IN FLAMES – Verso l’infinito… e oltre

Pubblicato il 29/09/2014 da

A poche settimane dall’uscita di “Siren Charms”, forse l’album più controverso della pur lunga e mutevole carriera degli In Flames, abbiamo colto al volo l’occasione di parlare con quello che probabilmente è il principale artefice di questa svolta, ovvero il cantante Anders Fridén. Raggiunto telefonicamente all’arrivo in quel di Cracovia – alla vigilia del tour che, lo ricordiamo, li vedrà esibirsi giovedì 2 ottobre a Trezzo sull’Adda – il cantante svedese si è rivelato, nonostante l’ora tarda, un interlocutore loquace in quest’intervista esclusiva per Metalitalia.com…almeno finché il discorso non è caduto su una vecchia conoscenza…

 

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CIAO ANDERS, COME VA? PRONTI A PARITIRE CON IL NUOVO TOUR?

“Molto bene, grazie, siamo appena arrivati a Cracovia e siamo pronti per ricominciare. E’ passato un anno dall’ultimo tour, quindi non vediamo l’ora di tornare sul palco, portando i nuovi pezzi e quelli vecchi, incontrando i fan, eccetera…d’altronde questa è la vita del musicista, ed è l’aspetto che ci piace di più”.

NONOSTANTE LE PAROLE ENTUSIASTE DI BJORN (GELOTTE, CHITARRISTA) DI QUALCHE ANNO FA, DOPO UN SOLO DISCO AVETE LASCIATO LA CENTURY MEDIA PER UNA MAJOR COME LA SONY…NON VI SIETE TROVATI BENE, O PIU’ SEMPLICEMENTE AVETE RICEVUTO LA CLASSICA OFFERTA CHE NON SI PUO’ RIFIUTARE?
“Nessun problema con i ragazzi della Century Media, semplicemente ci siamo fatti furbi (risate, ndR)! Sai, non è più come agli inizi, quando firmi un contratto per cinque album; ora ci siamo tenuti la libertà di scegliere, al punto che, quando siamo entrati in studio per registrare, eravamo ancora senza etichetta. Poi, una volta finito il disco, ci siamo guardati un po’ in giro e, tra le varie offerte, quella della Sony ci è sembrata la più interessante, soprattutto per come i loro A&R si sono mostrati interessati a noi”.

IMMAGINO QUINDI IL PASSAGGIO SU MAJOR NON ABBIA INFLUENZATO IN NESSUN MODO IL VOSTRO PROCESSO COMPOSITIVO…
“Per ora direi che non c’è nessuna grossa differenza, ma lo capiremo meglio tra un paio d’anni, se effettivamente abbiamo guadagnato qualcosa in termini di visibilità, o se le cose non sono andate come previsto. Di sicuro non c’è nessuna interferenza nell’approccio alla musica da parte della nostra casa discografica, qualunque essa sia: il processo creativo è qualcosa che ha a che fare solo con la band e i nostri produttori; non c’è mai stata, né mai ci sarà, alcuna influenza esterna”.

PARLANDO DEL NUOVO ALBUM, NELLA PRIMA META’ HO AVVERTITO UN MOOD PIU’ MALINCONICO RISPETTO AL SOLITO, PER CERTI VERSI VICINO AI PASSENGER…E’ PER CASO FRUTTO DI UN TUO MAGGIORE COINVOLGIMENTO IN FASE DI SONGWRITING, OPPURE COME LO SPIECGHI?
“In realtà ho da sempre preso parte al songwriting degli In Flames, ormai da dieci album a questa parte, e ti posso assicurare che i Passenger non hanno nulla a che fare con il processo di scrittura di ‘Siren Charms’, almeno non intenzionalmente. Quella era una cosa tra me e Niclas (Engelin, chitarrista degli In Flames e, all’epoca, dei Passenger, ndR), mentre in questo caso siamo io e Bjorn. Semplicemente, ogni album degli In Flames è diverso dai suoi predecessori e stavolta abbiamo provato a sperimentare un viaggio un po’ diverso dal solito, quasi ‘provocando’ l’ascoltatore; sicuramente potrà spiazzare, ma credo questo lo renda un lavoro più duraturo, qualcosa da continuare ad ascoltare. Soprattutto credo sia il miglior disco che potevamo realizzare in questo particolare momento, così come ‘Clayman’ lo era nel 2000 e così via. Non siamo soliti sederci intorno a un tavolo per decidere il corso della nostra musica, ma lasciamo che siano le emozioni a guidarci, come è stato finora. L’unica costante in questo processo compositivo è che al centro di tutto ci sia la melodia, una melodia che nel corso del tempo si è arricchita: oggi possiamo avere la melodia nel cantato, nelle tastiere, nelle chitarre…abbiamo sicuramente più scelta rispetto ad un tempo”.

