IN VAIN – Flussi migratori

Pubblicato il 16/04/2018 da

Une delle prime uscite quantomeno sorprendenti di questo 2018 è stato “Currents” dei norvegesi In Vain. Dopo essere rimasti piacevolmente colpiti dal loro suono così intenso e progressive, ricco di sfaccettature folk e contaminazioni di vario genere, abbiamo deciso di raggiungere la band per approfondire più da vicino alcuni argomenti. Dietro al microfono virtuale abbiamo trovato il disponibile chitarrista Kjetil Pedersen con cui abbiamo conosciuto meglio questo gruppo che crediamo meriti l’attenzione da parte di chi predilige sonorità eclettiche e non eccessivamente estreme. 

QUESTO VOSTRO ULTIMO ALBUM È PIUTTOSTO DIFFERENTE RISPETTO AI VOSTRI PRECEDENTI LAVORI, CREDI CHE QUESTA SIA LA VOSTRA DESTINAZIONE FINALE OPPURE È UN NUOVO INIZIO PER UNA NUOVA DIMESIONE SONORA?
– Non lo considererei necessariamente un grande cambiamento, ma di sicuro ci sono nuovi elementi in questo album che si differenziano un po’ da quanto abbiamo fatto in precedenza. Abbiamo incorporato diversi stili musicali, e speriamo di riuscire a continuare a fare una musica che risulti fresca, pur avendo una distinta connessione al suono dei nostri dischi precedenti.

“ÆNIGMA” È STATO PUBBLICATO CINQUE ANNI FA, È STATO MOLTO LUNGO IL PROCESSO DI SCRITTURA?
– Sì, ci abbiamo messo un po’, ci piace fare le cose per bene (ride ndR). Il processo di scrittura è iniziato non molto dopo l’uscita di “Ænigma”, ma non è stato un processo continuo, ci sono stati lunghi periodi di tempo in cui i nostri lavori e le nostre famiglie sono stati la nostra priorità. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, e spero che non ci metteremo altri cinque anni per il prossimo disco!

È CAMBIATO QUALCOSA NEL VOSTRO MODO DI COMPORRE I BRANI? COME NASCE OGGI UNA CANZONE DEGLI IN VAIN?
– No, non è cambiato molto, le basi delle canzoni degli In Vain sono sempre state il prodotto dell’immaginazione di Johnar Haalands (chitarrista ndR). Lui prepara delle bozze molto ben articolate delle canzoni per il resto di noi, e poi inizia un lungo processo di revisione e di rifinizione della musica tutti insieme, editiamo le strutture delle canzoni, aggiungiamo tocchi personali come le linee di basso, le melodie e gli assoli di chitarra, le linee vocali, eccetera. Quindi è un processo abbastanza complicato che ci porta al raggiungimento del prodotto finale, ma speriamo che ne valga la pena.

È STATO EMOZIONANTE SUONARE INSIEME AD UNA BAND IMPORTANTE COME I SOLEFALD? QUANTO VI HA AIUTATO A CRESCERE COME MUSICISTI IN QUESTI ANNI QUESTA ESPERIENZA?
– I concerti coi Solefald sono stati molto divertenti. Abbiamo avuto grandi momenti on the road, insieme. I Solefald sono una band che ha ispirato la nostra musica attraverso gli anni, e come musicista decisamente si cresce suonando in diversi tipi di costellazione. Ma direi che se siamo cresciuti come band, questo è principalmente per il duro lavoro che abbiamo profuso negli In Vain negli ultimi due anni, sotto forma sia di scrittura, che di produzione, che di tour. E anche perché stiamo un po’ invecchiando, siamo più sicuri di noi e della musica che facciamo e questo è molto importante.

COME MAI AVETE DECISO DI OSPITARE MATT HEAFY NEL VOSTRO ALBUM? COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO PROPRIO CON LUI?
– Direi che tutto è cominciato con lui che dichiarava il suo amore per il disco “Ænigma” su Twitter, un paio di anni fa. Questo ha causato un bel movimento sul nostro account di Twitter, che normalmente è molto più tranquillo. Da allora ci siamo tenuti in contatto online, e quando gli abbiamo chiesto di contribuire su uno dei nostri pezzi, è stato più che contento di farlo. Senza dubbio è un bel personaggio da portare sul nostro disco, e il risultato è venuto fuori molto bene direi. “Soul Adventurer” è un brano che esplora territori un po’ diversi dal nostro standard, e la sua voce vi si adatta perfettamente.

QUALI SONO SECONDO TE LE MIGLIORI CANZONI DEL VOSTRO ULTIMO ALBUM E PERCHÉ?
– Normalmente mi piacciono I brani più lunghi, più epici, ma al momento tendo verso le prime tre canzoni di “Currents”, nonostante siano probabilmente le più dirette ed immediate. “Seekers of Truth” con le sue trame ritmiche intricate e un classico ritornello alla In Vain, “Soul Adventurer” con il suo cantato pulito, o “Blood We Shed”: death metal, organo e pezzi a cappella, cosa si potrebbe chiedere di più (ride ndR). Sono indeciso tra queste tre. Quando vedo che i fan e anche la critica indicano diversi brani come loro preferiti, lo considero senz’altro un segnale di qualità dei pezzi.

