permesso di avere molte attenzioni da parte della stampa americana e mondiale”.
‘Subjected’ è stata la nostra prima esperienza a livello discografico ufficiale, e penso che meglio di così non potesse andare; eravamo sicuramente un po’ inesperti in ambito di music business e ci siamo accontentati di quello che la Crash music ci ha offerto, rimanendo scoperti con la distribuzione qui in Italia…anche se alla fine…da zero ad una distribuzione praticamente mondiale, è stato davvero un bel colpo per quattro aostani sfigati…(ride ndR) ‘Subjected’ è stato accolto ottimamente dalla stampa specializzata di tutto il mondo; era il riassunto dei primi tre anni della band e siamo molto soddisfatti di quell’album ancor oggi, con tutte le modifiche che ovviamente faremmo oggi. L’album è andato ottimamente in USA e ci ha permesso di avere molte attenzioni da parte della stampa americana e mondiale”.
COME MAI NON USCITE PIU’ SOTTO CRASH MUSIC?
“Con la Crash avevamo un contratto di un album più un’opzione per un secondo, ma dato che noi non eravamo particolarmente soddisfatti del loro lavoro in Europa e che allo stesso tempo loro erano alla ricerca soltanto di band a spremere come macchinette porta soldi, abbiamo deciso da entrambi le parti che sarebbe stato meglio interrompere lì la nostra collaborazione”.
“Con la Crash avevamo un contratto di un album più un’opzione per un secondo, ma dato che noi non eravamo particolarmente soddisfatti del loro lavoro in Europa e che allo stesso tempo loro erano alla ricerca soltanto di band a spremere come macchinette porta soldi, abbiamo deciso da entrambi le parti che sarebbe stato meglio interrompere lì la nostra collaborazione”.
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LA WILLOWTIP?
“Willowtip aveva già mostrato interesse per la nostra band all’uscita di ‘Subjected’. Prima di registrare ‘The Insight Eye’ abbiamo per cui prodotto un promo-preproduzione da spedire alle etichette; poi è stata molto veloce come cosa, abbiamo valutato le offerte che diverse etichette ci avevano fatto, per poi scegliere alla fine per Willowtip che ci rispecchiava di più, sia per il modo di lavorare, sia per il genere musicale trattato, molto progressive e sperimentale. Siamo stati molto fortunati poi ad riuscire a firmare con Candlelight records per l’Europa, facendo così chiudere il cerchio a livello mondiale, e garantendoci una davvero ottima e capillare distribuzione e promozione sia nel nostro continente che oltreoceano”.
“Willowtip aveva già mostrato interesse per la nostra band all’uscita di ‘Subjected’. Prima di registrare ‘The Insight Eye’ abbiamo per cui prodotto un promo-preproduzione da spedire alle etichette; poi è stata molto veloce come cosa, abbiamo valutato le offerte che diverse etichette ci avevano fatto, per poi scegliere alla fine per Willowtip che ci rispecchiava di più, sia per il modo di lavorare, sia per il genere musicale trattato, molto progressive e sperimentale. Siamo stati molto fortunati poi ad riuscire a firmare con Candlelight records per l’Europa, facendo così chiudere il cerchio a livello mondiale, e garantendoci una davvero ottima e capillare distribuzione e promozione sia nel nostro continente che oltreoceano”.
PASSIAMO AL NUOVO “THE INSIGHT EYE”: COME SI E’ SVOLTA LA FASE DI COMPOSIZIONE? COME NASCE UNA VOSTRA CANZONE?
“Solitamente partiamo dalle linee di chitarra, registrandole e programmando contemporaneamente delle tracce di batteria, in modo da avere sin da subito un’idea precisa dei brani. Una volta che il pezzo è finito, ci si lavora assieme per trovare ognuno le proprie parti e migliorarlo a livello di arrangiamenti. Ci fidiamo molto l’uno dell’altro e dei rispettivi gusti musicali, e questo non ci ha mai tradito. Prima di entrare in studio per ‘The Insight Eye’ non avevamo sentito ancora le parti di basso, nè gli altri avevano mai sentito le mie parti di voce! I testi vengono scritti soltanto dopo che la parte di lavoro musicale si è conclusa”.
