Abbiamo pubblicato da poco la chiaccherata coi Five Finger Death Punch, intervistati nella cornice del Gran Teatro Geox di Padova in occasione della recente data italiana. Potevamo esimerci dal fare lo stesso con i co-headliner In Flames? Ovviamente no. Il nostro interlocutore è un rilassato e sorridente Björn Gelotte, che ci accoglie nel caldissimo camerino offrendoci una birra ghiacciata. Nei pochi minuti a nostra disposizione facciamo il punto sull’EP di cover che il gruppo ha pubblicato a sorpresa pochi giorni prima, ma la conversazione andrà a virare velocemente verso altri lidi, che dimostrano l’attuale serenità del musicista rispetto alla situazione attuale del gruppo ed anticipano, almeno idealmente, la direzione futura di una band in continuo movimento, che non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi…
AVETE DA POCO PUBBLICATO UN EP A SORPRESA. LE COVER ARRIVANO DALLE SESSIONI DI “BATTLES”?
– No, le abbiamo registrate successivamente. Avevamo del tempo libero a L.A., nel periodo in cui stavamo facendo le prove per il tour, parecchio tempo dopo le sessioni del disco quindi. La cover dei Depeche Mode, “It’s No Good”, è una cosa che volevo realizzare da moltissimi anni. Già dalla prima volta che la sentii qualcosa mi è scattato in mente, ho pensato che potesse essere resa facilmente una canzone metal. Penso sia molto heavy già nella sua versione originale. È rimasta una voglia per parecchio tempo e siccome non abbiamo mai avuto molto tempo l’abbiamo sempre accantonata. Avuta l’occasione, visto che il nostro produttore era disponibile ci siamo detti “proviamo!”, ed è venuta alla grande. Una volta che eravamo lì abbiamo accontentato anche Anders, che è un grande fan degli Alice In Chains – lo siamo tutti noi, ma lui più di tutti – e abbiamo realizzato la nostra versione di “Down In A Hole”, rendendola più melanconica. È stato un inizio divertente e ci abbiamo preso gusto, di conseguenza è arrivata la cover di Chris Isaak, che ha un ritornello davvero fighissimo a cui volevamo dare la nostra impronta e che volevamo rendere ancora più grosso possibilmente. La cover di “Hurt” dei Nine Inch Nails è stata l’ultima arrivata. Abbiamo registrato tutto senza dire niente a nessuno, non volevamo si creasse troppo casino attorno a questa cosa. Non l’abbiamo fatto per prender tempo tra un disco e l’altro, è stata giusto una cosa che volevamo fare e abbiamo pubblicato senza pensarci troppo.
LO STREAMING HA CAMBIATO VELOCEMENTE LE REGOLE DEL GIOCO. PENSI CHE IN FUTURO VERRANNO PUBBLICATI ANCORA ALBUM O SI PASSERÀ GRADUALMENTE AL RILASCIO DI SINGOLE TRACCE, AL MASSIMO EP?
– Io spero si continuino a pubblicare album. Oltre all’esplosione dello streaming esiste anche un interesse crescente verso il vinile. Molte persone cominciano ad interessarsi anche all’alta fedeltà, spesso incoraggiate dalla bassa qualità dello streaming e della musica che si ascolta dal telefono. Noi arriviamo dall’era del CD, che è il formato in cui abbiamo passato gran parte della nostra carriera discografica, ma ogni nostro disco è disponibile anche in vinile.
DI QUESTI TEMPI SEMBRA CHE TUTTO GIRI ATTORNO ALLA CREAZIONE DI UN ‘EVENTO’, PROMOSSO MESI E MESI PRIMA CHE ESSO AVVENGA. PENSI SIA DIFFICILE DI QUESTI TEMPI CATTURARE L’ATTENZIONE DEGLI ASCOLTATORI?
– La competizione di questi tempi è cambiata in maniera radicale, è molto più difficile ottenere l’attenzione degli ascoltatori, figuriamoci mantenerla. Chiunque con delle conoscenze basilari dei social media può creare un evento e coinvolgere parecchie persone, senza che quello che si offre sia in alcun modo sinonimo di qualità. Penso comunque che per quanto riguarda il metal gli ascoltatori siano molto fedeli alle proprie band e generi preferiti, band come gli In Flames sono fortunate ad essere attive da molto tempo e ad essere conosciute da molte persone. Per una nuova band proporre la propria demo là fuori dev’essere un vero incubo, è una giungla vera e propria. È un po’ triste ma allo stesso tempo, a livello di opportunità, è anche una cosa fighissima. Penso che il segreto di questi tempi sia che si debba sapere quel che si fa, ovvero avere una personalità definita, e allo stesso tempo saper sfruttare il mondo dei social.
