IOTUNN – Il respiro della terra

Pubblicato il 06/12/2024 da

Se pensiamo a una ascesa vertiginosa e apparentemente senza pecche in ambito musicale, sono poche le band che ci vengonoin mente; una di queste, però, non può che essere la formazione degli Iotunn, arrivati al secondo disco con lo splendido “Kinship”.
Parliamo infatti di una formazione che sin dal 2016 ha saputo stregare e catturare l’attenzione di moltissimi ascoltatori grazie a un modo originale, tecnico eppure emozionale di rileggere il death metal melodico di scuola scandinava in chiave drammatica e progressiva.
Con “Access All Worlds”, la formazione guidata dal talentuoso chitarrista Jesper Gräs aveva già fatto ampiamente parlare di sé, ma con il nuovo disco sembra proprio che siamo di fronte a una consacrazione definitiva, in un momento molto florido per il death metal tinto di accorgimenti progressive (laddove, per dire anche gli Opeth tornano ad utilizzare il growl ).
Ne abbiamo parlato proprio con Jesper, che ci ha svelato come nasce questa magia dietro le quinte, alimentata da una passione indubbia per la musica. Buona lettura.

CIAO JESPER, PUOI RACCONTARE AL NOSTRO PUBBLICO LA STORIA DEGLI IOTUNN, PARTENDO DAL TUO INTERESSE PER IL ROCK DEGLI ANNI ’70?
– Nel 2009 ho fondato una band con il sogno di creare musica rock epica e spaziale, con radici nell’incredibile scena rock della fine degli anni ’60 e ’70, quella dei Pink Floyd, Black Sabbath, Genesis, Deep Purple, The Doors, Jimi Hendrix, Led Zeppelin… Ho incontrato Bjørn pochi mesi dopo l’inizio dei lavori e da allora facciamo musica insieme.
Nel 2011 mio fratello Jens Nicolai si è unito alla band, e lentamente l’amore per il metal si è fatto strada nel nostro sound. Mio fratello ed io condividiamo l’amore per la musica fin dall’infanzia e, quando si è unito al gruppo, ho riscoperto il metal dopo alcuni anni in cui ascoltavo esclusivamente musica degli anni ’60 e ’70.
Anche la musica classica ha iniziato a influenzare il nostro sound.
Tra il 2014 e il 2015 abbiamo sviluppato una prospettiva più nordica e abbiamo chiamato la nostra band ‘Iotunn’: da allora abbiamo pubblicato un EP, “Access All Worlds e “Kinship, oltre a molto altro.
Quindi, sono successe tante cose! Nel 2020 abbiamo firmato con Metal Blade Records, e con l’uscita del primo disco nel 2021, il nostro viaggio ha preso davvero il volo.

COME È STATA L’ACCOGLIENZA DA PARTE DEL PUBBLICO E DELLA CRITICA PER “KINSHIP”? SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO?
– L’accoglienza è stata incredibile. L’album ha ricevuto lodi da ogni parte del mondo, quindi siamo davvero grati ed entusiasti! Siamo stati al primo posto nelle classifiche mensili su Metal Hammer, Scream Magazine, Inferno Finland e Aardschok, e abbiamo ricevuto tante lodi ed energie positive.

QUALI PENSI SIANO I CAMBIAMENTI CHE AVETE APPORTATO AL VOSTRO SOUND RISPETTO A “ACCESS ALL WORLDS?
– Penso che abbiamo trovato un modo più maturo, focalizzato e organico di creare musica, e questo rende i paesaggi sonori di questo album straordinariamente chiari. Sento che questo disco abbraccia molti aspetti di chi siamo come musicisti, ma in un modo molto nitido.

CI SEMBRA CHE NELLE VOSTRE CANZONI MOLTA DELLA MELODIA RUOTI ATTORNO ALLE CHITARRE. COME NASCONO I VOSTRI RIFF?
– Jens Nicolai ed io scriviamo per primi gli arrangiamenti completi delle chitarre per le canzoni, e poi Bjørn, Eskil e Jón entrano in gioco.
Quindi penso che le chitarre siano molto determinanti per il nostro sound, e la voce di Jón è strettamente connessa alle armonie e agli arrangiamenti di chitarra, pur volando sopra tutto come dovrebbe fare un vero cantante completo. Mio fratello ed io componiamo sempre tenendo Jón in mente.

IN CHE MODO L’EP ACUSTICO “ACCESS ALL WORLDS – AN ACOUSTIC JOURNEY” HA INFLUENZATO “KINSHIP”? “IRIDESCENT WAY” È UN RISULTATO DI QUESTA CONTAMINAZIONE?
– Non direttamente. Il desiderio di fare una canzone basata su un duetto di chitarra classica c’era da anni. Tuttavia, credo che il viaggio acustico dell’EP abbia alimentato questo desiderio e lo abbia reso qualcosa a cui puntavo veramente, come parte dell’album.
Mio fratello ed io suoniamo la chitarra classica fin dall’infanzia, e creare una canzone che si basi su un duetto di strumenti di quel tipo è stato un sogno per molto tempo.

