IN THE WOODS… – Purezza d’intenti

Pubblicato il 26/10/2016 da

Gli In The Woods…, a modo loro, sono un pezzo di storia della scena metal norvegese. A cavallo, soprattutto con il primo e indimenticabile full-length “Heart Of The Ages” (1995), tra il black metal pagano e il progressive, sono diventati un’icona underground di sperimentazione e classe avantgarde con i successivi “Omnio” e “Strange In Stereo”, mostranti un’evoluzione così rapida e personale da risultare a tratti spiazzante. Tant’è che la band, all’alba del nuovo millennio, scelse di porre fine alla sua allora breve, ma intensa, esistenza. Oggi, dopo essersi riformati nel 2014, abbiamo il piacere di ascoltare “Pure”, quarto capitolo discografico di una formazione rinata a nuova vita, oseremmo dire reincarnata in nuovo corpo, rimodernata e plasmata su coordinate che deragliano notevolmente dai binari di partenza, ma che non ne scalfiscono più di tanto il fascino iniziale. Unica new entry in line-up, ad occuparsi di voce, chitarra e tastiere, è il britannico James Fogarty, ivi rinominato Mr. Fog. Ed è proprio lui a vestire le parti di nostro interlocutore in questa intervista, facendolo come se facesse parte degli In The Woods… da tempo immemore. Ascoltiamo le sue parole!

in the woods - band - 2016

CIAO JAMES, PRIMA DI TUTTO UN BENTORNATI A TUTTI GLI IN THE WOODS…! LA MIA PRIMA DOMANDA RIGUARDA LA VOSTRA REUNION: IN UNA RECENTE INTERVISTA RILASCIATA AL NOSTRO PORTALE DURANTE IL BLASTFEST 2016, AVETE DICHIARATO CHE TUTTO E’ VENUTO NATURALE NEL VOSTRO RITORNO, TUTTO E’ SUCCESSO IN MODO SEMPLICEMENTE ‘NORMALE’. QUINDI TI CHIEDO, RIGIRANDO LA QUESTIONE: QUAL E’ STATO L’ASPETTO PIU’ DIFFICILE CON CUI CONFRONTARSI NEL FAR RISORGERE LA BAND?
“Grazie, innanzitutto! Siamo davvero molto felici di essere di nuovo in attività. Non ci sono state difficoltà reali nel riformare gli In The Woods… e nel renderli operativi sul campo. Ma, ovviamente, ci sono stati dei cambiamenti: Jan (Kenneth Transeth, ex-vocalist, ndR) e Oddvar (Oddvar A:M, ex-chitarrista, deceduto per arresto cardiaco nel 2013, ndR) non sono più nella band, ma per fortuna sono ben riuscito ad accollarmi le parti di voce, così come quelle di seconda chitarra e di tastiere, perciò non è stato un grande problema. Finchè avremo Christian Botteri a scrivere la maggior parte del materiale, gli In The Woods… sopravvivranno!”.

COME HAI ACCENNATO ANCHE TU, MENTRE IL NUCLEO FONDATORE DELLA BAND E’ PRESENTE IN QUESTO COMEBACK, UN IMPORTANTE CAMBIAMENTO E’ AVVENUTO ALLE VOCALS: SIA JAN CHE SYNNE LARSEN, LA SOPRANO CHE VI DAVA UN VALIDISSIMO AIUTO IN QUALCHE FRANGENTE, NON HANNO VOLUTO RITORNARE SUI LORO PASSI. TI SPIACEREBBE SPIEGARCI IL PERCHE’ DI QUESTA LORO SCELTA?
“Be’, Jan non è mai più stato interessato agli In The Woods… dal 2000 in avanti. Possiamo solo ipotizzare che ciò sia stato dovuto al suo forte calo di interesse sia nel suonare metal che nel far parte di una band. Ma è a lui che va fatta la domanda, per sapere bene la realtà. Gli abbiamo chiesto se gli andava di venire in studio a sentire la pre-produzione delle canzoni, ma anche in questo caso ha preferito declinare l’invito. Synne è stata un membro del gruppo solo per i due ultimi dischi e non era coinvolta nel processo di songwriting; ora è occupata con la sua famiglia e credo che stare in una metalband sia l’ultimo dei suoi pensieri in questo momento”.

