Dopo il netto passo avanti fatto con “Monolith”, l’obiettivo principale degli In Mourning sembra essere quello di suonare quanto più possibile, specie in sede live, per far conoscere il proprio operato a quanta più gente possibile. Quello che emerge da questa lunga chiacchierata fatta via mail è la loro voglia di spingersi sempre oltre la sperimentazione, e il bisogno di evoluzione in un percorso che sembra essere appena all’inizio. Per ora gli In Mourning sono una valida alternativa a gruppi pionieri come Opeth o Katatonia, ma non è escluso che in futuro questi ragazzi possano diventare un termine di paragone nel loro genere.
CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SU METALITALIA.COM. E’ LA VOSTRA PRIMA INTERVISTA CON NOI, PERCHE’ NON COMINCIAMO CON UNA BREVE PRESENTAZIONE DELLA BAND?
“Allora, abbiamo fatto esperienza come band per dieci anni, siamo passati attraverso numerosi cambi di line-up e di generi prima di far uscire il nostro vero e proprio debutto. Quello che facciamo adesso è una sorta di metal malinconico e pesante con qualche riff prog qua e là. Siamo una band formata da cinque elementi, abbiamo tre chitarristi, uno dei quali è anche il nostro cantante, ovviamente abbiamo anche un bassista e un batterista e l’attuale formazione è la stessa da prima della release del nostro album di debutto. Di recente è uscito il nostro secondo album ‘Monolith’,per l’etichetta di metal estremo Pulverised Records, e oggi il CD è disponibile sul mercato. Questo è un po’ quello che la band ha fatto fino ad oggi e che fa tutt’ora”.
ORA CHE IL VOSTRO NUOVO ALBUM E’ SUL MERCATO, SIETE SODDISFATTI DEL LAVORO CHE AVETE SVOLTO?
“Sì, certamente, siamo molto soddisfatti di come il disco è uscito, sia dei nostri sforzi musicali, sia della produzione che dell’artwork. Credo davvero che in questo disco ogni cosa sia al suo posto, non riuscivamo ad avere una completa visione di come sarebbe venuto fuori alla fine. Credo che il risultato finale dal punto di vista della musica stia molto bene insieme con l’artwork e viceversa, sono due cose che insieme si completano. Musicalmente credo che questa release sia una bella evoluzione rispetto alla nostra uscita precedente, la produzione suona più organica e personalmente credo si adatti meglio che in passato. Infine la nostra musica in questa release mi sembra più solida, l’album nella sua interezza credo sia più ‘coeso’, e i passaggi tra i riff e le altre parti mi sembrano più naturali. Questa era una cosa a cui siamo stati molto attenti mentre lavoravamo su questo disco”.
IN CHE COSA “MONOLITH” SI DIFFERENZIA RISPETTO A “SHROUDED DIVINE” SECONDO TE?
“’Monolith’ ha tutti gli ingredienti presenti su ‘Shrouded Divine’ e molto di più, e molti di questi ingredienti già li conosci. Le parti heavy sono ancora presenti, e prendono molto spazio nella nostra musica, così come i passaggi più soft, assolutamente essenziali per noi. Anche alcuni motivi prog sono un ingrediente basico per noi… E’ come se avessimo spinto con più decisione in ciascuna di queste direzioni in maniera più focalizzata. Voglio dire, ‘Monolith’ in fondo non è così differente rispetto a ‘Shrouded Divine’ in quanto sono presenti molti elementi comuni. Allo stesso tempo però ‘Monolith’ è un disco nuovo e noi abbiamo come obiettivo quello di spingerci verso nuove direzioni, partendo dalle stesse fondamenta. ‘Monolith’ credo che sia un album solido, sia nella sua interezza che nelle singole canzoni, e questa penso che sia la direzione che sentivo di dovergli imprimere. La struttura delle canzoni le sento migliori in ‘Monolith’ e, come ti dicevo poco fa, mi sembra che le varie parti delle tracce siano legate in maniera migliore. Ora suoniamo anche molto di più insieme, e credo che questo abbia contribuito anche per la registrazione, ci siamo evoluti dall’essere singoli musicisti all’essere una vera e propria band, e anche questo ha avuto il suo peso nella composizione. Noi ci vogliamo sempre più spingere in avanti e superare quello che abbiamo appena creato, spingerci in direzioni nuove, dev’essere noioso non cercare mai nuove idee”.
