INFERNAL POETRY – Parafollie

Pubblicato il 10/02/2013 da

La primissima overdose metallica ed estrema dell’annata 2013, perlomeno in ambito italiano, ci è sicuramente piombata addosso dal quartier generale degli Infernal Poetry, rinvenuti a vita dopo un’assenza durata fin troppo tempo. “Paraphiliac”, già ampiamente trattato e promosso attraverso i nostri canali, si è rivelato un disco esplosivo e degno della maturazione ormai avvenuta di una band che si è sempre distinta, nel corso della sua lunga carriera, per personalità, originalità ed inventiva. Il chitarrista, leader e portavoce del gruppo, Daniele Galassi, in questa intervista ci parla di tutto ciò che ruota attorno all’universo della Poesia Infernale…e non solo, considerato che anche i Dark Lunacy sono entrati di soppiatto nella nostra chiacchierata. A voi!

 

Infernal Poetry - band TBT - 2013


CIAO DANIELE! TRE ANNI CIRCA SONO PASSATI DALLA RELEASE DI “NERVOUS SYSTEM FAILURE”, IL VOSTRO PRECEDENTE LAVORO, E UN PO’ DI COSE SONO SUCCESSE IN CASA INFERNAL POETRY, COMPRESA LA TUA ENTRATA E QUELLA DI ALESSANDRO VAGNONI (BATTERISTA) NEI DARK LUNACY. COME AVETE VISSUTO QUESTO LASSO DI TEMPO?

“Sono successe molte cose in effetti… Un album coi Dark Lunacy con annesse date in Italia, Messico e Russia; composizione e registrazione di ‘Paraphiliac’; composizione di quasi tutto un altro nuovo album per i Dark Lunacy (stavolta mi sono dedicato alla stesura del nuovo capitolo assieme ad Alessandro, coordinandomi con Mike, mentre l’altra volta non ho preso parte né alla composizione né alla registrazione delle parti); date con gli Infernal Poetry. Insomma, considerando che c’è pure da lavorare per portare a casa la pagnotta, direi che non si sta con le mani in mano”.

VENIAMO IMMEDIATAMENTE AL NUOVO E RIUSCITISSIMO “PARAPHILIAC”, SICURAMENTE L’EPISODIO PIU’ MATURO E COMPLETO DELLA VOSTRA CARRIERA. COME E’ NATO? QUANDO AVETE STESO LE PRIME IDEE? INSOMMA, IN BREVE LA GESTAZIONE DEL DISCO…
“In realtà la gestazione è stata come sempre lunghissima, infatti abbiamo cominciato a lavorarci già prima dell’uscita di ‘Nervous System Failure’. Per capirsi: solo ‘Barf Together’ avrà avuto almeno cinque versioni demo prima di arrivare a quello che senti sul CD. Bisognerebbe stringere i tempi, lo so, ma che vi devo dire…evidentemente non è nel nostro DNA!”.

PERSONALMENTE REPUTO L’ALBUM LA NATURALE EVOLUZIONE STILISTICA VERSO LA MATURITA’, MA ALLO STESSO TEMPO CI SENTO ANCHE UNA LEGGERA RIPRESA DI TEMI CHE RICORDANO “BEHOLDING THE UNPURE”, LAVORO AL QUALE RESTO ANCORA MOLTO LEGATO. E’ SOLO UNA MIA IMPRESSIONE OPPURE C’E’ STATA LA VOLONTA’, SPONTANEA O MENO, DI RECUPERARE QUALCHE IDEA DAL PASSATO?
“Abbiamo sentito il bisogno di approdare a una sintesi tra ‘Beholding The Unpure’ e ‘Nervous System Failure’. Con quest’ultimo è come se ci fossimo calati in fondo a un pozzo multicolore: siamo poi risaliti e abbiamo cominciato a scrivere ricordandoci di quanto visto in quel buco, standone però al di fuori. ‘Nervous System Failure’ è stata un’esplorazione servita a trovare fertilizzante per il nostro universo sonoro. Senza quell’album non potrebbe esistere ‘Paraphiliac’ così come lo conosciamo oggi”.