NELLE NOTE STAMPA, FATE RIFERIMENTO A UNA SORTA DI VIAGGIO DI UNA COMUNITÀ TRIBALE COME PUNTO DI ISPIRAZIONE PER IL DISCO. PUOI APPROFONDIRE QUESTO PUNTO?
– La storia si svolge in un tempo primordiale, dove si segue un membro di una tribù che perde il suo caro fratello a causa di un rituale compiuto dalla stessa tribù.
Il protagonista fugge dalla sua casa e intraprende un viaggio nella meravigliosa natura selvaggia: questo viaggio diventa un percorso di creazione per se stesso come essere umano, ma la nostalgia per la sua casa diventa insopportabile e si lascia catturare dalla propria tribù.
Tornato a casa, viene sottoposto allo stesso rituale del fratello: il rituale separa il corpo dalla sua anima, lasciandola vagare nell’eternità alla ricerca di appartenenza con un senso di perdita eterna, mentre il suo corpo è sotto il totale controllo del suo gruppo di conterranei.
Attraverso la storia si sviluppano temi come bene e male, connessione e disconnessione, luce e oscurità, umano e disumano.

PER LA COPERTINA DEL DISCO, DOPO AVER LAVORATO CON COSTIN CHIOREANU ED ELIRAN KANTOR, AVETE COLLABORATO CON SAPROPHIAL. DATE INDICAZIONI AGLI ARTISTI O LASCIATE LORO PIENA LIBERTÀ CREATIVA?
– Con “Access All Worlds” avevamo un’idea abbastanza chiara per la struttura dell’artwork, e per i lavori con Costin avevamo anche delle idee e tanti punti di incontro. Con Saprophial abbiamo deciso di lasciarle totale libertà, ed è stata la scelta giusta!

ORA PASSANDO OLTRE IL NUOVO ALBUM, QUALI BAND SONO LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE? NEL VOSTRO SOUND SENTIAMO MOLTO I DARK TRANQUILLITY E I PRIMI OPETH…
– Ho ascoltato molto i Dark Tranquillity, soprattutto l’album “The Gallery”, e i primi album degli Opeth sono stati qualcosa che abbiamo ascoltato tutti molto. Ma le nostre radici di ispirazione, in termini di band, sono enormi. Un vero oceano di musica!

MENTRE JÓN ALDARÁ (HAMFERÐ) ED ESKIL RASK (SUNLESS DAWN) HANNO GIÀ UNA CARRIERA AVVIATA NEL METAL, NON CONOSCEVAMO BJØRN, TU E TUO FRATELLO PRIMA DELL’USCITA DELL’EP “THE WIZARD FALLS” DEL 2016. COSA FACEVATE PRIMA DI CREARE GLI IOTUNN?
– Io stesso ho suonato in diverse band ai tempi del liceo, tra il 2006 e il 2008. Alcune erano metal, altre rock, dove ero il batterista. Ma anche la chitarra classica, come già detto, era la mia passione dai nove anni fino a quando ho avuto quelle band.
Anche Jens Nicolai e Bjørn hanno suonato in diverse band non metal.

COME SIETE PASSATI DAL PRODURRE AUTONOMAMENTE IL PRIMO EP A FIRMARE CON UNA GRANDE ETICHETTA COME METAL BLADE?
– Abbiamo inviato “Access All Worlds” a molte etichette e alcune si sono dimostrate interessate, ma la nostra etichetta dei sogni era Metal Blade, quindi è stato incredibile quando hanno mostrato interesse!

ABBIAMO LETTO CHE VI DEFINISCONO UNA BAND ‘PROGRESSIVE-POWER METAL’, MA RITENIAMO CHE CI SIA MOLTO DI PIÙ NELLE VOSTRE CANZONI. A QUALE FILONE DEL METAL MODERNO VI SENTITE PIÙ AFFINI?
– Definiamo la nostra creatività e arte non etichettandola, quindi è qualcosa su cui non spendiamo molto tempo, onestamente. Amiamo semplicemente la musica che risuona con noi.

CI SARÀ LA POSSIBILITÀ DI VEDERVI DAL VIVO IN EUROPA LA PROSSIMA ESTATE, SIA AI FESTIVAL CHE IN TOUR A SUPPORTO DI “KINSHIP”?
– Stiamo lavorando su tour internazionali e non vediamo l’ora di condividere le novità, appena possibile! In Danimarca abbiamo tre concerti da headliner per celebrare “Kinship” questo gennaio, e al momento abbiamo annunciato la nostra partecipazione a Summer Breeze Open Air, Epic Fest e Brynerocken per l’anno prossimo. Ma c’è altro in arrivo!

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