CHE COSA VI ASPETTATE DA “MONOLITH” E COME PENSI CHE REAGIRANNO I VOSTRI VECCHI FAN AL NUOVO ALBUM?
“E’ difficile dire cosa ci si aspetti da un album, non avevamo delle vere e proprie aspettative, per essere del tutto onesti. Certamente, siamo felici che alla gente piaccia la nostra musica, ma non è che uno si aspetti che succeda una cosa o un’altra perché esce il disco. Principalmente volevamo solo iniziare a registrare il nostro secondo album e realizzarlo è stato fantastico. Non è una cosa bella avere troppe belle speranze per le varie cose che ci accadono, in quanto possono finire per essere una delusione se i tuoi sogni non si realizzano come volevi tu. A noi piace moltissimo suonare dal vivo, è una cosa che ci sarebbe sempre piaciuto fare. Non abbiamo avuto molte opportunità di farlo con ‘Shrouded Divine’, e questa è una cosa che spero possa migliorare con il nostro nuovo disco, visto che spero ci siano molte più orecchie ad ascoltarci ora rispetto al nostro debutto. Ecco questa è una cosa che vorrei che accadesse, abbiamo sempre lavorato duro per guadagnare qualche possibilità in più per suonare in quanti più posti possibile e, se tutto va bene, quest’anno dovremmo riuscire a calcare qualche palco in più. Ecco, questa forse è una delle mie maggiori ‘aspettative’. Per quanto riguarda la reazione dei fan, leggendo le mail che ci arrivano sembrerebbero molto buone, molti responsi ricevuti sono molto belli, anche se per alcuni suonava meglio ‘Shrouded Divine’, ma va benissimo anche così: gusti differenti”.
CHI SI OCCUPA DEI TESTI DELLA BAND? QUALI ARGOMENTI TRATTANO? C’E’ UNA SORTA DI FILO CONDUTTORE CHE LEGA LE CANZONI DEL DISCO?
“Pierre è si occupa dei testi, ma proverò a risponderti meglio che riesco, dal mio punto di vista. I temi delle liriche sono legati tra di loro, si tratta in effetti di un disco “concettuale”, in cui c’è un unico tema che viene ripercorso durante tutta la durata del disco. Ogni canzone rappresenta uno scorcio, o un capitolo di una parte di vita del personaggio principale, vista da varie prospettive. Il tutto è scritto in un modo abbastanza criptico senza raccontare una storia dall’inizio alla fine, ma è più come se avessimo preso vari scorci della vita di questa persona e li avessimo rappresentati con varie canzoni. L’idea di questo concept è iniziata appunto nel nostro ultimo album, nelle ultime due canzoni del disco che trattano dello stesso protagonista. Comunque è tutto abbastanza basato sulla libera interpretazione, come ti dicevo non si tratta di una storia vera e propria ma ognuno può sentirsi libero di guardare ai testi e alla musica nella direzione che preferisce”.
SCRIVETE LE VOSTRE CANZONI TUTTI INSIEME, OPPURE SOLTANTO UNO DI VOI E’ LA MENTE COMPOSITIVA DELLA BAND? COSA CI PUOI DIRE RIGUARDO AL VOSTRO PROCESSO DI SONGWRITING?
“Be’, un po’ tutte e due le cose: molte delle idee provengono da Tobias che è da sempre un po’ il compositore principale della band, anche se negli ultimi tempi tutti quanti abbiamo contribuito a lavorare al materiale del gruppo, come una vera e propria band. Tutti noi abbiamo un compito piuttosto importante nell’arrangiare e riarrangiare il materiale che ci viene portato in sala prove. Questo è qualcosa che ci prende parecchio tempo, tendenzialmente riarrangiamo i riff e le nostre singole parti molte volte prima di definirle e ritenerle complete. Diverse batterie e linee di basso, diversi ritmi e così via. La stessa cosa succede non solo nella stessa canzone, ma anche tra canzone e canzone, questo è qualcosa su cui abbiamo lavorato molto per questo album: se capivamo che una parte stava meglio su un altro pezzo allora cambiavamo. Ci prende parecchio tempo scervellarci con il nostro materiale ma vogliamo essere soddisfatti di tutto quello che componiamo. Molto spesso si parte da un’idea o da più idee, spesso basate su riff di chitarra che vengono registrati e proposti a ciascuno di noi. Se sentiamo che è una buona idea lo portiamo in sala prove e iniziamo con il processo di arrangiamento e costruzione del brano. Stiamo a lavorare sulla canzone fino a quando questa non ci soddisfa pienamente, e non suona come una completa traccia strumentale. Quando la canzone da questo punto di vista ci sembra completa, iniziamo a lavorare sulla parte vocale e proviamo a vedere la canzone in un’ottica ancor più evoluta”.