“Solitamente partiamo dalle linee di chitarra, registrandole e programmando contemporaneamente delle tracce di batteria, in modo da avere sin da subito un’idea precisa dei brani. Una volta che il pezzo è finito, ci si lavora assieme per trovare ognuno le proprie parti e migliorarlo a livello di arrangiamenti. Ci fidiamo molto l’uno dell’altro e dei rispettivi gusti musicali, e questo non ci ha mai tradito. Prima di entrare in studio per ‘The Insight Eye’ non avevamo sentito ancora le parti di basso, nè gli altri avevano mai sentito le mie parti di voce! I testi vengono scritti soltanto dopo che la parte di lavoro musicale si è conclusa”.
“I testi sono decisamente introspettivi e, probabilmente, anche ermteici in alcuni casi. Trattano di tematiche tratte dai sentimenti e le emozioni che un essere umano prova ogni giorno della propria vita e verso cui spesso ha problemi a confrontarsi, come la paura, la rabbia, o più semplicemente il cercare di capire come la nostra mente ragiona e come il nostro corpo reagisce alla nostra mente e viceversa, senza disdegnare il rapporto tra noi e la società che ci circonda. Spero nessuno sia rimasto deluso non trovandoci mostri, zombies, corpi putrefatti ed affini..(ride ndR)”.
RIUSCITE A CONIUGARE TECNICA E FEELING IN MANIERA OTTIMA: TEMETE CHE UNO SBILANCIAMENTO DA UNA DELLE DUE PARTI POSSA ESSERE DELETERIO PER IL VOSTRO SOUND?
“Probabilmente lo sarebbe, ma non temo che accadrà, perchè non considero gli Illogicist come una band tecnica, ma come piuttosto una band progressiva. Non siamo sicuramente dei virtuosi dei vari strumenti ed il nostro obiettivo è sicuramente lontano anni luce dal cercare di stupire chi ci ascolta con shredding e fuochi d’artificio. Cerchiamo soltanto di tradurre in musica le nostre sensazioni ed emozioni. Comporre musica non tradizionale, e cioè non basata soltanto su tempi pari e regolari e su scale a-modali, non ritengo che sia per forza essere tecnici. Sperimentiamo diverse sonorità, questo sicuramente, ma l’importante è quello che cerchiamo di trasmettere, non la tecnica usata per farlo”.
“Probabilmente lo sarebbe, ma non temo che accadrà, perchè non considero gli Illogicist come una band tecnica, ma come piuttosto una band progressiva. Non siamo sicuramente dei virtuosi dei vari strumenti ed il nostro obiettivo è sicuramente lontano anni luce dal cercare di stupire chi ci ascolta con shredding e fuochi d’artificio. Cerchiamo soltanto di tradurre in musica le nostre sensazioni ed emozioni. Comporre musica non tradizionale, e cioè non basata soltanto su tempi pari e regolari e su scale a-modali, non ritengo che sia per forza essere tecnici. Sperimentiamo diverse sonorità, questo sicuramente, ma l’importante è quello che cerchiamo di trasmettere, non la tecnica usata per farlo”.
QUAL E’ LA TRACCIA CHE MEGLIO VI RAPPRESENTA ALL’INTERNO DELL’ALBUM, E PERCHE’?
“Posso parlare per me, e ti dico probabilmente la title track ‘The Insight Eye’ oppure ‘Brain Collapse’, perchè sono i due brani che racchiudono e riassumono tutto l’album a livello di idee, melodia e ritmiche. Se dovessi scegliere tra le due, forse opterei per ‘The Insight Eye’ perchè scorre molto fluida anche all’ascolto, ma in realtà è un brano decisamente complesso da suonare…e divertente!”.