LE TEMATICHE E IL TITOLO DEL DISCO PAIONO SVELARE L’ESSENZA DI UN CONCEPT-ALBUM. E’ CORRETTO? QUALI IDEE AVETE VOLUTO METTERE IN MUSICA E QUALE SPACCATO DELLA SOCIETA’ ATTUALE AVETE VOLUTO PORRE IN EVIDENZA?
“Sì, chiamiamolo ‘concept’ in senso ampio. C’è un parallelismo tra il nostro discostarsi dalla regola e la definizione di parafilia? Siamo degli indagatori dell’universo distorto dei singoli, che giocoforza delineano in cumulato la realtà oggettiva? O forse siamo solo dei pervertiti? Troppe domande e poche risposte? Meglio: il problema non è quando ci si ritrova a corto di risposte, ma quando ci si stufa di porsi delle domande. Mi sono svincolato bene dalla domanda?”.

LA TRACKLIST DI “PARAPHILIAC” MI PARE PIUTTOSTO OMOGENEA, TUTTA DI ALTO LIVELLO E SENZA CHE EMERGA UN BRANO IN PARTICOLARE. SEI D’ACCORDO? CI SONO BRANI CHE SECONDO TE RAPPRESENTANO DI PIU’ IL LAVORO?
“Io direi che convivono al suo interno brani dove le folli impennate multicolore di ‘Nervous System Failure’ sono molto più udibili e altri in cui l’anima nera di ‘Beholding The Unpure’ emerge con più prepotenza. In questo senso trovo una sintesi perfetta in ‘Barf Together’, canzone di cui stiamo girando un nuovo, ‘vomitevole’ videoclip proprio in questi giorni (l’intervista si è svolta verso fine gennaio, ndR)”.

CREDO CHE LA DEFINIZIONE ‘SCHIZO METAL’ SIA TUTTO SOMMATO UN BUON TERMINE PER IDENTIFICARE LA VOSTRA MUSICA. EPPURE CREDO ANCHE CHE LA DOSE DI SCHIZOFRENIA IN “PARAPHILIAC” SIA DIMINUITA RISPETTO A QUELLA PRESENTE IN “NERVOUS SYSTEM FAILURE”. E’ COME SE QUESTO LAVORO L’ABBIATE PIU’ RAGIONATO. COSA NE PENSI?
“Sì, è proprio così. Non nascondo che io avrei forse calcato la mano su certe soluzioni, ma alla fine abbiamo collegialmente deciso di prediligere un certo rigore. Effetto Mario Monti. Un disco come ‘NSF’ era polarizzante al 100%. O lo ami o ti fa cagare. Credo che abbiamo dimostrato con quell’album di poter fare scorribande all’insegna della creatività più sfrenata, mentre con ‘Paraphiliac’ abbiamo voluto metterci alla prova per congegnare un lavoro più controllato, spietato, lucido”.

LA VOSTRA MUSICA E’ DA SEMPRE IDENTIFICATA CON AGGETTIVI QUALI ‘SCHIZOIDE’, ‘NEVROTICA’, ‘FRENETICA’. MA, NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, GLI INFERNAL POETRY POSSONO ESSERE PARAGONATI ALLA MUSICA CHE SCRIVONO? OPPURE QUESTA E’ PROPRIO IL VOSTRO SFOGO PRIMARIO DI EMOZIONI?
“Sto facendo uno sforzo di astrazione, ci sto guardando da fuori: siamo tutti tipi particolari. Nessun drogato, psicopatico, alcolizzato, violentatore: ma siamo comunque gente che probabilmente in una discussione non passerebbe inosservata, nel bene o nel male. Credo di essere stato io a dare l’imprimatur a questa vena di frenesia al sound, ma posso sicuramente affermare che gli altri si sono subito trovati a loro agio e ci hanno messo del loro, dal drumming alle voci, passando per le linee di basso. In fondo, chi non ha le sue fisime, le sue idiosincrasie, i suoi sbalzi umorali? Ecco, forse il punto sta proprio in questo: siamo riusciti a trasfondere queste sensazioni nel DNA sonoro della band”.

