INTERVISTA DOPPIA – Dead Summer Society vs. Algol

Pubblicato il 01/07/2012 da

Metalitalia.com come Le Iene? Ebbene, in un certo senso sì. Ispirati dalla famosa invenzione mediatica del programma di denuncia e satira di Italia1, abbiamo pensato di proporvi una tantum un’intervista doppia a band italiane. E’ questa infatti la caratteristica fondamentale di questo tipo di articoli: porvi in evidenza formazioni dello Stivale che ci hanno colpito in positivo, senza però trovare spazio fra i nostri Hot Album del martedì o senza farci gridare particolarmente al miracolo. Band che, semplicemente, si pongono bene sotto diversi aspetti e che meritano la vostra attenzione.
Vediamo quali sono i gruppi protagonisti di questa nuova tornata!

 

Il primo gruppo in programma a questo giro é un’interessante one-man-band molisana, i Dead Summer Society, che ci hanno colpito positivamente grazie al loro debutto “Visions From A Thousand Lives”. Sonorità plumbee e doom-gothic per una rivisitazione personale molto riuscita. L’unico componente, Emiliano alias Mist, risponde alle nostre domande.


Di contrasto, ecco arrivare i padovani Algol, invece dediti ad un feroce thrash-death metal di stampo melodico e neoclassico, in pieno alone Dark Tranquillity/Children Of Bodom. “Complex Shapes” vanta anche delle grandi ospitate e a parlarcene è il principale compositore e chitarrista ritmico, Andrea Donadon.

 

BENVENUTI ALL’INTERVISTA DOPPIA DI METALITALIA.COM! A VOI LA PRESENTAZIONE DELLA BAND CON UN PO’ DI BIOGRAFIA…
Dead Summer Society: “Ciao e grazie per l’opportunità! Dead Summer Society è un mio progetto solista nato nel 2010. Da chitarrista con esperienza in varie band (How Like A Winter in primis) avvertivo la necessità di esprimermi in un progetto personale in cui far convergere tutte le mie influenze musicali, con un approccio dal flavour per certi versi sperimentale. Ho iniziato a scrivere i primi pezzi strumentali che sono poi finiti all’interno del demo ‘The Heart Of Autumnsphere’, pubblicato all’interno dei vari Myspace, ecc.. Il feedback è stato positivo. Subito dopo ho cominciato a scrivere nuovi brani, questa volta con l’intenzione di aggiungere parti vocali alla mia musica; e così sono nati anche i primi testi di ‘Visions From A Thousand Lives’”.
Algol: “Innanzitutto un saluto ai lettori di Metalitalia.com! Per quanto riguarda gli Algol: siamo una death metal band nata nel 2000 che trae, sin dalle sue prime note, ispirazione dal death metal svedese di fine Nineties. Negli anni il sound si è evoluto e i musicisti sono cambiati…sai, le solite cose, bene o male: qualche cambio di formazione, una demo nel 2004, un EP autoprodotto nel 2007, la partecipazione a varie iniziative musicali, compilation, concerti e festival nel Nord Italia, di supporto a band come Infernal Poetry e White Skull. Ci siamo tolti anche le nostre belle soddisfazioni, suonando ad esempio in Svizzera e con band di fama quali Master, Detonation e i Southwicked di Allen West degli Obituary. Nel 2011 abbiamo registrato il primo full length, ‘Complex Shapes’, che è uscito nel marzo di quest’anno”.