IMMAGINO CHE ANCHE LA SCELTA DEGLI HANSA STUDIOS DI BERLINO ABBIA INFLUENZATO IN QUALCHE MODO IL MOOD DEL DISCO, E’ COSI’?
“Assolutamente sì. Il fatto di andare a registrare a Berlino, lontani dal nostro studio di fiducia e dalla nostra tranquillità domestica, è stata una mia scelta, che ho voluto a tutti i costi portare avanti per provare qualcosa di nuovo. Il fatto di non tornare a casa ogni sera, ma di vivere in una città straniera per il periodo delle registrazioni, ha sicuramente influenzato il nuovo album; allo stesso modo, aver passato l’inverno a Berlino, in una città così ricca di storia e di ‘vita’, si è in qualche modo riflesso nel mood del disco. Anche negli studio c’era un’atmosfera fantastica: dagli arredamenti alla strumentazione, è stata un’esperienza davvero unica”.

PROPRIO PER LA LORO PARTICOLARITA’, SUPPONGO NON CI TORNERETE IN OCCASIONE DEL PROSSIMO ALBUM…
“Esatto, non penso proprio che ci torneremo, altrimenti finirei col fare paragoni tra il prossimo e questo album, che non è quello che voglio; ho bisogno di provare qualcosa di nuovo, quindi credo che cambieremo ancora”.

TORNANDO ALL’ALBUM, LA SECONDA META’ DELLA TRACKLIST SEMBRA INVECE MOLTO PIU’ ALLEGRA RISPETTO ALLA PRIMA, SOPRATTUTTO SUL FINALE…
“Purtroppo ormai la gente ragiona a playlist, scarica canzoni singole, ascolta musica random in streaming, eccetera: tutto questo va benissimo, ma così si perde il gusto di sentire un album dall’inizio alla fine, seguendo l’ordine che l’artista ha pensato, che ritengo sia un aspetto fondamentale per fruire un disco. Dal mio punto di vista, ‘In Plain View’ è l’opener perfetta, ‘Everything’s Gone’ non poteva che andare al secondo posto e via discorrendo, come se la sequenza tra un brano e l’altro contribuisse ad arricchire il successivo di una dimensione che viceversa, ascoltando un pezzo singolo, verrebbe a mancare. Mi reputo uno della vecchia scuola, ovvero di quelli che ascoltano ancora gli album in vinile dall’inizio alla fine, quindi trovo che come traccia finale ‘A Filtered Truth’ sia perfetta. Non saprei dire se sia una canzone ‘allegra’, ma ti posso confermare che, quando l’ho scritta, avevo in mente un gruppo di inglesi ubriachi in un pub intenti a cantare a squarciagola, quindi mi fa piacere che questa atmosfera si sia conservata”.

UN’ALTRA TRACCIA DEGNA DI NOTA E’ “WHEN WORLD EXPLODES”, IN CUI FIGURANO QUELLE FEMALE VOCALS CHE MANCAVANO DA TEMPI DI “DEAD END”…TRA L’ALTRO, MENTRE ALL’EPOCA L’OSPITE ERA UNA POP-STAR SVEDESE, STAVOLTA AVETE COINVOLTO ADDIRITURA UNA CANTANTE LIRICA!
“Era da un po’ che lavoravo sul ritornello di questa canzone ma, pur avendo provato a cantare in tutti i modi possibili, non riuscivo a trovare le linee vocali adatte. A quel punto, parlandone con Daniel (Bergstrand, produttore, ndA), mi ha accennato ad una cantante con cui stava lavorando su tutt’altro tipo di progetto e mi ha fatto vedere un paio di clip, che mi hanno subito folgorato. In questo modo è nata l’idea della collaborazione, il cui risultato finale è andato anche oltre le mie aspettative, dato che ha completamente rivisto la sua parte, rendendo la traccia decisamente migliore”.