“Posso parlare per me, e ti dico probabilmente la title track ‘The Insight Eye’ oppure ‘Brain Collapse’, perchè sono i due brani che racchiudono e riassumono tutto l’album a livello di idee, melodia e ritmiche. Se dovessi scegliere tra le due, forse opterei per ‘The Insight Eye’ perchè scorre molto fluida anche all’ascolto, ma in realtà è un brano decisamente complesso da suonare…e divertente!”.
AVETE CURATO TUTTO ALLA PERFEZIONE PER QUEST’ALBUM: CHI SI E’ OCCUPATO DELL’ARTWORK E CHE COSA RAPPRESENTA?
“L’artwork è stato curato da un’artista americano di nome Mike Bohatch, che hà già lavorato per band come The Forsaken, Visceral Bleeding, Dew Scented, Rottine Christ e molte altre. Il suo lavoro rappresenta la visione di questo occhio interiore, cioè di uno sguardo dentro noi stessi e dal riflesso che lo scoprire nuove sensazioni produce a livello fisico. Per l’impaginazione invece ho schiavizzato la mia ragazza che è un’ottima grafica e designer, facendola impazzire per ottenere il risultato che volevo! A ripensarci… poverina! (ride ndR)”.
“L’artwork è stato curato da un’artista americano di nome Mike Bohatch, che hà già lavorato per band come The Forsaken, Visceral Bleeding, Dew Scented, Rottine Christ e molte altre. Il suo lavoro rappresenta la visione di questo occhio interiore, cioè di uno sguardo dentro noi stessi e dal riflesso che lo scoprire nuove sensazioni produce a livello fisico. Per l’impaginazione invece ho schiavizzato la mia ragazza che è un’ottima grafica e designer, facendola impazzire per ottenere il risultato che volevo! A ripensarci… poverina! (ride ndR)”.
E PER QUANTO RIGUARDA LA PRODUZIONE? SIETE SODDISFATTI?
“Mi sono occupato personalmente della produzione, per cui dire che non mi soddisfa…sarei un masochista! Deigo ed io abbiamo uno studio qui ad Aosta, il Dissonant Studio ed io faccio di lavoro il fonico in studio e live, per cui ho deciso di caricarmi di questo pesante onere e di produrre il tutto personalmente. Il risultato è sicuramente quello che cercavamo, ma comporre, scrivere i testi, registrare e poi anche mixare, ti assicuro che è davvero molto pesante come cosa; il rischio più grosso è quello di perdere l’obiettività mentre si lavora. Dopo due mesi in studio, il suono di una chitarra e il suono di una zampogna ti sembrano simili (ride ndR)”.
“Mi sono occupato personalmente della produzione, per cui dire che non mi soddisfa…sarei un masochista! Deigo ed io abbiamo uno studio qui ad Aosta, il Dissonant Studio ed io faccio di lavoro il fonico in studio e live, per cui ho deciso di caricarmi di questo pesante onere e di produrre il tutto personalmente. Il risultato è sicuramente quello che cercavamo, ma comporre, scrivere i testi, registrare e poi anche mixare, ti assicuro che è davvero molto pesante come cosa; il rischio più grosso è quello di perdere l’obiettività mentre si lavora. Dopo due mesi in studio, il suono di una chitarra e il suono di una zampogna ti sembrano simili (ride ndR)”.
INUTILE NEGARE CHE VOI RICORDATE MOLTO DA VICINO I DEATH: COSA HANNO RAPPRESENTATO PER VOI?
“I Death rappresentano sicuramente una mia grande influenza del passato, però devo dirti che inizio un pochino a patire questo confronto perenne. In passato sicuramente alcuni nostri brani li ricordavano, ma su ‘The Insight Eye’ non ci trovo molto di simile, se non probabilmente le progressioni armoniche, che però non sono soltantanto caratteristiche dei Death. Esiste un mondo di musica a-modale al di fuori del metal che usa normalmente intervalli cromatici, senza per forza sottostare a nessuna regola armonica e melodica. Si potrebbe dire ad esempio che i Death ricordano molto Frank Zappa”.