AVETE UN EP SEMIACUSTICO PUBBLICATO DOPO UN TOUR NEI TEATRI. COME TI TROVI IN QUESTA NUOVA DIMENSIONE DEGLI IN FLAMES?
– Non è una veste del tutto inedita per noi, abbiamo già fatto cose del genere in passato. Per noi è un modo di esplorare nuovi territori e rimanere concentrati sulla musica. Abbiamo già suonato in acustico, poi abbiamo smesso per qualche anno e ultimamente stiamo rivisitando la cosa in maniera diversa da come abbiamo fatto in passato. Nell’ultimo “In Our Room” nei teatri, anche in Italia, abbiamo inserito un intermezzo acustico nel mezzo per spezzare e cambiare le dinamiche. Pure l’esperimento con il quartetto d’archi è stato un bell’esperimento, ha regalato un’atmosfera molto rilassata.
MEMBRI AMERICANI, UN PRODUTTORE AMERICANO E UN TOUR CON UNA GRANDE BAND STATUNITENSE. TI PIACE LA FORMULA DEI FIVE FINGER DEATH PUNCH?
– Non posso dire di conoscere la loro formula in tutta sincerità, ma c’è qualche canzone che mi piace davvero davvero tanto perchè va dritto al sodo. Heavy riffing e un grande ritornello, hanno delle canzoni davvero buone, sono tra rock e metal come noi… però loro si affidano ad una formula ben precisa, mentre noi tentiamo sempre di evolverci. È questo il bello di suonare negli In Flames, ci possiamo esprimere in qualsiasi maniera, non siamo chiusi in quattro mura, possiamo fare un po’ quel che vogliamo. Ah, anche il nostro look è abbastanza differente (ride, ndR).
IL VOSTRO ULTIMO ALBUM “BATTLES” È FUORI DA QUALCHE MESE. SEI CONTENTO DEL RESPONSO?
– Sono contentissimo di come è venuto l’album, è stato bellissimo per noi lavorare con le persone con cui abbiamo lavorato. Abbiamo scritto in maniera diversa dal solito e abbiamo avuto le migliori sessioni di registrazione di sempre, le più confortevoli e le più creative, è questo quello che conta alla fine. Dividiamo sempre il nostro pubblico e non so se è una maledizione o una benedizione, perchè la nostra musica o la ami o la odi, non ci sono vie di mezzo. Alla fine non importa perchè siamo contenti di questa, ci vedrai sempre col sorriso sul palco perchè suoniamo la musica che ci piace, non la musica che speriamo possa piacere al nostro pubblico. In tutta onestà penso sia l’unica maniera per essere veri.
COSA PENSI INVECE DI TUTTI QUEI GRUPPI CHE GUARDANO AL PASSATO FACENDO TOUR CHE CELEBRANO I LORO MAGGIORI SUCCESSI?
– Ho visto che molte band stanno proponendo un intero album dal vivo, penso sia figo se si ama quel disco. La maggior parte di questi gruppi però ha davvero tanto da offrire, quindi se vado ad un loro concerto vorrei vedere un po’ di tutto. Per alcuni fare queste cose è necessario, per altri è solo un divertimento. Non mi divertirei a farlo con gli In Flames, mi piace mischiare ogni volta le carte in tavola.
TI DÀ FASTIDIO CHE IL METALLARO IN GENERALE SIA PROPENSO A GUARDARE INDIETRO PIUTTOSTO CHE AVANTI?
– Non mi fa incazzare, solo non è il modo in cui la pensiamo noi. Guardiamo avanti. Cerchiamo di sperimentare. Cerchiamo di portarci sempre dietro le esperienze passate. Ogni singolo disco della nostra carriera ci ha portato dove siamo oggi, quindi non abbiamo bisogno di guardare indietro, ci portiamo tutto dentro. Poi di alcune band amo le cose vecchie, di altre le cose nuove… forse non sono proprio il metallaro medio.
HO VISTO CHE SPERIMENTATE ANCHE COI DRINK… CHE MI DICI DEL GIN CHE AVETE MESSO IN COMMERCIO RECENTEMENTE?
– Ha iniziato Anders! Ha creato il suo gin aromatizzato in maniera particolare ed è venuto davvero bene, quindi abbiamo pensato di continuare su questa strada. Ho avuto io l’onore di creare questa seconda versione e ho scelto il fiore di sambuco, che per me evoca l’estate. Abbiamo passato un paio di giorni a farci del male a suon di assaggi a Stoccolma. È stata un’esperienza molto interessante lavorare con persone che sanno il fatto loro. Resto comunque qualcosa di più di un consumatore. Anders è diventato un esperto, come in passato per le birre e i whiskey. Ogni cosa in cui si cimenta gli riesce bene perchè è un piccolo nerd, e a me piace questo suo aspetto perchè riesce ad affascinarmi, oltre ovviamente a darci la possibilità di fare queste cose carine a nome In Flames.