Il cordiale Ville Friman, chitarrista dei melodic death metallers finlandesi Insomnium, ci presenta “One For Sorrow”, ultima gradevole fatica in studio della sua creatura e la prima a venire pubblicata dalla Century Media Records. Un breve botta e risposta per svelare i maggiori retroscena del disco e per conoscere meglio questi ragazzi, che nella vita di tutti i giorni sembrano proprio essere delle persone tutte d’un pezzo! Nel metal non c’è quasi più spazio per le star e gli Insomnium sembrano averlo intuito da tempo, considerato ciò con cui i nostri si tengono impegnati mentre non sono in tour o intenti a registrare. Di seguito tutti i dettagli…
QUAL È STATA LA PIÙ GRANDE SFIDA CHE AVETE DOVUTO AFFRONTARE NELLA LAVORAZIONE DI “ONE FOR SORROW”?
“Probabilmente le scadenze molto strette! Praticamente, il disco è stato composto negli ultimi mesi del 2010 e nei primi del 2011 e ci siamo ritrovati per provare insieme soltanto tre volte prima di entrare in studio. Di conseguenza, sono stato costretto a trascorrere ore davanti al mio Macbook con l’intendo di arrangiare alcune delle canzoni da solo. Inoltre, ultimamente ho base in Inghilterra e questo non ci permette di vederci tra noi con la giusta costanza. Per fortuna, la moderna tecnologia ci viene in aiuto. Comunque, per questo album abbiamo cercato di non stravolgere le carte: abbiamo dato spazio a qualche nuova idea, ma, nel complesso, abbiamo solo cercato di confezionare un lavoro godibile per noi e per i fan”.
DA QUALCHE TEMPO I VOSTRI BRANI PIÙ CONTROLLATI E ATMOSFERICI MI RICORDANO GLI AMORPHIS, MENTRE GLI UPTEMPO PRESENTANO INFLUENZE DEI VECCHI IN FLAMES PIUTTOSTO NETTE. OVVIAMENTE QUESTA È UNA MANIERA SIMPLICISTICA PER DESCRIVERE LA VOSTRA MUSICA, MA MI DOMANDAVO SE EFFETTIVAMENTE ASCOLTATE ANCORA QUESTE BAND E SE VI SENTITE INFLUENZATI DA ESSE…
“Sì, sono paragoni che vengono fuori spesso e penso che non stonino affatto. Sono un grande appassionato di musica e amo scoprire continuamente nuovi gruppi, tuttavia mi piace riscoprire anche gli album che ero solito ascoltare negli anni ’80 o ’90, anche perchè si tratta spesso di pietre miliari. Insomma, quelle influenze ci sono senz’altro, anche se direi che all’interno della nostra musica oggi è possibile rintracciare anche altri elementi”.
ALCUNI DEI VOSTRI BRANI SONO PIUTTOSTO LUNGHI E STRUTTURATI, MENTRE ALTRI SONO APPUNTO MAGGIORMENTE VELOCI E DIRETTI. VI È UN SOLO COMPOSITORE DIETRO TUTTO QUESTO MATERIALE, OPPURE LA DIREZIONE STILISTICA CAMBIA A SECONDA DI CHI SCRIVE LA MUSICA?
“Ho composto circa l’80% della musica degli ultimi tre album, mentre il resto è opera di Niilo. Abbiamo stili diversi, ma io in primis amo variare con le strutture: ho curato sia le parti acustiche – vedi ‘Decoherence’ – sia pezzi aggressivi come ‘Every Hour Wounds’. E c’è la mia firma anche dietro tracce più progressive come ‘Lay The Ghost To Rest’ o ‘One For Sorrow’. Insomma, la varietà è dovuta dal fatto che abbiamo due songwriter a cui piace sperimentare”.
VI CAPITA MAI DI DOVER BILANCIARE GLI ELEMENTI IN UN VOSTRO BRANO? PENSATE MAI CHE QUALCOSA SIA TROPPO SOFT O TROPPO AGGRESSIVA E DECIDIATE QUINDI DI TROVARE UNA VIA DI MEZZO?
