INFERNAL POETRY – Collasso Totale

Pubblicato il 29/08/2009 da

Tornati finalmente sulle scene, dopo un bel po’ di attesa di troppo, i nostri Infernal Poetry hanno confermato con “Nervous System Failure” quanto proposto all’epoca dell’EP quasi omonimo “Nervous System Checking”, ovvero una mutazione in corso che li sta portando lontani dal metal estremo convenzionale per andare ad abbracciare soluzioni sempre più personali e fuori dagli schemi. Impossibile, quindi, non farsi un bel viaggetto informatico nelle Marche per sentire dalle parole di Daniele Galassi, leader, chitarrista e principale songwriter della band, come procedono le cose in casa Infernal Poetry. A voi!

CIAO DANIELE! DIREI DI INIZIARE L’INTERVISTA CON IL RACCONTO DELLE VICISSITUDINI CHE VI HANNO PORTATO A PUBBLICARE “NERVOUS SYSTEM FAILURE” SOLO QUEST’ANNO E NON AD INIZIO 2008, COME PREVISTO ALL’EPOCA DI “NERVOUS SYSTEM CHECKING”…
“Ciao Marco. Se ci fai caso, ogni nostra intervista dal 2001 in poi inizia più o meno con questa domanda…siamo dei ritardatari cronici! Partendo dai tempi del debut-album (‘Not Light But Rather Visible Darkness’, ndR), abbiamo sempre avuto delle date di uscita postume di 9-12-18 mesi rispetto al completamento delle registrazioni. Problemi contrattuali di solito ma anche tante altre cose, come ritardi dovuti a impegni di lavoro che hanno inciso sul completamento di alcune fasi nella produzione del disco. Nel caso di ‘Nervous System Failure’ ci si sono messi casini oggettivi come la chiusura della nostra vecchia etichetta e la conseguente ricerca di un nuovo contratto”.

AVETE SCELTO PER LA PUBBLICAZIONE DEL NUOVO LAVORO L’INGLESE CASKET MUSIC, SUBLABEL DELLA COPRO RECORDS, ETICHETTA DI UN CERTO SPESSORE PER QUANTO RIGUARDA LE PRODUZIONI DI METAL FUORI DALLE RIGHE. SIETE SODDISFATTI DELL’ACCORDO SIGLATO? QUALI SONO LE PRIME IMPRESSIONI?
“Onestamente non mi aspetto granché da loro. Purtroppo anche stavolta la mancanza di un’etichetta che conta si farà sentire. Per ora l’importante è che mi diano dei canali distributivi e la copertura promozionale di base, e che mi lascino quella libertà che in passato ci è sempre mancata. I contratti standard per gruppi come il nostro non ti danno praticamente niente ma ti legano su tutto. Bene, stavolta avremo sempre il solito ‘quasi niente’, ma se non altro abbiamo ceduto molto meno. Triste destino dirà qualcuno, ma vi assicuro che dietro tanti proclami altisonanti di molte band si cela questa realtà”.

ABBIAMO GIA’ SPESO QUALCHE PAROLA IN PRIVATO SUL NUOVO DISCO: MI DICEVI DI ALCUNE RECENSIONI SUPER-POSITIVE E DI UN PAIO DI STRONCATURE SENZA SPERANZA. AL MOMENTO DI COMPORRE UN ALBUM COSI’ PARTICOLARE, SAPEVATE A COSA SARESTE ANDATI INCONTRO? COSA VI DA’ PIU’ FASTIDIO IN QUESTI GIUDIZI COSI’ DISCORDANTI?
“Statisticamente, la discordanza è per ora fortunatamente irrilevante, nel senso che dominano le recensioni con voti molto alti. Ma questo disco sembra essere finalmente il classico lavoro che si ama o si odia. E non è facile ottenere questo risultato. Fino ad ora ha avuto votazioni, sia in Italia che all’estero, dall’8 in su (pensa che il 7,5 su Metalitalia.com è il più basso in assoluto tra quelli positivi) o dal 4 in giù. In realtà, come ti ho già anticipato, sono stati solo due i recensori che hanno stroncato il disco con un 2/5 e un 3/10, entrambi all’estero. Sapevamo dei rischi, ma lo sapevamo anche all’epoca di ‘Beholding The Unpure’. Non c’è nulla che mi dia fastidio in giudizi totalmente positivi affiancati a stroncature così nette; anzi, questo mi rassicura sul fatto che non abbiamo fatto un album che passa inosservato, e sarebbe stato peggio collezionare una sfilza di 7, voto né carne né pesce che mi infastidisce solo a pensarlo. Quello che non mi è piaciuto del 2/5, ad esempio, è stato il fatto che il recensore ci ha stroncati per via dell’intro, di cui non ha colto l’ironia, ma che anzi ha giudicato come una sorta di spacconeria che – cito parole testuali – gli ha ‘mandato di traverso tutto il disco’. Riguardo al famoso 3/10, invece, il recensore si è schifato dinnanzi a un album pieno di ‘suoni che sembrano usciti dal film ‘Psycho’’ e soluzioni per lui fastidiose come quelle adottate in ‘Back To Monkey’ dove ‘la chitarra si muove incessantemente su e giù per il manico creando l’effetto di un disco che si incanta’. Bene, non ha capito il concept che sta alla base del disco e anche lui, pur insultandoci per l’intro, in realtà finisce col darci ragione nel dire che l’album NON è convenzionale. In sostanza, la cosa preoccupante è che, nell’era dell’ascolto digitale, tutti scaricano, tutti hanno da offrire musica, ma nessuno ha tempo e voglia di ascoltare davvero (parole santissime, ndR). E chi ci rimette sono quelli che fanno dischi complessi, stratificati, polisemici, dove i pezzi formano una sorta di essere vivente che mal si presta ad essere smembrato e riassemblato a cavolo in una playlist di mp3”.

