INTER ARMA – Ilarità dalle ceneri

Pubblicato il 12/07/2013 da

Predatori o prede? Non ci è dato dirlo, per ora. Certo è che il vento sembra essere tutto dalla parte degli Inter Arma, lanciati in mezzo alle fauci di un pubblico più vasto da una semi-rinata Relapse Records, che nel corso del 2013 sembra non voler sbagliare un colpo. Nette le differenze tra “Sky Burial” e il suo predecessore: la formazione di Richmond, Virginia, a discapito del proprio vestiario e di un’immagine di se stessa poco incline a serietà, si è dedicata ad una ricerca sempre più costante di quella che risulta essere una formula votata al marcato uso di atmosfere, evolvendo un suono che va via via ramificandosi verso soluzioni più intimiste e concettualmente catastrofiche. Non crediamo di esagerare dicendo che il risultato è uno dei dischi più coesi e riusciti che il panorama sludge e affini abbia partorito nel corso degli ultimi anni, tanto è il livello di qualità celato in ogni singolo pezzo di questa sfaccettata tracklist, pulsante di umori e sensazioni. A dar voce a questo gruppo crepuscolare troviamo il chitarrista Trey Dalton, uno degli ultimi entrati in formazione, ancora poco abituato ad interviste e approfondimenti ma tutto sommato simpatico e dal fare popolano…

inter arma - intervista - 2013

PER COMINCIARE, CONGRATULAZIONI PER IL CONTRATTO CON LA RELAPSE E PER LA PUBBLICAZIONE DEL VOSTRO SECONDO ALBUM, “SKY BURIAL”. COME CI SI SENTE AD ENTRARE A FAR PARTE DI UNA LABEL COSI’IMPORTANTE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA DELLA VISIBILITA’?
“Grazie! Devo dire che è molto emozionante. Chiunque vorrebbe avere a che fare con questa etichetta per essere introdotto ad un pubblico più ampio e fortunatamente a noi è stata data questa possibilità”.

IN ITALIA GLI INTER ARMA SONO UN NOME NUOVO E ANCORA INESPLORATO. TI ANDREBBE DI INTRODURRE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
“Io e Steven siamo i due chitarristi, poi ci sono T.J. alla batteria, Mike alla voce e Joe al basso. Tutto qua”.

IL VOSTRO MIX MUSICALE DI STONER/SLUDGE, BLACK METAL E SONORITA’ “POST” SUONA RICCO, NATURALE E SPONTANEO. DA COSA SONO CAUSATI QUESTI FATTORI? QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE?
“Comporre musica è abbastanza naturale per noi. Se ad uno di noi viene un’idea per un pezzo o per una parte di esso, quell’idea viene portata al resto del gruppo e verrà elaborata da tutti i componenti per finire la canzone. Questo permette ad ognuno di noi di proporre le proprie idee. Siamo influenzati da troppi generi di musica per restringere il campo ad una semplice lista compilabile. Le nostre influenze vanno da tutti i tipi di heavy metal al rock and roll, dal country alla musica folk, ma anche dal R&B all’ Hip Hop”.

ALL’INTERNO DI “SKY BURIAL” HO SENTITO ALCUNI ELEMENTI CHE POSSONO RICORDARE ALCUNE BAND PIU’ NOTE DELLA VOSTRA. PENSO PERO’ CHE SIATE MOLTO BRAVI AD USARE QUESTE SENSAZIONI ED INFLUENZE A VOSTRO VANTAGGIO. COSA NE PENSI?
“Penso che la tua sia una valutazione corretta. Direi che è impossibile trovare qualcosa di completamente nuovo in questa fase dell’evoluzione musicale che stiamo passando. Tuttavia, pensiamo di essere stati in grado di unire le nostre diverse influenze in modo da non estraniarci troppo da esse, permettendoci di esprimere qualcosa di relativamente nuovo ed interessante”.

HO APPREZZATO MOLTO L’ALTERNANZA TRA MOMENTI STORDENTI E ALTRI DOTATI DI UNA MAGGIORE ATMOSFERA. VOLEVATE CERCARE QUESTO TIPO DI STRUTTURA FIN DALL’INIZIO?
“Queste sequenze sono state in parte un prodotto di necessità e in parte una nostra iniziativa personale. I pezzi sono molto lunghi, abbiamo quindi dovuto strutturare la tracklist in modo che nessuna delle parti risultasse troppo corta o prolissa e per mantenere una massima qualità del suono. Questo ci ha dato poche opzioni per la scaletta finale della tracklist, abbiamo scelto quella che pensavamo potesse scorrere meglio”.