“I Death rappresentano sicuramente una mia grande influenza del passato, però devo dirti che inizio un pochino a patire questo confronto perenne. In passato sicuramente alcuni nostri brani li ricordavano, ma su ‘The Insight Eye’ non ci trovo molto di simile, se non probabilmente le progressioni armoniche, che però non sono soltantanto caratteristiche dei Death. Esiste un mondo di musica a-modale al di fuori del metal che usa normalmente intervalli cromatici, senza per forza sottostare a nessuna regola armonica e melodica. Si potrebbe dire ad esempio che i Death ricordano molto Frank Zappa”.
QUANDO SI PARLA DI TECHNO DEATH VENGONO ALLA MENTE I SOLITI ATHEIST, CYNIC, PESTILENCE E SADIST: CONOSCETE QUALCHE ALTRO GRUPPO CHE VI HA COLPITO PARTICOLARMENTE?
“A livello estremo adoro gli Spawn Of Possession e penso che il loro ultimo album ‘Noctambulant’ sia davvero un capolavoro! Nella mia top five degli ultimi dieci anni sicuramente. Poi sicuramente i Necrophagist, anche se hanno degli spunti un po’ troppo neo-classico melodico per i miei gusti, Psycroptic, Alarum e molti altri. Uscendo dal campo estremo, Spastic Ink e Mats & Morgan Band su tutti”.
“A livello estremo adoro gli Spawn Of Possession e penso che il loro ultimo album ‘Noctambulant’ sia davvero un capolavoro! Nella mia top five degli ultimi dieci anni sicuramente. Poi sicuramente i Necrophagist, anche se hanno degli spunti un po’ troppo neo-classico melodico per i miei gusti, Psycroptic, Alarum e molti altri. Uscendo dal campo estremo, Spastic Ink e Mats & Morgan Band su tutti”.
NEGLI ULTIMI TEMPI C’E’ STATO UN RITORNO DI FIAMMA PER IL DEATH TECNICO, CON LE VECCHIE GLORIE RIFORMATE E NUOVE REALTA’ CHE VENGONO A GALLA: COSA NE PENSATE DI TUTTO QUESTO? C’E’ QUALCOSA DI INTERESSANTE O E’ TUTTA BRODAGLIA RISCALDATA?
“Sinceramente non ho ancora sentito nulla di nuovo e di particolarmente interessante dalle varie reunion, anche perchè ancora nessuna si è lanciata in nuove composizioni, a parte i Cynic. Gli Atheist dal vivo non mi hanno fatto impazzire, anche se dobbiamo considerare che comunque il livello di tutte le bands rispetto alla metà anni 90 si è decisamente innalzato; probabilmente averli visti quattordici anni fa sarebbe stato diverso, e l’aspettativa più bassa. Devo ammettere che però è sempre stupendo sentire i pezzi delle tue band preferite dal vivo; non vedo l’ora che arrivi l’estate per vedere finalmente i Carcass!”.
“Sinceramente non ho ancora sentito nulla di nuovo e di particolarmente interessante dalle varie reunion, anche perchè ancora nessuna si è lanciata in nuove composizioni, a parte i Cynic. Gli Atheist dal vivo non mi hanno fatto impazzire, anche se dobbiamo considerare che comunque il livello di tutte le bands rispetto alla metà anni 90 si è decisamente innalzato; probabilmente averli visti quattordici anni fa sarebbe stato diverso, e l’aspettativa più bassa. Devo ammettere che però è sempre stupendo sentire i pezzi delle tue band preferite dal vivo; non vedo l’ora che arrivi l’estate per vedere finalmente i Carcass!”.
RIUSCITE A SUONARE DAL VIVO O ANCHE VOI IN ITALIA FATICATE A TROVARE DATE?