PENSO CHE LA COVER DI “MONOLITH” RIFLETTA MOLTO BENE LA VOSTRA MUSICA… COME MAI AVETE SCELTO PROPRIO QUESTA IMMAGINE DI TRAVIS SMITH, E CHE COSA SIGNIFICA?
“E’ bello che ti piaccia, mi fa molto piacere e credo anche io che quell’immagine rispecchi molto bene la nostra musica. E’ tutto iniziato quando abbiamo firmato il contratto con Pulverised, loro ci dissero che c’era questa possibilità che Travis lavorasse al layout del nostro disco, e noi ovviamente eravamo molto eccitati, a tutti noi piacevano molti dei suoi lavori e così ci misero in contatto con lui. Gli abbiamo spiegato alcune delle nostre idee, quello che volevamo e che non volevamo nel nostro artwork. Gli abbiamo presentato un po’ il titolo dell’album, le tematiche delle liriche, e anche un po’ il feeling che volevamo avesse il disco con la copertina, gli abbiamo dato insomma alcune linee guida su quelle che potevano essere le nostre intenzioni, ma gli abbiamo dato completa carta bianca per creare quello che voleva, avevamo molta fiducia in lui, eravamo sicuri che avrebbe creato qualcosa di bello. Dopo un po’ ci fece avere alcune bozze e la scelta ricadde su questo ‘tema’ che divenne l’artwork di questo album e siamo veramente molto felici di come sia venuto fuori… E questa è più o meno la storia della copertina del nostro disco. Il monolite è una sorta di metafora per quelli che possono essere dei pensieri oscuri, o di momenti difficili. E’ come se le tensioni tendessero a crescere dentro e diventare una specie di nuvola nera che resta in testa come un pesante fardello da tirarsi dietro, in questo caso come un grosso monolite”.
CHE TIPO DI SENSAZIONI VOLETE TRASMETTERE CON LA VOSTRA MUSICA?
“Dunque, suppongo che la musica di per sé tenti di comunicare un certo tipo di vibrazioni malinconiche, un bel po’ di cose tristi, ma a volte mi piace vederci momenti piuttosto trionfanti e grandiosi. Ma come in molti altri casi, questo è qualcosa che probabilmente è meglio lasciare alla libera interpretazione di ciascuno, in quanto forse in molti sentono cose differenti rispetto a quello che sente la band. Qualcosa che io sento di comunicare non necessariamente è la stessa cosa che vuole trasmettere per esempio Pierre o Tobias, o chiunque altro. E’ tutto molto libero di essere interpretato a seconda dei punti di vista, ma suppongo che certe atmosfere vengano comunicate con la musica che facciamo. Forse questo si può sentire meglio in sede live, e credo che valga lo stesso per molta musica, dove l’ascoltatore viene proiettato in certe atmosfere, vibrazioni, mood o energie che vengono condivise da noi sul palco e che di conseguenza vengono trasmesse al pubblico”.
SE NON SBAGLIO GLI IN MOURNING SONO NATI NEL 2000, MA COME MAI IL PRIMO ALBUM “SHROUDED DIVINE” E’ USCITO SOLTANTO NEL 2008?
“Sì, dei piccoli In Mourning sono nati intorno al 2000. Poi un bel po’ di membri della band sono cambiati, così come è cambiato il genere suonato durante tutto questo tempo. E suppongo che questa sia la ragione principale per cui ci è voluto così tanto tempo prima di dare alla luce la prima release. Io non ho fatto parte della band sin dall’inizio quindi non ti posso dire molto al riguardo, ma siccome la musica è cambiata tantissimo dal primo demo all’ultimo posso pensare che questa sia la ragione. Ci voleva tempo per rifinire la musica e portarla dove volevamo che andasse, questo penso che valga anche per i membri della band”.