ESISTE UN CONCETTO ALLA BASE DI “SKY BURIAL”? SEMBRA TUTTO COSI’ APOCALITTICO, UN MONDO CHE SI E’ ARRESO, EPPURE VENGONO SUGGERITI ANCHE DIVERSI MOMENTI DI RINNOVAMENTO…?
“Non c’è un concetto portante alla base del disco. Si possono trovare alcuni temi che si estendono attraverso più tracce, come per esempio superare la paura della morte, ma è stata una decisione che mi ha visto partecipe solo in parte”.

L’ARTWORK SEMBRA CONFERMARE LE MIE IMPRESSIONI SULLA DRAMMATICITA’ DELL’ASCOLTO. CHI E’ L’AUTORE?
“Orion Landau ha realizzato l’opera. Il suo scopo era quello di provare a combinare in un’unica immagine molti dei temi e delle sensazioni provenienti dalle tematiche e dalla musica. In pratica, ha creato una pira funebre usata dai nativi americani e ci ha poi aggiunto elementi presi da diverse religioni, con lo scopo di racchiudere tutta l’essenza del disco”.

COSA PENSI SIA CAMBIATO NELLA VOSTRA MUSICA E NELLE VOSTRE AMBIZIONI TRA QUESTO ALBUM E IL VOSTRO DEBUTTO?
“Per quanto mi riguarda, posso solo parlare della storia recente della band, dato che io mi sono unito in formazione solo nel 2009. Tuttavia posso dirti con una certa sicurezza che gli Inter Arma sono molto più affamati di quanto non lo fossero nelle loro prime fasi. Vogliamo andare in tour il più possibile e continuare il nostro processo di composizione musicale”.

SIETE SODDISFATTI DAI RESPONSI CHE STATE OTTENENDO? COM’E’ STATO ACCOLTO “SKY BURIAL” NEGLI STATES?
“Non abbiamo avuto delle vere e proprie aspettative per quanto riguarda l’accoglienza del disco. Detto questo, la critica statunitense è stata incredibilmente positiva. In Europa, come ci aspettavamo, abbiamo invece ricevuto critiche altalenanti. Pensa che un tizio in Portogallo ha votato il disco 3/10 affermando che ‘questo album non è male, semplicemente credo la band non sappia quello che sta facendo’. Nel complesso possiamo comunque ritenerci molto soddisfatti”.

STATE LAVORANDO A DEL NUOVO MATERIALE? HAI IDEA DI COME LA VOSTRA MUSICA DI EVOLVERA’ IN FUTURO?
“Non proprio. Affronteremo la questione quando sarà il momento. Posso solo dirti che non ci piace forzare il nostro suono in un determinato contesto musicale”.

LE VOSTRE FOTO PROMOZIONALI SEMBRANO MOSTRARE UNA BAND A CUI NON PIACE PRENDERSI MOLTO SUL SERIO, MENTRE LA VOSTRA MUSICA PARE SUGGERIRE L’ESATTO OPPOSTO. QUALI OPINIONI CREDI POSSANO FARSI LE PERSONE DI VOI?
“Questa è proprio una bella domanda. Credo che le persone che non ci conoscono e che hanno avuto modo di ascoltare ‘Sky Burial’ senza vedere le nostre facce, probabilmente pensano che siamo quel tipo di musicisti molto seri e tutti d’un pezzo, con un concetto specifico che vorrebbero far passare all’ascoltatore. Questo non è propriamente esatto. Siamo tizi abbastanza nella norma, vogliamo solo suonare della musica per far divertire la gente. Questa cosa trae in inganno, facciamo un genere di natura seria ma ciò non significa che non siamo dei buffoni amanti del divertimento”.

SIETE PRONTI PER IMBARCARVI IN LUNGHI ED ESTENUANTI TOUR? ESISTE UNA POSSIBILITA’ DI VEDERVI PRESTO IN ITALIA?
“Puoi scommetterci che siamo pronti. Abbiamo pianificato un paio di tour negli Stati Uniti per quest anno e siamo in fase di pianificazione anche per un bel viaggio in Europa… ancora niente di concreto, ma presto le date arriveranno”.

PER CONCLUDERE, DA DOVE PROVIENE IL NOME “INTER ARMA” E CHE COSA RAPPRESENTA?
“Il nome è latino. Se la mia formazione liceale non mi inganna, la sua traduzione letteraria è ‘in tempo di guerra’ e la sua provenienza deriva da una citazione di Marco Tullio Cicerone. Come ti dicevo, non ero nella band quando è stata fondata, perciò non ti so dire le motivazioni specifiche per le quali è stato scelto”.

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