VI STATE ALLONTANANDO PIAN PIANO DAL DEATH METAL E STATE ABBRACCIANDO SONORITA’ A TRATTI PIU’ ESTREME (GRIND) E A TRATTI MENO (MOLTO GROOVE E RIFF ATIPICI). NON AVETE PAURA DI AVER EFFETTUATO UN ‘BALZO IN AVANTI’ TROPPO DRASTICO? AVETE GIA’ QUALCHE PARERE DEI VECCHI FAN SU “NERVOUS SYSTEM FAILURE”?
“Premesso che ritengo ‘Nervous System Failure’ l’album più cattivo, imbizzarrito, disturbante e creativo della nostra discografia, posso dire che noi pensiamo a scrivere musica estrema. Punto. Death, grind, brutal, math…ma chissenefrega?! L’importante è che sia musica che spacchi! Riguardo al pubblico, rimarco quanto detto in una recente intervista: il pubblico è una vecchiaccia volitiva e lamentosa che fa finta di non accontentarsi, ma che in realtà tutto vuole meno che essere sorpresa. L’audience metal media vuole in realtà le solite cose. Non parlo dei nostri fan, che sono sempre molto aperti e ci hanno già dato grandi attestazioni di stima. E se perderemo qualcuno da una parte, vorrà dire che ne guadagneremo magari da un’altra, forti del fatto che dal vivo tiriamo come non mai, ora che abbiamo inserito i nuovi pezzi in scaletta. In più mi chiedo: come fa un gruppo con persone che crescono a fare sempre la stessa musica? Risposta: o queste persone non crescono o queste persone mentono, non hanno cioè l’onestà intellettuale di fare ciò che si sentirebbero di fare per non ‘tradire’ il mercato”.

E’ MOLTO DIFFICILE, SE NON IMPOSSIBILE, INDIVIDUARE LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE OGGIGIORNO. IMMAGINO ASCOLTIATE UN PO’ DI TUTTO, NON E’ COSI’? E ANCORA: RICORDO CHE L’ULTIMA VOLTA MI CONFESSASTI DI NON ASCOLTARE MOLTO METAL: E’ CAMBIATA LA SITUAZIONE?
“Penso che l’unico che ascolti metal sia il nostro batterista (Alessandro Vagnoni, ndR), che però ascolta moltissime altre cose. Io ultimamente non ascolto molta musica perché ho poco tempo, ma quando posso mi butto sui Queen d’annata, il rock anni ’70 o qualcosa di stoner non troppo impegnativo. L’ultimo gruppo metal che ho ascoltato (scoperti per caso ieri!) sono gli Iwrestledabearonce, gruppo americano assurdo che condivide con noi la passione per la commistione e la rottura degli schemi… E se qualcuno parla di musica ostica nel nostro caso, vada a sentirsi questi matti che sembrano dei boscaioli nerd capitanati da Arale!”.