D’ALTRA PARTE, INVECE, LA TUA ENTRATA AL MICROFONO MI PARE OTTIMA E PERFETTA PER LE ESIGENZE ATTUALI DEGLI IN THE WOODS… . CI VUOI RACCONTARE COME SEI ENTRATO A FAR PARTE DELLA BAND? COME VI SIETE INCONTRATI?
“Be’, io sono stato attivo in diversi progetti fin dalla seconda metà degli anni Novanta. I ragazzi mi hanno scoperto attraverso l’album ‘Conspiritus’ degli Ewigkeit, rilasciato nel 2005 dalla Earache Records. Sono rimasto in contatto con Anders (Kobro, batterista degli In The Woods… e co-membro proprio con Fogarty degli Svartelder, ndR) per qualche anno e sono stato fra i primi a spingere fortemente per una reunion degli In The Woods…, in quanto enorme fan del loro approccio trasversale al metal. In principio avrei solo dovuto aggiungere qualche inserto di tastiera, ma poi mi hanno chiesto di registrare tutte le vocals e anche le parti di seconda chitarra, facendomi così diventare il nuovo membro”.

QUANDO VI SIETE RIMESSI IN ATTIVITA’, NEL 2014, QUALI ERANO I VOSTRI OBIETTIVI? SOLO SUONARE DAL VIVO O ANCHE, DA SUBITO, COMPORRE NUOVA MUSICA?
“Suonare dal vivo – ti dirò la verità – non è così importante per gli In The Woods…, sebbene sia stato parecchio divertente esibirsi per soddisfare le richieste dei vecchi fan e far loro sapere che la band era di nuovo attiva. Gli In The Woods… sono principalmente un gruppo che crea nuova musica, la musica che noi stessi vogliamo ascoltare. Non ci sono tantissime band che propongono ciò che noi vorremmo ascoltare oggigiorno, quindi ci sentiamo in dovere di riempire un vuoto (anche se suona un po’ arrogante farlo per il nostro piacere). Ogni membro degli In The Woods… possiede uno spirito creativo ispirato e open-minded e ‘Pure’ è l’esatta rappresentazione di ciò”.

BENISSIMO, ALLORA PARLIAMO UN PO’ PIU’ DETTAGLIATAMENTE DI “PURE”, IL VOSTRO QUARTO FULL. COME VI SIETE APPROCCIATI ALLA SUA COMPOSIZIONE? AVETE SENTITO/PROVATO GLI STESSI STIMOLI DEI NINETIES? DA DOVE AVETE PRESO LA VOSTRA ISPIRAZIONE?
“Come scritto sopra, tutti i brani nascono dalla mente di Christian Botteri. Lui e Christopher, insieme, modellano il nucleo della canzone, gli accordi principali e la struttura. Poi arriva Anders che dà al brano più forma e le dinamiche, mentre io mi occupo dei ritocchi finali, le voci in primis. Per quanto mi riguarda, ho scelto di non lasciarmi coinvolgere troppo nella parte iniziale del songwriting, in quanto credo di non possedere nel DNA il suono In The Woods…, sicuramente non tanto quanto lo possiedono i miei compari. Ho aggiunto alcune melodie, le tastiere e le vocals, dando al nuovo materiale un’energia maggiore”.

