Ci sono anime di artisti che cambiano colore a seconda delle emozioni che provano. Gli In Tormenteta Quiete ci mostrano per l’ennesima volta come la loro musica sia soggetta a questi cambiamenti ed il risultato è un arcobaleno meraviglioso dalle mille sfaccettature. Sin dagli esordi è stato arduo definire il loro ‘genere’ musicale, dopo lunghi anni e diversi album pubblicati possiamo ora pacificamente asserire che non è possibile ingabbiare lo spirito libero di questa realtà musicale underground italiana. In Tormentata Quiete è un monicker che ha sempre spiegato l’animo di questa band capace di passare con disinvoltura da reminescenze black metal al rock italiano. Cerchiamo di capire meglio chi sono le persone che stanno dietro a questo progetto così unico…
VENT’ANNI SONO PASSATI DALL’USCITA DEL VOSTRO PRIMO DEMO AL NUOVO ALBUM “KRONONOTA”. PER PRESENTARVI A CHI ANCORA NON VI CONOSCE, RIPASSIAMO ASSIEME I PASSI PIU’ IMPORTANTI DELLA VOSTRA CARRIERA?
– Gli ITQ nascono nel 1998 dall’idea di fondere passione e melodie tipiche della tradizione popolare italiana con la forza espressiva del metal estremo. Da allora abbiamo pubblicato essenzialmente un promo CD e cinque album. Ognuno di questi va a musicare quello che è il concept guida basato sul viaggio dell’Uomo attraverso il mondo delle sue emozioni. A livello musicale mi è difficile definire a quale genere apparteniamo. Chi ci ha recensito ha definito il nostro sound come un mix di diverse influenze che spaziano dal black, al gothic, all’avantgarde, al prog rock, fino al cantautorato italiano. Nel corso degli anni, abbiamo condiviso il palco con diverse band come Novembre, Sinister, Shining (solo per citarne alcune). Nel 2009 abbiamo composto un brano intitolato “La Ballata del Cane Nero” come colonna sonora ad un episodio della serie televisiva Rai “L’Ispettore Coliandro” dedicato alla musica heavy metal al quale abbiamo poi partecipato anche come comparse. Infine il 19 febbraio 2021 è uscito “Krononota”, il nostro nuovo album (il quarto sotto My Kingdom Music).
RICORDO ANCORA IL VOSTRO ALBUM DI DEBUTTO, RECENSITO ALL’EPOCA SULLE NOSTRE PAGINE: MUSICA SPERIMENTALE DAL TOCCO RAFFINATO. COSA E’ CAMBIATO STILISTICAMENTE DA ALLORA?
– “In Tormentata Quiete” a livello di testi esprimeva il dissidio interiore dell’Uomo, le sue battaglie personali, i suoi rancori e quell’urlo ‘Io voglio vivere’ che nella canzone chiamata “Rosso Sangue” ne rappresenta poi la sintesi finale. Ecco perché di riflesso quell’album suona forse un po’ più pesante. Il fatto che poi fosse sperimentale in alcune parti, quello è sempre – e penso sarà sempre – una nostra prerogativa. Eravamo sicuramente anche più ‘acerbi’ ed impetuosi, ogni album ITQ è figlio di un momento. Col tempo abbiamo imparato a dosarci, abbiamo affinato e reso più maturo il nostro sound cercando magari di suonare ancor più al servizio del brano stesso. Aggiungo comunque che il nostro modo di comporre e stile fondamentalmente sono quelli di sempre, negli anni abbiamo sviluppato una nostra poetica e mi fa piacere che chi ci ascolta riconosca i tratti distintivi del nostro sound nonostante i nostri album spesso differiscano l’uno dall’altro.
SE HO CAPITO BENE LE VOSTRE GIORNATE SONO SCANDITE DAGLI STATI D’ANIMO E OGNI STATO D’ANIMO CORRISPONDE AD UN COLORE DIVERSO…
– I colori sono stati protagonisti del nostro terzo disco chiamato “Cromagia”. Quell’album rappresenta essenzialmente un autoritratto attraverso il quale abbiamo dipinto noi stessi. Al centro quindi c’è sempre l’Uomo e, i colori per mezzo dei sensi e della musica, sono sicuramente gli strumenti più adatti per esprimere le emozioni e gli stati d’animo che l’Uomo prova vivendo.
QUAL E’ IL MESSAGGIO DEL NUOVO ALBUM?
– “Krononota” è il finale di un racconto appunto lungo cinque dischi (dal demo ad oggi) che narrano le vicende di un uomo qualsiasi che si trova ad affrontare la propria interiorità. Le esigenze della sua anima divengono sempre più incessanti a tal punto che, stanco di sopravvivere, l’uomo si dedica a una comunicazione che diviene arte. In “Krononota” è giunto il suo inverno e prima che esso scorra via, di fronte a un caminetto acceso, simbolo del tempo che arde l’essenza dell’uomo, decide di misurare il suo tempo mettendo per iscritto i ricordi a lui più cari. Il disco è suddiviso essenzialmente in due parti. La prima è ciò che lui scrive e prende il nome di memoria del tempo. E’ la parte più fredda e distaccata, un semplice riportare su foglio, una cronaca del suo vissuto, i suoi ricordi che a tratti sono sfocati. La seconda parte invece è quella legata ai sentimenti e alle emozioni che quei ricordi hanno suscitato in lui e corrisponde alle canzoni vere e proprie. Mi preme precisare che solo nella versione fisica del CD saranno presenti i testi narrati dall’attore Davide Zagnoli relativi alla prima parte sopra citata (quella delle memorie). Nella versione digitale saranno presenti invece solo le canzoni prive dei recitati/monologhi. Questa scelta è stata dettata dal fatto che ci piacerebbe che chi acquisti “Krononota” si possa ritagliare un momento (per esempio nella propria stanza) per ascoltare il nostro album con tutta calma, sfogliando il booklet, visionando i disegni che ha fatto per noi Federica Suriani e cercando di immergersi nei testi per una più completa esperienza.