COSA PENSI DELLA SITUAZIONE ATTUALE DELLA SCENA METAL DEL TUO PAESE? CI PUOI CONSIGLIARE QUALCHE NUOVA BAND VALIDA?
“Dunque, la scena metal in Svezia… E’ molto difficile, lo sai, visto il posto in cui siamo, per una piccola band ricevere attenzioni da parte di qualcuno, devi essere una band piuttosto grossa per attirare veramente un po’ di gente. Ma l’aspetto positivo di questa cosa è che c’è tantissima attività musicale intorno a noi, specialmente per quanto riguarda il metal. Voglio dire, i nomi più grossi della Svezia hanno dato alla nazione un buon nome nel metal nel mondo .. E’ una domanda difficile anche perché in verità non è che ascolti molte band provenienti dalla Svezia … Non molte ‘nuove’ band, ma posso fare un po’ di pubblicità a Crille, il nostro batterista: lui ha anche un’altra band, i Volturyon, che fanno roba molto brutale, ascoltali sul loro MySpace, hanno appena finito di registrare il loro secondo album, e sembra parecchio pesante! Del resto, la mia band preferita di sempre svedese si chiama Cult Of Luna, o forse Burst (anche se purtroppo ora si sono sciolti) e anche queste due non sono propriamente nuove leve”.
QUALI BAND VI HANNO INFLUENZATO DI PIU’?
“E’ una domanda a cui è difficile rispondere… Come band siamo influenzati letteralmente da TONNELLATE di musica, perché abbiamo gusti musicali molto diversi all’interno della band. Siamo influenzati dal vecchio prog-psyco-rock, da differenti forme di pop, dal metal in varie sue sfaccettature. Ciascuno di noi ha i suoi artisti preferiti e, allo stesso tempo, abbiamo anche molti gusti musicali in comune, altrimenti credo che la band non sarebbe mai nemmeno esistita. E per essere onesto suppongo che per tutti noi valga anche il concetto che il gusto musicale varia di giorno in giorno, di settimana in settimana, di anno in anno! I miei preferiti, al momento in cui scrivo, probabilmente sono i Mastodon, Porcupine Tree, The Ocean e Mono, giusto per darti una Top 4. Ma, come ti dicevo, vario di volta in volta, questo però ti dà un indizio di quello che gira spesso nel mio stereo. Parlando invece di tutta la band, come ti dicevo, potrei farti un elenco mooolto lungo di band di svariati generi. Spesso tendiamo ad essere comparati agli Opeth in recensioni e interviste sebbene noi non riusciamo a vedere come la nostra musica possa essere considerata così simile a loro… ma per noi è un onore venire paragonati a questa band, noi tutti amiamo la loro musica”.
COSA CI PUOI DIRE RIGUARDO ALLA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE? STATE PENSANDO DI PASSARE ANCHE DALL’ITALIA?
“I nostri live show… Sì, speriamo veramente che possano aumentare sempre di più. Ci piacerebbe tantissimo andare fuori a suonare più di quanto non facciamo ora. Questo è uno dei nostri obiettivi principali e speriamo di riuscire a conseguirlo con questa nuova release, visto che con gli album precedenti non siamo riusciti a farlo molto. Per quanto riguarda una tappa in Italia, ti posso accennare che ci stiamo provando, non ti posso ancora promettere nulla ma ti assicuro che vogliamo venire dalle vostre parti e ce la stiamo mettendo tutta per farlo. Quindi tieni gli occhi ben aperti e visita il nostro sito o la nostra pagina MySpace per tutti gli aggiornamenti”.
OK, ABBIAMO FINITO CON L’INTERVISTA, VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO AI NOSTRI LETTORI?
“Be’, non c’è molto altro da aggiungere, penso che abbiamo detto tutto quello che c’era da dire, comunque volevo segnalare che abbiamo una bella versione in vinile del nostro album di debutto ‘Shrouded Divine’, sul mercato ora tramite l’etichetta italiana Kolony Records, è un’edizione limitata di 500 copie… se riesci ad averne una, non so quante altre occasioni ci saranno di fare ristampe. Ancora, comprate il nostro album originale se ancora non l’avete, l’intero disco è ascoltabile in streaming ancora per qualche tempo sulla nostra pagina MySpace e sul nostro sito. Infine, per tutti coloro che amano quello che facciamo, veramente grazie per l’interesse e per il supporto, speriamo di incontrarvi tutti quanti in Italia! Peace!”.