SIETE SEMPRE STATI COINVOLTI IN UNA VASTA GAMMA DI COLLABORAZIONI. PENSI CHE SIA IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DELLA VOSTRA MUSICA ESSERE COINVOLTI IN COSÌ TANTE COSE?
Sì, come dicevo prima credo certamente che come musicista sia ‘sano’ suonare il più possibile con molte persone diverse e diversi generi, per evolvere sia la propria comprensione musicale che abilità strumentale.  Abbiamo tutti background abbastanza diversi, e ce n’è sicuramente traccia nella musica degli In Vain.

MI PARE DI CAPIRE CHE LE LIRICHE DI “CURRENTS” SIANO MOLTO IMPORTANTI, TI ANDREBBE DI SPENDERE DUE PAROLE A RIGUARDO?
– “Currents” non è un concept album nel senso tradizionale, tuttavia c’è un soggetto, una linea rossa che attraversa musica, testi ed artwork. “Currents” riflette i colossali cambiamenti che avvengono nel nostro tempo. Il mondo presente è caratterizzato da enormi flussi di persone e tradizioni, con tutte le migrazioni attraverso i continenti ed il conseguente mescolarsi delle culture che avvengono. Queste sono le correnti, i movimenti che distorcono le vecchie trame e creano tensioni oltre che nuove opportunità. Questo tema è presente sia nei testi che nella musica.

TI ANDREBBE DI PARLARCI UN PO’ DELLA MUSICA CON CUI SEI CRESCIUTO? E QUALE MUSICA INVECE PREFERISCI ASCOLTARE IN QUESTO MOMENTO?
– Ero giusto abbastanza grande da scoprire i Metallica e i Guns N’Roses nei primi anni ’90, e da lì la strada è stata breve verso roba precedente e grandi classici come Judas Priest, Iron Maiden, Deep Purple, Black Sabbath, Ronnie James Dio… ma anche roba più pesante come Slayer, Pantera e così via, tutte quelle band che non smetterai mai di adorare. Da lì sono passato a roba death e black. Alla fine ho trovato la mia dimensione in un luogo da qualche parte tra il progressive rock e il metal estremo, ma mi piacciono un sacco di generi musicali. Non presto molta attenzione alla musica nuova, normalmente finisco col riascoltare vecchi dischi ancora e ancora. Ma se devo menzionare qualche band contemporanea che vale la pena ascoltare, direi Persefone, Trees of Eternity, Witherscape e Moon Safari.

AL GIORNO D’OGGI CI SONO TANTE NUOVE USCITE CHE ESCONO CONTEMPORANEAMENTE E L’ASCOLTATORE MEDIO TENDE AD ASCOLTARE I DISCHI MOLTO VELOCEMENTE SENZA PRESTARE MOLTA ATTENZIONE. QUESTO POTREBBE DANNEGGIARE ALCUNE BAND COME LA VOSTRA. COSA NE PENSI?
– Come ho detto, non sono molto aggiornato su quello che c’è di nuovo o di popolare nella musica metal, o persino nella musica in generale. Più o meno ho mantenuto le stesse abitudini di ascolto di quando ero un ragazzo, sai, risparmiare sulla paghetta per comprare quel disco speciale e poi ascoltarlo fino a lacerarlo, fino a che non ci si poteva permettere di comprarne uno nuovo. Penso che con Spotify e simili sia fin troppo semplice premere skip e procedere al prossimo artista, se non ti piace immediatamente quello che stai sentendo, e questo potrebbe significare che ti stai perdendo della grande musica, che però ha bisogno di un po’ più di tempo per essere apprezzata. Penso che gli In Vain siano una band di questo tipo, e questo è qualcosa da considerare quando scriviamo un nuovo disco, magari c’è bisogno di uno o due pezzi che siano un po’ più accessibili, per attirare l’attenzione del pubblico.

QUALI PIANI AVETE PER IL VOSTRO FUTURO? TOUR IN VISTA?
– Sì, tour! Sto finendo quest’intervista dal tourbus, suoniamo di supporto agli Orphaned Land per la prima parte del tour europeo, suoneremo a Nantes, Madrid, Barcellona e Montpellier prima di tornare a casa. Ci hanno confermato un paio di festival in Norvegia, il Karmøygeddon il 10 maggio e il Tons of Rock il 20 giugno, e faremo altre date quest’estate. Inoltre speriamo di partire per un nuovo vero e proprio tour il prima possibile. Per restare aggiornati su tutto ci invito a controllare la nostra pagina facebook. Stay Heavy!

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