Venticinque anni di carriera e otto album alle spalle, eppure i finlandesi Insomnium non sembrano affatto appagati e non si accontentano di riciclare il loro vecchio materiale: il nuovo “Anno 1696”, infatti, è un coraggioso concept album basato su una storia scritta dal leader della formazione Niilo Sevänen, un drammatico racconto ambientato nella Svezia del diciassettesimo secolo ed incentrato sui tragici eventi causati dalla caccia alle streghe. Se, da un punto di vista creativo, la strada del disco a tema era già stata intrapresa con “Winter’s Gate”, musicalmente ci troviamo tra le mani l’opera più oscura ed irruenta degli Insomnium da diverso tempo a questa parte, in cui il death metal melodico che li ha resi una delle band di punta del genere viene irrobustito e reso più cupo da elementi black metal, folk ed addirittura progressive.
Il risultato sono otto pezzi che narrano la vicenda in modo coinvolgente e senza nessun calo di tensione e che introducono qualche novità in un suono comunque riconoscibile. Di tutto ciò e di qualche progetto futuro parliamo con lo stesso Niilo.
BUONGIORNO NIILO, BENVENUTO SU METALITALIA.COM. COME E’ NATA L’IDEA DI UN ALBUM COME “ANNO 1696”?
– Il concept per quest’album era nella mia testa già da qualche anno. Ho sempre pensato che la storia del diciassettesimo secolo sia assolutamente affascinante e la trama stava prendendo forma nella mia mente, così, nel 2019, ho discusso con gli altri la possibilità che questo potesse essere il tema del nostro album successivo.
NELLO SVOLGIMENTO DELLA STORIA, SEI STATO ISPIRATO DA FATTI STORICI REALI, ANCHE SE POI HAI FATTO RICORSO ALLA FANTASIA. QUAL E’ IL CONTESTO STORICO AL QUALE TI SEI RIFATTO? DA DOVE NASCE IL TUO INTERESSE PER LA CACCIA ALLE STREGHE?
– E’ un’era oscura e drammatica e che, come già accennato, mi ha molto affascinato. L’Europa del diciassettesimo secolo è piena di guerre e tumulti, dispute riguardanti la religione e la scienza, ed infuria la caccia alle streghe. Gli anni 1696-1697, in particolare, furono molto freddi ed in Finlandia il raccolto fu perduto per tutto quel periodo. Il risultato fu la morte del 30% della popolazione: la più grande catastrofe della storia del paese.
Sono da sempre interessato a questo argomento, ed ho cercato di capire perché cose così terribili potessero accadere. Perché ci furono ufficiali del governo che volevano bruciare o decapitare esseri umani? E Svezia e Finlandia non erano eccezioni, perchè questo avvenne nell’intera Europa. Molte persone furono uccise o torturate a causa di questa pazzia.
NEL RACCONTO HAI SCELTO DI UTILIZZARE UNO STILE NARRATIVO PARTICOLARE: HAI SCRITTO CAPITOLI PIUTTOSTO BREVI, CIASCUNO DEI QUALI ESPRIME IL PUNTO DI VISTA DI UNO DEI PROTAGONISTI. DA DOVE ARRIVA QUESTA TECNICA?
– E’ un modo di scrivere che mi piace molto, con diversi narratori e differenti prospettive. Ogni storia può essere vista da differenti angolazioni e questo è il modo perfetto per rappresentarle tutte. Le cose non sono mai solo bianche o nere. E’ una tecnica piuttosto comune nella letteratura moderna, perciò non mi ricordo quando l’ho scoperta esattamente. Forse nel libro di Johanna Sinisalo, “Troll – A love story”.
LA STORIA CHE RACCONTI E’ PENSATA PER AVERE UN SIGNIFICATO METAFORICO? QUALCOSA CHE PUO’ ESSERE RIPORTATO AL PRESENTE…
– Puoi vedere paralleli con i nostri tempi, poiché l’umanità da allora non ha fatto molti progressi. Le persone sono facilmente portate a credere alle bugie e a commettere gesti orribili, anche nel momento in cui sono convinte di combattere per la giusta causa.
REALIZZARE UN CONCEPT ALBUM E’ SEMPRE UN PROGETTO AMBIZIOSO, CHE COSTRINGE A LAVORARE SU PIU’ LIVELLI E DEVE ESSERE PIUTTOSTO COMPLICATO, ANCHE SE PER VOI NON E’ LA PRIMA VOLTA. QUAL E’ LA PARTE PIU’ DIFFICILE DI TUTTO IL PROCESSO? COME METTETE IN RELAZIONE I PEZZI CON IL RACCONTO? SCRIVERE UNA STORIA COME “ANNO 1696” E’ DIFFERENTE RISPETTO A SCRIVERE I TESTI PER LE CANZONI?
