Brillante esempio di coerenza e fedeltà alla causa death metal, John McEntee degli Incantation si concede ai microfoni di Metalitalia.com per presentare la nuova opera della sua band, quel “Dirges Of Elysium” che non abbiamo esitato ad inserire fra i nostri Hot Album, e per raccontarci come un musicista con il suo background e la sua esperienza vive questa frenetica epoca di ascolti lampo e uscite usa e getta. Una breve ma intensa chiacchierata che non ha fatto altro che accrescere il rispetto che nutriamo nei confronti di questo importante personaggio del panorama estremo.
PER ANNI SIETE STATI UN GRUPPO PER POCHI, MENTRE DA QUALCHE TEMPO IL NOME INCANTATION È SULLA BOCCA DI TUTTI, ALMENO NEL PANORAMA UNDERGROUND DEATH METAL. COME TE LO SPIEGHI?
“È vero, non siamo mai stati una band particolarmente popolare, ma credo che gli Incantation non lo siano neppure adesso. L’unica differenza è che oggi vi sono in giro più gruppi che suonano un death metal vicino al nostro stile. Forse siamo un’influenza per queste formazioni, forse la gente inizia finalmente a ‘capirci’, ma non posso esserne sicuro. C’è sicuramente interesse attorno a noi, ma non so dirti quanto questo effettivamente si traduca in vendite maggiori o in una più ampia affluenza ai concerti. Dopo tutto, abbiamo sempre fatto tutto ciò per passione, quindi numeri e dati ci importano sino ad un certo punto. In ogni caso, vedo che il death metal tutto gode di buona salute in questo periodo e la cosa non può che farmi piacere”.
PENSI CHE L’UNDERGROUND SIA L’AMBIENTE IDEALE PER GLI INCANTATION?
“Penso di sì. Noi non potremo mai essere un nome popolare: spesso siamo troppo ruvidi e cupi pure per coloro che hanno familiarità col death metal. Non siamo melodici o tecnici a sufficienza per interessare certi tipi di pubblico. Anche una band sulla carta molto estrema come i Suffocation negli anni è riuscita ad avere un buon successo grazie al fatto che il loro approccio tecnico ha iniziato a fare scuola e ad essere apprezzato in altri generi. Oggi puoi contare centinaia di band che si ispirano a loro… puoi quasi parlare di ‘death metal popolare’ nei loro riguardi, anche se sembra un’assurdità. Ho anche l’impressione che questa popolarità del sotto-genere che hanno contribuito a creare li stia quasi danneggiando: là fuori è pieno di alternative o imitazioni più o meno riuscite del loro sound e la gente non presta più molta attenzione alle loro mosse. Li dà quasi per scontati e li ascolta con più superficialità”.
QUELLO DEGLI ASCOLTI SUPERFICIALI È UN PROBLEMA CHE RIGUARDA TANTA MUSICA DI OGGI, PERÒ. LA GENTE SCARICA MUSICA SENZA PAGARLA, NON SENTE IL DOVERE DI DARE AD UN ALBUM PIÙ DI UNA CERTA ATTENZIONE SE QUESTO NON LA COLPISCE SUBITO, PERCHÈ IN OGNI CASO NON VI HA INVESTITO SOLDI…
“Certo, il downloading in questo senso è una piaga. È comodo per scoprire un gruppo, per farsi un’idea di che cosa proponga, ma spesso gli ascolti sono a dir poco superficiali, perchè la gente tende ad avere a disposizione decine di nuovi album allo stesso tempo. Una volta, se non avevi amici disposti a farti delle copie, per ascoltare un disco dovevi comprarlo e se questo non ti impressionava subito restavi comunque ad ascoltarlo per cercare di capirlo il più possibile. Ci avevi investito del denaro, dovevi trovare una giustificazione valida per metterlo effettivamente da parte. Oggi non è così, si fa tutto in maniera rapidissima e si sparano sentenze su basi e conoscenze approssimative. Comunque, non voglio fare il vecchio della situazione: internet è utilissima sotto parecchi aspetti e aiuta regolarmente gli stessi Incantation a promuoversi”.
DOVE PENSI CHE IL DEATH METAL STIA ANDANDO IN QUESTO SECONDO DECENNIO DEGLI ANNI DUEMILA?
“Come ti dicevo prima, trovo che il death metal se la stia passando bene. Nei tardi anni Novanta stava quasi per sparire, poi però le cose sono migliorate parecchio, grazie in primis a qualche gruppo giovane che ha ridato entusiasmo a noi vecchi. Mi piace che oggi tutte le sotto-scuole godano di buona salute: continuo a non capire la ricerca del tecnicismo e della velocità ad ogni costo che interessa a certi gruppi, ma quello è un problema mio. In ogni caso, vi sono anche tante persone che hanno iniziato ad apprezzare band come noi o gli Autopsy, che invece puntiamo maggiormente sull’atmosfera e sulla pesantezza. Per me il death metal non deve essere perfetto e lucido al 100%, preferisco dare importanza all’istinto e a quell’aura di malvagità che da sempre è sinonimo del genere”.
