Con il nuovo “Shadows In The Light” gli Immolation si sono confermati in un vero e proprio stato di grazia, dando alle stampe un lavoro ancora più ispirato e convincente del già più che solido “Harnessing Ruin”. Metalitalia.com ha incontrato il chitarrista Robert Vigna e il bassista/cantante Ross Dolan in quel di Londra, poco prima che la death metal band newyorchese calcasse il palco dell’Underworld per portare a termine l’opera di distruzione iniziata dai compagni di tour Dawn Of Azazel, Grave e Krisiun. Ecco il riassunto della nostra breve chiacchierata…
È STATO DIFFICILE COMPORRE QUESTO NUOVO ALBUM? OGNI BAND CHE SI RISPETTI CERCA DI DARE ALLE STAMPE UN DISCO CHE SIA PIÙ VALIDO DEL PRECEDENTE E VOI VENIVATE DAL SUCCESSO DI “HARNESSING RUIN”…
Robert: “Per noi non è mai un grosso problema comporre del nuovo materiale, anche se il nostro processo di songwriting è piuttosto strano. Gli Immolation non sono la nostra sola occupazione: siamo impegnati tutti i giorni con le nostre famiglie e il lavoro, quindi capita sempre che arriviamo ad un mese dalla prevista entrata in studio senza un solo brano pronto! In quel mese ci trasformiamo in delle macchine e senza pensare ad altro diamo vita ad un numero di pezzi sufficiente per realizzare un full-length. Per quanto ci riguarda, ogni volta il risultato è migliore del precedente perchè ci mettiamo sempre il cuore in ciò che facciamo e cerchiamo di essere i più creativi possibili. Non siamo più dei ragazzini e ce ne freghiamo della pressione che si può avere da fan o etichette: vogliamo solo scrivere del death metal che possa essere classificato come Immolation e che, al tempo stesso, non sia la solita roba. Componiamo in ogni momento libero e non ci facciamo problemi a buttare via un intero pezzo se quest’ultimo non riesce a convincerci dopo alcuni giorni che lo proviamo. L’importante è fare solo quello che davevero ci si sente… conta solo il feeling”.
Robert: “Per noi non è mai un grosso problema comporre del nuovo materiale, anche se il nostro processo di songwriting è piuttosto strano. Gli Immolation non sono la nostra sola occupazione: siamo impegnati tutti i giorni con le nostre famiglie e il lavoro, quindi capita sempre che arriviamo ad un mese dalla prevista entrata in studio senza un solo brano pronto! In quel mese ci trasformiamo in delle macchine e senza pensare ad altro diamo vita ad un numero di pezzi sufficiente per realizzare un full-length. Per quanto ci riguarda, ogni volta il risultato è migliore del precedente perchè ci mettiamo sempre il cuore in ciò che facciamo e cerchiamo di essere i più creativi possibili. Non siamo più dei ragazzini e ce ne freghiamo della pressione che si può avere da fan o etichette: vogliamo solo scrivere del death metal che possa essere classificato come Immolation e che, al tempo stesso, non sia la solita roba. Componiamo in ogni momento libero e non ci facciamo problemi a buttare via un intero pezzo se quest’ultimo non riesce a convincerci dopo alcuni giorni che lo proviamo. L’importante è fare solo quello che davevero ci si sente… conta solo il feeling”.
È RICONOSCIUTO DA TUTTA LA SCENA CHE GLI IMMOLATION SIANO UNA DELLE POCHE DEATH METAL BAND A POTER VANTARE UNO STILE UNICO… E CON “SHADOWS IN THE LIGHT” È ARRIVATA L’ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DI QUANTO DETTO POC’ANZI. SIETE COSCIENTI DEL FATTO CHE NON C’È ALTRA BAND IN GIRO CHE SUONI COME VOI?
Ross: “Ce lo dicono in molti e ovviamente ne siamo orgogliosi. Credo che dar vita ad uno stile proprio sia l’obiettivo di ogni band, ma devo ammettere che nella scena death metal capita spesso di vedere gruppi che alla lunga si accontentano e che non fanno granchè per differenziarsi dalla massa. La musica degli Immolation è senz’altro death metal, ma ha vita propria, fa di tutto per andare fuori dal seminato. È una cosa alla quale abbiamo sempre tenuto nel corso degli anni. Sono soprattutto orgoglioso di ‘Shadows In The Light’ perchè penso sia un album potenzialmente in grado di essere amato sia dai nostri die hard fans, sia da coloro che di norma non ascoltano death metal”.