DITECI TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SU “VISIONS FROM A THOUSAND LIVES” E “COMPLEX SHAPES”. COMPOSIZIONE, REGISTRAZIONE, IDEE, SCELTE MUSICALI, TESTI, ARTWORK…
Dead Summer Society: “’Visions From A Thousand Lives’, il debut-album, riflette l’intenzione di esprimermi musicalmente in un progetto molto personale e senza compromessi. Le canzoni sono venute fuori in maniera molto spontanea e non hanno praticamente subito rimaneggiamenti. Dal punto di vista stilistico, sono molto diverse tra loro, prendono spesso direzioni diverse; questo perché riflettono tutte le mie personali esperienze ed influenze musicali, ma soprattutto perché rispecchiano molti stati d’animo differenti, quasi fossero visioni provenienti da tante vite…ed ecco spiegato il titolo. Se è vero che scrivo personalmente la musica, mi piace però arricchire il tutto con collaborazioni di vario tipo. Ringrazio Stefano (Trismegisto), Federica e Claudia, che hanno impreziosito il lavoro con le loro vocals…e per il futuro vi anticipo che ci saranno altre collaborazioni! Nei testi raccolgo riflessioni sulla vita, sull’amore, sulla morte, il tutto permeato da un’oscura visione della vita stessa. L’artwork viene fuori dalla collaborazione con l’artista Diletta Falco, che ha splendidamente illustrato nel miglior modo possibile il concetto che sta dietro al lavoro”.
Algol: “’Complex Shapes’ è nato dalla volontà di portare avanti il bel discorso nato dall’EP del 2007, ‘Wisdom Lost’, che aveva riscosso abbastanza consensi e che ci ha spronato a darci da fare per compiere un salto di qualità. La prima cosa fondamentale a livello di sound e composizione è stato l’ingresso di un tastierista nella band. Ciò ha dato la possibilità di arricchire ulteriormente il tessuto melodico delle nostre canzoni, che è diventato un trademark nel tempo. Un’altra scelta ben precisa per ‘Complex Shapes’ è stata quella di introdurre una seconda voce più ‘growl’ per complementare il nostro screamer, e inoltre di avvalerci di molti vocalist ospiti nel CD. Questo per darci l’opportunità di spaziare a livello di sfumature musicali. Per questo, e per un insieme di testi che sono risultati piuttosto omogenei come tematiche, ‘Complex Shapes’ è quasi un concept, dove molte voci si intrecciano a cantare le complessità (le ‘forme complesse’) del pensiero umano: le sue debolezze, la malattia mentale, l’ossessione, il fanatismo, il rifiuto di sé o del diverso e, non ultimo, il tentativo di controllo della mente collettiva delle masse, operato quotidianamente tramite i media. Consigliamo vivamente di leggere i testi, durante l’ascolto! ‘Complex Shapes’ è stato registrato tra aprile e maggio 2011 ai Flameout Studios di Chioggia; per gli ultimi ritocchi e il mastering, abbiamo portato il lavoro in Svezia, agli Unisound Studios del mitico Dan Swanö. Quest’ultimo è stato anche graditissimo ospite nel CD, realizzando alcune tracce di vocals. Altri ospiti presenti sono Paul Speckmann dei Master e Koen Romejin dei Detonation. La grafica è stata ideata e curata dall’artista californiano Travis Smith, immagino che non serva una presentazione per il suo lavoro geniale e visionario! Per la promozione e la distribuzione, abbiamo deciso di accettare l’offerta di un’etichetta italiana che lavora duro e con grande passione: la Punishment18. Appena hanno sentito il disco ci hanno immediatamente proposto una collaborazione: è uscito a fine marzo e, a quanto mi dicono dalla label, la prima tiratura è già quasi finita, una bella soddisfazione!”.

COME VI SI PUO’ INQUADRARE A LIVELLO BACKGROUND/INFLUENZE? CON QUALI GRUPPI SIETE CRESCIUTI E QUALI HANNO PIU’ AVUTO IMPORTANZA NELLA CREAZIONE DEL VOSTRO SOUND?
Dead Summer Society: “Be’, personalmente adoro band come My Dying Bride, Paradise Lost, Anathema, Katatonia, Opeth, e penso che l’influenza di questo genere di sound sia evidente. Sono sicuramente in coordinate doom/gothic, ma adoro anche i Depeche Mode e Sopor Aeternus…mi piace poter giocare con contaminazioni ed influenze diverse, anche di certo dark ambient, folk e un po’ di elettronica…”.
Algol: “Sai, questo tipo di domande è sempre spinosissimo, perché bene o male, quando fai qualche nome, ti sei dato un nome a tua volta. Nomini qualche band nella biografia e ti collochi in un genere. Questo di per sé non è un male. Diventa un male quando l’essere ‘di genere’ diventa una scusa per poterti dire che fai quello che fanno già altri, che non innovi, che se hai le tastiere non fai death metal, che magari un riff del CD assomiglia ad un altro di una band dello stesso genere… Sai che scoperta, se non si trovassero delle somiglianze, non avrebbe neppure senso il concetto di genere! Confesso però che trovo Metalitalia.com equilibrato e obiettivo nelle recensioni (grazie!, ndR) e quindi ti rispondo volentieri: abbiamo una certa età, attorno ai 30-40 anni, e più o meno siamo tutti cresciuti con il metal, ma senza disdegnare altra musica; io ascolto molta classica e musica lounge, per dire, e anche gli altri spaziano molto nei loro interessi musicali. E crescendo con il metal, ti confronti con tutti i grandi che negli anni si alternano sulla scena, dai Metalllica ai Death, dai Nevermore ai Dark Tranquillity, agli Opeth. Certo, c’è molto swedish death dentro la nostra musica, ma ci puoi trovare anche altre cose. L’amore per le armonie, per esempio, è sicuramente stimolato dai miei studi classici e da quelli del nostro tastierista Raffaele, e magari dalla mia vecchia passione per il power metal sinfonico; qualche passaggio di basso à la Steve DiGiorgio può essere suggerito dal bassista Alessandro; qualche blastbeat maligno dal nostro batterista Matteo, che ama molto il death più estremo; qualche bel riff thrash classico dal nostro nuovo chitarrista Michele…”.