– E’ ambizioso e difficile, certo. Ma se ci lavori nel modo corretto, un concept album può assumere un significato più profondo. Una grande storia. Ho sempre amato dischi di questo tipo.
Scrivere il racconto è una cosa, adattarlo ai testi dei brani è completamente un altro processo. E richiede molto tempo, bisogna riflettere parecchio su come rappresentare una storia in questa altra forma. L’ordine dei pezzi va stabilito fin da subito in modo da fissare un inizio ed una fine. E si devono scegliere gli elementi chiave e gli episodi che si vogliono mettere in evidenza nei brani.
“ANNO 1696” SUONA PIU’ AGGRESSIVO E PESANTE RISPETTO AI VOSTRI ALBUM PIU’ RECENTI. ERA IL VOSTRO OBIETTIVO FIN DALL’INIZIO O IL CONCEPT, PIUTTOSTO CRUENTO, VI HA GUIDATO IN QUESTA DIREZIONE?
– Penso ci abbia guidato il concept. Eravamo tutti d’accordo che la musica sarebbe dovuta essere oscura, feroce ed aggressiva, come la storia. Così, musicalmente, quest’album è uscito più simile a “Winter’s Gate” che a “Heart Like a Grave”.
NEL BRANO “WHITE CHRIST” AVETE COME OSPITE SAKIS TOLIS DEI ROTTING CHRIST. COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
– Durante le prime prove, suonando “White Christ”, ci siamo resi conto che aveva una certa vena alla Rotting Christ. Così abbiamo iniziato a scherzare sul fatto che avremmo potuto invitare Sakis come ospite. E, poco dopo, ci abbiamo pensato seriamente. Lo conosciamo, perciò l’abbiamo contattato e si è mostrato da subito felice di partecipare. Ne è uscito uno dei migliori pezzi dell’intero disco!
L’ALTRO OSPITE DEL DISCO E’ JOHANNA KURKELA, PROBABILMENTE UN NOME MENO NOTO AI NOSTRI LETTORI. CE LA PUOI PRESENTARE?
– Johanna è una famosa artista e cantante finlandese, ha pubblicato molti dischi nel nostro paese. Ha una voce peculiare, da fanciulla elfica, e pensavamo fosse l’ideale per il pezzo “Godforsaken”. Ed in effetti ha fatto un gran lavoro!
TRA I PEZZI DELL’ALBUM CE N’E’ UNO CHE RITIENI PIU’ SIGNIFICATIVO O AL QUALE SEI PIU’ LEGATO?
– Se proprio devo scegliere un pezzo, vado proprio per “Godforsaken”. E’ quello che mette più in evidenza tutti gli aspetti della nostra musica. Ci sono brutalità ed oscurità, ma anche bellezza e tristezza.
“ARGENT MOON”, IL VOSTRO EP USCITO NEL 2021, METTEVA IN MOSTRA IL LATO PIU’ MELODICO DEGLI INSOMNIUM. PENSI CHE IN FUTURO POTRESTE APPROFONDIRE QUESTO VOSTRO ASPETTO?
– L’EP era stato studiato come una raccolta di canzoni più ‘leggere’. Ma già ai tempi la nostra intenzione era quella di pubblicare subito dopo un album oscuro e brutale, perciò “Argent Moon” può essere visto come ‘la calma prima della tempesta”. Per il futuro vedremo, al momento non ne ho idea!
AVETE INTENZIONE DI SUONARE “ANNO 1696” DALL’INIZIO ALLA FINE? ESSENDO UNA SORTA DI COLONNA SONORA, MAGARI CON IL SUPPORTO DI UN’ORCHESTRA, COME AVETE GIA’ FATTO IN PASSATO…
– Ci penseremo! Potremmo decidere di suonare l’intero album, senza alcun dubbio. Abbiamo fatto uno show con l’orchestra per “Winter’s Gate”, quindi non vedo perché non dovremmo ripetere l’esperienza questa volta…
SIETE IN GIRO ORMAI DA VENTICINQUE ANNI. QUAL E’ IL RISULTATO DI CUI SEI PIU’ ORGOGLIOSO?
– Il fatto di essere ancora insieme e di comporre musica. Le band vanno e vengono, ma noi siamo sempre qui, pur con alti e bassi. E’ qualcosa di speciale. E credo non stiamo semplicemente replicando ciò che noi stessi abbiamo fatto in passato, ma realizzando album interessanti con elementi sempre nuovi. E spero che ci siano molti nuovi album degli Insomnium in arrivo…