Ross: “Ce lo dicono in molti e ovviamente ne siamo orgogliosi. Credo che dar vita ad uno stile proprio sia l’obiettivo di ogni band, ma devo ammettere che nella scena death metal capita spesso di vedere gruppi che alla lunga si accontentano e che non fanno granchè per differenziarsi dalla massa. La musica degli Immolation è senz’altro death metal, ma ha vita propria, fa di tutto per andare fuori dal seminato. È una cosa alla quale abbiamo sempre tenuto nel corso degli anni. Sono soprattutto orgoglioso di ‘Shadows In The Light’ perchè penso sia un album potenzialmente in grado di essere amato sia dai nostri die hard fans, sia da coloro che di norma non ascoltano death metal”.
VI CAPITA MAI DI TEMERE DI AVER RAGGIUNTO IL PICCO MASSIMO DI CREATIVITÀ E DI NON ESSERE IN GRADO DI SCRIVERE CANZONI MIGLIORI?
Ross: “No, credo che ci sia sempre spazio per dei miglioramenti. Io penso addirittura che gli Immolation abbiano appena iniziato ad esprimere tutto il loro potenziale. Gli ultimi album, a mio avviso, hanno sempre messo in mostra una netta progressione, quindi non vedo perchè ci si debba fermare proprio ora. È sempre molto eccitante scrivere nuova musica e compiere nuovi esperimenti… non ci poniamo limiti…”.
Ross: “No, credo che ci sia sempre spazio per dei miglioramenti. Io penso addirittura che gli Immolation abbiano appena iniziato ad esprimere tutto il loro potenziale. Gli ultimi album, a mio avviso, hanno sempre messo in mostra una netta progressione, quindi non vedo perchè ci si debba fermare proprio ora. È sempre molto eccitante scrivere nuova musica e compiere nuovi esperimenti… non ci poniamo limiti…”.
ANCORA UNA VOLTA AVETE COLLABORATO CON PAUL OROFINO IN SEDE DI REGIA. PENSATE CHE SIA IL PRODUTTORE PIÙ ADATTO AL CASO VOSTRO? AVETE MAI PENSATO DI CAMBIARE?
Robert: “Noi ci troviamo molto a nostro agio con Paul. Quando si tratta di registrare, è essenziale avere attorno una persona con cui vai d’accordo e che è molto paziente. Eccetto noi, non ha una grande esperienza in materia di death metal, eppure sa come catturare lo spirito della nostra musica e trasportalo sul disco. Non ci piacciono quelle produzioni ultra pompate che vanno di moda oggi e lui è della nostra stessa idea, ma ciò non vuol dire che un nostro album è prodotto in maniera caotica: senti ‘Shadows In The Light’, non ci sono trigger eppure ogni strumento ha il suo spazio! Solo Paul riesce ad ottenere risultati simili senza abusare della tecnologia. Inoltre lo apprezziamo molto perchè contribuisce anche alla stesura dei brani, dandoci consigli davvero preziosi soprattutto per quanto riguarda gli assoli di chitarra. Ci fidiamo tantissimo di lui e non so quali benefici potremmo avere se decidessimo di cambiare”.
Robert: “Noi ci troviamo molto a nostro agio con Paul. Quando si tratta di registrare, è essenziale avere attorno una persona con cui vai d’accordo e che è molto paziente. Eccetto noi, non ha una grande esperienza in materia di death metal, eppure sa come catturare lo spirito della nostra musica e trasportalo sul disco. Non ci piacciono quelle produzioni ultra pompate che vanno di moda oggi e lui è della nostra stessa idea, ma ciò non vuol dire che un nostro album è prodotto in maniera caotica: senti ‘Shadows In The Light’, non ci sono trigger eppure ogni strumento ha il suo spazio! Solo Paul riesce ad ottenere risultati simili senza abusare della tecnologia. Inoltre lo apprezziamo molto perchè contribuisce anche alla stesura dei brani, dandoci consigli davvero preziosi soprattutto per quanto riguarda gli assoli di chitarra. Ci fidiamo tantissimo di lui e non so quali benefici potremmo avere se decidessimo di cambiare”.