HO TROVATO “PURE” UN DISCO SUPERLATIVO, MA RITENGO POTRA’ STUPIRE MOLTO I VOSTRI FAN PIU’ AFFEZIONATI ALLE VECCHIE SONORITA’. VOGLIO DIRE, GLI ELEMENTI PROGRESSIVE SONO ANCORA LI’, GLI IN THE WOODS… SONO ANCORA LI’, MA L’ATMOSFERA GLOBALE DEL DISCO E’ TOTALMENTE DIFFERENTE. C’E’ MENO SPERIMENTAZIONE, MENO PASSAGGI TEATRALI ED EMOZIONALI, I BRANI SONO MOLTO PIU’ DIRETTI, IL LAVORO DI BATTERIA E’ PIU’ LINEARE, CI SONO RIFF OSCURI MA MELODICI E COSI’ VIA. UNA VISIONE MODERNA DELLA BAND PARE QUINDI ESSERSI IMPOSSESSATA DI QUELLA ANTICA… TI TROVI D’ACCORDO?
“Dunque, le nuove tracce sono scritte prevalentemente partendo da basso e chitarra ritmica e forse ciò ha innestato un approccio più basilare, o più solido, per meglio dire, alle fondamenta del disco. Gli In The Woods… erano dei ragazzini quando scrissero i primi due album e ancora dei giovanotti quando registrarono ‘Strange In Stereo’. Sono passati sedici anni da allora, durante i quali la band è cambiata e cresciuta, come musicisti ma anche come persone. Le pretese probabilmente sono morte nel tempo e forse è un bene. Ci sono certamente troppe formazioni, oggi, che usano il termine ‘progressive’ con scioltezza, pur non essendolo minimamente. Quindi ti dico che gli In The Woods… sono progrediti negli anni fino ad arrivare a quello che puoi sentire in ‘Pure'”.

UNO DEI MIGLIORI ELEMENTI PRESENTE SU “PURE” – E NON TE LO DICO PERCHE’ STO INTERVISTANDO TE – SONO LE LINEE VOCALI. APPREZZO IL LAVORO DI JAN TRANSETH SUI DISCHI DEI NINETIES, MA A VOLTE I SUOI PASSAGGI RISULTANO TROPPO ARDITI, TROPPO ‘LIBERI’ E IN UN CERTO SENSO ‘JAZZY’. MENTRE TROVO IL TUO STILE PERFETTO PER QUALSIASI SFUMATURA DELLA VOSTRA PROPOSTA… COSA NE PENSI?
“Io ho un approccio più tradizionale all’interpretazione vocale; ciò deriva probabilmente dal fatto che io stesso compongo canzoni e interi album per gli altri miei progetti. I ragazzi sono stati molto contenti di quanto ho potuto offrire in termini di emotività e di capacità di trovare le giuste melodie nei giusti spazi dei brani”.

COSA MI PUOI DIRE DI UN TITOLO QUALE “PURE” E DELLO STRANO ARTWORK? CI PUOI RACCONTARE QUALCOSA A RIGUARDO DI QUESTI DUE ARGOMENTI?
“‘Pure’ è un titolo che Christian voleva usare fin dal giorno in cui la band si è riformata. Aveva tutto il disco pianificato in mente addirittura prima di iniziare le registrazioni. E’ un titolo tanto vago quanto astratto: forse è riferito alla purezza dell’intento di essere creativi, forse si riferisce a dell’acqua minerale in bottiglia…non possiamo esserne sicuri al 100%, in quanto Christian è uomo di poche parole (ok, ma l’artwork?, ndR)”.

COSA CI RACCONTI, INVECE, IN MERITO AI TESTI E ALLE STORIE CONTENUTI IN “PURE”? HAI CERCATO DI MANTENERE UNA CERTA CONTINUITA’ LIRICA CON IL PASSATO OPPURE HAI DATO LA TUA IMPRONTA ANCHE SOTTO QUESTO ASPETTO?
“Guarda, Christian ha scritto le lyrics per ‘Blue Oceans Rise (Like A War)’ e per ‘This Dark Dream’, mentre le restanti sono opera mia. I suoi testi sono più di natura personale ed intima, mentre i miei sono più orientati su tematiche filosofiche/esistenziali. Nei dischi precedenti, le lyrics (e in un certo qual modo anche la musica) avevano più un’atmosfera improvvisata, quasi non-sense, mentre ora c’è più ‘focus’ nel creare testi che abbiano dei significati. Personalmente sono già al lavoro su nuovi temi e testi, per rendere più interessante il materiale futuro”.