PER QUANTO RIGUARDA GLI EFFETTI ELETTRONICI, ORMAI UNA PRESENZA COSTANTE DA UNA DOZZINA D’ANNI A QUESTA PARTE, ANCHE STAVOLTA VI SIETE AFFIDATI A ÖRJAN ÖRNKLOO, MASTERMIND DELLA BAND INDUSTRIAL MISERY LOVES CO…
“Sì, è dai tempi di ‘Reroute To Remain’ che lavoriamo con Daniel e Örjan e col tempo l’elettronica è diventata sempre più parte integrante del nostro sound, anche se si tratta di un elemento collaterale. E’ un qualcosa che ci permette di aggiungere una nuova dimensione alla nostra musica, ma resterà sempre un ‘contorno’, qualcosa da inserire come arricchimento dopo aver scritto il pezzo con le chitarre, e non viceversa”.

IMMAGINO QUINDI CHE IL PROCESSO INVERSO, OVVERO L’ESPERIMENTO CON I PENDULUM SU “SELF VS SELF”, SIA STATO UN CASO ISOLATO…
“Sì, in quel caso era la loro canzone, sulla quale io e Björn eravamo semplicemente ospiti. Eravamo in tour, quindi abbiamo fatto un salto in studio per registrare la nostra feature, ma poi si sono occupati loro dell’assemblaggio, per cui quella è a tutti gli effetti la loro musica. Ci siamo divertiti un sacco, ma di fatto non è un nostro pezzo”.

NICLAS E’ UN VOSTRO AMICO DA SEMPRE, E’ UFFICIALMENTE PARTE DELLA BAND DA ORMAI UN PAIO DI ALBUM ED E’ UN COMPOSITORE APPREZZATO, COME GIA’ DIMOSTRATO CON GLI ENGEL: COME MAI NON PRENDE PARTE AL PROCESSO COMPOSITIVO DEGLI IN FLAMES, ANCHE STAVOLTA APPANNAGGIO ESCLUSIVO TUO E DI BJORN?
“Niclas è assolutamente parte della band: ha registrato il disco insieme a noi, è un ottimo musicista ed è un ragazzo fantastico, con cui ci troviamo a meraviglia. Quando si parla di registrare un disco degli In Flames, tuttavia, preferiamo lavorarci io e Björn, che siamo nella band da sempre, abbiamo già lavorato insieme sui dieci album precedenti e sappiamo che direzione prendere. Niclas scrive veramente dell’ottima musica ed il nuovo disco degli Engel non è che un’ulteriore conferma, ma per quanto riguarda gli In Flames preferiamo mantenere questo approccio al songwriting”.

PARLANDO INVECE DEL TOUR IN PARTENZA, COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE PER I PROSSIMI SHOW, COMPRESO QUELLO DI MILANO TRA POCHI GIORNI?
“Suoneremo circa novanta minuti e ci saranno sia pezzi dell’ultimo album (circa cinque-sei) che dei lavori precedenti. Come dicevo, non vedo l’ora di cominciare il tour e di tornare di nuovo a Milano: dell’Italia amo il vino, la pasta, la gente, quindi credo ci sarà da divertirsi!”.

TRA L’ALTRO, PRIMA DI VOI SI ESIBIRANNO DUE BAND DI SICURO INTERESSE, COME I WOVENWAR E I WHILE SHE SLEEPS…
“Conosciamo i ragazzi dei Wovenwar dai tempi degli As I Lay Dying, quindi non vediamo l’ora di iniziare questo nuovo tour insieme. I While She Sleeps invece sono una band abbastanza giovane, che ho conosciuto un paio di anni fa, ma mi sembrano veramente dei ragazzi in gamba, quindi credo che ne uscirà davvero un bello show”.

EFFETTIVAMENTE E’ UN BILL MOLTO BEN BILANCIATO…E’ STATA UNA VOSTRA SCELTA QUELLA DEI GRUPPI DI SUPPORTO?
“Sì, in genere scegliamo noi le band a supporto, o comunque cerchiamo di avere l’ultima parola sulla scelta. I ragazzi degli AILD sono appena tornati con la nuova formazione ed il nuovo disco, quindi è stata una scelta molto semplice quella di chieder loro di accompagnarci in tour, così come i While She Sleeps li seguo da qualche tempo, e sono certo non deluderanno”.