“Si fatica sempre, come tutti; in Italia ci sono pochi locali veramente buoni per suonare, e la mentalità della gente è comunque particolare; spesso preferiscono spendere cinquanta euro di birra al pub piuttosto che pagare cinque euro per vedere una serata con tre gruppi che suonano; poi però si ritengono dei veri metalheads…che controsenso; è veramente poca la gente che supporta in modo reale la scena underground Italiana ed è un peccato perchè ci sono ottime band. Sai qual è la cosa un po’ frustrante? Sei anni fa per una serata ci pagavano duecento euro. Ora, dopo due album distribuiti a livello mondiale, e tutto quello che abbiamo fatto non è cambiato nulla. Di sicuro il mio obiettivo non è quello di diventare ricco, ci basterebbe non dover sempre tirar fuori altri soldi, soldi e soldi. Alla fine però va così…e dato che ci piace suonare tanto e ovunque, preferiamo fare quaranta date a duecento euro l’una piuttosto che dieci al doppio”.
“Si fatica sempre, come tutti; in Italia ci sono pochi locali veramente buoni per suonare, e la mentalità della gente è comunque particolare; spesso preferiscono spendere cinquanta euro di birra al pub piuttosto che pagare cinque euro per vedere una serata con tre gruppi che suonano; poi però si ritengono dei veri metalheads…che controsenso; è veramente poca la gente che supporta in modo reale la scena underground Italiana ed è un peccato perchè ci sono ottime band. Sai qual è la cosa un po’ frustrante? Sei anni fa per una serata ci pagavano duecento euro. Ora, dopo due album distribuiti a livello mondiale, e tutto quello che abbiamo fatto non è cambiato nulla. Di sicuro il mio obiettivo non è quello di diventare ricco, ci basterebbe non dover sempre tirar fuori altri soldi, soldi e soldi. Alla fine però va così…e dato che ci piace suonare tanto e ovunque, preferiamo fare quaranta date a duecento euro l’una piuttosto che dieci al doppio”.
QUANTO E’ FRUSTRANTE PER UNA BAND TALENTUOSA COME LA VOSTRA SENTIRSI RIFIUTARE SERATE CHE POI VERRANNO MAGAI ASSEGNATE A DELLE MEDIOCRI COVER BAND DI MAIDEN, AC DC E SIMILI?
“Appunto..riprendendo il discorso di prima, è più che altro frustrante sapere che una cover band prende un cachet tranquillamente doppio del tuo, suonando pezzi di altri. Non ho assolutamente nulla contro le cover bands, ma mi piacerebbe riuscire almeno a comprarmi le corde della chitarra con il cachet di una data, e riuscire a pagare i panini all’autogrill! Alla fine molte volte mi chiedo chi me l’ha fatto fare? Avrei potuto essere un appassionato di pesca…poi prendo una chitarra in mano e tutto mi sembra più chiaro”.
“Appunto..riprendendo il discorso di prima, è più che altro frustrante sapere che una cover band prende un cachet tranquillamente doppio del tuo, suonando pezzi di altri. Non ho assolutamente nulla contro le cover bands, ma mi piacerebbe riuscire almeno a comprarmi le corde della chitarra con il cachet di una data, e riuscire a pagare i panini all’autogrill! Alla fine molte volte mi chiedo chi me l’ha fatto fare? Avrei potuto essere un appassionato di pesca…poi prendo una chitarra in mano e tutto mi sembra più chiaro”.
OK, ABBIAMO FINITO: UTILIZZATE QUESTO SPAZIO COME PREFERITE E ANCORA COMPLIMENTI.
“Ti ringrazio moltissimo per il supporto e per lo spazio concessoci qui su Metalitalia. Spero che chiunque legga questa intervista ci dia almeno una possibilità ed ascolti i nostri brani su myspace, www.myspace.com/illogicist666 ma che soprattutto ci venga a vedere dal vivo; siamo una live band, e i cd ci servono per poter suonare dal vivo. Grazie ancora. Keep The Faith”.
“Ti ringrazio moltissimo per il supporto e per lo spazio concessoci qui su Metalitalia. Spero che chiunque legga questa intervista ci dia almeno una possibilità ed ascolti i nostri brani su myspace, www.myspace.com/illogicist666 ma che soprattutto ci venga a vedere dal vivo; siamo una live band, e i cd ci servono per poter suonare dal vivo. Grazie ancora. Keep The Faith”.