SIETE TORNATI CON UN NUOVO ALBUM A NEMMENO DUE ANNI DI DISTANZA DA “VANQUISH IN VENGEANCE”. DOPO TANTI ANNI DI SCARSA PRODUTTIVITÀ, SEMBRA CHE L’ISPIRAZIONE SIA DI NUOVO TORNATA IN CASA INCANTATION…
“Sì, il periodo fra ‘Primordial Domination’ e ‘Vanquish…’ era stato piuttosto strano: non ero riuscito a comporre quasi nulla di valido. Non mi sentivo affatto ispirato e per anni siamo riamsti fermi sotto il profilo delle registrazioni. I cambi di lineup poco prima di ‘Vanquish…’ per fortuna ci hanno fatto bene: ho sentito di nuovo entusiasmo in seno alla band e ciò mi ha portato nuovamente a comporre musica. Il periodo florido è quindi continuato anche dopo la pubblicazione di quel disco e infatti è per questo motivo che oggi siamo qui con un altro nuovo album: ci sentiamo freschi e ispirati, quindi perchè mai avremmo dovuto attendere per registrare altre canzoni?”.
COME LAVORA LA BAND DI QUESTI TEMPI? COMPONETE I PEZZI TUTTI INSIEME?
“Sì, questa è la grande novità: lavoriamo come una squadra e i risultati si vedono. Credo che gli album degli Incantation non siano mai stati così variegati e spontanei. Non abbiamo obblighi o limiti, ognuno può dire la propria ed è eccitante vedere come i brani di volta in volta si sviluppano. È sempre una sorpresa, anche e soprattutto per noi”.
INFATTI SUL NUOVO “DIRGES OF ELYSIUM” PASSATE DA BRANI MOLTO IMMEDIATI COME “CARRION PROPHECY” A LUNGHE COMPOSIZIONI DOOM COME “ELYSIUM”…
“Esattamente, hai trovato un buon esempio di quello che intendevo dire. ‘Carrion Prophecy’ mi ha subito colpito molto: è senza dubbio uno dei nostri pezzi più orecchiabili di sempre. Gli Incantation non saranno mai un gruppo propriamente lineare e catchy, ma questo canzone può diventare la nostra prima hit (ride, ndR)! ‘Elysium (Eternity is Nigh)’ è invece l’esatto opposto: più di un quarto d’ora di cadenze doom, strappi più death metal e tanto altro. Mi piace molto questa traccia perchè è sì lunga, ma non dispersiva; credo abbia un senso e una fluidità spiccate. Non ci siamo fissati con l’idea di scrivere un pezzo lunghissimo, è semplicemente venuto così”.
CREDI CHE RIUSCIRETE MAI A PROPORLO DAL VIVO?
“Sarebbe interessante provare… tutto dipende dal tempo che abbiamo a disposizione. Da headliner potremmo anche pensarci: al momento cerchiamo di coprire tutta la discografia, suonando almeno un brano da ogni disco, ma senza pescare per forza i soliti classici. Certamente non possiamo evitare di suonare un paio di quei brani a cui tutti i fan sono legatissimi, ma non vogliamo diventare una di quelle band di vecchi che dal vivo propongono solo il solito best-of”.
AD ESEMPIO?
“Non farmi fare nomi (ride, ndR)! Scherzi a parte, sono un grandissimo fan dei Black Sabbath e sono felice di vedere che nei loro ultimi concerti stanno offrendo prove più che rispettabili, tuttavia la setlist mi sembra sempre studiata sui gusti e le conoscenze del fan più superficiale, quello che appunto ha a casa solo un loro best-of o poco più. Noi per il momento ci divertiamo a riesumare anche pezzi meno noti e a sorprendere chi ci viene a vedere”.
COSA FARETE DA QUA ALLA FINE DELL’ANNO?
“Questo tour europeo sta andando molto bene: l’Europa ci tratta sempre alla grande e non è mistero che preferiamo suonare da queste parti piuttosto che negli Stati Uniti. Anche le distanze aiutano: qua riusciamo a coprire varie nazioni in pochi giorni, mentre l’America impone ore e ore di viaggio fra uno show e l’altro. Ultimamente tendiamo a suonare poco da quelle parti, concentrandoci sulle città più importanti. Dopo l’estate torneremo in Europa per alcune date coi Bolt Thrower, poi vedremo il da farsi”.
GESTISCI ANCORA LA IBEX MOON, LA TUA CASA DISCOGRAFICA?
“No, per il momento ho cessato l’attività. L’etichetta è stata un’esperienza divertente e anche soddisfacente sotto certi aspetti, ma richiedeva sempre più tempo per essere gestita nel migliore dei modi. Inoltre la crisi del mercato comportava ritorni economici sempre più risicati. Mia moglie non è stata bene di recente e ho deciso di stare vicino a lei quando non sono in tour”.