METALLICA, STRATOVARIUS, KORN E LINKIN PARK SONO ALCUNE DELLE MOLTE BAND CHE, IN OCCASIONE DI UNA RICORRENZA SPECIALE, HANNO SUONATO PER INTERO IL LORO ALBUM ‘STORICO’: C’E’ QUALCHE POSSIBILITA’ CHE FACCIATE ANCHE VOI UNA COSA DEL GENERE PER L’IMMINENTE VENTENNALE DI “THE JESTER RACE”?
“Non saprei, ma onestamente non credo. Il fatto che tutti facciano una cosa del genere già mi fa passare la voglia di farlo. A parte questo, trovo che ‘The Jester Race’ sia un album fantastico, ed è quello che ci ha permesso di arrivare dove siamo ora, per cui non posso che amarlo, però non sono uno a cui piace guardare al passato, preferisco concentrarmi sul futuro, quindi è qualcosa a cui onestamente non avevo mai pensato”.

AVETE INVECE IN PROGRAMMA DI REGISTRARE UN NUOVO LIVE E/O DVD, VISTO CHE SONO PASSATI ORMAI UN BEL PO’ DI ANNI DA “USED & ABUSED: IN LIVE WE TRUST”?
“Abbiamo in programma di registrare alcune date di questo tour e credo che ne verrà fuori qualcosa: non so ancora dirti in che forma e in che modo, e sicuramente non sarà prima dell’anno prossimo o forse anche di quello dopo, ma effettivamente è un qualcosa a cui stiamo pensando”.

COME PROCEDE INVECE LA TUA CARRIERA DI PRODUTTORE? SE NON SBAGLIO, NEGLI ULTIMI ANNI SEI STATO SEMPRE MENO IMPEGNATO IN QUESTA VESTE…TROPPI IMPEGNI CON GLI IN FLAMES?
“Effettivamente ormai passo poco tempo in studio al di fuori della band, tanto che ho praticamente smesso di lavorare come produttore per altri gruppi; mentre in compenso, da un paio d’anni, ho iniziato a lavorare come A&R per una casa discografica, la Razzia Records: quindi ora cerco di trovare nuove band e dare una mano a quelle che muovono i primi passi sulla scena, nel poco tempo libero che mi resta al di fuori degli In Flames”.

A PROPOSITO DI ‘GIOVANI BAND’, C’E’ QUALCHE REMOTA POSSIBILITA’ DI RIVEDERE ALL’OPERA I PASSENGER, O E’ UN CAPITOLO DEFINITIVAMENTE CHIUSO?
“Credo proprio di no. E’ stata una bella parentesi, ma non credo ci sarà un seguito, anche perchè quando io e Niclas abbiamo provato a scrivere qualcosa, non è venuto fuori quello che avremmo voluto. Mai dire mai, ma in questo momento mi sentirei di escludere un comeback”.

SO CHE SEI UN GRANDE COLLEZIONISTA DI FILM…QUALI SONO I TUOI PREFERITI?
“Mmm, direi classici come ‘Taxi Driver’, ‘Il Padrino’, ‘Quei Bravi Ragazzi’ e ‘Star Wars IV-VI’, anche se al giorno d’oggi preferisco guardare serie TV, come ‘True Detective'”.

SIAMO ARRIVATI ALLA FINE, MA PRIMA DEI SALUTI TI DEVO CHIEDERE COME STA JESPER (STROMBLAD, EX-CHITARRISTA DEGLI IN FLAMES)…
“Onestamente non ci sentiamo né vediamo da un bel po’, anche perchè non viviamo nella stessa città, comunque credo le cose stiano andando meglio per lui. Ogni tanto qualcuno degli altri ragazzi della band va a trovarlo, più di questo però non ti so dire”.

IMMAGINO NON GLI ABBIATE CHIESTO COSA NE PENSAVA DI “SIREN CHARMS”…
“No, non gli abbiamo chiesto nulla (in tono abbastanza sbrigativo, ndR)”.

OK, ANDERS, GRAZIE PER ESSERE STATO CON NOI E…CI VEDIAMO PRESTO A MILANO!
“Grazie a voi per l’ospitalità e il supporto, ci vediamo giovedì, non mancate!”.

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