DAL 1999 AL 2016 UN BEL PO’ DI COSE SONO CAMBIATE NEL MUSIC BUSINESS E NELLA SCENA METAL ESTREMA. PRINCIPALMENTE MI RIFERISCO ALL’AVVENTO DI INTERNET PRIMA E DEI SOCIAL NETWORK POI. COME SI SONO RAPPORTATI I NUOVI IN THE WOODS… NEI CONFRONTI DI QUESTA NUOVA DIMENSIONE DI PROMOZIONE, PUBLIC RELATIONS, TOOL PER STRUMENTI, MP3 E COSI’ VIA? ALL’INIZIO DELLA VOSTRA CARRIERA ERAVATE SOLITI DARE IL MINIMO INDISPENSABILE DI INFORMAZIONI ALLA STAMPA, MENTRE OGGI SIAMO PIENI DI NOTIZIE IN OGNI DOVE! QUESTO DEVE ESSERE SUONATO UN PO’ STRANO…O NO?
“Sì, capisco il senso della domanda. Innanzitutto, devi sapere che i gemelli Botteri sono completamente isolati dal mondo moderno. Se vogliono ascoltare della musica, bisogna masterizzargliela su CD vergine e spedirgliela a casa. Non sono per nulla entrati nel circolo di nessun social network. Anders è invece rimasto molto attivo negli ultimi sedici anni, principalmente con i Carpathian Forest, quindi ha ben visto l’impatto che il downloading selvaggio e la promozione on line hanno avuto sul business musicale. Io ho portato avanti per dieci anni una web-label, www.deathtomusic.com, per cui conosco bene quanto sia importante internet. Comunque, lo stato delle varie scene musicali è in continuo cambiamento e soprattutto di questi giorni cambia molto velocemente. Si potrebbe spendere tutta la vita a fare promozione on line, ma noi preferiamo concentrarci sull’avere qualcosa da promuovere, piuttosto che occuparci di quanti ‘like’ abbiamo. La nostra etichetta si occupa di promuovere la nostra musica e noi manteniamo aggiornati i fan sulle nostre attività attraverso la pagina Facebook”.

AVETE SUONATO AD UNA MANCIATA DI FESTIVAL ESTIVI IN QUESTI ULTIMI MESI: QUAL E’ STATO IL RESPONSO DEI FAN AI VOSTRI SHOW E QUALI LE VOSTRE EMOZIONI?
“E’ stato divertente poter suonare il vecchio materiale per tutti quei fan che non sono mai stati nella possibilità di vederci dal vivo prima. La loro reazione è stata realmente positiva. Poi c’erano un bel po’ di persone che non avevano idea di chi fossero gli In The Woods… e non conoscevano la nostra musica, quindi molte di loro erano convinte di trovarsi di fronte una black metal band: siamo riusciti a convertirne qualche manciata, dai! Infine, qualche gig è stata una grossa delusione per noi, ma per ragioni assolutamente fuori dal nostro controllo”.

JAMES, NON MI RESTA ALTRO DA FARE CHE RINGRAZIARTI PER QUESTA BELLA CHIACCHIERATA. TI FACCIO CHIUDERE L’INTERVISTA A PIACIMENTO…
“Grazie mille per aver ri-accolto gli In The Woods… . Speriamo davvero che tutti quelli all’ascolto abbiamo modo di dare un ascolto a ‘Pure’. Noi siamo molto contenti di come è venuto e lo consideriamo il materiale migliore possibile che potevamo scrivere. Ed è già tempo di comporre il prossimo disco, infatti!”.

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