“No, componiamo in maniera molto spontanea, ci piace mantenere pezzi che siano violenti e altri che siano particolarmente atmosferici. È molto importante essere spontanei e non porsi questo tipo di problemi”.
COSA PUOI DIRMI RIGUARDO AI TESTI DI QUESTO ALBUM? SI TRATTA DI UN CONCEPT?
“I testi sono molto importanti per noi. La principale fonte di ispirazione è stata una antica ninnananna inglese intitolata ‘One For Sorrow’. Contiene dieci rime ed è basata su una vecchia superstizione che sostiene che il numero di corvi che vedi appollaiati su un ramo determina la fortuna che avrai nella tua vita. Non a caso, abbiamo dieci brani in questo album. Ciò nonostante, non si tratta di un vero concept: i pezzi trattano più o meno gli argomenti di sempre, ovvero amore, morte, dolore, solitudine, rimpianti, forza interiore. Alcuni dei versi sono basati su nostre esperienze personali, altri su ciò che vediamo attorno a noi. Niilo questa volta è stato influenzato da Christian Morgenstern e dal poeta finlandese Kaarlo Sarkia, tra gli altri, mentre io da Neil Gaiman e Duncan Hall. Ho anche incluso delle mie considerazioni sulla situazione politica mondiale, anche se non in maniera diretta”.
L’ATMOSFERA DI “ONE FOR SORROW” È PIUTTOSTO MALINCONICA, PROPRIO COME QUELLA DI TUTTI I VECCHI LAVORI. PENSI CHE IL LUOGO IN CUI RISIEDI INFLUENZI IL MODO IN CUI COMPONI?
“Credo che ciò abbia maggiormente a che fare con il mio carattere. Sono generalmente una persona positiva, ma ho sempre avuto dentro di me una certa malinconia, che sfogo mentre compongo musica. È una cosa che viene fuori indipendentemente da dove io mi trovi”.
QUAL È IL BRANO PIÙ TRISTE CHE HAI SENTITO IN VITA TUA?
“Forse il più triste è ‘The Guillotine’ dei Khoma”.
NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI SEI UNA PERSONA DIVERSA DA QUELLA CHE CALCA IL PALCO CON GLI INSOMNIUM?
“Quando mi esibisco indosso una specie di maschera. Sono una persona abbastanza riservata nella vita, ma quando suoni dal vivo è necessario apparire carichi e convinti”.
LA LINEUP DEGLI INSOMNIUM È SEMPRE STATA ABBASTANZA SOLIDA NEL CORSO DEGLI ANNI. QUAL È IL SEGRETO DIETRO QUESTO LEGAME?
“Siamo ottimi amici e lo saremo sempre. Credo che la nostra attitudine faccia la differenza: non amiamo prenderci troppo sul serio e abbiamo un grande senso dell’umorismo”.
ALCUNI DEI VOSTRI BRANI PRESENTANO ARRANGIAMENTI DI TASTIERE, EPPURE AL MOMENTO NON AVETE UN TASTIERISTA FISSO. STATE PENSANDO DI ALLARGARE LA LINEUP?
“Vedremo, al momento siamo contenti di esibirci con delle basi pre-registrate. In studio, tutti gli arrangiamenti sono stati curati da Aleksi Munter degli Swallow The Sun, ma è una persona troppo impegnata per poterci seguire in tour”.
ULTIMA CURIOSITÀ: CHE COSA FATE QUANDO NON SIETE IMPEGNATI CON IL GRUPPO?
“Siamo probabilmente una delle band più colte in circolazione! Attualmente lavoro presso l’Università di Oxford come ricercatore di Biologia, Ville Vänni è dottore in medicina e si sta specializzando per diventare un chirurgo. Niilo è alle prese con un master in Storia Culturale e Markus ne sta facendo uno un Ingegneria per l’Ambiente. Siamo persone molte impegnate, non trovi?”.