COME AVETE INTENZIONE DI MUOVERVI PER PRESENTARE E PROMUOVERE IL LAVORO DAL VIVO?
“Oltre all’Italia, con date singole e festival, stiamo cercando di muoverci verso la Russia anziché verso la solita Europa centro-settentrionale, ci sembra che ci sia più fermento e interesse”.

COME VI TROVATE CON I ‘NUOVI’ CANALI PROMOZIONALI D’OGGIGIORNO? VOI SIETE CRESCIUTI QUANDO ANCORA IL MERCATO DIGITALE DOVEVA FORMARSI, MENTRE ORA, SOPRATTUTTO PER ABBATTERE COSTI E OTTIMIZZARE RICAVI, PARE ESSERE LA NUOVA FRONTIERA. INSOMMA, UNA BAND COME LA VOSTRA, ANCORA GIOVANE MA COMUNQUE ESPERTA, COME VEDE IL BUSINESS DISCOGRAFICO ATTUALE?
“Come vuoi che lo veda? Lo vedo male. Il nostro disco lo trovavi in download digitale pirata tre settimane prima dell’uscita nei negozi…è chiaro che da un lato questo permette, in linea teorica, di raggiungere più ascoltatori, ma la domanda è: com’è la qualità di questi ascolti? Non intendo naturalmente qualità della registrazione, ma qualità dell’ascoltatore: perché ciò che non si paga, è qualcosa a cui si dà scarso valore. Ecco che l’ascolto sarà in molti casi superficiale, sommario, smembrato tra tanti file e (forse) ricomposto in improbabili playlist: tutto questo mortifica ogni band, ma tanto più quelle che propongono dischi multistrato che necessitano di ripetuti ascolti per essere compresi o che sottendono un concept… Mi trovo costretto a ripetere la stessa cosa in effetti a ogni intervista…come dico dal 2001 a oggi: è vero che il web è gratis, enorme, con poche barriere all’entrata…ma in un mare magno dove tutti possono entrare, il problema diventa quello di essere visti, o meglio, nel nostro caso, ascoltati (e con attenzione)”.

DUE RAPIDE DOMANDE TRASVERSALI: COME VA CON LA BAKERTEAM RECORDS, UNA SUBLABEL CHE IN POCO TEMPO SEMBRA ESSERE PARTITA CON IL PIEDE PIU’ CHE GIUSTO? E CHE MI DICI DELLA VOSTRA ESPERIENZA NEI DARK LUNACY?
“Con la Bakerteam Records abbiamo cominciato da poco, ma per la prima volta ho trovato persone collaborative. E’ una label che pone molta attenzione in fase di scelta del roster e questo è indice di serietà. La Scarlet (label da cui nasce la Bakerteam, ndR) si era già interessata a ‘Nervous System Failure’ nel 2009, ma purtroppo si fece viva quando avevamo già firmato con quei bastardi della Copro Records. A proposito: state alla larga da Copro Records, Casket Music e da tutto quello che ruota attorno a quei disonesti. Quanto ai Dark Lunacy il discorso è molto articolato. La distanza ci impone di vederci solo in caso di tour o date importanti; sto però ultimando di provinare il nuovo disco assieme ad Alessandro e vi assicuro che sarà un discone iper-marziale a base di cori russi, fango e bulloni. Ci metto la faccia sin da ora!”.

BENE, DANIELE, TI RINGRAZIO E ABBIAMO FINITO! CHIUDI L’INTERVISTA COME PREFERISCI…
“Ci vediamo in giro e naturalmente trovate lo shop sul nuovo www.infernalpoetry.com!”.

 

Infernal Poetry - intervista live - 2013

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