QUALE PENSATE SIA IL VOSTRO PUNTO DI FORZA?
Dead Summer Society: “La spontaneità delle composizioni; l’amalgamare diverse influenze musicali; la ricerca di un proprio sound personale attraverso un approccio per certi versi sperimentale, ma anche (anzi, soprattutto) attraverso le diverse collaborazioni…”.
Algol: “E’ dura dirlo quando ami ciò che fai, perché rischi di essere poco obiettivo! Per la band è importante il fatto di essere ottimi amici anche al di là della sala prove: questo ci ha sicuramente aiutato a perseverare anche nei momenti difficili. Per la musica, citiamo i recensori che hanno parlato del nostro CD: le melodie e i testi che ti si piantano in testa e non ti mollano più; l’accostamento di un drumming sostenuto ma mai parossistico a passaggi molto armonici; la coesione delle canzoni e il succedersi dei riff molto serrato”.

COME VI MUOVETE PER GLI ASPETTI PROMOZIONALI (CONCERTI, DIFFUSIONE DI MATERIALE IN RETE, MERCHANDISE, ALTRO)?
Dead Summer Society: “Sto lavorando molto a livello promozionale per far conoscere il più possibile questo progetto. Mi riferisco a recensioni, interviste, promozione on line attraverso i canali conosciuti (a proposito, ne approfitto per lasciarvi un po’ di contatti):
www.facebook.com/pages/Dead-Summer-Society/140007062732886
www.myspace.com/deadsummersociety
deadsummersociety@libero.it
Anche la ricerca di distribuzione per l’album è importante, cerco di essere un po’ dappertutto! Al momento ‘Visions From A Thousand Lives’ è disponibile in Italia attraverso Masterpiece Distribution, ma sono in arrivo anche altri accordi di distribuzione. All’estero, il progetto è arrivato in molti  paesi grazie ad accordi con diverse label/distro. Tra le tante, cito le ottime Naturmacht Production, etichetta tedesca, e la Hypnotic Dirge Records, ma ce ne sono molte altre. Ho ricevuto anche qualche proposta da parte di label per la release dell’album, ma poi alla fine non si è concretizzato nulla. Vedremo comunque per il futuro, chissà!”.
Algol: “Al giorno d’oggi o ti affanni e ti ammazzi con tutto quello che c’è da fare per farsi vedere o paghi qualcuno che lo faccia per te, o semplicemente, ma succede sempre di meno, hai molta fortuna. Bene o male usiamo ancora i canali standard: concerti, assaggi di materiale on line, radio, social network… Però ammetto che non siamo dei fanatici della comunicazione e forse questo è un difetto, perché oggi certo non basta solo scrivere buona musica, ma devi anche fare in modo che la musica raggiunga più gente possibile. Abbiamo valutato la collaborazione con qualche agenzia, ma sotto sotto ci piace fare in proprio e così ci gestiamo i nostri siti, contattiamo i locali, amiamo fermarci a parlare con la gente, fare amicizia; e così, tutto il lavoro degli special guest che c’è in ‘Complex Shapes’ è lì perché gli ospiti sono nostri amici, gente che conosciamo bene o con cui comunque c’è un rapporto di simpatia”.

DOVE VEDETE LA VOSTRA BAND DA QUI A 5 ANNI?
Dead Summer Society: “Bella domanda! A dir la verità mi piacerebbe semplicemente continuare a portare avanti questo progetto con lo stesso entusiasmo. Sai com’è, la vita di tutti i giorni toglie sempre più tempo alle proprie passioni…”.
Algol: “’Azz…ho rotto la sfera di cristallo proprio ieri! Ti posso solo dire che a noi piacerebbe toglierci qualche altra soddisfazione, ma sempre restando con i piedi ben piantati a terra: probabilmente la vita delle rockstar non fa neppure per noi e non desideriamo certo la fama mondiale, ma intanto vediamo di divertirci un sacco, conoscere altra gente notevole, suonare in bei posti e presto dare un seguito a ‘Complex Shapes’. Cose semplici ma concrete, direi!”.

PER CONCLUDERE, DATE IL VOSTRO MIGLIOR CONSIGLIO POSSIBILE ALL’ALTRA BAND…
Dead Summer Society: “Continuate a fare la musica che vi piace, siate sempre voi stessi e lasciate che sia sempre la PASSIONE a guidarvi!”.
Algol: “Dunque, come non cadere nei luoghi comuni? Una cosa in cui sicuramente noi band possiamo fare la differenza, e lo consiglio vivamente ai nostri compagni d’intervista, è l’aiutare a creare un terreno più fertile per la crescita dell’ambiente metal italiano. L’Italia, purtroppo, è diventata una terra dove un po’ tutti sanno suonare metal, ma pochi hanno davvero voglia di ascoltarlo al di fuori del circuito dei grandi concerti. Anche i locali sono davvero in difficoltà: non è più come una volta, quando un locale dava uno spettacolo per il proprio pubblico; ora il locale cerca di dare un pubblico al proprio spettacolo! Suonare sì, quindi, ma essere anche i primi ad andare a vedere i concerti locali, parlare con la gente, consigliare altre band, tenere il merchandise di band amiche ai propri concerti, dare più diffusione agli eventi, anche se non coinvolgono la nostra band in prima persona”.

 

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