“NERVOUS SYSTEM FAILURE” E’ DUNQUE NATO IN UN LASSO DI TEMPO PIUTTOSTO LUNGO E HA AVUTO TEMPO PER ESSERE LIMATO A PUNTINO. ORA CHE E’ PUBBLICATO, VI RITENETE SODDISFATTI DEL LAVORO SVOLTO?
“Sì, al 100%. Come lo sono di ‘Beholding The Unpure’ diciamo al 98%. Quando è arrivato il disco dalla Copro, noi
non lo ascoltavamo da quattro mesi. L’abbiamo ascoltato tutto di fila in macchina e ci siamo detti ‘cazzo, che
lavorone!’. Tu stesso mi hai detto in via ufficiosa che ‘Nervous System Failure’ è superiore a ‘Beholding The Unpure’ sotto diversi punti di vista, sebbene tu abbia preferito quest’ultimo; credo che il primo punto su cui il nuovo lavoro svetti, in maniera più evidente, sia proprio la produzione intesa nel senso più ampio del termine, cioè non solo come semplice qualità audio, ma anche come ‘carattere’: questo disco ha carattere come nessuno dei nostri precedenti, sebbene qualcuno potrà sicuramente apprezzare di più ‘Beholding The Unpure’ (che ripeto, reputo ancora oggi un album ultra-competitivo) perché magari più ancorato ai canoni death metal o per altri legittimi motivi. Pensa che qualcuno ritiene il nostro debut il migliore…qui entrano in gioco i gusti personali, non c’è nulla da fare!”.

COME FUNZIONA IL LAVORO DI COMPOSIZIONE IN CASA INFERNAL POETRY? IL VOSTRO STILE E’ ORMAI PREGNO DI CAOS, MA PARE PROPRIO SI TRATTI DI CAOS PERFETTAMENTE ORGANIZZATO. LE STRUTTURE DEI BRANI, PUR ESSENDO SPESSO FUORI DALLA NORMA, NON DIMENTICANO QUASI MAI LA FORMA-CANZONE. O SBAGLIO?
“E qui farò prendere un colpo a qualcuno! Per comporre, spesso immaginiamo delle scene surreali e le musichiamo: ad esempio, un ciccione che cammina claudicante in cucina e ha dei fremiti di godimento quando agguanta i cereali al cioccolato (‘Pathological Acts At 37 Degrees’). Usiamo spesso queste immagini per far capire che tipo di pattern di batteria o scansione ritmica ci interessa avere in un brano. Non sai quanta ispirazione può arrivare nelle nostri menti bacate nell’immaginare ad esempio Renato Pozzetto in qualche scena de ‘La Casa Stregata’… Adesso che abbiamo svelato il segreto dovremo però inventarci qualcos’altro! Più in generale, non parlerei mai e poi mai di caos, proprio perché la forma-canzone è definitissima: strofe, ponti, ritornelli, special…questo è il disco sicuramente meno ostico dal punto di vista delle strutture che abbiamo mai confezionato. Semmai ‘Nervous System Failure’ crea l’illusione del caos, tramite arrangiamenti cangianti, linee vocali stratificate e registri interpretativi multiformi. E ovviamente tramite gli innesti più sperimentali, come ‘La Macchina Del Trapasso’ o ‘The Heater, The Wall, The Hitter’, episodi strumentali che ritengo possano dare quel tocco in più ad un album così particolare. Qualche recensore ha parlato di ‘overdose da pillola rossa di ‘Matrix’’, altri di ‘sogno strano in cui però poi tutto torna’…ebbene, queste descrizioni sono secondo me perfette ed è inusuale che vengano usate per descrivere un disco di musica estrema”.

C’E’ QUALCHE PEZZO CHE TI VA DI PRESENTARE O SPIEGARE AL PUBBLICO IN MODO PIU’ DETTAGLIATO?
“Presentandone solo qualcuno farei sicuramente ingiustizia agli altri. Allora ti dirò cosa mi piace in particolar modo di ognuno dei brani in scaletta, senza tralasciare soprattutto l’intro!
‘User Advisory’: mi piace perché è ironico e chiosa con quello che è il nostro attuale motto: listen & relax…if you can;
‘Post-split Anathemas’: il nervosissimo e cadenzatissimo riff delle strofe, secondo me molto originale;
‘Forbidden Apples’: il tiro, il break centrale e gli arrangiamenti (migliorati di molto rispetto alla versione presente sull’EP);
‘Brain Pop-ups’: la linea vocale del refrain e i pattern di batteria;
‘They Dance In Circles’: le sue ipnoticità e telluricità e la sua natura delirante;
‘The Heater, The Wall, The Hitter’: il suo malato incedere (questa strumentale mi fa venire in mente un ipotetico film horror di serie Z, dove un macellaio sgozza una serie di polli messi su un nastro rotativo…);
‘The Next Is Mine’: il groove, il ritornello, l’assolo e ovviamente il duettare di Paolo (Ojetti, vocalist, ndR) e Trevor (cantante dei Sadist, ndR);
‘Back To Monkey’: la cattiveria, gli arrangiamenti, la sua progressività;
‘La Macchina Del Trapasso’: altro film horror di serie Z: un’operazione senza anestesia sotto una luce tremula rossa che illumina un linoleum appiccicoso;
‘Pathological Acts At 37 Degrees’: i suoi scatti nervosi, il suo refrain catchy, gli arrangiamenti;
‘Drive-Gig-Drive-Gig’: il suo frenetico incedere, la sua vena grottesca, il testo e l’impostazione teatrale-autobiografica (!);
‘Wizard Touch Pt3’: le melodie decadenti;
‘Nervous System Failure’: l’idea che sta alla base, il suo essere summa di tutto quanto detto prima, riuscendo ad aggiungere comunque qualcosa.

