INCANTATION – Sul trono dell’Apocalisse

Pubblicato il 24/12/2012 da

Gli Incantation hanno impiegato ben sei anni per dare un seguito all’apprezzatissimo “Primordial Domination”, ma l’attesa è stata senz’altro ripagata. Chi ha saputo pazientare ha infatti potuto godere del nuovo “Vanquish In Vengeance”, album che pare ripercorrere tutta la carriera della death metal band americana facendo leva su una passione innata e su un’ispirazione che sembra proprio non accennare ad attenuarsi. Lavorando con calma ed evitando di dare alle stampe dischi giusto per il gusto di farlo, gli Incantation sono sempre riusciti a mantenersi su livelli qualitativi più che dignitosi. La storia si è appunto ripetuta con “Vanquish…”, un album che arriva proprio nel momento in cui si stanno moltiplicando le band-clone dei Nostri. Era necessario dare una dimostrazione di forza e John McEntee e compagni si sono fatti trovare pronti come non mai. Abbiamo parlato di questo e altro con il nuovo chitarrista Alex Bouks, vecchia conoscenza del panorama death metal a stelle e strisce, essendo stato per anni ascia di Goreaphobia, Funebrarum e Master…

SONO TRASCORSI BEN SEI ANNI DA “PRIMORDIAL DOMINATION”. L’INTENSA ATTIVITA’ LIVE E I CAMBI DI LINEUP SONO LE UNICHE RAGIONI DIETRO QUESTA LUNGA ATTESA?
“Sì, la lineup è cambiata e abbiamo suonato live piuttosto spesso negli ultimi tempi, ma devo dire che solo l’anno scorso ci siamo sentiti veramente ispirati per iniziare a comporre un nuovo album. Non volevamo pubblicare un nuovo lavoro così tanto per fare, anche perchè nessuna label ci stava mettendo pressione addosso, nè vi era l’esigenza di dover incassare qualcosa, visto che non facciamo certo tutto ciò come lavoro full time. Prima di tutto viene la nostra integrità artistica, quindi sono felice di poter dire che il nuovo album sia stato realizzato sotto questa attitudine. Stiamo addirittura già lavorando ad un altro disco!”.

PARLIAMO INTANTO DELLA NUOVA LINEUP, CHE E’ STATA RINVIGORITA DAL TUO ARRIVO E DA QUELLO DEL BASSISTA CHUCK SHERWOOD. COME VI SIETE INCONTRATI?
“Conosco John da quando ha fondato la band, quindi si parla di tantissimo tempo. Dopo tutti questi anni ci è venuto naturale iniziare a lavorare insieme, anche perchè la nostra visione di cosa sia il death metal è piuttosto simile. Quando John mi ha chiesto di entrare a far parte degli Incantation e mi ha detto che era anche alla ricerca di un bassista, ho proposto Chuck, un’altra persona con i nostri stessi gusti e ideali. Non a caso, John e Kyle sono subito andati molto d’accordo con lui”.

COME DESCRIVERESTI “VANQUISH IN VENGEANCE”?
“E’ un disco puramente Incantation. La sua peculiarità è che ha elementi in comune con praticamente tutti i lavori della discografia: è molto vario, ma, al tempo stesso, è compatto e primitivo. Il processo di scrittura è stato molto spontaneo: abbiamo semplicemente composto ciò che ci veniva naturale, senza fare piani o porci obiettivi. Abbiamo confezionato un buon album e credo proprio che il prossimo sarà anche meglio”.

“PRIMORDIAL DOMINATION” ERA PRINCIPALMENTE BASATO SU BRANI DI BREEVE DURATA, MENTRE “VANQUISH IN VENGEANCE” MOSTRA DIVERSI TIPI DI SOLUZIONI. “PROFOUND LOATHING” E “LEGION OF DIS”, IN PARTICOLARE, SONO TRACCE PIUTTOSTO LUNGHE E VARIEGATE…
“Come ti dicevo, abbiamo composto i brani senza pensarci troppo su. ‘Profound Loathing’ è stato il primo pezzo a venire completato per il disco, mentre ‘Legion Of Dis’ inizialmente doveva essere un intermezzo abbastanza breve, ma, una volta in studio, abbiamo cominciato a lavorarci sopra e a jammare, sino a quando è diventato ciò che è. Credo sia uno dei miei episodi preferiti ed è senz’altro il momento più oscuro dell’album”.