A LIVELLO DI TESTI, SEMBRA CHE NEGLI ULTIMI TEMPI ABBIATE ACCANTONATO LE TEMATICHE ANTI-CRISTIANE E, IN GENERALE, RELIGIOSE IN FAVORE DI ARGOMENTI PIÙ VICINI ALLA REALTÀ…
Robert: “Ross e io scriviamo tutti i testi e ci eravamo un po’ stancati di trattare quegli argomenti, volevamo evolverci anche sotto quell’aspetto. In tutti questi anni abbiamo coperto ogni area della religione, così abbiamo deciso di parlare di cosa oggi sta avvenendo nel mondo. I nuovi testi sono sempre colmi di riferimenti alla religione, ma ciò avviene perchè quest’ultima è ovunque… pensa alle guerre che hanno luogo oggi o al terrorismo, è tutto causato dalla religione!”.
Robert: “Ross e io scriviamo tutti i testi e ci eravamo un po’ stancati di trattare quegli argomenti, volevamo evolverci anche sotto quell’aspetto. In tutti questi anni abbiamo coperto ogni area della religione, così abbiamo deciso di parlare di cosa oggi sta avvenendo nel mondo. I nuovi testi sono sempre colmi di riferimenti alla religione, ma ciò avviene perchè quest’ultima è ovunque… pensa alle guerre che hanno luogo oggi o al terrorismo, è tutto causato dalla religione!”.
A PROPOSITO DI TERRORISMO, VOI SIETE DI NEW YORK. COME AVETE VISSUTO QUELL’UNDICI SETTEMBRE?
Robert: “Noi viviamo a circa mezz’ora dal centro, ma per giorni abbiamo sentito la puzza di bruciato nelle strade. Un giorno siamo andati nella city a dare una mano e ci sembrava di trovarci sul set di un film… era surreale… incredibile! Quel giorno ha irrimediabilmente segnato la città, ma la vita va avanti…”.
Robert: “Noi viviamo a circa mezz’ora dal centro, ma per giorni abbiamo sentito la puzza di bruciato nelle strade. Un giorno siamo andati nella city a dare una mano e ci sembrava di trovarci sul set di un film… era surreale… incredibile! Quel giorno ha irrimediabilmente segnato la città, ma la vita va avanti…”.
TORNANDO AGLI IMMOLATION, QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO?
Robert: “Come ho accennato, gli Immolation non occupano tutto il nostro tempo, abbiamo cose più importanti a cui pensare, come il lavoro e le nostre famiglie. Di conseguenza, non abbiamo piani a lungo termine: una volta terminato questo tour torneremo a casa a New York per poi riprendere l’attività live in estate per alcuni festival. Per l’autunno abbiamo in programma un tour americano con Suffocation e Skinless e poi basta. Magari passeranno sei mesi prima che abbia il tempo di imbracciare nuovamente la mia chitarra!”.
Robert: “Come ho accennato, gli Immolation non occupano tutto il nostro tempo, abbiamo cose più importanti a cui pensare, come il lavoro e le nostre famiglie. Di conseguenza, non abbiamo piani a lungo termine: una volta terminato questo tour torneremo a casa a New York per poi riprendere l’attività live in estate per alcuni festival. Per l’autunno abbiamo in programma un tour americano con Suffocation e Skinless e poi basta. Magari passeranno sei mesi prima che abbia il tempo di imbracciare nuovamente la mia chitarra!”.
NILE E BEHEMOTH PRENDERANNO PARTE ALL’OZZFEST QUEST’ESTATE. QUAL’È LA VOSTRA POSIZIONE A RIGUARDO? PENSATE CHE LA LORO PARTECIPAZIONE A QUESTO EVENTO POTRÀ ESSERE UTILE ALLA SCENA DEATH METAL?
Ross: “Perchè no? Non siamo fra quelli che dicono che il death metal è un genere che deve ad ogni costo rimanere underground. Se Nile e Behemoth riusciranno a portare un po’ di attenzione extra sul nostro genere musicale, ci sarà solo da esserne contenti”.
Ross: “Perchè no? Non siamo fra quelli che dicono che il death metal è un genere che deve ad ogni costo rimanere underground. Se Nile e Behemoth riusciranno a portare un po’ di attenzione extra sul nostro genere musicale, ci sarà solo da esserne contenti”.