CI SONO STATI, IN QUESTO NUOVO LAVORO, DIVERSI INNESTI CHE HANNO CAMBIATO IN MODO PROFONDO LA LINE-UP. QUAL E’ STATO IL LORO APPORTO A LIVELLO DI IDEE E SONGWRITING?
– Sicuramente i nuovi membri della band hanno apportato nuovo entusiasmo e nuova linfa al progetto. Siamo riusciti a trovare una buon amalgama e a far sì che ogni nuovo componente potesse esprimersi valorizzando le proprie conoscenze e background musicali.
MOLTO SI GIOCA SULL’INTRECCIO DELLE VOCI E DEI MODI DI CANTARE. E’ QUESTO UNO DEI TRATTI DISTINTIVI DI “KRONONOTA”?
– Posso dire con certezza che l’intreccio delle voci ci ha sempre contraddistinto sin dagli esordi. Antonio, tastierista e autore di tutti i testi, ha sempre ritenuto necessario l’uso di tre cantanti per dar voce alle lyrics e raccontare il concept sull’Uomo ad esse legate. Accade spesso che ogni cantante interpreti un ruolo ben preciso (come in una pièce teatrale), che i cantanti dialoghino fra loro e che si rivolgano perfino all’ascoltatore stesso cercando di coinvolgerlo attivamente. Da qui la necessità di questi intrecci e la presenza di ben tre cantanti.
SIN DAGLI ESORDI SI CAPIVA LA VOSTRA NATURA SINGOLARE E L’IMPOSSIBILITA’ DI RINCHIUDERVI ALL’INTERNO DELLA DEFINIZIONE DI UN SINGOLO GENERE MUSICALE. SIETE PARTITI DALLE RADICI DEL METAL ESTREMO, MENTRE OGGI CREDETE CHE VI STATE PROPRIO ALLONTANANDO DALL’UNIVERSO METAL?
– Gli ITQ sono figli di un processo creativo che non vuole e non può essere rinchiuso in una semplice definizione. Ricordo ancora la primissima telefonata di Antonio nella quale mi chiedeva di unirmi a lui e Lorenzo (chitarre) per formare quello che sarebbe stato, insieme poi anche a Marco (voce growl), il primo embrione della band. In quella occasione mi disse che aveva già composto qualcosa, che aveva idee e che per lui l’importante era dare sfogo a tutta la nostra creatività, alle nostre emozioni nella più totale libertà. Non nascondo poi che gli ITQ affondino le proprie radici nel metal estremo. Ci è sempre piaciuto il fatto che il metal stesso, più di ogni altro genere, potesse incorporare così tante influenze e potesse quindi essere così ricco di contrasti e sfaccettature. Questo ci ha sicuramente permesso di poterci esprimere e dare sfogo al nostro estro. Escludo infine il fatto che gli ITQ si stiano allontanando dall’universo metal: “Krononota” ha ancora i chitarroni, la doppia cassa e lo scream, poi non so un domani sinceramente cosa ci andrà di comporre e suonare.
PERSONALMENTE VI VEDREI BENE ANCHE IN UN CONTESTO DIVERSO DA QUELLO METAL, NELLA SCENA ROCK ATTUALE NAZIONALE POTRESTE DIRE LA VOSTRA, MA VI SENTITE PRONTI A SGANCIARVI DALLE RADICI METAL?
– Mi fa piacere che tu riconosca le nostre potenzialità anche in contesti diversi dal metal, ma ci tengo a precisare che ogni brano ITQ non è studiato a tavolino. Nasce spontaneamente in sala prove pertanto non ci poniamo nessun limite in fase compositiva. Non ci chiediamo come un pezzo debba suonare, se sarà rock, metal o a tratti pop, lungo o corto. Le canzoni hanno una propria narrativa ed evoluzione pertanto direi che siamo pronti a fare quello che ci sentiamo di fare.
QUALI SONO I GRUPPI CHE SECONDO VOI ESERCITANO UN’INFLUENZA SUL VOSTRO SOUND E QUALI BAND SENTITE IN QUALCHE MODO AFFINI AL VOSTRO STILE?
– Siamo influenzati essenzialmente da tutta la musica in senso lato, quella onesta, non commerciale e che non rappresenta solo un mero intrattenimento. Siamo poi sette teste, ognuno con i propri gusti musicali e tutti contribuiamo a creare l’alchimia finale del nostro sound.
COMPLIMENTI PER IL NUOVO ALBUM, A VOI IL SALUTO FINALE AI VOSTRI FAN…
– Grazie per i complimenti! Siamo molto felici dei consensi che questo nuovo album sta ricevendo. Vorrei ringraziare tutti i fan che ci ascoltano e supportano e anche coloro che hanno contribuito alla realizzazione di “Krononota”. Mi riferisco a Luca Antoniazzi che ha curato il progetto artwork e a tutti gli artisti/musicisti guest con i quali abbiamo collaborato. Colgo infine l’occasione per fare un invito a tutti quelli che ci seguono e credono in noi a iscriversi al nostro Patreon per donarci anche un piccolo contributo economico. Fra i vari progetti in cantiere, c’è anche quello di ritornare a suonare live (appena sarà consentito) e di raggiungere più città possibili della penisola (e chissà se si riesce pure delle isole) ed incontrare così i nostri fan. Per questo abbiamo bisogno di tutto il supporto possibile. Grazie dell’intervista e un saluto a tutti i lettori di Metalitalia!