DUE PICCOLI DISCORSI A PARTE LI MERITANO ARTWORK E TESTI: VUOI ILLUSTRARCI QUESTI DUE ASPETTI DEGLI INFERNAL POETRY DEL 2009?
“Per l’artwork abbiamo arruolato di nuovo Lorenzo Mariani, chiedendogli di raffigurare un suicidio di massa di cellule cerebrali. Ha svolto come sempre un lavoro egregio, disegnando tutto a mano con lo stesso stile inaugurato in ‘Nervous System Checking’. Per le lyrics, in questo disco come in passato, la loro scrittura è stata più o meno equamente suddivisa tra me e Paolo, ma senza che questo fosse stato pianificato. Sono testi molto particolari, sicuramente i più surreali e grotteschi che abbiamo mai creato. Parlano di distorsioni nei ragionamenti, isterie, ideazioni paranoidi, paradossi mentali. Ma non solo: si narrano episodi autobiografici, come in ‘Drive-Gig-Drive-Gig’ (che parla della vita da tour di noi band underground) o in ‘Post-split Anathemas’ (dedicato a chi si sente dire di tutto dalle ex). A proposito…la locuzione ‘drive-gig-drive-gig’ è di Tony Martin (ex-Black Sabbath): durante un tour qui in Italia, Paolo gli faceva da tecnico e da lì è nata l’idea!”.

COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DALLA PROMOZIONE LIVE DI “NERVOUS SYSTEM FAILURE”?
“Siamo già in piena programmazione, con cinque-sei festival estivi su e giù per l’Italia e altre date che sono in allestimento, sebbene per tre che te ne fissano, una ne salta (come abbiamo ben visto a fine luglio, ndR)! Ormai è una legge e se poi ci metti che sono cambiate le amministrazioni locali, capirai che tutti quei festival finanziati dai comuni hanno un rischio di sabotaggio piuttosto consistente”.

UNA DOMANDA CHE DAVVERO MI INCURIOSISCE: DOVE PENSI CHE ANDRETE A PARARE ORA? SENTITE DI AVER TROVATO IL VOSTRO STILE O SIETE ANCORA IN PIENA FASE EVOLUTIVA?
“Avere uno stile ed essere in fase evolutiva non sono due cose in contrasto. Abbiamo adesso un vero sound (cosa diversa dallo stile e assai più difficile da creare), con un’estetica e un immaginario tutto nostro. Ma non so come sarà il prossimo album, anche se abbiamo già alcuni nuovi brani pronti. Per pronti intendo che ora vanno pre-prodotti in versione demo, ascoltati, rielaborati e poi, un giorno credo non lontano, registrati in via definitiva anche in base a come saranno i rimanenti pezzi dell’album. Quindi, i cambiamenti che possono avvenire in questo lasso di tempo sono tanti e profondi, anche perché noi vediamo un disco in maniera sistemica, dove gli episodi si influenzano l’un l’altro”.

L’ANNO SCORSO AVETE SUONATO PER LA SECONDA VOLTA AL GODS OF METAL E LA VOSTRA ESIBIZIONE E’ STATA ANTICIPATA RISPETTO AL RUNNING ORDER STABILITO. CI PUOI SPIEGARE COME E’ ANDATA?
“La risposta si trova al minuto 1.13 di questo video: http://www.youtube.com/watch?v=R5mcBKTqaek “.

PERFETTO, DANIELE, ANCHE PER QUESTA VOLTA E’ TUTTO. COME AL SOLITO, LASCIO A TE IL COMPITO DI CHIUDERE A PIACERE QUESTA CHIACCHIERATA…
“Ormai è finito il tempo del noioso ‘fate un salto sul nostro sito/MySpace’ o cose del genere. Se volete ascoltare il disco, saprete sicuramente dove scaricarlo. Dategli un ascolto vero, come si faceva quando compravate un disco per cui risparmiavate un mese intero. E se vi piace…compratelo! Lo vendiamo a un prezzo veramente politico. E ovviamente ci vediamo in giro. STAY NERVOUS!!”.

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