SPESSE VOLTE IL DEATH E IL BLACK METAL SONO BASATI SU COMPOSIZIONI “NARRATIVE” PIUTTOSTO CHE SI CANZONI VERE E PROPRIE, CON STROFE E RITORNELLI CHE SI RIPETONO. PER VOI COME SI SVOLGE IL SONGWRITING? TI SENTI DI CONDIVIDERE QUESTA AFFERMAZIONE?
“Sì, noi ci lasciamo trasportare dalla magia di questa musica, senza appunto trovarci costretti a fare i conti con determinate formule. Per noi è come se si trattasse di un rituale che ogni volta dà risultati diversi. E’ un processo molto serio per la band, anche se mi rendo conto che dall’esterno qualcuno possa faticare a capirlo”.

PENSI CHE IL CONTENUTO LIRICO DEGLI INCANTATION SIA CAMBIATO NEL CORSO DEGLI ANNI? QUESTO E’ SOLITO FARE DA PUNTO DI PARTENZA PER LA COMPOSIZIONE DELLA MUSICA?
“Per il nuovo album, ho personalmente scritto il testo di una sola canzone, ‘Ascend Into The Eternal’, che parla di come si possa diventare un dio e di come si possa raggiungere la Verità. Per quanto riguarda le altre tracce e il resto del repertorio, la prospettiva è di volta in volta cambiata, ma i temi centrali sono sempre stati la sofferenza causata dalle religioni organizzate, i suoi effetti sulla società e l’occulto. Credo che non ci distaccheremo mai totalmente da questi argomenti”.

PENSI CHE GLI INCANTATION ABBIANO REALIZZATO IL LORO ALBUM DEFINITIVO?
“No, lo dico sia da membro della band che da fan. Credo che stiamo migliorando con l’età. Oggigiorno siamo sempre meno influenzati da musica o agenti esterni, facciamo ciò che ci pare e stiamo acquistando una personalità smisurata”.

PENSI CHE UN GENERE DI MUSICA “POP NON ‘POPOLARE'” COME IL DEATH METAL POSSA ESSERE DEFINITO UNA FORMA D’ARTE?
“Assolutamente. Per me è una delle forme d’arte più pure in circolazione”.

PERCHE’ SECONDO TE OGGI VI SONO COSI’ TANTE OLD SCHOOL DEATH METAL BAND? NON PENSI CHE QUESTE BAND SIANO SI’ “FEDELI ALLA LINEA” MA CHE ABBIANO ANCHE UN APPROCCIO COMPLETAMENTE DIVERSO DAL VOSTRO? A BEN VEDERE, VOI, GLI ENTOMBED O I MORBID ANGEL ERAVATE DEGLI INNOVATORI, MENTRE QUESTE BAND NON FANNO ALTRO CHE ISPIRARSI A VOI O COPIARVI PER FILO E PER SEGNO. SE ANCHE VOI AVESTE AGITO IN QUESTO MODO, PENSO SARESTE FINITI A SUONARE COME I METALLICA O I BLACK SABBATH E IL DEATH METAL NON SAREBBE MAI ESISTITO. NON TROVI?
“Esatto. Sia noi che le band che hai menzionato abbiamo sempre voluto creare un nostro stile e andare per la nostra strada. Volevamo suonare la musica che ci sarebbe piaciuto ascoltare. Qualcosa che all’epoca non esisteva ancora. Quei tempi erano pieni di individualità e carisma. Oggi non è più così… molti si accontentano di seguire i leader. Non credo che ci siano molti margini di miglioramento in questo senso, quindi porto pazienza e mi accontento di ciò che c’è. Vi sono dei giovani gruppi che apprezzo ugualmente, come In Solitude e Obliteration”.

SECONDO TE VI SONO QUINDI STATE DELLE INNOVAZIONI NELLA SCENA METAL NEGLI ULTIMI DIECI ANNI?
“No, certo che no. Proprio nessuna”.

SECONDO TE, A LIVELLO DI MENTALITA’, QUAL E’ LA DIFFERENZA PRINCIPALE TRA LE BAND UNDERGROUND E QUELLE MAINSTREAM?
“Nell’underground accadono le cose più interessanti. I gruppi che osano davvero, quelli che hanno integrità artistica e che, al tempo stesso, provano a rompere le regole, si trovano nell’underground. Il mondo ‘esterno’ non ha la minima idea di cosa ciò significhi”.

PENSI CHE I VALORI DELLA MUSICA METAL SIANO CAMBIATI RISPETTO AGLI ANNI ’80 E ’90?
“Per band come la nostra, sicuramente no. Viviamo per quello che facciamo e siamo qui ancora oggi solo perchè abbiamo fatto parecchi sacrifici. Pare che le nuove generazioni vogliano tutto e subito, ma non posso certo parlare per tutte e fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono senz’altro varie eccezioni”.

CHI E’ ALEX BOUKS NELLA VITA DI OGNI GIORNO?
“Una persona che ama rilassarsi, ascoltare musica e leggere un buon libro. Sono un appassionato di storia e divoro documentari. Sono poi sempre pronto per una bella mangiata e una chiacchierata”.

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